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Autore: Paperetta    20/04/2008    3 recensioni
SPOILER HD!!Severus non teme la morte, ma qualcos'altro di molto più grave: ha paura di rimanere da solo anche nell'aldilà. Ci tengo molto a questa fic, perchè c'ho messo più impegno del solito (e ore di sonno!)^^
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nda: questa fic è nata per partecipare ad un contest sul forum del 'sotterraneo di Piton'. C'erano diverse possibilità di traccia ed io ho scelto quella di parlare di cosa avrebbe fatto dopo la morte. Mi sentivo ispirata! Ditemi cosa vi sembra e buona lettura^^


Per non rimaner da solo


Non la morte! Non la morte temerai!

Ma rimaner da solo, senza pietà. Senza speranza!

Una vita al vento. L'illusione perpetua.

Dopo il buio, riveder la luce.

Chiudi gli occhi: lo vedi?

È troppo lontano, non lo raggiungerai...

È la tua paura.

È il tuo sogno infranto.


Non aveva sperato in una morte rapida, mai, né indolore. Era sempre stato abbastanza sincero con se stesso da non illudersi in un trapasso di questo genere. E mai ciò gli diede motivo di preoccupazione, o di riflessione, tale da convincerlo a cercare un'altra via, un altro modo di lasciare quella vita mortale; perché non era il dolore a recargli angoscia, non quello fisico. Tutta la sua vita fu illusione e speranza. Illusione, quando credette che le cose sarebbero cambiate; quando le raccontava, orgoglioso e fiero, di essere un mago, che la sua esistenza sarebbe stata di certo migliore di lì a poco. Speranza, perché con tutto se stesso, con ogni minuscolo frammento della sua anima infranta, confidò di ritrovarla, prima o poi, quando sarebbe arrivata la fine.

Severus aveva paura, quando il serpente si scagliò sul suo collo. Aveva paura di morire prima di aver portato a termine la sua missione, prima di aver condotto alla vittoria, sano e salvo, il figlio dell'unica persona che seppe vedere oltre; si era ripromesso di salvare almeno lui, ma come avrebbe potuto farlo nell'aldilà? Per questo rimase immobile, bianco, come una statua di marmo: non aveva mantenuto fede alla sua promessa. Non avrebbe salvato nemmeno il figlio di colei che lasciò morire per la sua cieca ambizione.

Severus aveva paura, quando questo ragazzo gli si fece vicino, indeciso su quali sentimenti provare, se rimanere lì a guardarlo morire o andarsene per la sua strada. Aveva paura di non rivedere più i suoi occhi; quei meravigliosi occhi verdi, che tanto aveva amato, che tanto amava. Allora lo afferrò per il bavero, lo tirò a sé; gli affidò tutti i suoi ricordi, l'unico modo che ancora possedeva per aiutarlo a vincere; lo supplicò di guardarlo, di potersi perdere in quegli occhi almeno un'ultima volta.

E li vide, uguali ai suoi, e poté finalmente chiudere i propri.

Quanto può essere strana la vita! Cominciò a viverne una nuova nel momento in cui l'altra lo aveva abbandonato.

Il coraggio che sempre aveva mostrato gli venne a mancare, quando giunse il momento di aprire gli occhi e guardarsi intorno; era troppo forte la paura di non essere stato perdonato, di aver preso una strada ancora una volta diversa dalla sua. Non smetteva di sperare di trovarsi in mezzo al bianco, o al verde, o davanti ad una cascata, o in qualunque altro luogo di salvezza, mentre lei lo aspettava impaziente. Sperava, ma aveva paura di aver sempre creduto in qualcosa di impossibile.

Sentiva qualcosa di caldo addosso, troppo perché fosse dell'acqua fresca; avanzava lentamente, non osava aprire gli occhi. C'era sempre più caldo, respirava a fatica.

Ecco! Erano le fiamme dell'inferno! Non poteva essere così bruciante la sensazione di stare in paradiso, era troppo forte!

Perché? si chiese. Perché non posso trovare un po' di pace? Non ho anch'io il diritto alla felicità? Ho peccato troppo, non ho sofferto abbastanza? L'unico luogo per me è il rovente inferno? A cosa è servita la mia insulsa vita, se ancora non posso stare con lei?

Era troppo caldo perché fosse il paradiso, troppo rovente il tocco delle fiamme sulla sua pelle.

Ma nessuna fiamma era lì, nessun fuoco, nessuna colpa da espiare.

Era solo il suo abbraccio, caldo, stretto, disperato, un soffio rassicurante sul suo petto.

'Lily' disse, 'Lily...'

'Non è l'inferno, Sev... non potrebbe mai esserlo per te.'

Tutte le sue sofferenze, tutto il dolore, il sangue e la paura erano già scomparse, sbiadite di fronte ad un sogno che si avverava. Nessuna parola, nessun bisogno di perdonare.

Erano lì, in mezzo al bianco.


Non la morte! Non la morte temerai!

Ma rimaner da solo, senza pietà. Senza speranza!

Una vita al vento. L'illusione perpetua.

Dopo il buio, riveder la luce.

Chiudi gli occhi: lo vedi?

È molto lontano. È il tuo sogno.

Ma non ti preoccupare,

lo raggiungerai!

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NdaII: non so quali fossero i criteri di valutazione – era una votazione aperta a chiunque, utenti e non, di quelle a sondaggio... – ma la fic si è classificata ultima, temo... vabbè, evidentemente le altre erano migliori delle mie... ^^

  
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