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Autore: Marlene Ludovikovna    01/11/2013    12 recensioni
1943 - Parigi
Ester Stradsberg; the Swan. Giovane, bella e annoiata moglie di un ricco imprenditore. Ciò che più vuole é la libertà di disinteressarsi a tutto.
Hans Wesemann; the Hunter. Spietato Colonnello delle SS, la sua giacca e ornata da medaglie e i suoi occhi mostrano solo ghiaccio.
Emilie Kaltenbatch; the Hawk. Giovane pittrice pronta a tutto per sfondare e dagli istinti creativi repressi a causa della dittatura a cui sottostà il suo paese. Affascinante, crudele, ambiziosa e, per tutti, indimenticabile.
Jean Russeau; the Treacherous. Ricco, bello ed egocentrico è il re della vita mondana parigina. Ereditiere di un'immensa fortuna dedito al lusso e all'amore per se stesso.
Delle vite vissute a metà come se aspettassero di essere esaurite, così cariche di emozioni e prive di valori da essere memorabili. Anime distrutte al centro della ricchezza, della miseria e della follia. Vite distrutte dallo sfarzo del Terzo Reich.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Prologo

1942 - Berlino, Germania
 

Le foglie d'autunno danzavano liberamente, facendosi trasportare dall'aria fredda e ruvida. 

Ester sentiva il freddo pungerle la pelle bianca e delicata.

Le piacque la sensazione d'infinito che ebbe in quei pochi secondi di freddo, foglie danzanti e grigio; si sentì come se potesse volare via da un momento all'altro finché una sensazione oppressiva non le pervase il petto. 

Non avrebbe potuto volare da nessuna parte. 

Posò lo sguardo verso una SS dall'aspetto regale e austero, come se provenisse da una buona famiglia, che la guardava dall'alto in basso. 

Stava fumando una sigaretta tranquillamente, con l'aria che hanno i soldati ai gradi alti che pensano di poter essere i padroni del mondo. 

Lui però aveva un'aria di superiorità quasi fondata. 

Ester lo capì dal suo sguardo intelligente e anche dal modo in cui si muoveva nell'ambiente in cui lavorava. Poco prima lo aveva visto dare ordini ai soldati in un modo che poco si confaceva ai nazisti che era abituata a vedere di solito. Eroi della patria, certo, ma che urlavano in modo alquanto fastidioso. 

Il sogno di qualsiasi donna era sposare un uomo di quel tipo. Un vero eroe. Sì, certo. 

Ester non poteva dire di non essere d'accordo con loro, ma semplicemente non era interessata alle questioni politiche. 

Nazisti, comunisti, fascisti... Cosa sarebbe cambiato? Era pur sempre uno stupro alla libertà a cui lei non si era mai dichiarata contraria e mai l'avrebbe fatto quindi non avrebbe portato nessuna differenza rilevante nella sua vita. 

Una folata di vento le scompigliò i capelli. 

"Chiuditi la giacca se non vuoi ammalarti," disse la SS. Aveva una voce fredda come l'aria di quella giornata. Con una voce simile avrebbe potuto sembrare aggressivo persino parlando in francese. 

Dapprima Ester non lo ascoltò; si era limitata a sentire il suono della sua voce che nonostante la durezza aveva una sua armonia. 

"Mi ha sentito, mein Schatz?" Domandò per la seconda volta la SS. 

I preziosi occhi nocciola di Ester incrociarono quelli azzurri di lui, poi si abbassarono sulla moltitudine di medaglie che ornava la sua giacca. Quella che spiccava su tutte era la spilla dorata del partito nazista. 

Lui sorrise divertito. "Dai, fa' quello che ti ho detto." 

Ester si chiuse la giacca in un gesto veloce e inconsapevole. 

"Cosa ci fa una ragazzina come te qui da sola?" 

"Stavo prendendo una boccata d'aria fresca."

La voce di lei era limpida e musicale, come il canto di un esile uccellino. 

Dopo una pausa lui disse: "Non ci siamo ancora presentati: Hans Wesemann delle SS." 

"Ester Stradsberg."

Lui le baciò la mano, che poi tenne ferma insistentemente davanti al proprio viso. 

C'era qualcosa in lei... Qualcosa di vivido, languido e, soprattutto, desiderabile. 

Adesso era talmente vicina che poteva sentirne il profumo inebriante. 

Poi nei suoi occhi notò qualcosa; nelle ragazze della Bund Deutscher Madel - la lega delle giovani tedesche - c'era sempre qualcosa di frivolo oltre ogni limite. Lo notò anche in lei, ma vide la sua frivolezza rivolgersi contro qualcosa di conosciuto, ma inconcreto.

"Adesso devo andare," disse lei. "Auf Wiedershen, Herr Wesemann." 

Vide la figura esile di lei allontanarsi, immergendosi nel caos di quella mattinata frenetica nel centro di Berlino. 

E da non troppo lontano, la vide fermarsi davanti ad un grande cancello.

Quello in cui Ester Stradsberg stava per entrare era un imponente palazzo e al centro di esso appeso perché tutti lo potessero vedere c'era un grande manifesto dal fondo scarlatto. 

E al centro, sovrana di tutto, una grande imponente svastica. 
 

Angolo Autrice:


Ebbene sono riuscita ad articolare bene una trama e scrivermela su un foglio stracciato! *^*
Finalmente so che sto scrivendo qualcosa con un filo logico ben preciso e non così come mi viene al momento.
Mi sento molto fiera di me. AHAHAH.
Era da tempo che volevo scrivere una long originale, e soprattutto ambientata nella Seconda Guerra  Mondiale, periodo storico che trovo interessantissimo e che amo studiare.
In questo prologo voi lettori (se esistete) siete venuti a conoscenza di Hunter e Swann *^*, sappiate che a questi due verranno riservate delle belle.
Spero che questo inizio vi sia piaciuto e ne siate rimasti incuriositi... O almeno che non vi abbia fatto schifo, ecco. lol.
Se volete  darmi un parere mi farebbe piacere che me lo comunicaste tramite una recensione, accetto critiche e quant'altro. ^-^
Cercherò di pubblicare presto il prossimo capitolo in cui verrà introdotta Emilie.
Un bacio, tanti orsetti gommosi a voi e alla prossima!

 

Marlene xx

 

   
 
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