Levels

Chihiro se ne stava seduto, davanti ad uno schermo chi illuminava di rimando i suoi occhi color castano dorato. Le sue mani scorrevano veloci sulla tastiera , ticchettando freneticamente, ma senza programmare nulla. Stava testando un giochino, una robetta da niente, nulla di eclatante o eccessivamente complesso. La trama era semplice: bisognava sconfiggere un mostro per passare al livello successivo, diventando via via sempre più forti, fino a conquistare la vittoria. L’aveva creato lui stesso, e lo aveva inserito dentro ad un computer trovato nella libreria. Era rotto e lui non solo l’aveva aggiustato, ma gli aveva dato vita. Era assurdo come quel minuto, sensibile ragazzo riuscisse ad aggiustare e a dare vita a complicati oggetti fatti di chip e fili e non riuscisse a dare una raddrizzata alla sua esistenza.
Continuava a digitare, premendo ritmicamente la barra spaziatrice e combinazioni sconosciute di numeri e lettere, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Era quasi alla fine, gli mancava solo un ultimo livello. Un mostro enorme, orribile e terribilmente forte ringhiava contro il protagonista, un ridicolo ammasso di pixel, mingherlino, senza doti particolari. Eppure era arrivato fino a la. Allora perché, se un disegnino bidimensionale era riuscito a battere enormi creature da incubo, Chihiro non era neanche in grado di rivelarsi per quello che era?
Perché aveva paura.
Aveva paura di ciò che avrebbe detto la gente.
Temeva che se avesse detto che sotto la figura esile, il visetto delicato e la gonna a balze si nascondeva un ragazzo, e non una ragazza come tutti pensavano, sarebbe stato deriso, umiliato, calpestato.
E lui non voleva più essere preso in giro. Troppi anni aveva passato tornando a casa con il suo candido volto pieno di lividi e i libri in mano, caduti dallo zainetto rotto. Lui era sensibile, e al mondo questo non andava bene. Un uomo era forte , coraggioso, le persone lo rispettavano. Ma lui, che era? Era un minuscolo essere con la dote della programmazione, che possedeva un’anima fragile come ragnatele di vetro.
Era quasi arrivato alla fine. Un altro paio di colpi e il mostro sarebbe caduto nell’oblio, lasciando spazio alla vittoria.
Chihiro rifletteva, senza smettere di premere i polpastrelli sui tasti. In fondo , tutti viviamo in un mondo a livelli, e per progredire bisogna migliorarsi, sconfiggendo i propri demoni . Voleva davvero rimanere bloccato sullo stesso livello in cui ormai si rifugiava da anni? Un livello di bugia, un livello in cui era se stesso e allo stesso tempo non lo era? Doveva smetterla di vivere nel mondo ricoperto d'ovatta che si era creato, per evitare di scontrarsi con quel mostro che era la gente. Un mondo di calcoli, algoritmi e frasi dolci. 
Questo non era Chihiro Fujisaki.
Spense il computer d’impulso. Stava per vincere, ma qualcosa gli era scattato dentro. Una scintilla, una piccola brace. Lui voleva aumentare di livello.
Era determinato, avrebbe dovuto faticare parecchio per essere accettato per com’era davvero. Ma se i livelli fossero facili, che gusto ci sarebbe a giocare?
Chihiro imbracciò la borsa con la tuta, prese il libretto elettronico e si diresse verso gli spogliatoi, deciso, pronto a sporcarsi le mani. Perché l’unico modo che aveva per superare quel livello era accettarsi.

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IL KACTUS DI KRZYZ

Ho scoperto circa 5 minuti fa che esisteva una sezione per Dangaronpa. E non sono riuscita a resistere :D 
Ultimamente mi sto appassionando molto a questo videogioco, e sto finendo di vedere l'anime. Chihiro, come personaggio, mi piace molto. Ormai nel mondo non c'è spazio per le persone sensibili, ed è un po' incompreso...
E' la mia prima storia in questo fandom, spero davvero che possa piacere a qualcuno! 
Grazie mille se recensirete! 
Un abbraccio,
_Krzyz