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Autore: FarAway_L    01/11/2013    4 recensioni
Un nome. Mille emozioni.
Avevo vissuto momenti indimenticabili con lui. Avevo trascorso anni indelebili affianco a lui. Ci eravamo detti parole troppo importanti per due come noi. Avevamo promesso cose troppo grandi.
Ma alla fine, eravamo stati bravi solamente ad illuderci.
Io forse più di lui. Illusa del suo amore per me.
Illusa del suo amore per le ragazze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                           A Sam,
                                                                                                               e la sua infinita dolcezza  


                                                                             13 Aprile 2013
Ore 16.30
Faceva caldo quel giorno di aprile, contrariamente a quanto mi sarei aspettata. L'aria primaverile cominciava a farsi sentire sulla pelle, nonostante il cielo si divertisse a prendersi gioco di noi abitanti, alternando giorni pioggia intensa a giorni di caldo troppo afoso. 

- Lily, guarda! - la voce di Emma, la mia migliore amica, mi fece voltare nella sua direzione. Stavamo camminando per il centro della capitale, alla ricerca di qualche vestito per quella stessa sera. Avremmo partecipato ad una festa per il compleanno di mia cugina Jade, la quale aveva espressamente fatto capire che non avrebbe accettato vestiti "normali".
- Quel negozio sembra interessante - sorrise fiera, osservando con ammirazione gli abiti in esposizione sui manichini messi in bella vista 
- Entriamo allora - la presi sotto braccio e la spinsi in direzione dell'entrata. Avevamo sprecato ormai intere ore alla ricerca di qualcosa da considerare anche solo minimamente passabile, ma ciò non aveva portato ancora a niente. 
Io cercavo qualcosa di elegante, classico e semplice. Niente di esageratamente complicato - mi sarei ispirata ad Audrey Hepburn - ma a quanto risultava fino a quel momento, riuscire a trovare un tubino nero poteva essere paragonato ad una missione difficile e complicata. 
Emma, al contrario, cercava un vestito degli anni 50, con fantasie o tinta unita, a questo punto, poco sarebbe importato.

- Hai sentito chi ci sarà stasera? - la voce della mia amica arrivava lontana, ma non per questo poco chiara. Era entrata, per l'ennesima volta, nel camerino, con l'ennesimo abito tra le mani: per adesso nessuno di quelli già provati sembrano aver catturato la sua attenzione. Emma era una ragazza di vent'anni, con capelli biondi e mossi. Gli occhi erano marroni e presentava delle piccole lentiggini sul naso. Lei le odiava con tutta se stessa, ma secondo me erano eternamente deliziose e le donavano moltissimo.
- Un sacco di gente? - risposi io, retorica. In realtà non mi ero realmente informata su chi Jade avesse invitato, ma ero certa avesse invitato mezza - se non tutta - Londra. Ancora faticavo a capire come facesse a conoscere tutti, ma solo perchè, a differenza a mia, lei era molto espansiva a chiaccherona. La sua parlata era sciolta e socievole. Semplicemente ti coinvolgeva, con la sua voce delicata e poco acuta, ma non per questo attiva.
- Si, ovviamente - dal tono che la sua voce aveva preso capii essere leggermente in difficoltà, così mi affrettai ad alzarmi dal comodo divano ed andare nella direzione della tenda
- Hai bisogno di una mano? - la vidi saltellare sul posto, nella speranza di riuscire a chiudere la cerniera laterale del vestito. 
Sbuffò, ma non rifiutò. Alzò le braccia per facilitarmi il compito, e così feci. Quel vestito le stava una meraviglia: era bianco, monospalle, con una fascia doppia nera sotto il seno. Era abbastanza semplice, ma si sa che alle volte la semplicità colpisce.
- Stai benissimo - diedi voce ai pensieri, perchè effettivamente non c'era altro da dire o da aggiungere
- Ci sarà Harry - mi bloccai istintivamente. L'aria riusciva ad entrare a fatica, e i polmoni gridavano di averne bisogno. Il sangue scorreva gelido, e faceva male, forse più della notizia appena ricevuta. 

Osservai Emma attraverso lo specchio e ciò che riuscii a fare fu solamente sorridere debolmente, per poi tornare a sedermi sulla poltrona. In attesa..


Harry

Un nome. Mille emozioni.
Avevo vissuto momenti indimenticabili con lui. Avevo trascorso anni indelebili affianco a lui. Ci eravamo detti parole troppo importanti per due come noi. Avevamo promesso cose troppo grandi. 
Ma alla fine, eravamo stati bravi solamente ad illuderci. 
Io forse più di lui. Illusa del suo amore per me.
Illusa del suo amore per le ragazze.


Ore 23.45
La festa era in pieno svolgimento: Jade era completamente ubriaca - come forse era giusto che fosse -, e continuava a dare spettacoli ballando sul tavolo della cucina. Molti ragazzi urlavano parole sconnesse in giardino; altri cantavano a squarciagola, saltellando divertiti, rovesciando inevitabilmente il contenuto dei bicchieri sul pavimento.
Alcuni si erano già addormentati sul divano, ignari della confusione attorno a loro, troppo sconvolti per il troppo alcool ingerito, o addirittura chissà quanto altro.

Io ed Emma ci eravamo ritagliate un piccolo spazio in sala, vicino alla porta-finestra che dava sul balcone: io con un bicchiere di vodka in mano, lei con una sigaretta.
- Come stai? - domandò improvvisamente la mia amica
- Bene - risposi ovvia, nonostante sapessi già a cosa stesse alludendo. Si, avevo visto Harry - e come non poterlo fare -, ma avevo cercato di darci meno peso possibile. Per un paio di volte avevo rischiato di incontrare le sue iridi verde, le stesse che anni prima mi avevano letteralmente fregata. 
Non era venuto solo, ma anzi, dagli atteggiamenti amorevoli che si scambiavano, avrei potuto scommettere che quello fosse il suo nuovo ragazzo. Di lui sapevo solo il nome ed il cognome: Louis Tomlinson.
- Ti manca? - ormai la sua sigaretta era giunta al termine, quindi dopo aver aspirato l'ultimo boccone di nicotina, la tirò al di sotto del balcone
- Da morire - e non potevo negarlo. Era inutile. Per lui avevo fatto cose totalmente folli. Per lui avevo lasciato i miei genitori. Per lui mi ero macchiata un pezzo della pelle.

                                                             
                                                                          14 Aprile 2013
Ore 01.15
"Think back and talk to me
- Harry, tutto questo è sbagliato - le sue labbra scorrevano frenetiche sul mio collo. Le sue mani stringevano forte il vestito sui miei fianchi.
Tutto era stato un attimo. Una distrazione, forse. 
Io e lui. Soli. In camera da letto dei miei zii. Con un ragazzo ad attendere al piano di sotto.
"And do you think I'm wasting my time doing things I wanna do?"
- Non è sbagliato, se è quello che vogliamo entrambi - la sua voce roca arrivò come un sussurro, eppure era maledettamente vicino al mio orecchio. Morse il lobo, per poi leccarlo delicatamente.
Le mie mani andarono immediatamente a cercare il bordo della sua maglia. Il contatto con la sua pelle liscia e morbida mi era mancato troppo: marcare i segni dei suoi tatuaggi con le dita, sentire le sue ossa sotto il mio tocco.
Respirare il suo profumo, così maledettamente dolce e delicato. Ma profondo, e buono.
Le sue labbra sulle mie era tutto ciò di cui avevo bisogno. Sentire i suoi denti bloccarmi il labbro inferiore. Sentire la sua saliva, mista ad odore di fumo ed alcool, confondermi con il mio gusto di vodka. Sentire la sua lingua cercare la mia, per poi farla sua.
Sentire la sua voglia di me, nonostante tutto.

"I just want to make you proud. I'm never gonna be good enought for you"
Io distesa sulle lenzuola di quel verde, che illuminato soltanto da una piccola luce posta sul comodino, risultava essere scura. Forse troppo.
Lui, disteso completamente su di me. 
A dividerci, solamente la biancheria intima. 
Baci rubati al tempo. Mani in cerca di qualcosa di proibito. 

Parole dannatamente vere.
"I can't pretend that I'm alright"
- And you can't change me - Harry si era fermato. Con il suo respiro ad infrangersi sulla mia bocca. Con la sua verità a ferirmi nel cuore. 
- Tu ami Louis, non è vero? - una domanda la quale risposta forse non volevo realmente sentirla, ma una domanda la quale risposta per me era fondamentale.
Perchè non era importante quanto alcool avessi ingerito, o quanto io stessi cercando di allontanare il cuore dalla ragione. Perchè tutto quello era maledettamente sbaglio, e ingiusto. E perfetto.

"Nothing last forever "

- Si lo amo, ma in questo momento ho bisogno di te - le mie mani tra i suoi ricci, ormai disordinati. Le sue parole come segno di preghiera, di sofferenza. Di bisogno.
La mia schiena inarcata e percossa da brividi. I suoi baci a corrodere la pelle, a marchiarla.
A leccare quel tatuaggio così identico al suo. 
Le mie mani a graffiargli la schiena, come ero solita fare quando rischiava di farmi letteralmente impazzire. 
Le mie gambe strette ai suoi fianchi, ed il mio bacino a spingere contro il suo. Come una richiesta disperata a voler di più. A chiedere ancora.
A non essere mai sazia.
"I try not to think about the pain i feel inside"
- Mi sei mancata - e forse era sincero. Forse quelle parole non erano solo un lontano ricordo.
Io, preda letterale di Harry. 
Ormai entrambi nudi.
"All the days you spend with me now seem so far away"
- Questo è sicuramente l'errore più bello dalla mia vita - la mia voce a tremare davanti ai suoi occhi così poco illuminati. Le mie mani ferme sui fianchi, in attesa. I nostri respiri completamente rotti dall'emozione, dalla fatica. Dalla voglia.
Consapevoli che tutto quello che eravamo non lo saremo più.
Ignari di eventuali conseguenze.
Folli. Pazzi e assurdi.
- Nothing's gonna make this right again - parole amare, uscite da una bocca rossa e gonfia fatta solamente per essere baciata.
E l'attimo dopo fu solo il paradiso e l'inferno nello stesso momento. Fu la pace esteriore ma la guerra interiore. Fu il bene ed il male.
I nostri gemiti a riempire la stanza. I nostri baci a soffocare le urla. Le nostre dita a cercare le mani dell'altro.
I nostri corpi uniti per l'ultima volta, in una cosa sola.

- Ti amerò sempre, Harry - 
- I'm sorry i can't be perfect  -





I'm here :))
Non piangere più, ok? Non era questo il mio intento, ma bensì solamente quello di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. E per le bellissime parole che ogni volta mi dici.
E per il tempo speso dietro alle mie cavolate.

Sei incredibile, dico davvero.
Un bacio

- G.

  
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