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Autore: Willow Whisper    19/04/2008    2 recensioni
Rebecca -Beck per gli amici- frequenta il quarto anno di liceo. La sua vita è come quella di ogni altra ragazza, ma all'improvviso nella sua scuola comparirà Davide... un giovane maledettamente affascinante, che farà nascere in lei un dubbio, e una paura, che si riveleranno esatti... L'odio può celare l'amore? La paura, può trasformarsi in passione? ...Tutto questo, Rebecca, lo scoprirà sulla sua stessa pelle...
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1
1. Lunedì mattina

Aprii gli occhi immediatamente, appena il fastidioso trillare della sveglia elettrica sul comodino mi entrò nelle orecchie.
Mia madre entrò in camera veloce, senza darmi il tempo di lamentarmi, e spalancò le tende, facendo filtrare nella stanza la luce del sole.
-Oh no...mamma ti prego, altri cinque minuti-
-Alzati o farai tardi a scuola-
Ogni mattina la solita storia. Eppure, per quanto mi potesse scocciare il fatto di risvegliarmi da un sonno beato, non potevo non essere riconoscente a quella donna che mi aveva dato la vita, per il semplice motivo che non ero mai arrivata in ritardo alle lezioni.
In cucina trovai la colazione già pronta.
Presi la mia tazza di cappuccino e ingoiai veloce un paio di biscotti al cioccolato.
Filai di nuovo in camera mia, per scegliere cosa indossare.
I jeans? no accidenti, li ho messi anche venerdì scorso...la gonna? no, troppo corta...
Optai in fine per un paglio di calzoncini corti e una t-shirt azzurra.

Era settembre, i raggi del sole picchiavano sul mio berretto della New York- un regalo di mio fratello Gabriele.
Alla fermata del 781, che mi portava dritta dritta alla mia scuola, mi misi seduta aspettando l'arrivo del mezzo pubblico, impaziente.
Persi tre minuti senza rendermene conto, ma sembravano molti di più.
Ad un certo punto, un motorino frenò proprio davanti a me, nel punto riservato alla fermata del bus.
Alzai gli occhi per vedere chi fosse il guidatore, e mi trovai davanti Beatrice.
-No...non ci credo! i tuoi ti hanno fatto il motorino!-
Lei era euforica, sprizzava gioia da tutti i pori -Esatto! che te ne pare? su forza sali, che altrimenti per aspettare l'autobus rischi di far tardi-.
Non me lo feci ripetere due volte e le salii dietro.
Bea parcheggiò il suo nuovo mezzo nel cortile e quasi scoppiai a ridere, quando mise ben due catene.
-Non stai esagerando?-
-Assolutamente no- sorrise soddisfatta.
Eravamo in perfetto orario e il cortile si riempiva poco a poco di studenti.
La scuola era ricominciata solo da quattro settimane, il mio arrivo al quarto anno di liceo era stato uno scherzo.
La campanella all'interno dell'edificio ci informò che era ora di entrare in classe.

Prima ora, algebra.
Non avrei mai odiato nulla più di quella materia.
Il professor Vincenzi, era intento a spiegare le formule algebriche di non so cosa, quando bussarono alla porta.
-Avanti- si girò appena per vedere chi fosse e continuò a scrivere sulla lavagna.
Il bidello si fece avanti e tossì per ottenere un pò di attenzione dall'uomo.
Il Vincenzi si voltò verso di lui e chiese in modo professionale -Sì? Mi dica-
-Il nuovo alunno, professore, è arrivato-.
-Oh...lo faccia entrare prego-.
Nell'aula calò il silenzio, quando uno stupendo ragazzo varcò la soia.


   
 
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