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Autore: LovleySev394    01/11/2013    4 recensioni
Era rosso in viso, ma gli occhi gli brillavano:
“Oh mio dio…”, mormorò, “Ho dato il mio primo bacio!!!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Finn/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Dammi la mano”.
“Così?”.
“Chiudi gli occhi”.
“Perché?”, chiese ridendo.
“Chiudi gli occhi”, sussurrò di nuovo con voce dolce e avvolgente.
Rimasero un po’ in silenzio.
“E ora?”.
 “Che cosa senti?”, chiese.
“La tua mano. E’ morbida e calda”.
“E ora? Cosa senti?”, chiese  di nuovo dopo una pausa.
“Mi hai appena dato un bacio sulla guancia”, ripose sorridendo mentre le sue guance si tingevano lievemente di rosso.
“Ora non ti muovere”, disse e appoggiò le labbra sulle sue, morbide e vellutate per solo un secondo, “Che cosa senti?”, mormorò sulla sua pelle.
Aprì gli occhi e si fissarono come di fronte a uno specchio, scrutando la propria anima.
Cercava una risposta alla sua domanda ‘che cosa sentiva?’.
“Fallo di nuovo”, sussurrò chiudendo gli occhi e avvicinandosi di più.
Di nuovo le loro labbra si unirono questa volta per qualche secondo di più.
Riaprì gli occhi:
“Non me lo sarei mai aspettato”.
“Che cosa senti?”.
“Baciami di nuovo”, ripeté intrecciando le loro dita.
E ancora.
E poi ancora.
E di nuovo.
“Che cosa senti?”, chiese titubante fermandosi per fare di nuovo incatenare i loro sguardi.
Sorrise:
“Sento… come se stessi sopra una nuvola assieme a te”.
Le loro mani si strinsero più forte.
“Sei bellissima”, mormorò Quinn.
“Stai zitta”, disse Rachel sorridendo prima di affondare nelle sue labbra.
 
“FAMMI CAPIRE VI SIETE BACIATE PER VENTI MINUTI DI FILA?!”, gridò Kurt dall’altra parte della cornetta.
Quinn allontanò il telefono dall’orecchio assordata dal suo acuto:
“Kurt calmati!”, disse ridendo.
Erano stati al telefono per più di un ora e nel frattempo Kurt era tornato a casa e si era rifugiato in camera sua:
“CALMATI NIENTE!”, gridò ancora, “RACHEL TI HA BACIATA!!! RACHEL BERRY TI HA BACIATA!!!!”.
“Lo so!”, disse Quinn ridendo.
“NON CI CREDO, NON CI CREDO”, continuava a ripetere Kurt, “Quinn ti rendi conto che mi sto per mettere a piangere dalla felicità per te?!”.
“Oh Kurt davvero?”, disse Quinn sorridendo e avvicinando il telefono come ad abbracciarlo, “Tesoro quanto sei dolce!”.
“Come ti senti?”, disse Kurt con enfasi, “Non è, non è la sensazione più bella del mondo? Quella adrenalina dentro, quella gioia infinita. Per noi è così difficile trovare l’amore che quando succede è come se qualcuno ci avesse fatto fare un salto fino al paradiso, come se fossimo planati sul mondo gettandoci da una nuvola, come se…”.
“Come se tutto finalmente venisse illuminato da una luce calda e nuova”, continuò Quinn con le lacrime agli occhi, “Come se tutte le lacrime, tutte le sofferenze, non fossero che una goccia nell’oceano, confronto a questa felicità. La amo Kurt! Io sono innamorata di lei e lei mi ama. E’ proprio vero che questo è il sentimento più bello del mondo, è proprio vero che se qualche mese fa sentissi tutto il mondo contro di me, ora non vorrei nessuna vita oltre che la mia. Perché io ho lei ora, capisci? E non mi serve più nulla, non mi serve più nulla! Lei è il mio infinito! Lei è la mia felicità!”.
“… sto piangendo”, disse Kurt tirando su col naso.
“Pure io”, disse Quinn tra le lacrime, “Grazie Kurt. Grazie se è successo è solo merito tuo”.
“Sono tanto felice per te Quinn”, disse Kurt senza riuscire a dire altro, “Te lo meriti più ti chiunque altro”.
“Non più di te”, disse Quinn con dolcezza.
“Ti ho già detto come la pensa Finn”, disse Kurt tornando serio, “Ho rovinato tutto, non ho più speranze con lui. Io non avrò mai un lieto fine… non con Finn”.
“Kurt Hummel”, esordì Quinn, “Ti ho sentito dire tante cose senza senso: ma questa è proprio la più grande in assoluto! Voi avrete un lieto fine, dovete averlo!”.
“Vorrei sapere come”, disse Kurt alzando le spalle, sorridendo malinconico.
“Io ho un idea”.
Kurt si illuminò:
“Dimmi tutto”.
 
Rachel Berry stava camminando per andare nell’aula del Glee club.
Se si fosse vista da fuori solo per un secondo non avrebbe mai detto di essere proprio lei, di essere davvero Rachel Berry.
Camminava nel solito modo impettito, ma anche un po’ goffo, ma questa volta, di fianco a lei camminava lei: che poco tempo prima era stata  la sua peggior nemica, ma di cui ormai non avrebbe mai potuto fare a meno. Non sapeva se considerarsi propriamente lesbica o meno: sapeva solo che tutto ciò che voleva in quel momento era stare con Quinn, camminare di fianco a lei in corridoio, facendo sfiorare le loro mani e scambiandosi dolci sorrisi quando si incontravano a mensa.
“La lezione di oggi ci riserverà molte sorprese”, le disse Quinn avvicinandosi leggermente e sfiorandole l’orecchio con il labbro mentre scansavano quelli che andavano nel verso contrario.
“E come fai tu a saperlo?”, chiese Rachel lanciandole un occhiata sospettosa.
“Me lo ha detto un uccellino....”, disse Quinn facendole l’occhiolino.
“Quinn…”, disse Rachel scoccandole un occhiata severa.
“Mi spiace Rachel, ma ho promesso che non dirò nulla… Più che altro spero per lui che vada tutto bene…”.
“Ah speri per lui!”, esclamò Rachel, “Quindi c’è di mezzo uno dei ragazzi!”.
“Ti avevo detto che me lo aveva detto un ‘uccellino’, no?”, rise Quinn.
“Ma che…?”, balbettò Rachel prima di mettersi anche lei  ridere e dare un buffetto sulla guancia a Quinn, “Non me lo sarei aspettata da te Fabrey!”, la apostrofò lanciandole un occhiata severa, ma divertita.
“Non sai allora nemmeno tutte le tante altre cose di me che potrai scoprire domani alle sei e mezza a casa mia…”, sussurrò Quinn avvicinandosi.
“E’ un appuntamento ufficiale?”, chiese Rachel battendo le mani.
“Si prendilo come vuoi…”, disse Quinn soddisfatta lanciandole un sorriso prima che varcassero assieme la soglia della porta del Glee club.
“Puoi contare su di me!”, rispose Rachel stringendole la mano prima da andarsi a sedere nel suo solito posto davanti, mentre Quinn si accomodava vicino a Kurt.
Finn non era ancora arrivato.
La sera prima Rachel dopo aver passato il pomeriggio con Quinn lo aveva chiamato per spiegargli tutto, ma lo aveva sentito così sconvolto che conoscendo i suoi precedenti non gli aveva detto nulla,  intenzionata a spiegargli tutto meglio faccia a faccia quel giorno dopo scuola.
Ma Finn ancora non si faceva vedere.
“Agitato?”, chiese Quinn stringendo il braccio di Kurt.
“Non sai quanto”, rispose lui muovendosi sulla sedia, “Ho paura che lui possa non venire… è come se questo incubo stesse ricominciando tutto dall’inizio ancora una volta”.
“Puoi anche stare vivendo il tuo peggiore incubo”, gli disse Quinn, “Ma ricordi cosa ci dicevano sempre da quando eravamo piccoli? C’è un modo per sfuggire a tutti gli  incubi: svegliarsi. Aprire gli occhi e trovare il coraggio di affrontare la vita reale. L’unico e il solo che può uscire da questo incubo sei tu, perché è qualcosa creato da te stesso: devi solo decidere tu quando hai trovato la forza per distruggerlo”.
“Bene ragazzi!”, aveva esclamato Will lasciando la sua borsa sul pianoforte, “Direi che ci siamo tutti, manca solo….”.
“Mi scusi per il ritardo”, esclamò Finn entrando trafelato nella stanza, era un po’ spettinato con il fiatone e un mazzo di spartiti in mano.
“Ok Finn, vai pure a sederti allora”, Finn rimase fermo per qualche minuto in palato al centro della stanza guardando tutti uno per uno, poi si sedette scompostamente nella sua solita sedia, ma senza smettere di guardare gli spartiti che aveva in mano per poi girarsi intorno nervosamente come a controllare se qualcuno stesse sbirciando tra le sue carte.
“Chi si vuole esibire oggi?”, chiese il prof Schuester.
Dopo un ultimo sguardo prima a Quinn poi a Finn, Kurt alzò la mano:
“Io”, disse con decisione.
Finn sollevò di scatto la testa dai suoi spartiti e fissò Kurt stupito e come se fosse sul punto di dire qualcosa.
Kurt si alzò nel silenzio generale e prese posto al centro della stanza.
“Bene la canzone che…”.
“No”, una voce risoluta lo interruppe.
Finn si era alzato in piedi.
“Vai a sederti Kurt”, gli disse facendogli cenno con il capo.
Tutti erano alquanto sconvolti: non era mai capitato che qualcuno venisse fermato prima di un esibizione.
Kurt rimase immobile fissando Finn.
“Kurt”, disse quest’ultimo alzandosi e arrivandogli di fronte. Gli appoggiò una mano sulla schiena sospingendolo verso il suo posto, “Vai a sederti”.
Nemmeno Will diceva nulla: voleva vedere cosa sarebbe successo.
A questo punto Kurt spaventato a morte si avviò come un automa verso il suo posto.
Finn prese il centro della stanza e passò da un piede all’altro agitato passando qualche minuto a ripetere dei ‘Bene’ e ‘Allora’ e ancora ‘Bene’.
Guardò gli spartiti per quella che sarebbe potuta essere la millesima volta e finalmente si decise:
“Scusate lo so che forse avreste preferito tutti sentire cantare Kurt, ma... questa è la settimana in cui diciamo ciò che non abbiamo mai avuto il coraggio di ammettere no? C’è qualcosa di molto importante che vorrei dire qua davanti a tutti voi, che tutti possano sentire”, abbassò la testa aggrottando le sopracciglia, “Ci ho pensato tanto e credo sia venuto il momento di farlo. Spero solo che possiate capire e poi…. C’è una canzone che vorrei cantare….”, si fermò di nuovo, “… per te”, disse finalmente sollevando gli occhi verso la seconda fila.
Tutti si voltarono.




 
Buon post-Halloweeen a tutti! :3
E' da un po' che non aggiornavo e mi siete mancati, ma sto avendo molto da fare e ho poco tempo per scrivere....
Anyway come potete notare sono riuscita a dare un happy-ending alle nostre ragazze... è stato strano per me scrivere quella scena, perchè vi faccio una confessione: è la prima volta che scrivo del fem-slash quindi sono un po' titubante... lascio a voi il compito di giudicare!
Ansiosi di sapere cose vuol dire Finn? E di ascoltare la canzone?
Vi dico solo che ho trovato una canzone che sembra proprio scritta apposta per questa ff... ;)
Yeiiii a presto!!!
 
  
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