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Autore: Sophie Corvinus    30/10/2013    1 recensioni
Ciao a tutti questa è la mia prima storia =)
Voglio spiegare il perché di questa storia.. fin da piccola, non so perché, quando vedevo un film o leggevo una storia, mi inventavo un personaggio tutto mio, che salvava la situazione al punto giusto e che faceva parte dei personaggi principali =) credo che più o meno succedeva a tutti.. credo XD
Comunque l’altro giorno stavo riguardando “Underworld- la ribellione dei Lycans” e mi è tornato in mente il mio personaggio =) questa è la sua storia =)Il mio personaggio nella storia non esiste però ha come fratelli Marcus e Willaim =)
ditemi se vi piace cosi la continuo =)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Passarono gli anni. L’amore fra Sonja e Lucyan continuava a crescere di nascosto da Victor e da tutti i vampire della casata.
La situazione stava degenerando. I seguaci di William, i lycan, si stavano moltiplicando e incominciavano ad attaccare i proprietari delle miniere di argento, per bloccare i traffici. I trafficanti di Morte, gli alleati di Victor, fornivano continui schiavi. Quelli più forti venivano trasformati in vampiri, i più deboli invece costituivano i lycan.
 
Il consiglio cercava di far fronte a questa situazione.
Dovete sapere che il consiglio è un raduno dei dodici vampiri anziani. Era presieduto da Victor,  con me e Sonja come consiglieri fidati. Fidati per modo di dire. Io cercavo sempre un compromesso, Sonja non si esprimeva a Victor sceglieva per i conti suoi.
Il segretario del raduno, non che storico della casata, si chiamava Tanis.
Era il figlio minore di uno dei nobili più importanti che cercavano protezione nei vampiri contro la progenie di William. Fin dalla prima volta avevo capito che voleva occupare un seggio del consiglio. Noi vampiri non moriamo facilmente, ma possiamo essere uccisi da congiure di palazzo.
 
Una notte, mentre si svolgeva la riunione del consiglio, una guardia entro di fretta interrompendo le nostre dispute. “La principessa Sonja è tornata! Con due ospiti di tipo animale. Lucyan le ha salvato la vita.” Esclamò in fretta il soldato.
“Meno male! È colpa tua Sophie!” esclamò Victor adirato girandosi verso di me.
“Victor, spiegami cosa ho fatto, visto che mi sono persa nelle tue idiote dichiarazioni ormai da tempo.” le risposi seccata. Era sempre la stessa storia: quando Sonja era in situazioni pericolose, come questa, era colpa mia.
“Se te non l’avessi fatta crescere come una selvaggia non rischierebbe così tanto!” mi rispose gelido Victor.
“Se te avessi fatto il padre con lei e non il padrone ora di ascolterebbe.” Finii gelida. “Ringrazia invece che Lucyan l’ha salvata.”
Victor mi fulmino con lo sguardo e usci dalla sala. Tutti i consiglieri si alzarono e abbandonarono i loro seggi. Rimasi seduta aspettando che Sonja venisse da me.
Sentii distintamente gli scambi di battute fra padre e figlia. Mi misi la testa fra le mani.
Ad un certo punto Victor chiese a Lucyan “Dimmi Lucyan,ti provoca dolore uccidere quelli della tua razza?”
Trattenni il respiro. “Direi di no. Sono solo bestie stupide mio Signore. Non sono miei simili.” Gli rispose Lucyan.
La sua voce era piena di dolore. Ma solo io la sentivo veramente. Io e Sonja.  
 
Entrò Sonja, adirata, nella sala del consiglio. Appena mi vide si fiondò su di me per un abbraccio. “Ho avuto paura zia.” Disse piangendo. “Mi hanno quasi morsa!”
Abbracciai Sonja e la tranquillizzai. “Su bambina mia.. Non fare così. Sbaglio o Lucyan ti ha salvato?” le dissi guardandola dritta negli occhi.
Sonja tirò su con il naso e alzò lo sguardo. “Si. Ma l’ho dovuto trattar male. Di nuovo!” le lacrime continuavano a scendere sulle sue guance.
L’abbracciai senza dir niente. L’accompagnai fino alle sue stanze. L’affidai ad Alexia e mi allontanai.
 
Quel giorno ero particolarmente stanca. Gli incubi mi avevano perseguitata per tutto il sonno e mi avevano resa tesa. Scossi la testa cercando una soluzione per tutti questi problemi. All’improvviso notai Lucyan nel cortile. Come al solito Victor le aveva affidato il compito di bruciare i cadaveri dei lycan.
L’osservai da lontano. Ormai era un uomo. Non era più il mio bimbo. Il mio sguardo si offusco per via delle lacrime. Non ero riuscita a prometterli la vita che mi aveva chiesto.
Ero da sola in questo mondo. Chi poteva darmi una mano?
 
Mi diressi verso la sala del risveglio, dove i corpi di Marcus e Amelia riposavano, pronti appena possibile a compiere il loro dovere. Mi sedetti proprio affianco al loculo di Marcus.
“Oh fratello mio?” pensai fra me e me. “Cosa posso fare? Ogni giorno che te passi qui dentro Victor diventa sempre più forte. Sta cercando di limitare il poco potere che mi è rimasto.” Sospirai e mi passai una mano nei capelli.
“Ho avuto una premonizione.” Fissai il loculo. “Era divisa in tre parti; nella prima una donna stava bruciando al sole. Ho solo sentito il suo nome. Sonja” Una lacrima mi scese sulla guancia. “La seconda c’era Lucyan sulla cima della roccaforte. E la terza.” Sospirai.”Ero io, abbracciata ad un uomo. Sta volta si avvereranno tutte e tre Marcus?”
Chiusi gli occhi. Il nome di Sonja, urlato in quel modo, continuava a trafiggermi la testa. Purtroppo le mie premonizioni si avveravano sempre.
“Marcus, ti vorrei qui. Tu riusciresti a calmarmi, a farmi ragionare. Cosa devo fare? Ho fatto male in tutti questi anni ad aiutare il loro amore? Sia tu che William mi avete sempre detto che non si può opporsi all’amore. Ma se l’amore porta a queste situazioni?”
“A quali situazioni ti riferisci?” sentii una voce dietro di me. Mi girai. Era Tanis.                                
“A situazioni in cui vorrei stare in pace e in solitudine senza che nessuno mi desse fastidio!” Dissi adirata alzandomi da terra. “Come mai sei qui Tanis? Credevo fosse vietato l’ingresso alla sala del risveglio a chiunque non fa parte del consiglio. Come tu.” Dissi gelida.
“Ma  mia signora cosa ci fa lei qui?” ribatté Tanis senza apparire toccato dalle mie parole.
“Qui sotto” indicai il loculo dove ero seduta pochi attimi prima. “C’è mio fratello. Avrò il diritto almeno di parlare alla sua salma, visto che non potremo vederci mai più?”
“Scusi il mio poco tatto, mia signora. Sentivo delle voci e mi sono preoccupato solo della sicurezza di queste venerabili salme. “ Tanis capì di aver tirato troppo la corda: si piegò e uscì dalla stanza.
 
Lo guardai uscire. Quanto aveva sentito della mia discussione? Un brivido mi percorse la schiena.
“E se ha sentito quello che ho detto di Sonja e Lucyan?” mi chiesi preoccupata.
“Devo tenere gli occhi aperti da ora in poi. E fare più attenzione se sono sola o no.” Mi dissi per darmi sicurezza.
Ma questa sgradevole sensazione mi seguì per tutta la giornata, fino al consiglio finale, prima della veglia.
  
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