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Autore: HikariMoon    02/11/2013    5 recensioni
(Post-Dan il Guerriero Rosso e Pre-Brave) Vittoria contro il Re del Mondo Altrove e 30 agosto 2010, giorno in cui Mai porta Dan nel futuro: due anni separano questi due avvenimenti. Ma che cosa è successo veramente in questo lasso di tempo?
Mai, Yuuki, Hideto e Kenzo, riuniti alla villa di Elisabeth, non possono che constatare quanto le loro vite siano cambiate da allora. La vittoria contro il Re del Mondo Altrove aveva trasformato i Maestri della Luce in eroi lodati da tutti, rincorsi come star da televisioni e giornali. Erano tornati a casa, ma non avevano più la vita di un tempo e mal sopportavano quel successo che li stava cambiando. Ma alcuni avevano interesse a nascondere la verità di quello che era successo, a distogliere l’attenzione da ciò che avveniva nel mondo e il successo dei Maestri della Luce faceva al caso loro…
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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Capitolo 1

… MAGGIO 2011 …

Mai scese davanti alla villa facendo un cenno all’autista, che ricambiò con un piccolo inchino. Hideto e Kenzo scesero guardandosi attorno perplessi. Che cosa erano venuti a fare in quella villa? Mai era stata piuttosto vaga e misteriosa al riguardo. Quando era tornata da loro, sembrava sconvolta dalla sorpresa ma allo stesso tempo euforica e visibilmente emozionata. Non aveva detto loro molto. Solo che stava per venirli a prendere una limosine per accompagnarli da una persona. Poi, era stata sorda a qualsiasi loro richiesta di spiegazioni. In macchina, finalmente, aveva rivelato che andavano dalla persona che aveva incontrato in settembre. Né Kenzo né Hideto erano, però, riusciti a farsi dire altro neppure a quel punto. E ora, eccoli finalmente lì. Era ormai pomeriggio inoltrato. Si voltarono verso il portone d’ingresso, mentre la limosine si allontanava. Videro una ragazza con i capelli castani vestita con un vestito arancione venire loro incontro. Era anche lei visibilmente emozionata. Si avvicinò a Mai come se fossero vecchie amiche.

“Mai, sono così contenta che siate venuti.”

Poi sorridendo, si voltò verso Hideto e Kenzo.

“Benvenuti a tutti, Maestri della Luce.”

Hideto e Kenzo si guardarono perplessi e stupiti di venire accolti lì come Maestri della Luce.

Mai sorrise. “Grazie a te, Elisabeth. Loro sono Hideto Suzuri e Kenzo Hyoudo, il Guerriero Blu e il Guerriero Verde. E lei…” Mai si voltò verso i due ragazzi. “… e lei è Elisabeth. Ho incontrato lei in settembre.”

Elisabeth sembrava un po’ in imbarazzo. “Devo chiedervi scusa. Avrei dovuto chiamarvi prima, ma lui non ha proprio voluto. Non voleva sentire ragioni… non sapete che fatica ho fatto a convincerlo.”

Hideto e Kenzo la guardarono confusi. Ci capivano sempre meno. Chi era lui? E che cosa aveva a che fare con loro? Mai, invece, sembrava capire a chi si riferisse perché sorrise.

“È proprio da lui. Grazie ancora per averci chiamato.”

Elisabeth sorrise. “Di nulla. Seguitemi, vi accompagnò da lui.”

I tre la seguirono. Attraversarono l’atrio e si diressero in un corridoio. Uscirono in una veranda a vetri.  Elisabeth li condusse fuori nel giardino. Proseguirono lungo i vialetti tra le aiuole. Hideto e Kenzo erano sempre più curiosi di sapere perché erano stati trascinati là, Mai sempre più emozionata. Finalmente si fermarono, Elisabeth si voltò verso di loro.

“Vi lascio da soli, penso avrete molte cose da dirvi. Fate pure con calma.”

Detto questo la ragazza si allontanò senza aspettare risposta, come se si rendesse conto di essere, in quell’occasione, di troppo. I tre guardarono davanti a loro. Videro un bungalow di legno con sotto alcune poltroncine di vimini e un tavolino con un servizio da tè. Su una delle sedie c’era seduto qualcuno. Era un ragazzo voltato di schiena. Aveva i capelli azzurro pallido. Hideto e Kenzo spalancarono la bocca. Un attimo dopo il ragazzo si alzò con una leggera fatica, voltandosi verso di loro. Sembrava un po’ incerto su cosa dire ed esitò un attimo prima di parlare.

“Salve, ragazzi… è un po’ di tempo che non ci vediamo…”

Hideto e Kenzo rimasero pietrificati dallo stupore, sgranando gli occhi. “Yuuki?!?”

Per lunghi minuti nessun altro disse nulla. Hideto e Kenzo fissavano Yuuki come se avessero visto un fantasma. Probabilmente credevano di star sognando. Mai, invece, sorrideva perché sapeva che era tutto vero. Vedendo Yuuki in piedi, finalmente guarito, non poteva non pensare a come lo aveva trovato mesi prima. Aveva avuto una speranza su un milione di risvegliarsi e il Guerriero Bianco era riuscito a farla avverare. Mai non sapeva come e perché era successo e non le importava: l’unica cosa che contava era che Yuuki fosse di nuovo insieme a loro. Dan sarebbe stato felice e avrebbe potuto finalmente smettere di sentirsi in colpa per quello che era successo e di cui lui si era sempre ritenuto responsabile. La ragazza sorrise dolcemente.

Yuuki, dal canto sua, guardava i tre Maestri della Luce come se fossero la riapparizione di una vita che non era più sua. O meglio, di una vita che gli era stata strappata per più di un anno. Si rese subito conto dell’assenza di Clarky Ray, il Guerriero Giallo, e soprattutto dell’assenza di Dan. I ricordi di tutto quello che era successo prima di quel giorno, e soprattutto tutto le battaglie che lui e Dan avevano affrontato nella speranza di far trionfare la verità, gli tornarono alla mente. Quante cose erano cambiate da allora? Aveva bisogno di quelle risposte. Aveva bisogno di sapere che cosa era successo.

La voce di Kenzo ruppe il silenzio all’improvviso. “Ma tu non eri morto?!?”

Yuuki si rabbuiò e sospirò. “Ci sono andato vicino… ho rischiato di morire, ma mi sono salvato. E sono entrato in coma. Saranno poco più di tre settimane che mi sono risvegliato.”

Kenzo ammutolì, rendendosi conto di essere stato un po’ brusco. Senza contare che, come anche Hideto, era rimasto sconvolto da quelle parole. Fu Mai a prendere l’iniziativa.

“Che ne dite se ci sediamo? Così stiamo anche più comodi e Yuuki non si stanca.”

Hideto e Kenzo annuirono, camminando come automi verso i divanetti posti accanto al tavolino. Avevano bisogno di una tazze di tè e anche bella forte. Mai li guardava comprensiva: dopotutto lei il suo bel shock lo aveva avuto mesi prima. Dopotutto, non stavano neanche reagendo troppo male. I quattro si sedettero attorno al tavolino: era arrivato finalmente il momento delle spiegazioni.

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Hideto e soprattutto Kenzo continuavano a bere una tazze di tè dopo l’altra. Non si erano ancora ripresi completamente dallo shock del ritorno di Yuuki. I due pendevano dalle labbra di Yuuki e Mai che stavano raccontando quello che era successo. Yuuki avevano loro raccontato quello che lui e Dan avevano fatto fino al giorno in cui tutti avevano creduto che era morto. Poi, Mai e Yuuki avevano raccontato quello che Elisabeth aveva rivelato loro: come aveva trovato Yuuki, la decisione di farlo curare e di tenerlo nascosto dentro casa sua. Mai aveva finalmente raccontato come era venuta a sapere tutto quanto e Yuuki aveva raccontato quello che era successo nelle tre ultime settimane. Nel racconto, però, aveva volutamente tralasciato il sogno di Kajitsu: non lo sapeva neppure lui il perché, ma non se l’era sentito ti parlarne agli altri.

Finito di raccontare, i due lasciarono tempo a Hideto e Kenzo di metabolizzare il tutto. Pian piano stavano tornando a posto alcuni pezzi dell’assurdo puzzle che si era creato con le loro vite, a causa degli avvenimenti successivi alla loro vittoria. Quell’insensato puzzle che era riuscito a dividerli, disperdendoli senza una meta e senza più la forza di cercarla. Ora, però, toccava a Mai, Hideto e Kenzo raccontare a Yuuki che cosa era successo dopo il giorno in cui lui era stata creduto morto.

I tre raccontarono al Guerriero Bianco come erano stati chiamati nel futuro, dove li aveva attesi una nuova missione: aiutare l’umanità contro i Mazoku, le Creature Oscure, che avevano preso il dominio della Terra. E, così, spiegarono anche come Clarky avesse deciso di rimanere nel futuro insieme ad Angers, per aiutare la ricostruzione di una nuova civiltà in cui esseri umani e Mazoku potessero convivere. Descrissero tutto quello che avevano fatto e l’importanza che i duelli di Dan avevano avuto.

Volutamente i tre non entrarono troppo nei dettagli per quanto riguardava Zolder e Flora: tacitamente si erano trovati d’accordo sul fatto che non era proprio il caso di “traumatizzare” Yuuki. E, nonostante non lo avessero deciso e neppure consciamente pensato, i tre stavano trascurando un altro argomento: Dan. Nessuno dei tre aveva neppure accennato a come avessero effettivamente vinto e neanche che cosa fosse effettivamente successo a Dan. Continuavano a parlare di quanto forte era diventato nei duelli, come avesse permesso di riuscire ad avere la collaborazione della Regina Gilfam e di come avesse sconfitto Duc e Izarz. Non lo sapevano neanche loro il perché, ma forse un motivo c’era: sapevano che una profonda amicizia aveva legato il Guerriero Rosso e il Guerriero Bianco. Erano stati nemici, ma poi con tutte le battaglie che avevano affrontato insieme era diventati amici e alleati. Non a caso la loro determinazione era stata l’unica, fino a quel giorno di più di una anno prima, a non essere stata piegata.

Mai sapeva che, anche se non lo avrebbe fatto vedere, Yuuki ne avrebbe sofferto. Aveva perso la sorella, come poteva dirgli di aver perso anche un amico? Voleva evitarlo e il più a lungo possibile: Yuuki aveva sofferto abbastanza.

“Avresti dovuto vedere come è riuscito a sconfiggere Izarz… è stato un duello spettacolare.”

Hideto annuì. “È riuscito anche ad avere il suo appoggio per quando abbiamo attivato il potere delle Carte dello Zodiaco.”

Kenzo sorrise teso, chiedendosi per quanto tempo sarebbero riusciti a nascondere a Yuuki quello che era successo a Dan.

“La maggior parte di quelli che ci hanno aiutato a salvare la Terra era lì perché era stato Dan che era riuscito a convincerli.”

Mai sorrise dolcemente giocherellando con una ciocca di capelli.

“Ha sempre creduto alla possibilità di una convivenza tra umani e Mazoku... grazie a Gran RoRo, ne sono certa.”

Yuuki se ne era accorto: vedeva i loro sguardi sfuggenti e velati di tristezza e si rendeva conto dei loro strenui tentativi di dribblare qualcosa che non gli volevano dire. Gli avevano parlato di ogni cosa e avrebbe potuto sicuramente continuare per ore: gli avevano detto chi avevano incontrato e affrontato, quello che avevano fatto, perché Clarky aveva deciso di rimanere nel futuro e perché loro erano tornati. Ma una cosa continuavano a schivare: perché Dan non era lì. E le loro espressioni non erano certo servite ad impedirgli di insospettirsi: a Dan era successo qualcosa. Mai continuava a parlare, sperando che il momento non arrivasse. La voce di Yuuki la fece ammutolire e anche Hideto e Kenzo non riuscirono a trovare la forza di parlare.

“Cos’è successo a Dan?”

Yuuki aveva parlato tranquillamente. Non sembrava scosso e neanche in ansia. Quando Mai incrociò il suo sguardo, ebbe quasi l’impressione che Yuuki stesse aspettando una conferma a qualcosa che già aveva capito. Anche Hideto e Kenzo ebbero la stessa impressione. Tutti e tre, però, capirono che la colpa era un po’ loro: non era stati sicuramente abili a mascherare il loro turbamento.

“Allora?”

Mai incrociò gli occhi di Yuuki e abbassò subito lo sguardo. Sapeva che Hideto e Kenzo si aspettavano che fosse lei a dirlo. Forse era compito suo o forse no, ma non sarebbe stato facile come era stato mesi prima. Ma non c’era più alcuna alternativa. La voce di Mai ruppe il silenzio, poco più alta di un sussurro, e la ragazza non alzò lo sguardo.

“Credevamo che, per attivare il potere delle Carte dello Zodiaco, sarebbe stato sufficiente premere un pulsante alla conclusione del duello… ma ci sbagliavamo. Era necessaria la forza vitale di qualcuno, di uno dei due duellanti…”

Mai non proseguì: era fin troppo evidente come si concludesse quella frase. Anche Hideto e Kenzo abbassarono lo sguardo: mancava anche a loro Dan. E sarebbe mancato sempre, ad ognuno di loro. Per lunghi istanti, i tre attesero una qualunque reazione di Yuuki. Non che si aspettassero urla, pianti o volti sconvolti… Yuuki era pur sempre Yuuki. Dopo un attimo di esitazione, Mai alzò lo sguardo. Yuuki li fissava immobile.

Aveva immaginato che fosse quella la verità. Aveva combattuto troppe battaglie con Dan, per non conoscerlo. E Dan glielo aveva detto fin da subito, quando ancora erano nemici: lui combatteva per gli altri anche a costo di sacrificarsi, senza un motivo che potesse essere spiegato a parole. Grazie a lui aveva riscoperto che cosa era l’amicizia. Ma non aveva più lacrime e, probabilmente, neanche Dan avrebbe voluto che i suoi amici piangessero per lui. Dopotutto, indifferentemente da come era finita, Dan aveva ritrovato uno scopo e lo aveva realizzato. Non poteva che rispettarlo per quello. E, poi, le perdite erano una costante del suo destino. Un sorriso amaro e rassegnato inarcò le labbra del ragazzo.

“È proprio da lui.”

Mai avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non avrebbe saputo cosa. Hideto e Kenzo erano nella sua stessa situazione. Il contegno, la dignità con cui Yuuki reagiva al dolore li lasciava confusi. La voce di Yuuki li riscosse dai loro pensieri.

“Nessuno di noi avrebbe mai immaginato, che sarebbe finita così…”

Mai, Hideto e Kenzo non capirono subito a che cosa si riferisse. Yuuki sorrise e prese dalla tasca una foto piegata. La posò sul tavolino e la aprì. I tre la guardarono e capirono immediatamente. Mai sorrise dolcemente giocherellando con una ciocca di capelli. Yuuki riprese a parlare.

“Elisabeth ha detto che gliel’hai spedita tu…”

Mai annuì. “Temevo che la tua fosse andata persa… per questo ne ho fatto un’altra copia e lo spedita ad Elisabeth, per quando ti saresti risvegliato.”

Il silenzio calò di nuovo tra i quattro ragazzi. I loro occhi fissavano la foto e, grazie ad essa, rividero passare davanti a loro quegli istanti. Gli istanti in cui erano stati semplicemente i sei Maestri della Luce, i ragazzi che avevano salvato la Terra e Gran RoRo. Gli istanti che l’ombra del futuro che gli attendeva non aveva ancora oscurato. Non c’erano ancora le accuse, non ancora le derisioni, nessuno che cercasse di fiaccarli o di eliminarli. Lì, in quello scatto, c’erano stati solo loro, forse neanche i Maestri della Luce. Lì, sorridenti nella foto, c’erano solo sei ragazzi legati da un’amicizia che niente aveva potuto spezzare: Dan, Mai, Yuuki, Clarky, Hideto e Kenzo. Sei ragazzi ignari di quello che il futuro aveva previsto per loro…

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… 2008 …

Dan aprì gli occhi e si rese conto di non essere più sulla cima del monte Everest, ma su un prato in cima ad una scogliera a picco sul mare. Subito dopo si voltò e vide, a pochi passi da lui, tutti i suoi amici e Maestri della Luce. Il ragazzo sorrise. La loro battaglia era finalmente finita.

“Ci siamo tutti.”

Anche gli altri sorrisero e si voltarono verso l’alto. Oltre il bordo della scogliera, luminosa contro il cielo azzurro, Magisa li guardava sorridendo. Era sempre lei, ma aveva assunto un nuovo aspetto. I lunghi capelli rosi erano sciolti e trattenuti solo da un nastro bianco. Un lungo abito dello stesso colore con decorazioni dorate aveva preso il posto dei suoi abiti da Maga. Magisa era completamente avvolta da un alone di luce bianca che la rendeva eterea e diafana. Clarky la guardò sorridendo.

“È così luminosa…”

Anche Mai sorrise dolcemente. “È così bella…”

Mentre gli altri continuavano a guardare verso Magisa e verso il Nucleo Progenitore che brillava alto nel cielo dietro di lei, Kenzo si voltò sorridendo verso Dan.

“Adesso stai bene, non è vero?”

Dan, imitato da Zungurii che era vicino a lui, si voltò verso il ragazzino.

“Sì, sto bene. È stata Magisa a salvarmi.”

Poco lontano da loro, Yuuki e Kazan erano vicini all’elicottero che avevano usato durante il duello tra Dan e il Re del Mondo Altrove. Erano uno di fronte all’altro, consapevoli che le loro strade si sarebbero divise. Il primo dei tanti addii che aspettavano i Maestri della Luce. Yuuki lo guardò sorridendo.

“Ti sono grato per il tuo aiuto.”

Kazan si inchinò. Ormai non era più al suo servizio e non lo sarebbe più stato, ma si era creato tra loro un profondo legame di rispetto reciproco. Kazan aveva servito Yuuki per lungo tempo, da quando Yuuki era uno tre Dignitari più potenti del Re del Mondo Altrove a quando aveva iniziato a combattere al fianco dei Maestri della Luce. Aveva sempre eseguito i suoi comandi perché aveva percepito, fin dal giorno in cui si erano conosciuti, che in lui c’era qualcosa di diverso dagli altri sottoposti del Re del Mondo Altrove, un onore che negli altri non aveva visto.

“Lo stesso vale per me.”

Yuuki lo guardò. “Possa il mondo in quale torni, diventare un mondo migliore.”

Kazan si rialzò guardando a sua volta Yuuki. Un’espressione determinata traspariva dai lineamenti del suo volto.

“Avendo conosciuto il Mondo Altrove di Gran RoRo, io, terrestre, darò inizio a un nuovo corso della storia.”

Kazan sorrise. Ora, che erano arrivati alla fine, l’uomo vedeva veramente Yuuki per quello che era veramente: un ragazzo che aveva sempre trovato di fronte a lui un mondo e un destino avverso. Un ragazzo che aveva sempre dovuto lottare e che, lo vedeva in quel momento nei suoi occhi, avrebbe voluto semplicemente vivere in pace con coloro a cui voleva bene. Le parole che gli rivolse in quel momento, furono perciò parole dettate dal cuore: Yuuki sarebbe potuto anche essere suo figlio.

“Esiste ancora la speranza di un futuro migliore. Possa esserlo anche il suo, Lord Yuuki.”

Yuuki lo guardò per un istante e poi sorrise, annuendo. Subito dopo, Kazan e i suoi uomini salirono sull’elicottero. Solo pochi istanti passarono, prima che i motori dell’elicottero si attivassero e il mezzo iniziasse ad alzarsi in volo. Le sue eliche colpivano con forza l’aria, provocando un forte vento che scosse gli abiti e i capelli di Yuuki, Dan e Zungurii che rimasero a guardare l’elicottero che saliva di quota, fino a fermarsi a poca distanza da Magisa. La voce della donna ruppe il silenzio creatosi.

“Grazie mille a tutti. Molto presto i varchi che collegano la Terra a Gran RoRo verranno chiusi.”

A quelle parole, Serjou rimase impassibile e un piccolo sorriso si fece largo sulle sua labbra.

“Potrebbe rivelarsi una buona cosa.”

Mai, sentite pronunciare quelle parole da Serjou, si voltò sorpresa verso di lui. Non riusciva a credere che proprio Serjou, dopo tutto quello che avevano passato, potesse dire una cosa simile.

“Ma Serjou…”

Le parole di Mai vennero, però, interrotte da Zungurii. Il piccolo abitante di Gran RoRo, infatti, resosi conto di quello che avrebbe significato chiudere i varchi, corse avanti attirando su di sé l’attenzione di tutti, anche di Mai e Serjou.

“Perché? Io non voglio, Magisa!”

Di fronte a quella reazione, sul volto di Magisa si fece largo un’espressione dolce e comprensiva. I suoi occhi dorati sembravano guardarlo come una madre che guarda il proprio bambino fare i capricci per qualcosa che, sebbene lui non lo sappia, non può andare diversamente.

“Gli umani e gli abitanti del Mondo Altrove devono imparare a conoscersi. Credo che molti umani temano ancora Gran RoRo, in seguito a ciò che è avvenuto in questo periodo. Penso sia giusto concedergli del tempo.”

Zungurii non voleva ascoltarla. Dentro di lui sapeva che era giusto, ma non voleva accettarlo. Corse ancora avanti, guardandola arrabbiato e scuotendo la testa. Non voleva che finisse così.

“No! Io non voglio separarmi da nessuno! No!!”

Magisa sorrise e i suoi occhi brillarono di comprensione e di tristezza. Anche a lei pesava quella decisione, ma sapeva anche che era l’unica possibile. “Su, Zungurii…”

Fu a quel punto che Dan gli venne vicino e si inginocchiò accanto a lui. Sapeva bene che cosa stesse provando Zungurii in quel momento. Ma sapeva anche che era giusto che andasse in quel modo. E poi, era certo, senza sapere neanche lui il perché, che quella non sarebbe stata l’ultima volta che vedeva né Zungurii, né Gran RoRo.

“Noi ci rivedremo.”

Zungurii, ormai in lacrime, esitò un attimo prima di voltarsi speranzoso verso Dan.

“Quando?”

Non fu Dan a rispondere a quella domanda. Clarky li raggiunse e si inginocchiò anche lui accanto a Dan. Il ragazzo sorrideva: si era rassegnato a quella decisione. Forse se lo era sentito da sempre, che sarebbe andata a finire così. Ma in quel viaggio aveva imparato a non perdere la speranza.

“Non lo sappiamo. Ma sono sicuro che se ne saremo convinti, questo avverrà.”

Pochi passi da loro, anche Kenzo sorrise cercando di convincere Zungurii e, forse, anche se stesso.

“Racconteremo a tutti che il Mondo Altrove è un bel posto e che ci sono tante persone meravigliose.”

A quel punto, anche Hideto si fece avanti sorridendo, mentre Kenzo si voltava a guardarlo.

“Anche tu potresti raccontare agli abitanti di Gran RoRo che gli umani sono sorprendentemente simpatici.”

Zungurii non rispose, guardandoli e cercando di trattenere allo stesso tempo le lacrime.

“Zungurii…”

La voce di Magisa attirò di nuovo l’attenzione di tutti. La Maga sorrideva dolcemente.

“Ma quando gli esseri umani e gli abitanti del Mondo Altrove saranno pronti ad incontrarsi, i varchi si apriranno di nuovo.”

Dan sorrise e annuì. “Ed è in quel momento che l’evoluzione comincerà.”

Zungurii non rispose e distolse lo sguardo, ricominciando a singhiozzare. Dan e Clarky si voltarono verso di lui. In quel momento, Zungurii si strofinò un braccio sul viso per impedirsi di piangere ma, alla fine, scoppiò in lacrime e iniziò a correre verso la Limoviole, sordo ai richiami di Dan.

“Zungurii!”

Il piccolo superò Mai e Serjou che lo guardarono scomparire dentro all’astronave. A quel punto Mai, si voltò sorridendo verso il Nucleo Progenitore e verso le terre di Gran RoRo che si stagliavano contro il cielo azzurro.

“Sai, Serjou… stavo pensando di fermarmi nel tuo mondo.”

Serjou rimase sorpreso a quelle parole, ma fu un attimo. Subito dopo sorrise, guardando con affetto la giovane Maestra della Luce.

“Lei appartiene alla razza umana, Lady Viole. Torni sulla Terra, la prego. E la dipinga con il colore intenso del suo nome.”

Mai sorrise e si voltò verso di lui con gli occhi lucidi. Le sarebbe mancato. Sapeva anche lei che non poteva restare a Gran RoRo, ma non riusciva a decidersi di lasciare quel mondo che era diventato quasi una seconda casa. Forse, aveva bisogno di sentirselo dire…

“Sarebbe davvero molto bello…”

Fu in quel momento che la luce che avvolgeva tutto divenne più intensa. Tutti si voltarono verso Magisa, consapevoli di che cosa significasse. La luce del Nucleo Progenitore si diffondeva ovunque, quasi un richiamo verso il mondo che gli era stato strappato.

“E ora, miei cari ragazzi, è giunta l’ora di salutarci.”

Le sue parole vennero, però, interrotte da Zungurii. Il piccolo, attirando l’attenzione di tutti, stava venendo giù dalla Limoviole di corsa. Tra le braccia, sorreggeva un enorme pentolone quasi più grande di lui, dai cui bordi trasbordava il sugo del contenuto.

“Un momento!”

Dan, Clarky, Hideto e Kenzo gli andarono incontro. Zungurii posò il pentolone davanti a loro sorridendo, nonostante gli occhi arrossati dal pianto.

“Ho pensato che Dan potrebbe avere bisogno del mio riso al curry…”

Per un attimo, Dan lo guardò sorpreso. Poi, subito, dopo sorrise e si voltò prendendo dal mazzo una carta. Non avrebbe mai dimenticato Zungurii: era stato un amico insostituibile.

“Questa è da parte mia. Aggiungila al tuo mazzo di carte.”

Zungurii, sorpreso, prese tra le mani la carte che Dan gli porgeva. Dopo averla girata ed essersi reso conto della carte che aveva in mano, il piccolo sorrise felice continuando ad alternare lo sguardo tra la carta e Dan.

“Ma è Siegwurm! Oh, ti ringrazio tanto Dan! La conserverò con cura.”

Dan, sempre sorridendo, si inginocchiò davanti alla pentola, allungando una mano verso Zungurii e sporgendo in fuori il mignolo.

“Amico mio, la prossima volta giocheremo a Battle Spirits. Non è vero?”

Zungurii annuì, sporgendosi anche lui oltre la pentola e stringendo il mignolo di Dan con il suo: sigillo di una promessa che un giorno, lo sapevano, sarebbe stata mantenuta.

“Certo, sicuramente! Ci puoi contare!”

Dan sorrise. “È una promessa?”

Zungurii annuì entusiasta. “Sì!!”

Magisa, vedendoli, non poté che sorridere. Ma era arrivato il momento di andare. La Maga iniziò a voltarsi, osservando fino all’ultimo il gruppo di ragazzi.

“Addio, vi voglio bene… indimenticabili Maestri della Luce.”

Pronunciando quelle parole, Magisa aprì le braccia allontanandosi veloce verso il Nucleo Progenitore. I mondi la seguirono, sollevandosi, attratti dalla forza del Nucleo. Yuuki rimase immobile a vedere Gran RoRo scomparire. Ormai era la Terra il mondo a cui apparteneva. Ma questo non impediva che una parte del suo cuore scomparisse insieme al Mondo Altrove. Niente poteva cancellare il suo passato, la sua vera natura. Però, doveva rassegnarsi a lasciare andare via quel mondo che avrebbe dovuto dare una seconda possibilità a lui e Kajitsu. Non avrebbe più potuto rivedere il Giardino delle Rose, il luogo che più di tutti era legato a lei.

L’elicottero di Kazan e la Limoviole seguirono il movimento dei mondi, avvicinandosi sempre di più al Nucleo Progenitore e al varco che esso aveva creato. Mai fece un paio di passi avanti, gli occhi pieni di lacrime. Cercando di essere forte, la ragazza strinse le mani.

“Serjou, prenditi cura di te!”

Senza che lei potesse saperlo, le sue parole raggiunsero il diretto interessato che si voltò sorridendo. Sul retro della Limoviole, invece, Zungurii aveva deciso di rimanere fino all’ultimo a guardare i suoi amici. In una mano teneva la carta datagli da Dan, mentre l’altra cominciò ad agitarla scoppiando in lacrime.

“Re dell’Impatto Devastante, arrivederci!”

Dan, Hideto, Kenzo e Clarky corsero avanti sorridendo, mentre guardavano i loro amici allontanarsi. Dan non era triste: quello non era un addio.

“Zungurii, Magisa, a presto!”

Magisa sorrise, mentre si allontanava sempre più verso il Nucleo Progenitore. La luce che esso propagava irradiava non solo la Terra, ma anche tutti i sei mondi colorati. La voce dolce della Maga, come quella luce, si propagò in tutti i mondi, raggiungendo i cuori di tutti.

“Quando la Terra soffre, anche il Mondo Altrove soffre. Quando il Mondo Altrove prospera, anche la Terra prospera. La luce del Nucleo Progenitore e la luce del Sole nutrono i nostri rispettivi mondi e, finché risplenderanno, continuerò a credere che arriverà il giorno in cui, sorridendo, aprirò i varchi.”

Yuuki camminò avanti, mentre una luminosa farfalla verde si librò leggera attorno a lui e al suo viso. Il ragazzo sorrise e alzò una mano, quasi volesse toccarla. La farfalla volteggiò accanto a lui. Nell’aria si sentì la voce di Kajitsu, quasi il suo spirito fosse venuto a salutarlo prima di andarsene insieme a Gran RoRo.

“Noi supereremo il tempo e ci rincontreremo sicuramente… ti voglio bene, fratello mio…”

Yuuki seguì con la mano il volo della farfalla, che leggera si allontanava sempre più da lui. In quel momento non aveva rimorsi o rimpianti. Kajitsu sarebbe stata sempre vicino a lui e, lo sapeva, un giorno si sarebbero rincontrati. Avrebbe vissuto con quella certezza e, il giorno in cui l’avrebbe riabbracciata, le avrebbe potuto mostrare un mondo migliore.

Magisa sorrideva, mentre si allontanava verso il Nucleo, dando ormai le spalle ai Maestri della Luce. Poi, fu un attimo. La luce del Nucleo divenne così intensa da nascondere qualsiasi altra cosa. Quando si attenuò fino a sparire, di Gran RoRo, Magisa e degli altri non era rimasta più nessuna traccia. Solo il cielo si stagliava davanti a loro, limpido e sereno sopra il mare. I Maestri della Luce rimasero per lunghi istanti immobili a fissare il luogo in cui il Nucleo era scomparso. Fu Dan che diede voce alle parole che, in ciascuno di loro, risuonavano nel cuore.

“Allora addio, Gran RoRo.”

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Erano rimasti solo loro, ma nessuno dei sei Maestri della Luce si decideva a muoversi. Continuavano a fissare, quasi ipnotizzati, il cielo in cui, fino a pochi minuti prima, brillava il Nucleo Progenitore. Era ancora tutto troppo incredibile, troppo impossibile per sembrare vero: avevano vinto, avevano liberato Gran RoRo ed erano riusciti a proteggere la Terra.

Lentamente questa consapevolezza cominciò a farsi largo nelle loro menti e nei loro cuori. Lentamente cominciavano a rendersi conto che non avrebbero più dovuto lottare. Avevano sofferto, avevano dovuto rinunciare a molte cose, ma avevano vinto, avevano portato a termine la loro missione. Sorrisi sempre più radiosi si aprirono sui loro visi. Anche se avevano dovuto salutare Gran RoRo, anche se avevano dovuto salutare tanti loro amici non aveva importanza. Quella consapevolezza era più forte della tristezza. Dan, Mai, Hideto, Clarky e Kenzo si guardarono sorridendo. Alla fine scoppiarono a ridere. Hideto passò un braccio attorno alle spalle di Kenzo.

“Abbiamo vinto!”

Clarky e Dan si presero a braccetto sorridendosi a vicenda. Mai li raggiunse abbracciandoli alle spalle e infilando il viso tra i loro.

“Siamo una squadra formidabile!”

Clarky annuì voltandosi verso Dan. “È tu durante il duello sei stato incredibile!”

Dan sorrise guardando gli altri. “Grazie… ma il merito è anche vostro. Senza le vostre carte non avrei mai vinto.”

Kenzo sorrise inorgoglito. “È stato un perfetto lavoro di squadra!”

Hideto rideva felice, strattonando Kenzo che ogni tanto non sembrava molto contento.

“Ma ci pensate… ci siamo riusciti! Noi sei, insieme.”

Mai sorrideva, per nulla messa in soggezione dal fatto di essere l’unica ragazza.

“Sì, noi sei Maestri della Luce…”

Improvvisamente la ragazza si voltò lasciando la presa su Dan e Clarky. Anche i due ragazzi si voltarono e, subito dopo, vennero imitati da Hideto e Kenzo. Gli sguardi dei cinque ragazzi incrociarono quello di Yuuki che, fino a quel momento, era rimasto in disparte. Clarky scoppiò a ridere.

“Yuuki… ma si può sapere perché devi sempre fare l’asociale?”

Gli altri Maestri della Luce scoppiarono a ridere. Yuuki sorrise titubante, senza saper bene cosa fare. Era veramente strano vedere quell’espressione leggermente confusa sul volto del Guerriero Bianco. Ma lui non era abituato e, semplicemente, non sapeva come comportarsi. A quel punto, vista l’incertezza di Yuuki, fu Dan a sbloccare la situazione.

“Abbraccio di gruppo!”

Yuuki, a quelle parole, sgranò gli occhi. Per un attimo cercò di protestare, ma le sue proteste servirono a poco. Uno dopo l’altro, infatti, i Maestri della Luce seguirono Dan e impedirono al Guerriero Bianco qualsiasi via di fuga. Alla fine, però, tra le risate e i sorrisi divertiti degli altri anche Yuuki si arrese e rise. Dopo qualche minuto, Mai riuscì a sciogliersi dal groviglio degli altri amici sollevando in aria la sua macchina fotografica.

“Qui urge una foto ricordo!”

Dan, Clarky, Hideto e Kenzo si voltarono verso di lei, smettendo finalmente di stritolare un sempre più contrariato Yuuki. Mentre la ragazza sistemava la macchina fotografica su una roccia e preparava l’autoscatto, i cinque ragazzi si sciolsero dall’abbraccio cercando di sistemarsi nell’obbiettivo della macchina. Mai, guardando nello schermo posteriore della macchina fotografica, muoveva la mano per guidarli.

“Un po’ più a destra… no, aspettate… ma insomma, vi siete spostati troppo: un po’ a sinistra… stop! Fermi così… perfetto!”

La ragazza si rialzò sorridendo soddisfatta e premette il pulsante per attivare l’autoscatto.

“Autoscatto tra venti secondi!”

A quelle parole, Clarky, Hideto e Kenzo si inginocchiarono a terra passandosi le braccia sulle spalle e sorridendo. Mai fece di corsa i metri che la separavano dagli altri e si infilò tra Yuuki e Dan prendendoli a braccetto.

“Sono l’unica ragazza e quindi sto al centro!”

Nessuno controbatté. Mai, Dan e Yuuki, che erano dietro, si abbassarono leggermente in avanti per essere più vicini agli altri tre inginocchiati. Quando sulla macchina fotografica lampeggiò la lucetta che avvertiva dell’imminente scatto, Mai sorrise.

“Dite cheese!”

I ragazzi sorrisero. “Cheese!”

Passarono pochi istanti e partì lo scatto, immortalando l’abbraccio dei sei ragazzi, dei sei Maestri della Luce. In quella foto, però, non era immortalato solo il gruppo che erano diventati dopo l’avventura a Gran RoRo: quella foto immortalava l’amicizia che ormai li legava. Perché di una cosa erano certi: finché sarebbero rimasti uniti, nessuna sfida sarebbe stata impossibile e niente sarebbe andato storto.

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Dan scese dall’autobus guardandosi attorno. Era così incredibile essere di nuovo lì, a casa. Erano passati un paio di mesi da quel giorno, da quel torneo. Dan sorrise ripensando al giorno in cui Kajitsu e Yuuki lo avevano letteralmente trascinato a Gran RoRo. Non li avrebbe mai ringraziati abbastanza: se loro non lo avessero fatto, non avrebbe conosciuto Mai, Clarky, Hideto, Kenzo, Magisa, Zungurii e tutti gli altri.

Ora, però, era di nuovo a casa. Dan attraversò il cancelletto d’entrata e si fermò titubante. Non riusciva a fare un passo, mentre i suoi occhi vagavano sulla casa e sul giardino che gli sembravano quasi sconosciuti, ma allo stesso tempo familiari. Mentre il ragazzo cercava di rendersi conto di cosa era cambiato in tutto quel tempo, improvvisamente la porta della casa si aprì e ne uscì fuori una bambina di neanche quattro anni. I capelli rossi erano spettinati e solo poche ciocche erano riuscite a rimanere saldate da una clip con una stellina. La bambina indossava un vestitino a quadratini rosa e rossi e teneva per un braccio un orsacchiotto marrone che ondeggiava violentemente nella corsa. Un sorriso radioso in cui mancavano un paio di dentini le illuminava il viso.

“Fratellone!”

La vocina acuta della bambina fece sorridere Dan. Sì, era decisamente tornato a casa. Senza esitazione si inginocchiò, tendendole le braccia. La bambina non si fece ripetere l’invito e si fiondò tra le sue braccia. Nella foga, l’orsacchiotto colpì il ragazzo sulla testa, ma Dan cercò di non farci troppo caso. Come cercò di ignorare le braccine della bambina troppo strette attorno al collo che minacciavano seriamente di soffocarlo. Dopo qualche istante, Dan si alzò tenendo per mano la bambina che continuava a guardarlo, sorridendo euforica e saltellando da un piede all’altro. L’orsacchiotto continuava a essere sbattuto avanti e indietro, completamente dimenticato dalla bambina.

“Sono così contenta che sei tornato! Giochi con me, vero? Vero, fratellone?”

Dan sorrideva divertito, osservando il turbine di energia che era la sorellina.

“Certo, Hinata…”

La bambina sorrise, saltellando felice ancora più di prima attorno al fratello. Dan la guardava sorridendo e chiedendosi come potesse non tenergli il muso dopo tutto il tempo che era stato via. Ma, pensandoci, anche lui aveva sempre voluto dare una seconda possibilità a tutti, anche ai nemici. E non si era sbagliato: Yuuki ora uno dei suoi più grandi amici. Improvvisamente, l’attenzione del ragazzo venne attratta da un movimento sulla porta. I suoi occhi marroni si spostarono dalla sorellina e incrociarono quelli di altre due persone: sua madre e suo padre. Dan smise di sorridere e li guardò senza saper cosa dire. Anche Hinata si fermò alternando lo sguardo tra il fratello e i genitori. I due coniugi Bashin uscirono lentamente dalla porta osservando il figlio. La madre aveva capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi uguali a quelli di Dan. Il padre, invece, aveva lo stesso colore dei capelli di Dan e come quelli del figlio erano spettinati. La donna stringeva tra le braccia un altro bambino che si succhiava il pollice e si guardava attorno incuriosito, senza rendersi conto dell’eccezionalità del momento.

La stessa emozione traspariva dagli occhi di tutti e tre. Dopo attimi che sembrarono infiniti, gli occhi della donna si inumidirono e l’uomo allargò le braccia sorridendo. Dan sorrise a sua volta e coprì di corsa la distanza che lo separava dai genitori. Il padre lo abbraccio, stringendo tra le braccia anche la moglie che cercava di abbracciare il figlio senza far cadere il più piccolo. Hinata rimase indietro guardandoli leggermente perplessa. Poi, l’espressione sul suo volto divenne imbronciata e raggiunse di corsa il resto della famiglia agitando l’orsacchiotto quasi come un’arma.

“Ci sono anche io!”

Dan fece spazio per la sorella e poi guardò sorridendo i genitori. “Mi siete mancati…”

La madre di Dan aveva gli occhi lucidi e sembrava quasi non credere di avere di nuovo davanti a lei il figlio. Quando si sciolsero dall’abbraccio, la donna passò il neonato al marito e prese il viso di Dan tra le mani. Sul volto della donna trasparivano la preoccupazione, l’amore, il rimprovero.

“Ma ti rendi conto di quanto ci hai fatto preoccupare? Una mattina esci per andare ad un torneo di carte e poi non torni! Lo sai come siamo stati noi? Temevamo ti fosse successo qualcosa!”

Dan sorrise imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli. “Scusa, mamma… è successo tutto così all’improvviso…”

La donna scoppiò a piangere e lo strinse tra le braccia. “Ci hai fatto stare così in ansia… e poi riappari coinvolto in qualcosa di enorme. Creature mostruose che girano dappertutto, governi in subbuglio, eserciti… Quando ti abbiamo visto in tv…”

La donna non riuscì a continuare e strinse ancora di più Dan, quasi volesse impedirgli di andarsene un’altra volta.

“Scusami, veramente mamma… e anche tu papà. Ma ora è tutto apposto: la Terra e Gran RoRo sono salve!”

Il padre scoppiò a ridere, scompigliando i capelli di Dan con una mano.

“Ma sentitelo, parla il grande eroe… penso ci siano un bel po’ di cose che tu ci devi raccontare.”

Dan annuì sorridendo, mentre la madre si alzava asciugandosi le lacrime.

“Non vedo l’ora di raccontarvi tutto!”

La madre di Dan sorrise. “Non cambierai mai, tesoro mio… chi l’avrebbe mai detto che un giorno la tua passione per quel gioco sarebbe stata così importante.”

Dan sorrise orgoglioso. “Battle Spirits è molto più di un gioco!”

Il padre sorrise divertito. “Ma davvero?”

Senza preavviso, l’uomo passò il figlio più piccolo alla moglie e sollevò Dan cominciando a portalo dentro casa.

“Voglio proprio che tu ci racconti tutto di questa Gran RoRo! E pretendo anche un duello, altrimenti mi arrugginisco!”

Dan rideva, cercando di divincolarsi dal padre, mentre la madre e Hinata li avevano preceduti dentro casa.

“Papà, lasciami sono grande ormai!”

L’uomo lo mise giù ridendo e gli scompigliò una volta di più i capelli.

“Ma sentitelo… ora che ha salvato il mondo, si crede un adulto ormai!”

Dan rise e il padre gli passò un braccio attorno alle spalle, rientrando in casa insieme a lui. Dan, mentre chiudeva la porta, non riusciva a non pensare a Gran RoRo e alla promessa di Magisa. Un giorno i portali di Gran RoRo si sarebbero riaperti: era per questo che sia lui che i suoi amici dovevano impegnarsi al massimo per far sapere a tutti la verità. Gran RoRo era un posto meraviglioso e, quando tutti lo avrebbero saputo, il loro sogno, il sogno di loro sei Maestri della Luce, si sarebbe avverato. Gli sarebbero mancati i duelli e le avventure incredibili vissute in quel mondo, ma aveva ancora i suoi amici e la sua famiglia: una nuova avventura aveva inizio.

Salve a tutti! ^-^ Inizia un nuovo episodio! Scusate se vi ho fatto un po’ attendere, ma volevo scriverlo al meglio. Mmmh… ma ci siete ancora o siete troppi sconvolti per quello che avete letto per leggere queste note? XD Ok, però io vi avevo avvisato di prepararvi a conoscere particolari sui Maestri della Luce che non sapevate… ^-^ E comunque sono stata buona e ho iniziato piano: immaginate se c’erano anche tutti gli altri oltre che Dan. XD A questo proposito che ne dite della famiglia Bashin? Ovviamente dite la vostra anche sul nome della sorellina, ma se non vi piace dovete proporne un altro! Ok, scherzo… ;)
Oggi vado come i gamberi… prima di conoscere la famiglia di Dan, abbiamo rivisto la fine di Dan il Guerriero Rosso. Ovviamente le frasi sono quelle del doppiaggio italiano. Ma non mi andava finisse così… e c’ho messo il mio zampino. Vi è piaciuta la scena della foto? ^-^ Avrete notato che è appunto la foto in questione nella parte precedente che si ricollega giusto giusto alla scena del Episodio 0 in cui Mai, Hideto e Kenzo rincontravano Yuuki. E abbiamo visto anche come ha reagito Yuuki alla scoperta di quello che è successo a Dan (contento ShawnSpenstar? ^-^).
Che altro dire? Solo preparatevi al prossimo capitolo perché faremo la conoscenza delle famiglie degli altri Maestri della Luce… uomo avvisato, mezzo salvato (o donna ovviamente). Con questo vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana (come anticipato aggiornerò una volta alla settimana, molto probabilmente tra sabato e domenica).

Senza altri indugi, “uno per tutti e tutti per uno” e alla prossima. Hikari/D’Artagnan

P.S. ho fatto domanda di inserire tra i personaggi “Dan Bashin”. Avrei quindi una domanda: se faccio domanda di inserire “Yuuki Momose”, metto che è un personaggio principale o un personaggio secondario? Se teniamo in considerazione Brave, lui è un personaggio secondario… però non so, voi che dite?

  
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