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Autore: aris_no_nami    03/11/2013    7 recensioni
Avete idea di cosa significhi andare in un collegio maschile che si chiama Darknessy High School? Avete idea di cosa significhi avere gli occhi di tutti addosso, occhi che ti uccidono? Avete idea di cosa significhi lottare ogni giorno per non essere uccisa? Avete idea di cosa significhi essere sola a lottare contro tutto questo?
Io si.
(...)
-Ciò significa che TU dovrai impegnarti il doppio. Per il semplice motivo che sei una femmina. Verrai discriminata, maltrattata, forse anche picchiata a sangue.
Campo di concentramento, in pratica.
-Non è una scuola comune. Qui vice la legge della giungla, del west, del più forte o come la vuoi chiamare.
E lei precisamente che cazzo ci fa la seduto allora?
-Non troverai conforto nei tuoi compagni. Dovrai sopravvivere. Se procurerai problemi verrai sbattuta fuori. Dovrai stare attenta a chi ti farai più nemico, dovrai imparare di chi ti puoi fidare e di chi no. È come una grande prova di forza.
Fanculo.
-In oltre, penso tu sappia, che in questa scuola ci sono ragazzi che hanno oltraggiato la legge. Certi anche in maniera molto grave. È come un riformatorio. Credo tu abbia presente come sia, vero?
Bene. Da male in peggio.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A d’un tratto, dalla porta, vidi entrare un paio di scarpe rosa… ROSA?!
Mi sporsi un po’ in avanti, sentendo tutto il corpo dolorante, e vidi un ragazzo che mi guardava. Aveva i capelli di un biondo sfavillante legati in una piccola coda. Anche lui, come JR, indossava la divisa in maniera “alternativa”, infatti, sotto la giacca aperta, aveva una maglia panterata.
Lo osservai meglio cercando di recuperare dati…
Possibilità di sopravvivenza: 70%
Subito cominciai ad agitarmi, sentendo un certo timore nel vedere quel ragazzo… Lui mi fece un piccolo sorriso avvicinandosi. Quando mi fu davanti mi poggio una mano sulla spalla destra.
Lo osservavo attentamente e non vedevo niente… Non si capiva cosa stesse provando… Proprio come JR…
E poi…
I suoi occhi…
Erano grigio scuro…
-Ti fa tanto male?
Mi chiese a bassa voce.
Scossi la testa. Il ragazzo strinse la spalla con una forza impressionante ed io per poco non caddi dal lettino da tanto male che mi aveva fatto. Lo guardai con uno sguardo pieno di collera al quale ripsose col solito sorriso.
-Stai ferma.
Mi disse poi, poggiandomi le mani su entrambe le spalle.
Io continuavo a guardarlo con un misto di collera ed incertezza…
Cosa voleva fare?
Poco dopo tolse le mani e si sedette accanto a me.
-Che vuoi?
-Devo aspettare che tutto il corpo assorbi l’effetto. Altrimenti potresti morire.
Rispose chiudendo gli occhi e appoggiando la testa al muro, casualmente nero.
-Che?
Chiesi acida.
-Se non vuoi morire asfissiata o per altre morti naturali devo stare qua ad aspettare che tutto il corpo lo assorba.
Rispose nuovamente con la stessa calma.
-Morire per asfissia non mi sembra una morte molto naturale.
Il ragazzo ridacchiò aprendo gli occhi e mettendosi nuovamente davanti a me. mi poggiò di nuovo le mani sulle spalle e, dopo pochi attimi, se ne andò.
-Hei aspetta!
Urlai scendendo dal letto per seguirlo.
Appena poggiai i piedi a terra caddi rovinosamente sul pavimento nero e freddo.
Che cavolo mi aveva fatto quel tipo…
-DANATTO DAMERINO!
Urlai tirando un pugno per terra e lasciandoci un solco.
Mi rialzai aiutandomi col lettino dietro di me e con le pareti. Arrivai alla porta e non vidi nessuno per i corridoi. Neanche un’anima viva.
Strisciando lungo il muro mi incamminai nella direzione dalla quale mi aveva portata JR.
Passavo davanti a diverse porte scure dalle quali non proveniva alcun suono. L’unico rumore che sentivo era quello della mia schifosa maglia nera contro quel altrettanto schifoso muro nero.
Passavo davanti agli armadietti chiusi ermeticamente senza alcuna scritta.
Era deprimente ed oprimmente.
Tutto.
Tutti.
Mi sentivo chiusa in una gabbia.
Quasi come se fossi stata rinchiusa ad Alkatraz.
Mi sentivo persa e con uno strano senso di insicurezza che era stato, ormai da tanto tempo, rinchiuso a chiave in un piccolissimo angolino del mio cuore in frantumi.
Stavo camminando da non so quanto quando sentii un urlo di rabbia… Un urlo che mi ricordava JR.
Corsi come meglio potevo verso la direzione dell’urlo e lo vidi.
Lo stavano trascinando da qualche parte.
Dei tipi con camici bianchi.
Loi stavano trascinando verso una porta bianca.
Lui urlava e si muoveva come una biscia per liberarsi dalle prese di quei tipi.
Entrarono.
Non ci pensai due volte in più.
Li seguii.



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BREVE PUBBLICITà PER FANFICTION MIE: un Voyage vers le Bonheur, sempre su di loro!
Kiss Kiss
Aris*Chan
  
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