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Autore: saitou catcher    01/11/2013    2 recensioni
Enjolras si sta preparando per un importantissimo esame universitario, che si terrà di lì a sette giorni. In questo momento di estremo stress, per il giovane capo degli amici dell'ABC, i momenti di romanticismo tra lui e il suo compagno Javert vengono ridotti al minimo... o almeno così si potrebbe pensare...
Dedicata a Makochan, un piccolo sbrocco sulla Enjavert che spero vi piacerà. Mi raccomando, recensite!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-COURFEYRAC, NON MI STAI FACENDO LE DOMANDE GIUSTE!!!- il grido (o meglio il ruggito) di Enjolras rieccheggiò con violenza nel piccolo salotto.

Courfeyrac sussultò e fece un balzo all'indietro, scambiando uno sguardo terrorizzato con Combeferre, seduto all'altro capo del tavolo attorno a cui si erano riuniti per studiare.

-Enjolras, calmati- mormorò Combeferre in tono conciliante.

-No che non mi calmo!- Enjolras, il cui viso pallido andava cospargendosi di chiazze rosse, rivolse all'amico uno sguardo assassino. -All'esame mancano sette giorni, 'Ferre. Sette giorni! Una settimana non basta per preparasi ad un esame!

-Infatti, è più di un mese che, dopo aver pranzato a panini, ci trascini qui per interrogarti- ribatté Courfeyrac, che aveva ripreso un po' di coraggio. -Enjolras, sei preparato, lo sai. Perché non ti dai una calmata e ti rilassi?

-Rilassarmi?! Come faccio a rilassarmi se devo essere interrogato e tu non mi fai le domande giuste?- il tono di Enjolras aveva cominciato a rasentare l'isteria. Combeferre e Courfeyrac si scambiarono uno sguardo e Courfeyrac sillabò all'indirizzo dell'amico: “Ormai è andato.”

-Beh, Enj, si dà il caso che siano le sette e quarantacinque- ribatté Combeferre controllando l'orologio. -Quindi, forse è il caso che io e Courfeyrac leviamo le tende.

-Non potrei essere più d'accordo- rispose una voce dall'ingresso.

I tre ragazzi sussultarono e si voltarono di scatto, Combeferre e Courfeyrac con un'aria colpevole.

-Fregati di nuovo- borbottò Courfeyrac -Un giorno o l'altro, riusciremo ad andarcene prima che lui spunti come la morte.

Tutti e tre osservarono l'Ispettore Javert che faceva il suo ingresso nel salotto, rigirando tra le dita il mazzo di chiavi, Enjolras con un'espressione a metà tra il sollevato e l'irritato.

-Buonasera, Ispettore- Combeferre e Courfeyrac salutarono in coro.

-'Sera...- mugugnò Enjolras.

-È ora di cena, quindi forse è meglio che voi adesso smettiate di studiare- disse Javert con un tono molto eloquente.

-Beh, in effetti noi stavamo giusto per andarcene...- rispose Courfeyrac, spingendo Combeferre verso la porta. -Buona serata a tutti e due. Ci vediamo domani, Enjolras!

-Traditori- sibilò il biondo, mentre la porta si chiudeva.

Javert buttò il mazzo di chiavi nello svuotatasche e passò accanto ad Enjolras, dirigendosi verso la cucina. -Che mangiamo stasera?- chiese. -In frigo c'è la pizza avanzata di ieri.

-Puoi prendere quello che ti pare- borbottò Enjolras, il capo chino sul libro. -Io finisco di studiare.

Javert si bloccò a metà dell'atto di aprire il frigorifero e si voltò di scatto. Si diresse a grandi passi verso il tavolo a cui era seduto Enjolras e con un movimento secco gli chiuse il libro.

-Cos...?!- Enjolras alzò di scatto la testa. -Che stai facendo?

-Per quanto mi riguarda, tu hai finito di studiare nel momento in cui sono entrato- ribatté Javert, raccogliendo tutti quaderni e i libri di Enjolras e buttandoli sul divano posto davanti al tavolo.

-Smettila- protestò Enjolras con un tono lievemente isterico. -Devo studiare, è una cosa seria.

-Io sono serissimo- Javert mise una mano sotto il mento di Enjolras, costringendolo ad alzare il capo. -Enjolras, stai cominciando a rasentare la follia. Da quanto tempo è che non dormi?

-Senti chi parla. Quello che tre giorni su sette li passa a fare le ore piccole in ufficio- borbottò il biondo, con una smorfia imbronciata che Javert trovava assolutamente adorabile (anche se non l'avrebbe mai confessato).

-Io, facendo le ore piccole almeno ci procuro il pane, mentre tu stai procurando un esaurimento nervoso a tutti e due.

-A tutti e due? Che c'entri tu?

-C'entro, perché sono io quello che si trova in casa uno studente universitario isterico, ansioso, ed affetto da ansia da prestazione.

-Evita, per favore- sibilò Enjolras. -Grantaire ha già fatto abbastanza battute su questo.

Javert si morse l'interno della guancia per nascondere un sorriso. -Comunque sia, per oggi hai finito di studiare- ribatté, voltandosi e prendendo i libri di Enjolras.

-Javert, adesso basta! Ridammi i miei libri!- senza nemmeno aver finito la frase, Enjolras scattò in piedi e si scagliò contro Javert, tendendo le mani per impossessarsi dei suoi volumi.

Javert si voltò di scatto, e istintivamente alzò le mani per parare il colpo che il biondo gli stava sferrando, lasciando cadere con fracasso i libri ai suoi piedi. Enjolras non riuscì a frenare lo slancio in tempo e finì addosso a Javert, mandandolo contro il muro.

-Rivoglio...- prese a dire Enjolras, ma non riuscì mai dire cosa volesse, perché in quel momento, senza che nessuno dei due avesse preso realmente l'iniziativa, le sue labbra si trovarono incollate a quelle di Javert.

E, come sempre gli succedeva quando l'Ispettore lo baciava, Enjolras perse la cognizione del tempo, dello spazio e della propria identità, conscio soltanto delle labbra di Javert che cercavano le sue, delle sue mani che gli percorrevano impazienti la schiena, andando poi a stringergli i fianchi. Le sue braccia si avvolsero alle spale dell'Ispettore con forza e lo attirarono a sé, frementi della stessa impazienza che animava l'altro.

Fu solo quando il bisogno di respirare si fece impellente che finalmenti si staccarono, e rimasero lì, immobili l'uno tra le braccia dell'altro, in attesa che il battito cardiaco ritornasse normale.

-Rivoglio i miei libri- riuscì finalmente a dire Enjolras, ma il suono della sua voce suonò stranamente poco convincente, mentre il suo corpo non accennava a scostarsi da quello di Javert.

-Dopo. Adesso ceniamo- ribatté Javert, che al contrario dell'altro aveva un volto perfettamente calmo. Con delicatezza, fece allontanare Enjolras e si diresse verso la cucina.

-E se io ti dicessi che non ho fame?- ribatté il biondo, con un tono di voce fin troppo eloquente.

Javert si voltò lentamente a guardarlo con uno strano lampo negli occhi. -Ti risponderei che io ho fame- ribatté, per avviarsi poi in direzione della cucina.

Enjolras lo seguì con un sorrisetto maligno sulle labbra, scivolando silenziosamente all'interno della cucina. -Non morirai di fame, se per una serata non mangi... - disse, fermandosi alle spalle dell'Ispettore.

Javert si voltò per ribattere, ma qualunque cosa avesse voluto dire, morì sulle labbra del compagno. Al primo bacio ne seguirono altri, e altri ancora, mentre sul tavolo, la pizza rimaneva intatta, e sul divano in salotto, i libri si ricoprivano lentamente di polvere.

Buongiorno a tutti, amici e vicini!
Questo piccolo sbrocco di sette capitoli su una coppia che ormai non mi lascia più in pace, è dedicato a Linsday Blackrose e Makochan, che hanno insistito perché scrivessi qualcosa su questi due. Per Makochan: prima o poi scriverò anche di come si sono messi insieme, nel frattempo accontetati di questo. XD
Per il resto: sì, lo so, l'espediente per farli baciare è veramente cretino, e probabilmente sia Enjolras che Javert potrebbero essere venuti un po' OOC, ma ora che ve l'ho fatto notare io, voi non potete più dirlo!=) Scherzi a parte, siate clementi con le recensioni.
E per il momento è tutto. Il secondo capitolo è già avviato, quindi dovrebbe essere pubblicato a momenti.
Un bacio a tutti,
Saitou

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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