Capitolo 1
…
MAGGIO 2011 …
Mai scese
davanti alla villa facendo
un cenno all’autista, che ricambiò con un piccolo
inchino. Hideto e Kenzo
scesero guardandosi attorno perplessi. Che cosa erano venuti a fare in
quella
villa? Mai era stata piuttosto vaga e misteriosa al riguardo. Quando
era
tornata da loro, sembrava sconvolta dalla sorpresa ma allo stesso tempo
euforica e visibilmente emozionata. Non aveva detto loro molto. Solo
che stava
per venirli a prendere una limosine per accompagnarli da una persona.
Poi, era
stata sorda a qualsiasi loro richiesta di spiegazioni. In macchina,
finalmente,
aveva rivelato che andavano dalla persona che aveva incontrato in
settembre. Né
Kenzo né Hideto erano, però, riusciti a farsi
dire altro neppure a quel punto.
E ora, eccoli finalmente lì. Era ormai pomeriggio inoltrato.
Si voltarono verso
il portone d’ingresso, mentre la limosine si allontanava.
Videro una ragazza
con i capelli castani vestita con un vestito arancione venire loro
incontro.
Era anche lei visibilmente emozionata. Si avvicinò a Mai
come se fossero
vecchie amiche.
“Mai,
sono così contenta che siate
venuti.”
Poi
sorridendo, si voltò verso Hideto
e Kenzo.
“Benvenuti
a tutti, Maestri della
Luce.”
Hideto e Kenzo
si guardarono
perplessi e stupiti di venire accolti lì come Maestri della
Luce.
Mai sorrise.
“Grazie a te, Elisabeth.
Loro sono Hideto Suzuri e Kenzo Hyoudo, il Guerriero Blu e il Guerriero
Verde.
E lei…” Mai si voltò verso i due
ragazzi. “… e lei è Elisabeth. Ho
incontrato
lei in settembre.”
Elisabeth
sembrava un po’ in imbarazzo.
“Devo chiedervi scusa. Avrei dovuto chiamarvi prima, ma lui
non ha proprio
voluto. Non voleva sentire ragioni… non sapete che fatica ho
fatto a
convincerlo.”
Hideto e Kenzo
la guardarono confusi.
Ci capivano sempre meno. Chi era lui? E che cosa aveva a che fare con
loro?
Mai, invece, sembrava capire a chi si riferisse perché
sorrise.
“È
proprio da lui. Grazie ancora per
averci chiamato.”
Elisabeth
sorrise. “Di nulla.
Seguitemi, vi accompagnò da lui.”
I tre la
seguirono. Attraversarono
l’atrio e si diressero in un corridoio. Uscirono in una
veranda a vetri. Elisabeth
li condusse fuori nel giardino.
Proseguirono lungo i vialetti tra le aiuole. Hideto e Kenzo erano
sempre più
curiosi di sapere perché erano stati trascinati
là, Mai sempre più emozionata. Finalmente
si fermarono, Elisabeth si voltò verso di loro.
“Vi
lascio da soli, penso avrete
molte cose da dirvi. Fate pure con calma.”
Detto questo
la ragazza si allontanò
senza aspettare risposta, come se si rendesse conto di essere, in
quell’occasione, di troppo. I tre guardarono davanti a loro.
Videro un bungalow
di legno con sotto alcune poltroncine di vimini e un tavolino con un
servizio
da tè. Su una delle sedie c’era seduto qualcuno.
Era un ragazzo voltato di
schiena. Aveva i capelli azzurro pallido. Hideto e Kenzo spalancarono
la bocca.
Un attimo dopo il ragazzo si alzò con una leggera fatica,
voltandosi verso di
loro. Sembrava un po’ incerto su cosa dire ed
esitò un attimo prima di parlare.
“Salve,
ragazzi… è un po’ di tempo
che non ci vediamo…”
Hideto e Kenzo
rimasero pietrificati
dallo stupore, sgranando gli occhi. “Yuuki?!?”
Per lunghi
minuti nessun altro disse nulla. Hideto e Kenzo fissavano Yuuki come se
avessero visto un fantasma. Probabilmente credevano di star sognando.
Mai,
invece, sorrideva perché sapeva che era tutto vero. Vedendo
Yuuki in piedi,
finalmente guarito, non poteva non pensare a come lo aveva trovato mesi
prima.
Aveva avuto una speranza su un milione di risvegliarsi e il Guerriero
Bianco
era riuscito a farla avverare. Mai non sapeva come e perché
era successo e non
le importava: l’unica cosa che contava era che Yuuki fosse di
nuovo insieme a
loro. Dan sarebbe stato felice e avrebbe potuto finalmente smettere di
sentirsi
in colpa per quello che era successo e di cui lui si era sempre
ritenuto
responsabile. La ragazza sorrise dolcemente.
Yuuki, dal
canto sua, guardava i tre Maestri della Luce come se fossero la
riapparizione
di una vita che non era più sua. O meglio, di una vita che
gli era stata
strappata per più di un anno. Si rese subito conto
dell’assenza di Clarky Ray,
il Guerriero Giallo, e soprattutto dell’assenza di Dan. I
ricordi di tutto
quello che era successo prima di quel giorno, e soprattutto tutto le
battaglie
che lui e Dan avevano affrontato nella speranza di far trionfare la
verità, gli
tornarono alla mente. Quante cose erano cambiate da allora? Aveva
bisogno di
quelle risposte. Aveva bisogno di sapere che cosa era successo.
La voce di
Kenzo ruppe il silenzio all’improvviso. “Ma tu non
eri morto?!?”
Yuuki si
rabbuiò e sospirò. “Ci sono andato
vicino… ho rischiato di morire, ma mi sono
salvato. E sono entrato in coma. Saranno poco più di tre
settimane che mi sono
risvegliato.”
Kenzo
ammutolì,
rendendosi conto di essere stato un po’ brusco. Senza contare
che, come anche
Hideto, era rimasto sconvolto da quelle parole. Fu Mai a prendere
l’iniziativa.
“Che
ne dite se
ci sediamo? Così stiamo anche più comodi e Yuuki
non si stanca.”
Hideto e Kenzo
annuirono, camminando come automi verso i divanetti posti accanto al
tavolino.
Avevano bisogno di una tazze di tè e anche bella forte. Mai
li guardava
comprensiva: dopotutto lei il suo bel shock lo aveva avuto mesi prima.
Dopotutto, non stavano neanche reagendo troppo male. I quattro si
sedettero
attorno al tavolino: era arrivato finalmente il momento delle
spiegazioni.
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Hideto e
soprattutto Kenzo continuavano a bere una tazze di tè dopo
l’altra. Non si
erano ancora ripresi completamente dallo shock del ritorno di Yuuki. I
due
pendevano dalle labbra di Yuuki e Mai che stavano raccontando quello
che era
successo. Yuuki avevano loro raccontato quello che lui e Dan avevano
fatto fino
al giorno in cui tutti avevano creduto che era morto. Poi, Mai e Yuuki
avevano
raccontato quello che Elisabeth aveva rivelato loro: come aveva trovato
Yuuki,
la decisione di farlo curare e di tenerlo nascosto dentro casa sua. Mai
aveva
finalmente raccontato come era venuta a sapere tutto quanto e Yuuki
aveva
raccontato quello che era successo nelle tre ultime settimane. Nel
racconto,
però, aveva volutamente tralasciato il sogno di Kajitsu: non
lo sapeva neppure
lui il perché, ma non se l’era sentito ti parlarne
agli altri.
Finito di
raccontare, i due lasciarono tempo a Hideto e Kenzo di metabolizzare il
tutto. Pian
piano stavano tornando a posto alcuni pezzi dell’assurdo
puzzle che si era
creato con le loro vite, a causa degli avvenimenti successivi alla loro
vittoria. Quell’insensato puzzle che era riuscito a
dividerli, disperdendoli
senza una meta e senza più la forza di cercarla. Ora,
però, toccava a Mai,
Hideto e Kenzo raccontare a Yuuki che cosa era successo dopo il giorno
in cui
lui era stata creduto morto.
I tre
raccontarono al Guerriero Bianco come erano stati chiamati nel futuro,
dove li aveva
attesi una nuova missione: aiutare l’umanità
contro i Mazoku, le Creature
Oscure, che avevano preso il dominio della Terra. E, così,
spiegarono anche
come Clarky avesse deciso di rimanere nel futuro insieme ad Angers, per
aiutare
la ricostruzione di una nuova civiltà in cui esseri umani e
Mazoku potessero
convivere. Descrissero tutto quello che avevano fatto e
l’importanza che i
duelli di Dan avevano avuto.
Volutamente i
tre non entrarono troppo nei dettagli per quanto riguardava Zolder e
Flora: tacitamente
si erano trovati d’accordo sul fatto che non era proprio il
caso di
“traumatizzare” Yuuki. E, nonostante non lo
avessero deciso e neppure
consciamente pensato, i tre stavano trascurando un altro argomento:
Dan.
Nessuno dei tre aveva neppure accennato a come avessero effettivamente
vinto e
neanche che cosa fosse effettivamente successo a Dan. Continuavano a
parlare di
quanto forte era diventato nei duelli, come avesse permesso di riuscire
ad
avere la collaborazione della Regina Gilfam e di come avesse sconfitto
Duc e
Izarz. Non lo sapevano neanche loro il perché, ma forse un
motivo c’era:
sapevano che una profonda amicizia aveva legato il Guerriero Rosso e il
Guerriero Bianco. Erano stati nemici, ma poi con tutte le battaglie che
avevano
affrontato insieme era diventati amici e alleati. Non a caso la loro
determinazione era stata l’unica, fino a quel giorno di
più di una anno prima,
a non essere stata piegata.
Mai sapeva
che,
anche se non lo avrebbe fatto vedere, Yuuki ne avrebbe sofferto. Aveva
perso la
sorella, come poteva dirgli di aver perso anche un amico? Voleva
evitarlo e il
più a lungo possibile: Yuuki aveva sofferto abbastanza.
“Avresti
dovuto
vedere come è riuscito a sconfiggere Izarz…
è stato un duello spettacolare.”
Hideto
annuì.
“È riuscito anche ad avere il suo appoggio per
quando abbiamo attivato il
potere delle Carte dello Zodiaco.”
Kenzo sorrise
teso, chiedendosi per quanto tempo sarebbero riusciti a nascondere a
Yuuki
quello che era successo a Dan.
“La
maggior
parte di quelli che ci hanno aiutato a salvare la Terra era
lì perché era stato
Dan che era riuscito a convincerli.”
Mai sorrise
dolcemente giocherellando con una ciocca di capelli.
“Ha
sempre
creduto alla possibilità di una convivenza tra umani e
Mazoku... grazie a Gran
RoRo, ne sono certa.”
Yuuki se ne
era
accorto: vedeva i loro sguardi sfuggenti e velati di tristezza e si
rendeva
conto dei loro strenui tentativi di dribblare qualcosa che non gli
volevano
dire. Gli avevano parlato di ogni cosa e avrebbe potuto sicuramente
continuare
per ore: gli avevano detto chi avevano incontrato e affrontato, quello
che
avevano fatto, perché Clarky aveva deciso di rimanere nel
futuro e perché loro
erano tornati. Ma una cosa continuavano a schivare: perché
Dan non era lì. E le
loro espressioni non erano certo servite ad impedirgli di
insospettirsi: a Dan
era successo qualcosa. Mai continuava a parlare, sperando che il
momento non
arrivasse. La voce di Yuuki la fece ammutolire e anche Hideto e Kenzo
non
riuscirono a trovare la forza di parlare.
“Cos’è
successo
a Dan?”
Yuuki aveva
parlato tranquillamente. Non sembrava scosso e neanche in ansia. Quando
Mai
incrociò il suo sguardo, ebbe quasi l’impressione
che Yuuki stesse aspettando
una conferma a qualcosa che già aveva capito. Anche Hideto e
Kenzo ebbero la
stessa impressione. Tutti e tre, però, capirono che la colpa
era un po’ loro: non
era stati sicuramente abili a mascherare il loro turbamento.
“Allora?”
Mai
incrociò
gli occhi di Yuuki e abbassò subito lo sguardo. Sapeva che
Hideto e Kenzo si
aspettavano che fosse lei a dirlo. Forse era compito suo o forse no, ma
non sarebbe
stato facile come era stato mesi prima. Ma non c’era
più alcuna alternativa. La
voce di Mai ruppe il silenzio, poco più alta di un sussurro,
e la ragazza non
alzò lo sguardo.
“Credevamo
che,
per attivare il potere delle Carte dello Zodiaco, sarebbe stato
sufficiente premere
un pulsante alla conclusione del duello… ma ci sbagliavamo.
Era necessaria la
forza vitale di qualcuno, di uno dei due
duellanti…”
Mai non
proseguì:
era fin troppo evidente come si concludesse quella frase. Anche Hideto
e Kenzo
abbassarono lo sguardo: mancava anche a loro Dan. E sarebbe mancato
sempre, ad
ognuno di loro. Per lunghi istanti, i tre attesero una qualunque
reazione di
Yuuki. Non che si aspettassero urla, pianti o volti
sconvolti… Yuuki era pur
sempre Yuuki. Dopo un attimo di esitazione, Mai alzò lo
sguardo. Yuuki li
fissava immobile.
Aveva
immaginato che fosse quella la verità. Aveva combattuto
troppe battaglie con
Dan, per non conoscerlo. E Dan glielo aveva detto fin da subito, quando
ancora
erano nemici: lui combatteva per gli altri anche a costo di
sacrificarsi, senza
un motivo che potesse essere spiegato a parole. Grazie a lui aveva
riscoperto
che cosa era l’amicizia. Ma non aveva più lacrime
e, probabilmente, neanche Dan
avrebbe voluto che i suoi amici piangessero per lui. Dopotutto,
indifferentemente da come era finita, Dan aveva ritrovato uno scopo e
lo aveva
realizzato. Non poteva che rispettarlo per quello. E, poi, le perdite
erano una
costante del suo destino. Un sorriso amaro e rassegnato
inarcò le labbra del
ragazzo.
“È
proprio da
lui.”
Mai avrebbe
voluto dirgli qualcosa, ma non avrebbe saputo cosa. Hideto e Kenzo
erano nella
sua stessa situazione. Il contegno, la dignità con cui Yuuki
reagiva al dolore
li lasciava confusi. La voce di Yuuki li riscosse dai loro pensieri.
“Nessuno
di noi
avrebbe mai immaginato, che sarebbe finita
così…”
Mai, Hideto e
Kenzo non capirono subito a che cosa si riferisse. Yuuki sorrise e
prese dalla
tasca una foto piegata. La posò sul tavolino e la
aprì. I tre la guardarono e
capirono immediatamente. Mai sorrise dolcemente giocherellando con una
ciocca
di capelli. Yuuki riprese a parlare.
“Elisabeth
ha
detto che gliel’hai spedita tu…”
Mai
annuì.
“Temevo che la tua fosse andata persa… per questo
ne ho fatto un’altra copia e
lo spedita ad Elisabeth, per quando ti saresti risvegliato.”
Il silenzio
calò di nuovo tra i quattro ragazzi. I loro occhi fissavano
la foto e, grazie
ad essa, rividero passare davanti a loro quegli istanti. Gli istanti in
cui
erano stati semplicemente i sei Maestri della Luce, i ragazzi che
avevano
salvato la Terra e Gran RoRo. Gli istanti che l’ombra del
futuro che gli
attendeva non aveva ancora oscurato. Non c’erano ancora le
accuse, non ancora
le derisioni, nessuno che cercasse di fiaccarli o di eliminarli.
Lì, in quello
scatto, c’erano stati solo loro, forse neanche i Maestri
della Luce. Lì,
sorridenti nella foto, c’erano solo sei ragazzi legati da
un’amicizia che
niente aveva potuto spezzare: Dan, Mai, Yuuki, Clarky, Hideto e Kenzo.
Sei
ragazzi ignari di quello che il futuro aveva previsto per
loro…
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…
2008 …
Dan
aprì gli
occhi e si rese conto di non essere più sulla cima del monte
Everest, ma su un
prato in cima ad una scogliera a picco sul mare. Subito dopo si
voltò e vide, a
pochi passi da lui, tutti i suoi amici e Maestri della Luce. Il ragazzo
sorrise. La loro battaglia era finalmente finita.
“Ci
siamo
tutti.”
Anche gli
altri
sorrisero e si voltarono verso l’alto. Oltre il bordo della
scogliera, luminosa
contro il cielo azzurro, Magisa li guardava sorridendo. Era sempre lei,
ma
aveva assunto un nuovo aspetto. I lunghi capelli rosi erano sciolti e
trattenuti solo da un nastro bianco. Un lungo abito dello stesso colore
con
decorazioni dorate aveva preso il posto dei suoi abiti da Maga. Magisa
era
completamente avvolta da un alone di luce bianca che la rendeva eterea
e
diafana. Clarky la guardò sorridendo.
“È
così
luminosa…”
Anche Mai
sorrise dolcemente. “È così
bella…”
Mentre gli
altri continuavano a guardare verso Magisa e verso il Nucleo
Progenitore che
brillava alto nel cielo dietro di lei, Kenzo si voltò
sorridendo verso Dan.
“Adesso
stai
bene, non è vero?”
Dan, imitato
da
Zungurii che era vicino a lui, si voltò verso il ragazzino.
“Sì,
sto bene.
È stata Magisa a salvarmi.”
Poco lontano
da
loro, Yuuki e Kazan erano vicini all’elicottero che avevano
usato durante il
duello tra Dan e il Re del Mondo Altrove. Erano uno di fronte
all’altro,
consapevoli che le loro strade si sarebbero divise. Il primo dei tanti
addii
che aspettavano i Maestri della Luce. Yuuki lo guardò
sorridendo.
“Ti
sono grato
per il tuo aiuto.”
Kazan si
inchinò. Ormai non era più al suo servizio e non
lo sarebbe più stato, ma si
era creato tra loro un profondo legame di rispetto reciproco. Kazan
aveva
servito Yuuki per lungo tempo, da quando Yuuki era uno tre Dignitari
più
potenti del Re del Mondo Altrove a quando aveva iniziato a combattere
al fianco
dei Maestri della Luce. Aveva sempre eseguito i suoi comandi
perché aveva
percepito, fin dal giorno in cui si erano conosciuti, che in lui
c’era qualcosa
di diverso dagli altri sottoposti del Re del Mondo Altrove, un onore
che negli
altri non aveva visto.
“Lo
stesso vale
per me.”
Yuuki lo
guardò. “Possa il mondo in quale torni, diventare
un mondo migliore.”
Kazan si
rialzò
guardando a sua volta Yuuki. Un’espressione determinata
traspariva dai
lineamenti del suo volto.
“Avendo
conosciuto il Mondo Altrove di Gran RoRo, io, terrestre,
darò inizio a un nuovo
corso della storia.”
Kazan sorrise.
Ora, che erano arrivati alla fine, l’uomo vedeva veramente
Yuuki per quello che
era veramente: un ragazzo che aveva sempre trovato di fronte a lui un
mondo e
un destino avverso. Un ragazzo che aveva sempre dovuto lottare e che,
lo vedeva
in quel momento nei suoi occhi, avrebbe voluto semplicemente vivere in
pace con
coloro a cui voleva bene. Le parole che gli rivolse in quel momento,
furono
perciò parole dettate dal cuore: Yuuki sarebbe potuto anche
essere suo figlio.
“Esiste
ancora
la speranza di un futuro migliore. Possa esserlo anche il suo, Lord
Yuuki.”
Yuuki lo
guardò
per un istante e poi sorrise, annuendo. Subito dopo, Kazan e i suoi
uomini
salirono sull’elicottero. Solo pochi istanti passarono, prima
che i motori
dell’elicottero si attivassero e il mezzo iniziasse ad
alzarsi in volo. Le sue
eliche colpivano con forza l’aria, provocando un forte vento
che scosse gli
abiti e i capelli di Yuuki, Dan e Zungurii che rimasero a guardare
l’elicottero
che saliva di quota, fino a fermarsi a poca distanza da Magisa. La voce
della
donna ruppe il silenzio creatosi.
“Grazie
mille a
tutti. Molto presto i varchi che collegano la Terra a Gran RoRo
verranno
chiusi.”
A quelle
parole, Serjou rimase impassibile e un piccolo sorriso si fece largo
sulle sua
labbra.
“Potrebbe
rivelarsi una buona cosa.”
Mai, sentite
pronunciare quelle parole da Serjou, si voltò sorpresa verso
di lui. Non
riusciva a credere che proprio Serjou, dopo tutto quello che avevano
passato,
potesse dire una cosa simile.
“Ma
Serjou…”
Le parole di
Mai vennero, però, interrotte da Zungurii. Il piccolo
abitante di Gran RoRo,
infatti, resosi conto di quello che avrebbe significato chiudere i
varchi,
corse avanti attirando su di sé l’attenzione di
tutti, anche di Mai e Serjou.
“Perché?
Io non
voglio, Magisa!”
Di fronte a
quella reazione, sul volto di Magisa si fece largo
un’espressione dolce e
comprensiva. I suoi occhi dorati sembravano guardarlo come una madre
che guarda
il proprio bambino fare i capricci per qualcosa che, sebbene lui non lo
sappia,
non può andare diversamente.
“Gli
umani e
gli abitanti del Mondo Altrove devono imparare a conoscersi. Credo che
molti
umani temano ancora Gran RoRo, in seguito a ciò che
è avvenuto in questo periodo.
Penso sia giusto concedergli del tempo.”
Zungurii non
voleva ascoltarla. Dentro di lui sapeva che era giusto, ma non voleva
accettarlo. Corse ancora avanti, guardandola arrabbiato e scuotendo la
testa.
Non voleva che finisse così.
“No!
Io non voglio
separarmi da nessuno! No!!”
Magisa sorrise
e i suoi occhi brillarono di comprensione e di tristezza. Anche a lei
pesava
quella decisione, ma sapeva anche che era l’unica possibile.
“Su, Zungurii…”
Fu a quel
punto
che Dan gli venne vicino e si inginocchiò accanto a lui.
Sapeva bene che cosa
stesse provando Zungurii in quel momento. Ma sapeva anche che era
giusto che
andasse in quel modo. E poi, era certo, senza sapere neanche lui il
perché, che
quella non sarebbe stata l’ultima volta che vedeva
né Zungurii, né Gran RoRo.
“Noi
ci
rivedremo.”
Zungurii,
ormai
in lacrime, esitò un attimo prima di voltarsi speranzoso
verso Dan.
“Quando?”
Non fu Dan a
rispondere a quella domanda. Clarky li raggiunse e si
inginocchiò anche lui
accanto a Dan. Il ragazzo sorrideva: si era rassegnato a quella
decisione.
Forse se lo era sentito da sempre, che sarebbe andata a finire
così. Ma in quel
viaggio aveva imparato a non perdere la speranza.
“Non
lo
sappiamo. Ma sono sicuro che se ne saremo convinti, questo
avverrà.”
Pochi passi da
loro, anche Kenzo sorrise cercando di convincere Zungurii e, forse,
anche se
stesso.
“Racconteremo
a
tutti che il Mondo Altrove è un bel posto e che ci sono
tante persone
meravigliose.”
A quel punto,
anche Hideto si fece avanti sorridendo, mentre Kenzo si voltava a
guardarlo.
“Anche
tu
potresti raccontare agli abitanti di Gran RoRo che gli umani sono
sorprendentemente simpatici.”
Zungurii non
rispose, guardandoli e cercando di trattenere allo stesso tempo le
lacrime.
“Zungurii…”
La voce di
Magisa attirò di nuovo l’attenzione di tutti. La
Maga sorrideva dolcemente.
“Ma
quando gli
esseri umani e gli abitanti del Mondo Altrove saranno pronti ad
incontrarsi, i
varchi si apriranno di nuovo.”
Dan sorrise e
annuì. “Ed è in quel momento che
l’evoluzione comincerà.”
Zungurii non
rispose e distolse lo sguardo, ricominciando a singhiozzare. Dan e
Clarky si
voltarono verso di lui. In quel momento, Zungurii si
strofinò un braccio sul
viso per impedirsi di piangere ma, alla fine, scoppiò in
lacrime e iniziò a
correre verso la Limoviole, sordo ai richiami di Dan.
“Zungurii!”
Il piccolo
superò Mai e Serjou che lo guardarono scomparire dentro
all’astronave. A quel
punto Mai, si voltò sorridendo verso il Nucleo Progenitore e
verso le terre di
Gran RoRo che si stagliavano contro il cielo azzurro.
“Sai,
Serjou…
stavo pensando di fermarmi nel tuo mondo.”
Serjou rimase
sorpreso a quelle parole, ma fu un attimo. Subito dopo sorrise,
guardando con
affetto la giovane Maestra della Luce.
“Lei
appartiene
alla razza umana, Lady Viole. Torni sulla Terra, la prego. E la dipinga
con il
colore intenso del suo nome.”
Mai sorrise e
si voltò verso di lui con gli occhi lucidi. Le sarebbe
mancato. Sapeva anche
lei che non poteva restare a Gran RoRo, ma non riusciva a decidersi di
lasciare
quel mondo che era diventato quasi una seconda casa. Forse, aveva
bisogno di
sentirselo dire…
“Sarebbe
davvero molto bello…”
Fu in quel
momento che la luce che avvolgeva tutto divenne più intensa.
Tutti si voltarono
verso Magisa, consapevoli di che cosa significasse. La luce del Nucleo
Progenitore si diffondeva ovunque, quasi un richiamo verso il mondo che
gli era
stato strappato.
“E
ora, miei
cari ragazzi, è giunta l’ora di
salutarci.”
Le sue parole
vennero, però, interrotte da Zungurii. Il piccolo, attirando
l’attenzione di
tutti, stava venendo giù dalla Limoviole di corsa. Tra le
braccia, sorreggeva
un enorme pentolone quasi più grande di lui, dai cui bordi
trasbordava il sugo
del contenuto.
“Un
momento!”
Dan, Clarky,
Hideto e Kenzo gli andarono incontro. Zungurii posò il
pentolone davanti a loro
sorridendo, nonostante gli occhi arrossati dal pianto.
“Ho
pensato che
Dan potrebbe avere bisogno del mio riso al curry…”
Per un attimo,
Dan lo guardò sorpreso. Poi, subito, dopo sorrise e si
voltò prendendo dal
mazzo una carta. Non avrebbe mai dimenticato Zungurii: era stato un
amico
insostituibile.
“Questa
è da
parte mia. Aggiungila al tuo mazzo di carte.”
Zungurii,
sorpreso, prese tra le mani la carte che Dan gli porgeva. Dopo averla
girata ed
essersi reso conto della carte che aveva in mano, il piccolo sorrise
felice
continuando ad alternare lo sguardo tra la carta e Dan.
“Ma
è Siegwurm!
Oh, ti ringrazio tanto Dan! La conserverò con
cura.”
Dan, sempre
sorridendo, si inginocchiò davanti alla pentola, allungando
una mano verso
Zungurii e sporgendo in fuori il mignolo.
“Amico
mio, la
prossima volta giocheremo a Battle Spirits. Non è
vero?”
Zungurii
annuì,
sporgendosi anche lui oltre la pentola e stringendo il mignolo di Dan
con il
suo: sigillo di una promessa che un giorno, lo sapevano, sarebbe stata
mantenuta.
“Certo,
sicuramente! Ci puoi contare!”
Dan sorrise.
“È
una promessa?”
Zungurii
annuì
entusiasta. “Sì!!”
Magisa,
vedendoli, non poté che sorridere. Ma era arrivato il
momento di andare. La
Maga iniziò a voltarsi, osservando fino all’ultimo
il gruppo di ragazzi.
“Addio,
vi
voglio bene… indimenticabili Maestri della Luce.”
Pronunciando
quelle
parole, Magisa aprì le braccia allontanandosi veloce verso
il Nucleo
Progenitore. I mondi la seguirono, sollevandosi, attratti dalla forza
del
Nucleo. Yuuki rimase immobile a vedere Gran RoRo scomparire. Ormai era
la Terra
il mondo a cui apparteneva. Ma questo non impediva che una parte del
suo cuore
scomparisse insieme al Mondo Altrove. Niente poteva cancellare il suo
passato,
la sua vera natura. Però, doveva rassegnarsi a lasciare
andare via quel mondo
che avrebbe dovuto dare una seconda possibilità a lui e
Kajitsu. Non avrebbe
più potuto rivedere il Giardino delle Rose, il luogo che
più di tutti era
legato a lei.
L’elicottero
di
Kazan e la Limoviole seguirono il movimento dei mondi, avvicinandosi
sempre di
più al Nucleo Progenitore e al varco che esso aveva creato.
Mai fece un paio di
passi avanti, gli occhi pieni di lacrime. Cercando di essere forte, la
ragazza
strinse le mani.
“Serjou,
prenditi cura di te!”
Senza che lei
potesse saperlo, le sue parole raggiunsero il diretto interessato che
si voltò sorridendo.
Sul retro della Limoviole, invece, Zungurii aveva deciso di rimanere
fino
all’ultimo a guardare i suoi amici. In una mano teneva la
carta datagli da Dan,
mentre l’altra cominciò ad agitarla scoppiando in
lacrime.
“Re
dell’Impatto Devastante, arrivederci!”
Dan, Hideto,
Kenzo e Clarky corsero avanti sorridendo, mentre guardavano i loro
amici
allontanarsi. Dan non era triste: quello non era un addio.
“Zungurii,
Magisa, a presto!”
Magisa
sorrise,
mentre si allontanava sempre più verso il Nucleo
Progenitore. La luce che esso
propagava irradiava non solo la Terra, ma anche tutti i sei mondi
colorati. La
voce dolce della Maga, come quella luce, si propagò in tutti
i mondi,
raggiungendo i cuori di tutti.
“Quando
la
Terra soffre, anche il Mondo Altrove soffre. Quando il Mondo Altrove
prospera,
anche la Terra prospera. La luce del Nucleo Progenitore e la luce del
Sole
nutrono i nostri rispettivi mondi e, finché risplenderanno,
continuerò a credere
che arriverà il giorno in cui, sorridendo, aprirò
i varchi.”
Yuuki
camminò
avanti, mentre una luminosa farfalla verde si librò leggera
attorno a lui e al
suo viso. Il ragazzo sorrise e alzò una mano, quasi volesse
toccarla. La
farfalla volteggiò accanto a lui. Nell’aria si
sentì la voce di Kajitsu, quasi
il suo spirito fosse venuto a salutarlo prima di andarsene insieme a
Gran RoRo.
“Noi
supereremo
il tempo e ci rincontreremo sicuramente… ti voglio bene,
fratello mio…”
Yuuki
seguì con
la mano il volo della farfalla, che leggera si allontanava sempre
più da lui. In
quel momento non aveva rimorsi o rimpianti. Kajitsu sarebbe stata
sempre vicino
a lui e, lo sapeva, un giorno si sarebbero rincontrati. Avrebbe vissuto
con
quella certezza e, il giorno in cui l’avrebbe riabbracciata,
le avrebbe potuto
mostrare un mondo migliore.
Magisa
sorrideva, mentre si allontanava verso il Nucleo, dando ormai le spalle
ai
Maestri della Luce. Poi, fu un attimo. La luce del Nucleo divenne
così intensa
da nascondere qualsiasi altra cosa. Quando si attenuò fino a
sparire, di Gran
RoRo, Magisa e degli altri non era rimasta più nessuna
traccia. Solo il cielo
si stagliava davanti a loro, limpido e sereno sopra il mare. I Maestri
della
Luce rimasero per lunghi istanti immobili a fissare il luogo in cui il
Nucleo
era scomparso. Fu Dan che diede voce alle parole che, in ciascuno di
loro, risuonavano
nel cuore.
“Allora
addio,
Gran RoRo.”
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Erano rimasti
solo loro, ma nessuno dei sei Maestri della Luce si decideva a
muoversi. Continuavano
a fissare, quasi ipnotizzati, il cielo in cui, fino a pochi minuti
prima,
brillava il Nucleo Progenitore. Era ancora tutto troppo incredibile,
troppo
impossibile per sembrare vero: avevano vinto, avevano liberato Gran
RoRo ed
erano riusciti a proteggere la Terra.
Lentamente
questa consapevolezza cominciò a farsi largo nelle loro
menti e nei loro cuori.
Lentamente cominciavano a rendersi conto che non avrebbero
più dovuto lottare.
Avevano sofferto, avevano dovuto rinunciare a molte cose, ma avevano
vinto,
avevano portato a termine la loro missione. Sorrisi sempre
più radiosi si
aprirono sui loro visi. Anche se avevano dovuto salutare Gran RoRo,
anche se
avevano dovuto salutare tanti loro amici non aveva importanza. Quella
consapevolezza era più forte della tristezza. Dan, Mai,
Hideto, Clarky e Kenzo
si guardarono sorridendo. Alla fine scoppiarono a ridere. Hideto
passò un
braccio attorno alle spalle di Kenzo.
“Abbiamo
vinto!”
Clarky e Dan
si
presero a braccetto sorridendosi a vicenda. Mai li raggiunse
abbracciandoli
alle spalle e infilando il viso tra i loro.
“Siamo
una
squadra formidabile!”
Clarky
annuì
voltandosi verso Dan. “È tu durante il duello sei
stato incredibile!”
Dan sorrise
guardando gli altri. “Grazie… ma il merito
è anche vostro. Senza le vostre
carte non avrei mai vinto.”
Kenzo sorrise
inorgoglito. “È stato un perfetto lavoro di
squadra!”
Hideto rideva
felice, strattonando Kenzo che ogni tanto non sembrava molto contento.
“Ma
ci pensate…
ci siamo riusciti! Noi sei, insieme.”
Mai sorrideva,
per nulla messa in soggezione dal fatto di essere l’unica
ragazza.
“Sì,
noi sei
Maestri della Luce…”
Improvvisamente
la ragazza si voltò lasciando la presa su Dan e Clarky.
Anche i due ragazzi si
voltarono e, subito dopo, vennero imitati da Hideto e Kenzo. Gli
sguardi dei
cinque ragazzi incrociarono quello di Yuuki che, fino a quel momento,
era
rimasto in disparte. Clarky scoppiò a ridere.
“Yuuki…
ma si
può sapere perché devi sempre fare
l’asociale?”
Gli altri
Maestri della Luce scoppiarono a ridere. Yuuki sorrise titubante, senza
saper
bene cosa fare. Era veramente strano vedere quell’espressione
leggermente
confusa sul volto del Guerriero Bianco. Ma lui non era abituato e,
semplicemente,
non sapeva come comportarsi. A quel punto, vista l’incertezza
di Yuuki, fu Dan
a sbloccare la situazione.
“Abbraccio
di
gruppo!”
Yuuki, a
quelle
parole, sgranò gli occhi. Per un attimo cercò di
protestare, ma le sue proteste
servirono a poco. Uno dopo l’altro, infatti, i Maestri della
Luce seguirono Dan
e impedirono al Guerriero Bianco qualsiasi via di fuga. Alla fine,
però, tra le
risate e i sorrisi divertiti degli altri anche Yuuki si arrese e rise.
Dopo
qualche minuto, Mai riuscì a sciogliersi dal groviglio degli
altri amici
sollevando in aria la sua macchina fotografica.
“Qui
urge una
foto ricordo!”
Dan, Clarky,
Hideto e Kenzo si voltarono verso di lei, smettendo finalmente di
stritolare un
sempre più contrariato Yuuki. Mentre la ragazza sistemava la
macchina
fotografica su una roccia e preparava l’autoscatto, i cinque
ragazzi si
sciolsero dall’abbraccio cercando di sistemarsi
nell’obbiettivo della macchina.
Mai, guardando nello schermo posteriore della macchina fotografica,
muoveva la
mano per guidarli.
“Un
po’ più a
destra… no, aspettate… ma insomma, vi siete
spostati troppo: un po’ a sinistra…
stop! Fermi così… perfetto!”
La ragazza si
rialzò sorridendo soddisfatta e premette il pulsante per
attivare l’autoscatto.
“Autoscatto
tra
venti secondi!”
A quelle
parole,
Clarky, Hideto e Kenzo si inginocchiarono a terra passandosi le braccia
sulle
spalle e sorridendo. Mai fece di corsa i metri che la separavano dagli
altri e
si infilò tra Yuuki e Dan prendendoli a braccetto.
“Sono
l’unica
ragazza e quindi sto al centro!”
Nessuno
controbatté. Mai, Dan e Yuuki, che erano dietro, si
abbassarono leggermente in
avanti per essere più vicini agli altri tre inginocchiati.
Quando sulla
macchina fotografica lampeggiò la lucetta che avvertiva
dell’imminente scatto,
Mai sorrise.
“Dite
cheese!”
I ragazzi
sorrisero. “Cheese!”
Passarono
pochi
istanti e partì lo scatto, immortalando
l’abbraccio dei sei ragazzi, dei sei
Maestri della Luce. In quella foto, però, non era
immortalato solo il gruppo
che erano diventati dopo l’avventura a Gran RoRo: quella foto
immortalava
l’amicizia che ormai li legava. Perché di una cosa
erano certi: finché
sarebbero rimasti uniti, nessuna sfida sarebbe stata impossibile e
niente
sarebbe andato storto.
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Dan scese
dall’autobus guardandosi attorno. Era così
incredibile essere di nuovo lì, a
casa. Erano passati un paio di mesi da quel giorno, da quel torneo. Dan
sorrise
ripensando al giorno in cui Kajitsu e Yuuki lo avevano letteralmente
trascinato
a Gran RoRo. Non li avrebbe mai ringraziati abbastanza: se loro non lo
avessero
fatto, non avrebbe conosciuto Mai, Clarky, Hideto, Kenzo, Magisa,
Zungurii e
tutti gli altri.
Ora,
però, era
di nuovo a casa. Dan attraversò il cancelletto
d’entrata e si fermò titubante.
Non riusciva a fare un passo, mentre i suoi occhi vagavano sulla casa e
sul
giardino che gli sembravano quasi sconosciuti, ma allo stesso tempo
familiari. Mentre
il ragazzo cercava di rendersi conto di cosa era cambiato in tutto quel
tempo,
improvvisamente la porta della casa si aprì e ne
uscì fuori una bambina di
neanche quattro anni. I capelli rossi erano spettinati e solo poche
ciocche
erano riuscite a rimanere saldate da una clip con una stellina. La
bambina
indossava un vestitino a quadratini rosa e rossi e teneva per un
braccio un
orsacchiotto marrone che ondeggiava violentemente nella corsa. Un
sorriso
radioso in cui mancavano un paio di dentini le illuminava il viso.
“Fratellone!”
La vocina
acuta
della bambina fece sorridere Dan. Sì, era decisamente
tornato a casa. Senza
esitazione si inginocchiò, tendendole le braccia. La bambina
non si fece
ripetere l’invito e si fiondò tra le sue braccia.
Nella foga, l’orsacchiotto
colpì il ragazzo sulla testa, ma Dan cercò di non
farci troppo caso. Come cercò
di ignorare le braccine della bambina troppo strette attorno al collo
che
minacciavano seriamente di soffocarlo. Dopo qualche istante, Dan si
alzò
tenendo per mano la bambina che continuava a guardarlo, sorridendo
euforica e
saltellando da un piede all’altro. L’orsacchiotto
continuava a essere sbattuto
avanti e indietro, completamente dimenticato dalla bambina.
“Sono
così
contenta che sei tornato! Giochi con me, vero? Vero,
fratellone?”
Dan sorrideva
divertito, osservando il turbine di energia che era la sorellina.
“Certo,
Hinata…”
La bambina
sorrise, saltellando felice ancora più di prima attorno al
fratello. Dan la
guardava sorridendo e chiedendosi come potesse non tenergli il muso
dopo tutto
il tempo che era stato via. Ma, pensandoci, anche lui aveva sempre
voluto dare
una seconda possibilità a tutti, anche ai nemici. E non si
era sbagliato: Yuuki
ora uno dei suoi più grandi amici. Improvvisamente,
l’attenzione del ragazzo
venne attratta da un movimento sulla porta. I suoi occhi marroni si
spostarono
dalla sorellina e incrociarono quelli di altre due persone: sua madre e
suo
padre. Dan smise di sorridere e li guardò senza saper cosa
dire. Anche Hinata
si fermò alternando lo sguardo tra il fratello e i genitori.
I due coniugi
Bashin uscirono lentamente dalla porta osservando il figlio. La madre
aveva
capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi uguali a quelli di
Dan. Il
padre, invece, aveva lo stesso colore dei capelli di Dan e come quelli
del
figlio erano spettinati. La donna stringeva tra le braccia un altro
bambino che
si succhiava il pollice e si guardava attorno incuriosito, senza
rendersi conto
dell’eccezionalità del momento.
La stessa
emozione traspariva dagli occhi di tutti e tre. Dopo attimi che
sembrarono
infiniti, gli occhi della donna si inumidirono e l’uomo
allargò le braccia
sorridendo. Dan sorrise a sua volta e coprì di corsa la
distanza che lo
separava dai genitori. Il padre lo abbraccio, stringendo tra le braccia
anche
la moglie che cercava di abbracciare il figlio senza far cadere il
più piccolo.
Hinata rimase indietro guardandoli leggermente perplessa. Poi,
l’espressione
sul suo volto divenne imbronciata e raggiunse di corsa il resto della
famiglia
agitando l’orsacchiotto quasi come un’arma.
“Ci
sono anche
io!”
Dan fece
spazio
per la sorella e poi guardò sorridendo i genitori.
“Mi siete mancati…”
La madre di
Dan
aveva gli occhi lucidi e sembrava quasi non credere di avere di nuovo
davanti a
lei il figlio. Quando si sciolsero dall’abbraccio, la donna
passò il neonato al
marito e prese il viso di Dan tra le mani. Sul volto della donna
trasparivano
la preoccupazione, l’amore, il rimprovero.
“Ma
ti rendi
conto di quanto ci hai fatto preoccupare? Una mattina esci per andare
ad un torneo
di carte e poi non torni! Lo sai come siamo stati noi? Temevamo ti
fosse
successo qualcosa!”
Dan sorrise
imbarazzato,
passandosi una mano tra i capelli. “Scusa, mamma…
è successo tutto così
all’improvviso…”
La donna
scoppiò a piangere e lo strinse tra le braccia.
“Ci hai fatto stare così in
ansia… e poi riappari coinvolto in qualcosa di enorme.
Creature mostruose che
girano dappertutto, governi in subbuglio, eserciti… Quando
ti abbiamo visto in
tv…”
La donna non
riuscì a continuare e strinse ancora di più Dan,
quasi volesse impedirgli di
andarsene un’altra volta.
“Scusami,
veramente mamma… e anche tu papà. Ma ora
è tutto apposto: la Terra e Gran RoRo
sono salve!”
Il padre
scoppiò a ridere, scompigliando i capelli di Dan con una
mano.
“Ma
sentitelo,
parla il grande eroe… penso ci siano un bel po’ di
cose che tu ci devi
raccontare.”
Dan
annuì
sorridendo, mentre la madre si alzava asciugandosi le lacrime.
“Non
vedo l’ora
di raccontarvi tutto!”
La madre di
Dan
sorrise. “Non cambierai mai, tesoro mio… chi
l’avrebbe mai detto che un giorno
la tua passione per quel gioco sarebbe stata così
importante.”
Dan sorrise
orgoglioso. “Battle Spirits è molto più
di un gioco!”
Il padre
sorrise divertito. “Ma davvero?”
Senza
preavviso, l’uomo passò il figlio più
piccolo alla moglie e sollevò Dan
cominciando a portalo dentro casa.
“Voglio
proprio
che tu ci racconti tutto di questa Gran RoRo! E pretendo anche un
duello,
altrimenti mi arrugginisco!”
Dan rideva,
cercando di divincolarsi dal padre, mentre la madre e Hinata li avevano
preceduti dentro casa.
“Papà,
lasciami
sono grande ormai!”
L’uomo
lo mise
giù ridendo e gli scompigliò una volta di
più i capelli.
“Ma
sentitelo…
ora che ha salvato il mondo, si crede un adulto ormai!”
Dan rise e il
padre gli passò un braccio attorno alle spalle, rientrando
in casa insieme a
lui. Dan, mentre chiudeva la porta, non riusciva a non pensare a Gran
RoRo e
alla promessa di Magisa. Un giorno i portali di Gran RoRo si sarebbero
riaperti: era per questo che sia lui che i suoi amici dovevano
impegnarsi al
massimo per far sapere a tutti la verità. Gran RoRo era un
posto meraviglioso
e, quando tutti lo avrebbero saputo, il loro sogno, il sogno di loro
sei
Maestri della Luce, si sarebbe avverato. Gli sarebbero mancati i duelli
e le
avventure incredibili vissute in quel mondo, ma aveva ancora i suoi
amici e la
sua famiglia: una nuova avventura aveva inizio.
Salve a tutti!
^-^ Inizia un nuovo
episodio! Scusate se vi ho fatto un po’ attendere, ma volevo
scriverlo al
meglio. Mmmh… ma ci siete ancora o siete troppi sconvolti
per quello che avete
letto per leggere queste note? XD Ok, però io vi avevo
avvisato di prepararvi a
conoscere particolari sui Maestri della Luce che non
sapevate… ^-^ E comunque
sono stata buona e ho iniziato piano: immaginate se c’erano
anche tutti gli
altri oltre che Dan. XD A questo proposito che ne dite della famiglia
Bashin? Ovviamente
dite la vostra anche sul nome della sorellina, ma se non vi piace
dovete
proporne un altro! Ok, scherzo… ;)
Oggi vado come i gamberi… prima di conoscere la famiglia di
Dan, abbiamo
rivisto la fine di Dan il Guerriero Rosso. Ovviamente le frasi sono
quelle del
doppiaggio italiano. Ma non mi andava finisse
così… e c’ho messo il mio
zampino. Vi è piaciuta la scena della foto? ^-^ Avrete
notato che è appunto la
foto in questione nella parte precedente che si ricollega giusto giusto
alla
scena del Episodio 0 in cui Mai, Hideto e Kenzo rincontravano Yuuki. E
abbiamo
visto anche come ha reagito Yuuki alla scoperta di quello che
è successo a Dan
(contento ShawnSpenstar? ^-^).
Che altro dire? Solo preparatevi al prossimo capitolo perché
faremo la
conoscenza delle famiglie degli altri Maestri della Luce…
uomo avvisato, mezzo
salvato (o donna ovviamente). Con questo vi saluto e vi do appuntamento
alla
prossima settimana (come anticipato aggiornerò una volta
alla settimana, molto
probabilmente tra sabato e domenica).
Senza altri
indugi, “uno per tutti e
tutti per uno” e alla prossima. Hikari/D’Artagnan
P.S. ho fatto
domanda di inserire tra i
personaggi “Dan Bashin”. Avrei quindi una domanda:
se faccio domanda di
inserire “Yuuki Momose”, metto che è un
personaggio principale o un personaggio
secondario? Se teniamo in considerazione Brave, lui è un
personaggio secondario…
però non so, voi che dite?