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Autore: miseichan    03/11/2013    9 recensioni
Una voce fin troppo familiare.
Insensatamente familiare.
Impossibilmente familiare.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra tra i capelli

 

 

“Dove sei?”

Miranda sospirò, lanciando un’occhiata tanto veloce quanto inutile fuori dal finestrino: 

“Non lo so, di preciso, ma non dovrebbe mancare molto.” rispose, stringendosi stancamente nelle spalle “Mi aspetti in stazione?”

“Certo! Non dovresti nemmeno chiederlo!”

“Mi dispiace per il ritardo...” cominciò, massaggiandosi gli occhi con due dita, ma Serena non le diede modo di terminare il pensiero:

“Non essere sciocca, non è colpa tua.” ridacchiò l’amica, interrompendola. 

“Lo so, ma mi spiace ugualmente.”

“Ti farai perdonare accompagnandomi alla festa.” buttò lì Serena, il tono indifferente. 

“Quando?” 

“Stasera.”

“Oggi?”

“E’ quello che intendevo con stasera, sì.”

“Proprio oggi?”

“E’ il trentuno, tesoro, te lo ricordi?”

Miranda poggiò la testa contro il vetro, mordicchiandosi il labbro inferiore. 

“E’ Halloween, Miranda!” borbottò duramente Serena, senza darle il tempo di ribattere “Andremo a una festa, punto. Non puoi rifiutare. E’ d’obbligo uscire la sera di Halloween, va bene?”

“Sono stanca, davvero, non potremmo rimandare?”

“Non si può rimandare una festa.”

“Non me la sento, ti giuro, sarei solo d’intralcio.”

Miranda sentì l’amica trattenere il fiato dall’altra parte del telefono, il tono della conversazione che improvvisamente cambiava registro:

“Hai bisogno di divertirti un po’, lo sai?” le chiese dolcemente Serena “Non puoi continuare così, finirai solo per ucciderti. Devi uscire, stare con la gente, tornare a... vivere.”

“Io sto bene. Esco, sto con la gente...”

“Ma non vivi.”

Miranda scosse il capo, cercando invano le parole per smentire l’ultima affermazione dell’altra. 

Bip. 

“Cos’è stato?” chiese Serena, infastidita dall’interruzione. 

“Ho un’altra chiamata. Resti in linea o preferisci che ti richiami dopo?”

“Non puoi ignorarla? Non abbiamo finito il discorso.”

Miranda annuì, pensando che soprattutto per quello non poteva ignorarla. 

“Potrebbe essere il lavoro, lo sai. Devo rispondere.”

“Resto in linea, allora.” mugugnò con disappunto l’altra “Non farmi aspettare troppo.”

Miranda represse un sospiro e premette velocemente la giusta sequenza di tasti: 

“Pronto?”

Sperò si trattasse davvero del lavoro, di un qualche impegno improrogabile. 

Un impegno improrogabile proprio per quella sera, ecco. 

Qualsiasi cosa che la salvasse dal dover andare ad una stupidissima festa di Halloween. 

“Pronto?” ripeté, ottenendo in risposta solo un soffuso ronzio “Ehi, c’è qualcuno?”

“Che colore è il terra di Siena, Mimì?” 

Miranda allontanò lentamente la testa dal finestrino, il cellulare che rischiava di scivolarle dalle dita. Si raddrizzò sul sedile, un brivido insensato che le percorreva la schiena. 

“E’ una specie di marrone, non è vero?” continuò la voce fin troppo familiare “Oddio, spero davvero di sì. Perché è molto meglio dire terra di Siena che marrone, non trovi?”

“Chi parla?” chiese, sopprimendo l’impulso di chiudere direttamente la chiamata. 

“Se non ricordo male esiste anche il terra di Siena bruciata, ma quello è un modo troppo lungo per definire un semplice marrone, temo. Tu che ne pensi, Mimì?”

“Chi parla?” ripeté, la gola secca al punto tale che che ogni respiro sembrava in grado di ferirla.

“Che razza di domanda è, Mimì? Con chi credi di star parlando?”

Miranda scattò in piedi, quella voce fin troppo familiare che le riecheggiava nell’orecchio. 

Una voce fin troppo familiare.

Insensatamente familiare. 

Impossibilmente familiare. 

“Chi sei?” gridò, ignorando il dolore che si stava procurando “Chi cazzo sei?!”

“Calmati, Mimì.” sussurrò accorata la voce “Non c’è bisogno di urlare, dai. Se non ti va di discutere dei vari modi per definire il marrone cambiamo argomento. Nessun problema.”

“Non è divertente.” ringhiò Miranda, attingendo alle ultime forze che le rimanevano “Non è affatto divertente, brutto stronzo. Chi ti ha dato il mio numero?”

“Tu.” ridacchiò tranquilla la voce “Tre anni fa, dopo avermi maldestramente versato una bevanda bollente sul cavallo dei pantaloni.”

Miranda sentì le gambe cederle, la testa che girava. Non era possibile. 

“Che poi cos’era? Caffè o tè?”

“Tè.” mormorò “Tè alla pesca.”

“Mmm... di certo ne è valsa la pena.”

Miranda deglutì a vuoto, crollando sul sedile: chiuse gli occhi, pronunciando l’unico nome possibile in quella situazione impossibile.

“Stefano?”

“Chi altro dovrei essere?” sorrise la voce, impensabilmente familiare. 

“Non puoi essere tu.” balbettò lei, lanciando un’occhiata disperata fuori dal finestrino, nella notte.

“Perché no?”

“Non puoi essere tu.” ribadì, serrando gli occhi e le dita attorno al cellulare.

“Cosa dico sempre, Mimì?” le chiese la voce. 

Quella voce.

“Cosa diciamo sempre, Mimì?”

La voce.

“Mai arrendersi all’impossibile.” mormorò Miranda, una lacrima che le rotolava lungo la guancia.

“Mai arrendersi all’impossibile.” ripeté con lei Stefano. 

“Come... come puoi essere tu?”

“E’ importante?”

Miranda non lo lasciò finire, dando quella che sapeva essere l’unica risposta possibile: 

“No.”

“Come pensavo.” ridacchiò Stefano “Ora, torniamo a parlare del terra di Siena?”

Miranda sorrise, nuove lacrime che seguivano la prima:

“Si può sapere cosa diavolo c’entrano adesso le varie gradazioni del marrone?”

“Sono fondamentali, amore mio.”

“Perché?”

“Lo sai che sono sempre stato un po’ vanitoso, no?”

“Un po’?” rise lei, un briciolo di isteria nella voce “Non perdevi mai occasione di guardarti in uno specchio, brutto idiota!”

“Te lo concedo, sì, ma il brutto non te lo perdono.” la riprese dolcemente Stefano “Non dicevi sempre che ero bellissimo?”

Miranda non rispose, il cervello che faticava a reggere quella conversazione assurda. 

Ero bellissimo.

Doveva usare il passato, adesso?

“Sì, eri bellissimo.” confermò, la voce che le tremava.

“E biondo.” specificò Stefano “Di un magnifico biondo.”

Miranda si limitò ad annuire, cercando con tutta se stessa di allontanare dalla mente la foto di un ragazzo con i capelli biondi sporchi di sangue. 

“Stai annuendo, Mimì?” domandò Stefano.

“Sì.” 

“Ecco. Quindi sei d’accordo.” ridacchiò, un leggero disagio che traspariva dalla voce “Ora, torniamo al punto: non è terribile che quel biondo adesso tenda al terra di Siena?”

“Tende al marrone?”

“Vedi? E’ orribile dire così, suona peggio di quello che è... meglio come ho detto io.”

Miranda inspirò, la stessa foto che tornava prepotente a invaderle la mente. 

La foto di un ragazzo con i capelli biondi sporchi di sangue. 

“Perché i tuoi capelli tendono al marrone?” domandò, incapace di frenare la lingua. Desiderosa solo di distrarsi abbastanza per ignorare quell’immagine, quell’orrenda immagine. 

“Ma perché sono pieni di terra, no, Mimì?”

Miranda tremò, conscia di star combattendo una battaglia già persa. 

Serena. Non c’era Serena sull’altra linea? Forse era il caso di dirle di attaccare. 

“Come... come dici?” balbettò, chiudendo gli occhi. 

Fu un errore. 

Con gli occhi chiusi l’immagine tornò, più forte e vivida che mai. 

La foto di un cadavere con i capelli biondi sporchi di sangue. 

“Dico che ho i capelli pieni di terra, Mimì, ed è una cosa che un vanitoso come me non riesce proprio a sopportare.”

Miranda singhiozzò, chiedendosi a che punto della serata avesse definitivamente perso il senno.

“Lo sai che ho sempre avuto una fissa per i capelli, non mancavi occasione di prendermi in giro.” sorrise la voce di Stefano. 

“Minacciavo anche di rasarti a zero, non te lo dimenticare.” rispose lei, incapace di smettere.

“E’ vero.” rise lui “Alle volte me lo sarei meritato sul serio.”

“Sì.”

“Ora però non so che fare.”

“Perché hai la terra tra i capelli.”

“Non dirlo come se niente fosse, Mimì” la redarguì Stefano “E’ un problema serio.”

La foto di un cadavere con i capelli biondi sporchi di sangue. 

“Più serio del sangue?”

“Oh, ma quello oramai è andato via. Con la terra, invece, non so proprio che fare.”

“E hai pensato bene di chiamare me.”

“Certo.” 

“Io...”

“Tu sapevi sempre cosa fare.” sorrise Stefano “Tu risolvevi ogni cosa.”

“Non posso più farlo.”

“Sì che puoi, basta che mi scrolli via la terra.”

“Stefano...”

“Fuori dal finestrino, Mimì.”

Miranda aprì gli occhi di scatto, guardando per la terza volta lo stesso finestrino. 

Vedendo per la prima volta qualcosa nella notte. 

Fissando una mano bianca.

Cadaverica.

“Puoi risolvere ogni cosa, Mimì.” ripeté Stefano “Scrollarmi via la terra.”

Miranda non rispose, gli occhi fissi su quella mano fin troppo familiare.

Insensatamente familiare.

Impossibilmente familiare.

“Tornerebbero biondi così, Mimì.”

“I tuoi capelli?”

“Sì. Starei molto meglio senza più la terra tra i capelli.” sorrise la voce, carezzandole l’orecchio.

“Pensi solo a quello?”

E per la prima volta, Stefano sospirò.

“Penso solo a te, Mimì.”

Miranda sorrise. 

Dimenticando l’orribile foto che l’aveva tormenta per anni, pensò che doveva esserci un motivo se tutta quella situazione fin troppo, insensatamente e impossibilmente familiare riusciva a scaldarle il cuore in quella gelida notte. 

Doveva esserci un motivo. 

“Penso solo a te, Mimì.”

Miranda chiuse il telefono, gettandolo incurante sul pavimento. 

Spalancò il finestrino e sporse il braccio, aspettando. 

“Vieni con me, Mimì?”

Una mano ghiacciata strinse la sua, attirandola verso l’esterno. 

Miranda non smise di sorridere, intrecciandovi le dita nel solito modo di sempre.

“Non posso certo lasciarti con la terra tra i capelli.”

 

§


 

Cominciamo col dire che la storia partecipa a "Mini-Contest di Halloween" indetto da Jo gio17.
Poi. Non bisognerebbe mai, dico mai, scrivere qualcosa perché qualcuno vi ha pregato di farlo. Perché altrimenti rischia di uscirne un nonsense come questo. 
Un qualcosa che vorrebbe essere horror, ma che probabilmente non lo è. 
Un qualcosa che vorrebbe avere un senso, ma che quasi sicuramente non lo ha. 
Un qualcosa che vorrebbe essere quello che tu volevi, ma che certamente non lo è.

Mi scuso, in definitiva, per qualsiasi cosa possa essere.
Prometto di rileggerla domani, a mente fresca. 
Nel caso, posso sempre cancellarla ;)


 

   
 
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