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Autore: OpheliaBlack    31/10/2013    2 recensioni
“Mi hai riportato il libro.”
“C'entra lei non è vero?”, disse sorridendo vittorioso.
“Non te ne andrai finché non te lo dirò?”
“Che ha fatto? Ti ha offeso? Affatturato? Punito?”
“Mi ha ringraziato...”, disse Draco orgogliosamente.
Altra one-shot come sempre ispirata alla long ma anche questa può essere letta singolarmente.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era impunemente, incredibilmente, inaspettatamente in estremo ritardo.

Hermione Granger non poteva essere in ritardo, non lo era mai stata. Solo una volta, quando aveva circa cinque anni, arrivò dieci minuti dopo all'asilo ma a quel tempo non poteva certo incolpare se stessa visto che alla guida dell'auto c'era sua madre e non aveva il controllo sul traffico dell'ora di punta.

Aveva totalmente perso la cognizione del tempo in quella biblioteca. Vi si era rifugiata tra una lezione e l'altra nella speranza di trovarci un po' di pace e silenzio.

Le sue compagne di stanza, erano ragazze simpatiche e disponibili ma sembrava che non si stancassero mai di parlare. Ginny divideva la camera con le sue vecchie amiche e anche se la ragazza aveva proposto ad Hermione di unirsi a loro, lei aveva preferito fare nuove conoscenze, socializzare un po'.

Quando Ron ed Harry avevano deciso di non fare ritorno ad Hogwarts, si era sentita abbandonata, messa da parte, tradita. I suoi storici amici di sempre, l'avrebbero mandata sola allo sbaraglio, in un posto che forse non avrebbe più riconosciuto come casa propria.

Quindi, si era detta che le cose sarebbero state diverse quell'anno, lei sarebbe stata diversa: una nuova Hermione per una nuova vita. Tra le novità che sperava però, non vi era certo quella di arrivare in ritardo alle lezioni.

“Signorina Granger, felice che sia dei nostri...”, disse il professor Lumacorno, non nascondendo una punta di disapprovazione.

“Mi scusi professore...”, si limitò a rispondere Hermione, prendendo posto immediatamente accanto ad una ragazza Corvonero.

La lezione, passò velocemente. Fu come al solito molto produttiva ed Hermione prese diligentemente i suoi appunti.

Mentre metteva a poto i libri nella borsa, si accorse che all'appello mancava quello di Trasfigurazione.

“Complimenti Granger..”, si disse maledicendo la sua sbadataggine.

Si alzò dalla sedia, diretta verso la biblioteca dove molto probabilmente aveva lasciato il volume. Non appena si voltò, vide sulla porta Draco Malfoy che stringeva nella mano desta quello che sembrava a tutti gli effetti il libro in questione.

“Ehi!”

Draco rispose al suo saluto con un cenno del capo.

Le si avvicinò, porgendole il libro.

“Questo è tuo.”, disse atono.

Hermione esitò qualche secondo affinché che il suo cervello riuscisse ad ordinare al suo braccio di protrarsi verso l'oggetto ed afferrarlo.

Prima che potesse azzardare un 'grazie', Draco era già scomparso dal suo campo visivo.

Quel ragazzo, era strano.

Hermione non si sarebbe mai sognata che un giorno avrebbe definito Draco Malfoy strano ma in quel periodo sembrava essere l'aggettivo azzeccato. Era passato un mese dall'inizio delle lezioni e lui, era diventato invisibile agli occhi della quasi totalità degli studenti.

Lo si vedeva in Sala Grande, giusto il tempo di consumare il pasto e durante le lezioni. Non gironzolava più per i corridoi, non era più un Prefetto avendo rinunciato al suo incarico, non si intratteneva in alcuna conversazione, nemmeno con quei pochi che ancora gli rivolgevano parola.

Hermione si aspettava battute taglienti, fatture scagliate alle spalle, scherzetti idioti insomma, il solito Malfoy. Invece, era come se ai suoi occhi lei fosse completamente invisibile, così come il resto della popolazione studentesca.

E le aveva riportato il suo libro.

Hermione si rigirò il testo fra le mani per qualche minuto fino a quando, le venne una specie di illuminazione.

“Bastardo!”

Si mise a correre, di buona leva come quando dovette scappare da uno dei tanti Mangiamorte che li volevano morti ai tempi delle ricerca degli Horcrux. Non avrebbe potuto fare tanta strada dopotutto...

“MALFOY!!!”, urlò la ragazza intravedendo la sagoma del biondino svoltare in direzione delle scale.

“FERMATI!!!”, riprovò Hermione, affannandosi ancor di più per raggiungere finalmente il ragazzo in questione.

Draco era salito su una delle scale ma si sa, alle scale piace cambiare. Si ritrovò a dover fermare la sua veloce camminata, portato fuori direzione da quelle scale maledette.

“Ma sei sordo o cosa?!”, disse ansimando Hermione. La corsa, non faceva per lei.

Draco si voltò con uno sguardo freddo e inespressivo.

“Che vuoi?”

“Devo...devo chiederti una cosa...”, rispose titubante, cercando di raggiungere Draco cambiando scala ma lui, fece la stessa cosa allontanandosi da lei.

“Non ho la minima idea di cosa tu possa chiedermi Mezzosangue ma se proprio devi...”, disse Draco ancora una volta senza una particolare inflessione nel tono di voce. Un tempo, quel 'Mezzosangue', sarebbe stato sputato fuori con accidia e astio, per rimarcarne il suo voler essere un dispregiativo.

“Mi hai riportato il libro.”, disse Hermione alzando la voce per colpa della distanza.

“Che brillante osservazione...”, rispose ironico.

“Tu, mi hai riportato il libro...”, ripeté lei.

“Non che la cosa mi interessi ma non ti sto capendo Granger.”, disse seccato Draco.

“Tu.Mi.Hai.Riportato.IL LIBRO!!!”, ripeté per la terza volta Hermione, scandendo ogni parola ed indicando il volume in questione, sventolandolo pure in aria, come se da questo Draco dovesse capire tutto quanto dato che era talmente ovvio nella mente di lei. Quel furetto doveva avere qualcosa in mente, non avrebbe avuto altri motivi altrimenti per riportarle il libro e da Draco Malfoy certo non ci si aspettava un gesto di carineria.

“Ma che problemi hai?!?”, chiese esasperato Malfoy allargando le braccia.

“Mi credi forse una stupida? Non so ancora cosa tu stia tentanto di fare ma lo scoprirò!”, disse alterata la ragazza.

“Mezzosangue lasciatelo dire...tu, soffri di una specie di disturbo da stress post- traumatico se credi veramente che io voglia in qualche modo attentare alla tua vita semplicemente riportandoti un libro!”

“Come facevi a sapere che era mio eh? Non c'è scritto il mio nome da nessuna parte!”, chiese accusatoria Hermione.

“Forse perché c'ero anche io in biblioteca e ti ho vista?!?!”, rispose con fare ovvio Draco.

Hermione Granger si bloccò per qualche secondo, cercando di fare mente locale su chi fosse presente in biblioteca.

“E' inutile che cerchi di ricordare Granger, tu hai la straordinaria capacità di estraniarti totalmente dal resto del mondo. Anche se fosse scoppiato un incendio, probabilmente, non te ne saresti accorta.”, disse Draco intuendo e bloccando sul nascere i pensieri della ragazza.

Rimasero a fissarsi l'un l'altro, Draco più in alto rispetto a lei che si trovava sulla scala inferiore.

“Oh...”, disse semplicemente Hermione.

“Oh...Già. Adesso, se non devi pormi altre domande ovvie e palesi, io me ne andrei.”, rispose sbrigativo Draco.

“Ancora una cosa!”, disse lei, fermando Draco che aveva finalmente beccato la scala esatta.

“Sul serio?!?!”, disse lui girandosi di scatto con uno sguardo colmo di disapprovazione.

“G-...Gra-zie.”

Hermione, aveva abbozzato quel 'grazie' facendo ricorso a tutto il suo coraggio, tutta la sua forza d'animo e mettendo sotto le scarpe il suo orgoglio. Aveva ingiustamente accusato Draco Malfoy di non sapeva nemmeno lei bene cosa ma lo aveva accusato senza pensarci su troppo. Lui era Draco Malfoy, lui è colpevole, lo è sempre stato.

Il ragazzo osservò Hermione, con uno sguardo indagatore, quasi a voler controllare se quel suo ringraziarlo fosse sincero.

“Ok.”, rispose infine.

“Ok...”, ripeté Hermione.

“Ora posso andare?”, chiese lui.

“S-sì...certo che puoi!”, rispose arrossendo Hermione.

L'ora di cena giunse in fretta ma la giovane strega aveva altro per la testa.

Ginny Weasley, osservava la sua migliore amica giocare con il purè di patate e l'arrosto da ormai quasi dieci minuti.

“Herm, devi portare il pezzetto di cibo alla bocca, aprirla e poi masticare.”

“Come scusa?”, ripose Hermione, ridestandosi dai suoi pensieri.

“Ma che ti prende stasera? Sei strana, non mangi, non parli...è successo qualcosa?”, chiese l'amica preoccupata.

“No, nulla sul serio. Sono solo un po' stanca.”, rispose poco convinta.

“Avete visto, Malfoy non c'è! Che vi dicevo!?”

Questa frase, pronunciata da Bonnie, compagna di stanza di Hermione, raggiunse l'orecchio della giovane strega che cercò subito di capire qualcosa di più.

“A che ti riferisci Bonnie?”, chiese sorridendo Herm.

“Mio padre è una guardia del Ministero ed oggi mi ha scritto una lettera. Diceva che il padre e la madre di Draco sono stati completamente scagionati ed ogni accusa a loro carico è stata prosciolta.”

“Di cosa erano accusati?”, chiese Hermione.

“Solite cose da Mangiamorte, favoreggiamento, tortura, utilizzo improprio della magia...”, ripose Bonnie.

“Tutto cancellato perché Narcissa Malfoy ha protetto Harry dichiarando la sua morte? Questo è assurdo!”, commentò alterata Ginny, alzandosi di scatto ed andandosene a metà cena.

La ferita per la morte di Fred, era ancora viva e pulsante nel suo cuore e nella sua anima. Il perdono, non era tra le priorità di Ginny Weasley al momento.

Hermione era dispiaciuta e ferita come la sua migliore amica ma non poteva fare a meno di chiedersi come si sentisse quel ragazzo che le aveva riportato il libro, ora che i suoi genitori erano liberi, ora che tutto era davvero finito per la sua famiglia.

 

***

 

 

“Non hai cenato...”, disse mellifluo Blaise Zabini, sdraiandosi sul suo letto.

“Sai Blaise, ho richiesto una camera singola perché ciò avrebbe implicato il non doverla dividere con altre persone...”, rispose acidamente Draco.

“Hai passato la serata con i tuoi?”, chiese disinteressandosi completamente delle proteste dell'amico.

“Sì, la famigliola riunitasi con gioia ha cenato insieme stasera...”

“Se non ti conoscessi bene direi che ne sei davvero contento. Sembri stranamente...felice. Dev'essere successo qualcosa oggi e non mi riferisco alla liberazione dei tuoi.

“Di mia madre, sono contento solo per lei.”, ripose secco Draco.

Blaise si diresse verso l'amico, con il suo solito sguardo acuto e furbo.

“C'è qualcosa, lo so...”

“Non ti voglio cacciare Blaise ma fuori di qui, adesso.”

“C'entra lei non è vero?”, disse sorridendo vittorioso.

“Non te ne andrai finché non te lo dirò?”

“Che ha fatto? Ti ha offeso? Affatturato? Punito?”

“Mi ha ringraziato...”, disse Draco orgogliosamente.

Blaise Zabini rise di gusto avviandosi verso la porta.

“Malfoy...”, disse poi girandosi nuovamente verso Draco.

“E' la tua seconda occasione, non pensare di non meritarla.”

Blaise uscì dalla sua stanza, lasciandolo solo con i suoi pensieri.

Le seconde occasioni. Se uno come suo padre l'aveva avuta, perché non lui?

 

 

 
  
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