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Autore: Crona Lunatica    02/11/2013    0 recensioni
Dal capitolo 1.
Venne distolto dai suoi pensieri vedendo una ragazza che lo aspettava seduta su di una panchina al molo dove attraccava il battello.
Non appena si accorse di essere osservata, la ragazza si voltò e gli sorrise per poi avvicinarglisi e gettargli le braccia al collo.
non trovò altra parola per descriverlo.
Da un mese a quella parte aveva intrecciato una relazione con una delle sue studentesse.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistica era ferma alla fermata dell’autobus con Adriana, la quale con l’amica non aveva nulla a che fare.
Il viso pulito illuminato dai due occhi neri come i capelli, legati in una coda di cavallo non aveva niente della maschera che Mistica si portava addosso.
Ma quella mattina Adriana era diversa; non salutò l’amica con il solito sorriso sincero che formava due fossette sulle sue guance lisce.
<< Adriana, ehi, cosa succede?>>
<< Mi ha lasciata>> non fu necessario dire chi.
Mistica non commentò; abbracciò l’amica come gesto di solidarietà.
<< Forse…non so se ti può essere di consolazione, ma…mia madre ha detto che hanno ritrovato un cadavere ieri sera.>>
<< Lo sapevo>> mormorò Adriana mentre le lacrime affioravano nei suoi occhi << L’ho sentito da una donna...in panetteria>>.
<< La signorina Baldoria! Quella befana deve averlo sentito da mia madre mentre ne parlava al nonno>>
<< Ha detto…che è stato ucciso dal fantasma di Claretta Petacci>>
Mistica sbiancò << Cosa?>> riuscì a mormorare.
Entrambe erano sconvolte adesso, ma cercarono di darsi un contegno. Non erano amiche per niente. Adriana e Mistica erano simili. Se una era moderata e l’altra radicale, entrambe avevano un forte autocontrollo che non esitavo ad utilizzare per influenzare gli altri.
La loro amicizia era cominciata in modo singolare; Mistica aveva difficoltà in chimica e Adriana, la migliore della classe, si era offerta di dare ripetizioni.
Ovviamente i primi tempi erano stati duri. Adriana dovette usare tutta la sua pazienza per far apprendere qualcosa alla compagna e fu solo dopo settimane di duro lavoro che Mistica riuscì a recuperare con un sette e mezzo.
Quando però Adriana si trovava in difficoltà con i prepotenti, Mistica correva in suo aiuto; da lì era nato il loro legame.
Mistica con la sua eccentricità lunatica e Adriana con il suo carattere chiuso ma generoso erano presto divenute amiche, inseparabili come due gemelle.
In seguito a questo legame, ben strano agli occhi di tutti, Adriana si era aperta nelle sue confessioni e quando Mistica veniva a sapere che qualcuno spezzava il suo cuore si curava per bene di rivoltarlo come un calzino. 
Quando furono a scuola, le due cercarono di comportarsi normalmente, anche se fu difficile; le voci correvano veloci e non era raro che in corridoio, tra i gruppi di ragazze, alcuni parlassero del fatto appena avvenuto.
In compenso il compito di storia era saltato, per la gioia di molti e la delusione di una.
<< Mamma>> chiamò Mistica non appena tornò a casa << Mamma, dove sei?>>
Andò in cucina dove, attaccato al frigorifero trovò un biglietto di Emilia << Torno tardi stasera, ciao, mamma>>.
Mistica sospirò e si preparò qualcosa da mangiare << Mettiti pure comoda>> disse rivolta all’amica.
<< Dovrei andare in bagno>> rispose Adriana
<< Sì, sì, sai dov’è…intanto io preparo qualcosa da mettere sotto i denti>>
la ragazza le sorrise prima di uscire dalla stanza.
Rimase fuori per diversi minuti mentre Mistica cucinava e questa, non vedendola tornare, si diresse verso la porta del bagno, ma vide che Adriana non era lì, era davanti allo studio del padre e stava forzando la maniglia.
<< Che stai facendo, non ti ricordi più com’è fatta casa mia?>> le chiese,  con tono canzonatorio.
<< Oh…hm…scusa, credevo che fosse qui…>>
<< Non fa niente, è da un po’ che non vieni…da quando hai cominciato ad uscire con…>> non terminò la frase per rispetto all’amica, che si morse le labbra e distolse lo sguardo per poi rialzare il viso dal petto e cambiare abilmente il discorso.
<< Allora…cosa prevede il menù?>>   
<< Patate al forno e Würstel con un mucchio di ketchup e maionese e per dessert torta delle rose da parte di mia madre annaffiata da un’ottima annata di…coca cola, signora si accomodi e benvenuta al ristorante “Chez Mistique”!>>
Le due si misero a tavola e pranzarono allegramente; Mistica parlò in modo da non menzionare e di sviare il discorso dalla tragedia avvenuta la sera prima per optare con qualcosa di più normale come le verdure più odiate da entrambe e le infinite qualità di camomilla e di infusi che si trovavano al supermercato per poi accennare al discorso scuola accarezzando i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni ed infine parlare dell’opportunità di frequentare gli stage lavorativi durante l’estate.
Questo finché Adriana non la interruppe ricordandole che avevano una verifica l’indomani e avrebbero dovuto studiare…con grande dispiacere di Mistica.
<< Ok, d’accordo>> disse questa infine.
Presero libri e quaderni e cominciarono a ripetere i vari argomenti; erano arrivate ormai quasi alla fine, quando sentirono suonare alla porta.
<< Saranno i venditori ambulanti>> commentò Mistica, si avviò verso l’ingresso e non appena ebbe aperto la porta vide sua madre, in divisa, la faccia scura come solo una volta le aveva visto.
<< Mistica, possiamo parlare?>> la voce di sua madre tradiva un certa apprensione.
Solo una volta aveva avuto quell’espressione e quel timbro di voce; il giorno in cui era morto il padre.
 
Emilia aveva lasciato la cartella del marito sulla sua scrivania non appena era arrivata in centrale e non aveva fatto in tempo a sedersi che un agente era entrato con un plico di fogli.
<< Le ho portato i risultati delle analisi>> disse.
<< Bene>> replicò lei prendendoli.
<< La morte è stata causata da un allucinogeno contenuto in un cioccolatino che l’insegnante ha ingerito…abbiamo fatto delle ricerche in casa della vittima e abbiamo trovato questo>> le mostrò una busta di plastica per le prove ritrovate sul luogo del delitto che conteneva un post-it bianco con una rosa rossa in un angolo.
Vedendo la grafia Emilia sbiancò senza che l’agente se ne rendesse conto << faremo analizzare il biglietto…>>
<< Non ce n’è bisogno>> replicò sconvolta a mezza voce << Questa è la grafia di…Mistica>>
<< Sì, è proprio un mistero. Abbiamo cercato tra i conoscenti, ma non c’è nessuno che si chiami così. Al momento stanno controllando tra i nomi dei suoi studenti>> l’agente non l’aveva capita.
Emilia sedette sulla sedia e si portò le mani alle tempie massaggiandole.
Come poteva essere finito lì uno dei biglietti di sua figlia?
<< Dove l’avete trovato?>> chiese infine, trovando la voce. Nonostante lo shock cercò di mantenere la calma o sarebbe stata preda di una crisi di nervi.
 << Sulla scrivania di De Dama. Era appiccicato al coperchio di una scatola di cioccolatini>>   
<< Cioccolatini?>>
<< Sì. Probabilmente fatti in casa, il coperchio mostrava un’immagine diversa dal contenuto. Leggi tu stessa>>
La rosa rossa della decorazione sul biglietto pareva una macchia di sangue; Emilia sospirò e si fece coraggio, poi lesse le parole che vi erano scritte.
  
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