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Autore: emotionaustin    03/11/2013    18 recensioni
Prima stagione. :
28 Maggio 1998.
Nasce alle ore 12:00 la piccola Paris Josephina Mahone.
Eccola lì, quella dannata sorella, quella sorella che non volevo, quella sorella che già odiavo prima che nascesse.
Perchè provavo odio nei suoi confronti? perchè ora che era nata lei tutte le attenzioni, che prima avevano su di me, sarebbero state su di lei.
-Austin, amore di mamma.- la voce dolce di mia madre mi chiamò in quella stanza di ospedale. - Vieni a vedere la sorellina.- continuò lei accennando un sorriso.
Mi avvicinai a mia madre e, appoggiando le manine sul letto, mi alzai in punta di piedi per vedere quel piccolo essere tra le braccia di mia madre, feci una faccia schifata per quanto fosse adorabile, io lo ero di più. - Piccolo, vuoi prendere la sorellina in braccio?- mi richiamò di nuovo quella dolce voce. - No.- indietreggiai - Non voglio.- incrociai le braccia al petto e vidi la mamma sospirare per poi sorridere a quell'essere che aveva tra le braccia.
Avevo solo tre anni e lei qualche ora di vita, ma già la odiavo e so che l'avrei odiata per il resto della vita.
_________________________
"Il passato mi fece diventare un criminale" - seconda stagione.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prima di iniziare volevo ringraziere mia madre, perchè le ho parlato della storia e non sapevo come continuare e mi ha ispirata per questo capitolo.lol

spero che vi piaccia e che alla fine lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ve ne pare. un bacione (:


Paris POV

Austin mi sembrava impazzito, correva come non mai su quell'autostrada, era rosso in viso.
Mi tirò uno schiaffo chiedendomi di confessare ma non riuscii a dire nulla, ero più che terrorizzata, non sembrava nemmeno lui. -Co..cosa vuoi farmi?- dissi tra i singhiozzi. Lui mi guardò con un sorriso maledettamente malvagio.
-Immaginalo e dopo moltiplica la tua immaginazione per cento - disse a denti stretti accellerando sempre di più sull'auto.

Sarebbe stato davvero capace di uccidermi?
sentivo uno strano presentimento, non so ma presi il telefono e mandai un messaggio a mamma. Qualsiasi cosa sarebbe successa doveva sapere che le volevo bene, perchè sentivo dentro di me che stava per succedere qualcosa di molto grosso.

A mamma:
Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.
Inviai il messaggio, alzai il viso verso la strada e vidi un camion venirci addosso mentre Austin stava perdendo il controllo dell'auto
-Paris!- urlò prima dello schianto e dopo il buio più totale.

Michele POV

Era una splendida Domenica, non lavoravo e stavo preparando il pranzo per Austin e Paris, entrambi amavano il cibo italiano e per questo avevo preparato delle squisite lasagne. Sentii suonare il telefono, lo presi per vedere chi era e mi ero ritrovata un messaggio della mia piccola

Da Paris: Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.

sorrisi al messaggio ma decisi di non rispondere visto che tra meno di trenta minuti sarei dovuta andarla a prendere da una sua amica visto che aveva dormito lì.
Preparai la tavola con le lasagne e tutto, guardai l'orario, era quasi l'una e tra poco sarebbe arrivato anche Austin che era uscito con Robert, uno dei suoi migliori amici. Uscii di casa e andai verso la mia auto, l'aprii entrando, misi la cintura e partii verso casa di Marie. Arrivata scesi dall'auto e andai a suonare alla porta, venne ad aprirmi Cristal tutta sorridende - Salve signora, Paris ha dimenticato qualcosa?- chiese, rimasi un pò confusa -Ehm no, io ero venuta a prenderla- lei mi sorrise dolcemente, era davvero una bella ragazza, bionda, occhi verdi e con il viso angelico - No signora, è passato Austin a prenderla, non so se lo sapeva.- disse sempre con quel bel sorriso stampato in viso. -Oh scusa, allora torno a casa, forse sono già tornati.- sorrisi a quella splendida ragazza e la salutai tornanto in auto. Nel tragitto, da casa di Marie a casa mia, mi suonò il telefono, era Paris, forse mi stavano aspettando..
-Pronto tesoro.- dissi io, ma dall'altra parte del telefono rispose la voce di un uomo e fuori si sentiva un gran chiasso - Pronto signora, è lei la madre di Paris Josephina Mahone? - disse, accostai l'auto confusa e preoccupata - Si, perchè? - chiesi con un filo di voce, non so perchè ma sentivo che qualcosa non andava, avevo uno strano presentimento, come un vuoto nel petto
 -Sua figlia ha avuto un incidente  stradale, stava anche un ragazzo con lei in auto ma non abbiamo i documenti per riconoscerlo, sappiamo solo che l'auto è un Audi nera.-
i miei occhi divennero lucidi e la voce spezzata, la macchina di Austin, Austin e Paris..
non poteva essere vero, era uno scherzo, non volevo crederci. - Come stanno? Dove si trovano? - dissi tra le lacrime. Sentii un sospiro dall'altro lato del telefono e un 'mi dispiace tanto signora'. Il telefono mi cadde dalle mani e scoppiai in un pianto isterico, scesi dall'auto e iniziai a tirare pugni su di essa per sfogarmi continuando a piangere. Non poteva essere vero, non volevo crederci, non potevo aver perso i miei bambini, il mio sorriso, quei due che mi davano la forza di lottare e andare avanti. La mia piccola e il mio principe, non volevo crederci, non poteva essere vero. Non potevo aver perso anche loro, prima mio marito, poi mia madre e adesso l'unica cosa per cui vivevo. Risalii in macchina e partii verso l'ospedale, dovevo vedere i miei figli, magari era uno scherzo di cattivo gusto. E l'ultimo messaggio di Paris? Dovevo dirle che anche io le volevo bene, non potevo non farlo. Se c'è un Dio lassù che allora mi faccia trovare i miei angeli vivi. Come sarei sopravissuta senza di loro? Senza le coccole di Austin e il suono della risata di Paris?. Come sarei sopravissuta senza i baci della mia piccola e senza le battutine di Austin? Come sarei sopravvisuta senza i miei angeli?

Ci misi poco ad arrivare al pronto soccorso, li trovai Alex, cosa ci faceva li? Appena mi vide mi corse incontro abbracciandomi, piansi tra le sue braccia. -Come l'hai saputo?.- dissi tra le lacrime, lui con gli occhi rossi di uno che aveva appena finito di piangere e stava trattenendo altre lacrime rispose - Ero tra le ultime chiamate di Austin e hanno chiamato me, e lei?- disse con voce spezzata. -Tra le ultime chiamate di Paris.- dissi tra i singhiozzi
Alex mi strinse ancora più forte tra le sue braccia piangendo in silenzio. Dopo un pò arrivò un uomo che dall'abbigliamento capii che era un dottore - Dove sono i corpi dei miei figli?.- dissi con tono disperato, mi sentivo distrutta, fatta in piccoli pezzi.
Il Dottore mi guardò confuso - Signora non sono morti, il ragazzo è fuori pericolo e adesso è nella sua stanza, ha avuto qualche frattura e una botta in testa ma nulla di grave.- a quelle paroli mi sentii sollevata, il mio principe stava bene, ma la mia piccola?
-E mia figlia?.- dissi con timore, quasi impaurita da ciò che avrebbe potuto dirmi, il dottore mi guardò per poi abbassare il viso - la ragazza..-fece un sospiro e mi guardò negli occhi - la ragazza è in coma, è abbastanza grave la sua situazione e stiamo facendo del nostro meglio.- rimasi spiazzata ricominciando a piangere in silenzio guardando Alex che mi strinse forte a se -Quando possiamo vederli?.- disse Alex al posto mio, ero fin troppo scioccata.
-Il ragazzo anche adesso, ma la ragazza per ora nessuno, solo i dottori e gli infermieri.-  annuimmo e ci indicò la stanza dove stava Austin. Camminammo fino la porta e prima di entrare feci un lungo respiro e aprii la porta. Aveva la testa fasciata, una mano ingessata e una flebo al braccio con qualche livido sul viso e sulle braccia. Mi sentii svenire al pensiero che se lui era fuori pericolo ed era in quelle condizioni allora figuriamoci Paris che era ancora più grave.
-Mamma..- sussurò Austin quasi senza forze. - Sh, riposa, chiudi gli occhi.- e così fece, chiuse gli occhi e si addormentò.

Austin POV

"Mi ritrovai in un giardino pieno di fiori bianchi, un ruscello più avanti e un albero con degli uccellini che cinguettavano. In quel posto regnava la pace e la tranquillità. sembrava il paradiso. Sentì dei passi dietro di me, mi voltai per vedere chi era, ci misi un pò a fuocalizzare l'immagine dell'uomo che avevo difronte a me e solo dopo poco lo riconobbi, era mio padre. Non lo ricordavo bene visto che quando morì avevo solo 16 mesi ma grazie a qualche foto lo riconobbi - Papà? Sei tu?.- i miei occhi diventarono lucidi, corsi subito ad abbracciarlo e lui mi strinse tra le sue braccia - Figlio mio, come mi sei mancato!.- esclamò lui - Papà che ci faccio qui? - mi guardai intorno - E' un sogno Austin, tra poco ti sveglierai ma prima devo parlarti..- disse con tono serio, annuii per lasciarlo continuare - Nell'incidente vi abbiamo protetti io e la nonna, con te ci siamo riusciti bene ma con tua sorella solo Dio potrà fare qualcosa. Ma promettimi che qualsiasi cosa succeda tu resterai forte e guarderai la mamma.- disse con difficiltà - Tu dovrai cambiare.- si schiarì la voce.- So perchè la tratti così, perchè non l'hai mai trattata da sorella. Ma anche se non è mia figlia lei mi prega sempre, lei mi ama senza conoscermi e poi , anche se non è figlia mia, è pur sempre tua sorella, goditela finche Dio te la concede perchè se un giorno lei non ci sarà piu tu starai male e diventerai chi non ti saresti mai aspettato.- disse abbassando il viso, ero abbastanza confuso - papà cosa vorresti dire?- lui mi guardò con gli occhi lucidi - Per favore, aiuta la mamma a superare il dolore!.- disse allontandosi, cercai di avvicinarmi a lui ma più mi avvicinavo e più diventava lontano -Papà cosa significa?- urlai correndogli dietro - Dove vai?.- cercai di raggiungerlo ma come se qualcosa mi stesse bloccando -La sofferenza ti insegnerà ad essere forte figlio mio, resta forte a ciò che succederà.- disse accennandomi un sorriso tristemente per poi scomparire in una luce accecante che mi costrinse a chiudere gli occhi perchè era troppo forte"

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia camere d'ospedale con la mamma ed Alex vicino a me.
-Paris?.- chiesi sussurrando, la mamma non rispose, rispose Alex con 'ancora non possiamo vederla' e si lasciò sfuggire un sospiro

   
 
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