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Autore: I just wanna_    03/11/2013    2 recensioni
[Tratto dal testo] ''Non c’era più nessuno. Ero da sola.
Mi guardai di nuovo attorno, concentrando la mia attenzione su quel punto di strada così illuminato.
Feci per andare da quella parte quando mi accorsi che c’era ancora qualcuno alla fermata.''
Spero possa piacervi.
Genere: Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero alla fermata del tram.
Era un giorno nuvoloso. Secondo le previsioni meteo avrebbe piovuto.
Eravamo tutti stretti sotto la tettoia, mentre aspettavamo.
Ad un certo punto, stanca di dover stare compressa con almeno altre dieci persone sotto quel piccolissimo riparo decisi, non curante, di allontanarmi.
 
Mi fermai qualche metro prima della fermata e mi guardai attorno.
Notai che, all’angolo dell’isolato adiacente alla fermata, c’era un sole fortissimo, e un mucchio di gente allegra.
Pensai di rinunciare alla comodità dei mezzi e di andare da quella parte per tornare a casa a piedi, ma, per non so quale motivo, tornai alla fermata.
 
Non c’era più nessuno. Ero da sola.
Mi guardai di nuovo attorno, concentrando la mia attenzione su quel punto di strada così illuminato.
Feci per andare da quella parte quando mi accorsi che c’era ancora qualcuno alla fermata.
Un uomo sulla cinquantina, la carnagione olivastra e i capelli brizzolati. Indossava una tuta blu notte, con delle strisce gialle ai lati dei pantaloni.
Rimasi a guardarlo ancora un po’ e, appena lui si accorse che lo stavo guardando, mi voltai dall’altra parte.
Controllai l’orologio. Le 19:00.
Vidi con la coda dell’occhio quell’uomo spostarsi. Avvicinarsi a me.
Alzai la testa in fretta e lo vidi fermarsi un attimo. Lo guardai dritto negli occhi per qualche secondo e capii che non era un bene restare lì.
Lui iniziò a gridarmi contro parole incomprensibili mentre io mi allontanavo, prima a piccoli passi e poi cercando di correre. Lui mi bloccò afferrandomi il braccio, io iniziai ad agitarmi finché non mi lasciò andare.
Mi voltai. Non c’era nessuno. Avevo il fiatone, ero agitata e volevo andare via ma, appena mi voltai per andarmene, mi ritrovai faccia a faccia con lui che mi afferrò il collo con le mani tozze.
Fece girare la mia testa, fino a spingerla nell’incavo del suo gomito, con il quale iniziò a soffocarmi.
Io mi agitavo in quella stretta, mentre lui mi trascinava via con sé. Provavo a gridare nonostante dalla mia gola provenissero solo urla smorzate.
Cercavo di dargli dei calci alle gambe, senza riuscire nemmeno a scalfirlo, mentre mi trascinava in uno stretto vicolo.

Nessuno poteva aiutarmi.







 
  
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