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Autore: yellowloid    04/11/2013    7 recensioni
{ mini-long | rating giallo/arancione | shonen-ai | contenuti forti }
§
In un orfanotrofio apparentemente abbandonato, si cerca di trovare la perfezione.
Nessuno sa come; tutti i giorni, si ripete la stessa cosa: tutti, bambini e professori, giocano al Kagome.
In quest'orfanotrofio nascono degli amori impossibili, incorniciati da tragedie e sangue.
'Chi è l'uomo dietro di te?'
§
Basata su 'Kagome, Kagome', delle Vocaloid Miku Hatsune e Luka Megurine.
Pairings: BanGaze, HiroMido, accenni HeatNepper e varie altre pair accennate.
Contenuti forti! Se vi infastidisce lo splatter, sconsiglio di leggere molto vivamente.
Ci si vede dentro e mi raccomando, se vi piace, recensite! ^^
Genere: Horror, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Kagome, Kagome,

in modo che tu non possa scappare.

Kagome, Kagome,

ti piacerebbe anche bere (*) qualcosa?

Ti piacerebbe

Giocare con noi per sempre?

Kagome, Kagome,

chi è l’uomo dietro di te?

 

 

Hitomiko si sedette stancamente su una sedia, mentre il piccolo Nagumo esultava entusiasta.

-Hitomiko-nee, mi hai detto che mi dovevi dare un regalo! Dammelo, dammelo! Lo voglio!- esclamò il bambino, mentre la guardava con occhi supplichevoli. Voleva al più presto quel regalo, la curiosità era tanta.

-Haruya, so che lo vuoi vedere, dammi il tempo.- disse con calma la donna, frugando nella tasca della giacca. Tirò fuori una piccola clessidra dorata, e la porse al bambino dai capelli rossi.

-Ecco il tuo regalo. Puoi tenerlo tu, o regalarlo a qualcuno a cui tieni molto. Ricordati, però, che te l’ho dato io. Ricordatene, mi raccomando. E’ molto importante per me.- continuò Hitomiko, mentre il piccolo Haruya si rigirava tra le mani l’oggetto, con occhi lucenti.

Quella clessidra era bellissima.

Lucida, minuscola, dorata.

Semplicemente stupenda.

Un regalo importante, che Nagumo avrebbe a sua volta regalato al suo amico Suzuno.

 

 

Voleva vendetta. Non gli importava nulla, avrebbe ucciso ad ogni costo Seijirou Kira.

A questo pensava Midorikawa mentre il numeroso gruppo di cui faceva parte usciva furtivamente dalla stanza sua e di Hiroto.

Ryuuji avrebbe vendicato il suo fidanzato, la morte di Barra e degli altri ragazzi del Sun Garden; avrebbe vendicato Diam, che senza il loro aiuto sarebbe morto. Avrebbe ottenuto vendetta per tutta la sua unica e vera famiglia, i suoi amici dell’orfanotrofio. Non voleva solo umiliare quell’uomo, ma voleva anche ucciderlo brutalmente. A mali estremi, estremi rimedi.

-Midorikawa…?- chiese Diam, parandoglisi davanti. Il ragazzo dai capelli verdi scosse la testa, cercando di riprendersi dai suoi pensieri. Osservò l’amico leggermente più basso di lui e gli sorrise come era solito fare, un sorriso a volte sincero, altre volte nato solo per coprire i suoi veri sentimenti. In questo caso era la seconda opzione.

-Che c’è?- chiese, cercando di assumere un tono di voce normale. Midorikawa non voleva che i suoi amici scoprissero quel che aveva intenzione di fare, l’avrebbero sicuramente bloccato.

-Sei strano… C’è qualcosa che non va? Sta tranquillo, riusciremo a fuggire!-. Diam inclinò leggermente la testa di lato, mentre sorrideva radioso. Gli metteva davvero così tanta allegria andare a creare un lago di sangue? Perché, sì, Midorikawa era sicuro che avrebbero lottato tutti a suon di mannaie; proprio questo particolare lo intimoriva un po’: loro non avevano armi.

Neanche l’avesse pensato. Zell si fermò di fronte a una stanza dalla porta chiusa a chiave, e immediatamente la scassinò, con l’aiuto di Metron.

-Ecco. Qua dentro ci sono infinite riserve di mannaie gigantesche. Prendetene una o due a testa.- disse il ragazzo dai capelli grigi, facendo entrare nella stanza gli altri ragazzi, che iniziarono ad armarsi.

-Wow!- esclamò Burn, afferrando una mannaia e puntandola verso Gazel, che a sua volta aveva preso una lama. -Guarda quanta roba! E’ un intera camera usata come ripostiglio per delle armi del genere. Non è fortissimo?!-. Il ragazzo albino si allontanò, ignorando completamente l’entusiasmo del fidanzato, che gli corse dietro per farlo esaurire.

-Però pesano, eh…- osservò Heat, sollevandone una.

-E’ questione di abitudine, no?- disse Nepper, pensando a quanto il suo ragazzo risultasse carino e indifeso anche con una mannaia affilata tra le mani.

-Ci vuole un po’ di esercizio, effettivamente.- s’intromise Desarm. -Ma sono sicuro che ce la caveremo.-.

I due ragazzi del gruppo Prominence annuirono, fiduciosi.

Intanto Midorikawa cercava una lama affilata e non troppo pesante tra le tante presenti nella stanza, riposte in grossi scatoloni in modo caotico e disordinato.

-Tieni, penso che questa vada bene per te.-  disse Hiroto, avvicinandosi al suo ragazzo con uno di quegli utensili letali. Gliela porse e il verde la prese, osservandola un po’ sorpreso: sarebbe davvero stato in grado di usarla? Non bastava solo il desiderio di voler uccidere Kira, ci voleva anche il coraggio e la forza, che Ryuuji, purtroppo, non era sicuro di avere.

Qualche giorno prima aveva ucciso Hitomiko, questo era vero; ma era stato obbligato, il suo istinto di sopravvivenza aveva vinto contro il suo buonsenso e l’aveva uccisa, mentre la donna si avventava su di lui.

-G-Grazie.- disse in risposta, riprendendosi di nuovo dai suoi pensieri, che lo trascinavano sempre fuori dal mondo.

-Di nulla. Midorikawa… Ti amo.- Hiroto si avvicinò ancora di più al suo fidanzato, facendo aderire le loro labbra in un bacio dolce e leggero. -E voglio fuggire insieme a te e agli altri.-.

Ryuuji non ebbe la forza di rispondere, troppo preso dal bacio improvviso da parte di Hiroto e dal suo desiderio di vendetta. Annuì leggermente.

-Ragazzi, siete pronti? Dovete muovervi!- esclamò Maquia, attirando l’attenzione dei presenti. Tutti i ragazzi si guardarono e si avviarono verso la porta, pronti a lottare e finalmente armati a dovere.

§§§

Il corridoio era deserto. Un inquietante silenzio regnava sovrano, mentre il gruppo si avviava a passo svelto verso la Camera del Kagome, dove era certo si trovassero Kira, i sensei del gruppo Epsilon e sicuramente anche i componenti del gruppo Genesis: se avevano accettato di truccare il gioco, erano diventati automaticamente alleati fedeli dell’uomo.

-Burn.-. Zell richiamò con tono serio il ragazzo dai capelli rossi, che lo guardò aspettando che parlasse. Si allontanarono di qualche metro dal gruppo, nascosto dietro l’angolo.

-Allora. Io, Maquia e Metron entreremo per primi nella Camera, mentre voi resterete nascosti per qualche minuto. Dopo un po’ inizieremo a fare caos e tireremo fuori le mannaie, e a quel punto entrerete voi e ci riprenderemo la clessidra, con le buone o con le cattive. Va bene?- spiegò il ragazzo dai capelli grigi.

-Sì, ho capito.- Burn diede conferma. –E poi fuggiremo.-.

Zell chiuse gli occhi e sospirò. -Ehm… In realtà io e gli altri abbiamo già discusso di questo fatto… E abbiamo deciso di rimanere qui. Perlomeno io e Maquia, ma abbiamo insistito per farvi portare almeno Metron.-.

Burn sentì un tuffo al cuore e iniziò a gesticolare freneticamente.

-In che senso? No! Non potete restare qui, idiota. Morirete! E poi, se viene Metron dovete venire anche tu e Maquia, no?- esclamò. Non era giusto che quei due morissero così, senza nemmeno provare a fuggire. Perché sarebbero subito stati uccisi, se fossero rimasti dopo la fuga del resto del gruppo.

-Non è così semplice! Io e Maquia siamo sempre stati tra i migliori del gruppo, quasi ‘capitani’. Non possiamo abbandonare così, anche fuggendo. Quindi resteremo qui, punto. Ma voi, vi prego, dovete prendervi cura di Metron, perché ha sempre sofferto molto e non è mai stato veramente pronto a tutto questo. Ti prego, Burn.-.

Il ragazzo dai capelli rossi distolse lo sguardo, mordendosi nervosamente il labbro e riflettendo sul da farsi. Non voleva abbandonare Maquia e Zell, non se lo meritavano. Però, se era una loro richiesta…

-O-Ok. Allora va bene.- disse poi, ancora non molto convinto della sua stessa scelta.

-Grazie, sapevo che avresti accettato. Ora andiamo dagli altri.-. Si riavvicinarono al resto del gruppo, e finalmente Zell, Maquia e Metron entrarono nella Camera del Kagome.

 

Andrà tutto bene…, pensò la ragazza dai capelli turchesi, mentre con il suo fidanzato e Metron entravano nella Camera. Come ricordava, era buia e umida. I tavoli erano ancora là, come sempre, attaccati alle pareti e sporchi di sangue. Quella visione era inquietante ogni volta che la si vedeva.

I vari sensei parlottavano tra loro, mentre Seijirou Kira li scrutava uno ad uno. I tre ragazzi si unirono alla folla composta dagli altri, rimanendo però un po’ in disparte.

-C’è anche il gruppo Genesis…- sussurrò Metron a Zell, che annuì: le loro supposizioni erano corrette, quel gruppo si era venduto a Kira. Chissà per cosa, poi. Soldi? No, impossibile. Probabilmente per essere certi di vivere ancora un po’.

-Ragazzi, stiamo attenti…- sussurrò a sua volta Maquia, tenendo stretto il manico della mannaia posta nel suo borsello, legato alla vita.

Zell le sorrise, rassicurandola un po’. Metron aveva abbassato lo sguardò, e il ragazzo dai capelli grigi gli posò una mano sulla spalla.

-Tranquillo, ce la faremo.- e sorrise anche a lui. Il più piccolo fece un sorriso forzato e riabbassò lo sguardo, mentre Maquia lo guardava preoccupata.

Perdere Barra era stato devastante per il loro amico, e nessuno sapeva se si sarebbe completamente ripreso.

L’attenzione dei tre ragazzi e degli altri sensei venne attirata dalla voce calma e falsamente gentile di Kira, in piedi davanti a loro, esattamente sotto la lampadina appesa al soffitto. Tutta la luce che creava arrivava all’uomo, mettendolo in evidenza nella penombra della stanza.

Un silenzio teso si fece largo tra i presenti, intenti ad ascoltare quel che aveva da dire il loro padrone.

-Bene, domani mattina prenderemo altri tre ragazzi, come sempre. Spero tanto che qualcuno perda, siamo un po’ a corto di braccia.-.

Maquia rabbrividì. Che uomo spregevole, pensò, mentre andava ad afferrare la mannaia e lentamente la tirava fuori dal borsello. Intanto gli altri sensei si avvicinarono a Kira, e in quel momento Zell si avventò su uno di loro, ficcandogli la mannaia dritta in mezzo alla schiena.

Il ragazzo colpito dalla lama lanciò un grido di dolore, e a quel punto iniziò la lotta, tra lo sgomento di alcuni. Il resto del gruppo fece irruzione nella Camera brandendo le lucenti armi affilate.

 

-Riprendiamoci la clessidra, eh!- esclamò Burn rivolgendosi a Gazel, mentre affondava la sua mannaia nel cranio di un sensei che gli si era avventato contro.

-Nagumo… Sei un idiota.- replicò  l’albino, mentre colpiva con forza uno dei tanti nemici dritto sul collo. Uno spruzzo di sangue gli arrivò sulla guancia, ma il ragazzo non si fece tanti problemi e continuò a combattere.

-Midorikawa! Dietro di te!- urlò Diam, e il ragazzo dai capelli verdi gli sorrise in segno di ringraziamento, mentre si voltava e squarciava con la lama il petto di un ragazzo del gruppo Epsilon.

Intanto Desarm si frappose tra il suo fidanzato e una ragazza della Genesis, ma il ragazzo dai capelli color nocciola non gli diede il tempo di difenderlo che aveva già affondato la mannaia nel cranio della ragazza, uccidendola.

-Non c’è bisogno di preoccuparsi, Desarm! Me la cavo da solo, tranquillo!- gli disse sorridente, mentre il corpo della ragazza appena uccisa ricadeva inerme sul pavimento, in una pozza di sangue.

Heat e Nepper, perfettamente coordinati, attaccavano qualunque sensei provasse ad aggredirli.

-Attenzione!- urlò il ragazzo con la fascia in testa, e colpì sul viso un professore che correva verso Heat. Quest’ultimo sorrise e lo ringraziò per averlo protetto, facendolo arrossire.

Hiroto e Burn iniziarono a correre verso Kira, seguiti da Midorikawa e Gazel. Gli altri, intanto, impedivano ai nemici di interferire col piano, continuando a combattere.

Kira non sembrava affatto preoccupato, anzi. In mano teneva una mannaia, ma non la stava usando. Bisognava comunque stare attenti: tutti i ragazzi del Sun Garden sapevano che quell’uomo era un asso con armi di quel genere.

Il desiderio di vendetta continuava a bruciare in Midorikawa, che voleva solo uccidere quel maledetto uomo. A un certo punto sentì la mano di Hiroto afferrargli bruscamente il polso, e il ragazzo dai capelli verdi fu costretto a smettere di correre. Si voltò verso il fidanzato e sussultò.

La sua espressione gelida e il suo sguardo serio gli fecero capire che Kiyama aveva intuito quel che Ryuuji voleva fare.

No, impossibile! Come ci era riuscito? Lui voleva solo vendicarlo…

-Midorikawa… Non è il momento. Non farlo, ok?- disse. Aveva capito tutto.

-Ma, Hiroto…!- provò a controbattere Ryuuji, ma il sorriso mesto del fidanzato lo fece tacere.

-Ora lasciamo che siano Burn e Gazel ad agire.- concluse il ragazzo dai capelli rossi, voltandosi e correndo ad aiutare gli amici. Midorikawa lo guardò per qualche istante, sentendo la rabbia continuare a bruciare nel suo petto.

Perché ti ascolto sempre, Hiroto?

Il ragazzo dai capelli verdi indietreggiò un po’, indeciso sul da farsi. Fare quel che gli aveva detto Kiyama, ovvero lasciar perdere la vendetta, oppure lasciare che il rancore accumulato negli anni verso Seijirou Kira scatenasse l’inferno? Ryuuji era combattuto tra quelle due scelte.

Gli sarebbe piaciuto così tanto affondare la sua mannaia nelle budella impure di quell’uomo, ma Hiroto gli aveva detto di non farlo.

Però io lo faccio per lui…! Per vendicarlo…!

Midorikawa continuò ad indietreggiare, in crisi.

§§§

Burn era più avanti rispetto a Gazel, che non riusciva proprio a stare al suo passo.

Riprenderemo la clessidra… Dobbiamo recuperarla a tutti i costi! pensò il tulipano. Fece un ultimo sforzo e saltò addosso a Seijirou Kira che, voltatosi un attimo, venne preso alla sprovvista e rovinò a terra con addosso Burn. La mannaia dell’uomo cadde da una parte, provocando un forte rumore metallico.

-Haruya!- urlò Gazel preoccupato, cercando di mantenere un contegno; provò ad avvicinarsi, ma il ragazzo dai capelli rossi gli fece cenno con la mano di stare lontano.

Ghignò, nel vedere il volto di Kira sotto di lui contratto in un’espressione di dolore. Era stata una brutta caduta, per fortuna il ragazzo era caduto sul pancione dell’uomo.

-Ora, maledetto…- disse sfoderando uno dei suoi migliori ghigni. -Ridammi la clessidra.-. La mannaia che Burn teneva in mano era puntata esattamente sul collo di Kira, e quest’ultimo sembrava essere disarmato. Ottimo.

-Facciamo con calma, ragazzo…- provò a controbattere l’anziano, ma la sua affermazione servì solo a far arrabbiare di più Burn.

-Ho detto di ridarmela!- gli urlò in faccia, e Kira sembrò alterarsi. Fu un attimo.

Gazel vide solo una lama che sbucava fuori dalla manica dell’ampio kimono di Kira e affondava nel fianco di Burn, che cadde improvvisamente a terra perdendo sangue.

-Che diav…- esclamò il ragazzo dai capelli rossi, ormai a terra.

-N-Nagumo!-. Gazel corse verso il suo ragazzo, cercando di aiutarlo. Gli altri ragazzi si voltarono verso loro due e sgranarono gli occhi; Hiroto cominciò a correre raggiungendo velocemente i suoi amici.

-Ora facciamo come dico io…- disse Seijirou Kira, e in un batter d’occhio tutti i ragazzi vennero circondati dai sensei.

-Vedete cosa succede se si va contro le regole…? Hiroto, i tuoi amici sono patetici.- continuò, rivolgendosi al figlio adottivo. -A proposito, come va col tuo dito?-.

Kiyama non rispose, si limitò ad osservare il padre nel tentativo di polverizzarlo con lo sguardo.

Gazel teneva Burn tra le braccia, cercando di tamponare la ferita sul fianco con la maglietta che indossava il ragazzo. Hiroto ebbe la sensazione di vederlo affondare il viso nei capelli del fidanzato.

-Prima di uccidervi tutti, ragazzi… Voglio spiegarvi un po’ di cose riguardanti la vostra cara clessidra.- disse ancora Kira, e il ragazzo dai capelli bianchi alzò il viso, riprendendo la sua solita espressione glaciale.

Midorikawa, Heat, Nepper, Desarm e Diam aguzzarono lo sguardo per riuscire a vedere meglio la figura dell’uomo, lontano rispetto a loro. Essere in una stanza in penombra e circondati dai professori non aiutava affatto.

-L’oggetto che cercate… Ce l’abbiamo noi, è vero. Tu, ragazzo…- indicò Burn, sofferente e accasciato tra le braccia di Gazel. -L’avevi ricevuta in regalo da mia figlia Hitomiko, vero? E l’avevi donata a tua volta a questo ragazzo.- indicò l’albino.

-Sapete, ho iniziato a fare gli esperimenti col Kagome quando lei era piccola. Hitomiko e i suoi amici giocavano sempre a questo gioco, ma gli altri baravano e lei doveva sempre subire una brutta penitenza. Io la vedevo soffrire e pensavo che se i suoi amici fossero stati perfetti come lei avrebbero giocato onestamente… Allora iniziai a rapirli, uno ad uno, e giocando con loro al Kagome li sezionai in tante parti, unendo poi le migliori. Se si dimenavano, gli somministravo qualche medicina… Fatta in casa. ~

Ma i bambini morivano, e non ce n’erano più abbastanza. Pensavo che così avrei creato la perfezione, ma in quel momento mi posi un altro obiettivo, ovvero creare anche l’immortalità.

Purtroppo qualche giorno fa quel ragazzo là in fondo…- fece una pausa, indicando Midorikawa. –Ha ucciso mia figlia, che purtroppo ancora non era immortale; ma lei era la perfezione fatta persona… Quindi continuerò a provare e riprovare… In modo che tutti giochino onestamente! ~ -. Sorrise sadico, stringendo tra le tozze dita la mannaia sporca del sangue di Burn.

Quest’ultimo e Gazel rimasero stupiti: quindi il Sun Garden era stato aperto solo per dare più cavie a Kira? Era difficile da credere.

-La vostra clessidra, in origine, apparteneva al migliore amico di Hitomiko, un certo Kudou… Lo sezionai per mancanza di ragazzi da sacrificare, e diedi quella clessidra a mia figlia, per ricordarsi di lui, che era stato ucciso senza motivo… Ma solo per il suo bene.

Dopo qualche anno passato ad uccidere bambini rapiti, decisi di aprire quest’orfanotrofio. Il flusso di bambini sarebbe stato continuo, quindi non mi sarei più dovuto preoccupare di non avere abbastanza ragazzi da uccidere. A quanto pare Hitomiko, ormai cresciuta, voleva continuare a passare alle altre generazioni la sua adorata clessidra.-.

Seijirou Kira riprese fiato e concluse così il suo discorso. Cadde un silenzio teso nella Camera.

Eppure a un certo punto si sentì un rumore, come uno schiocco di lingua, quasi impercettibile.

Dal fondo della stanza, circondato dai sensei, Midorikawa aveva emesso quel verso. Alcuni lo guardarono, interrogativi, e finalmente lui prese parola.

-Tu hai…- sussurrò flebilmente. –Hai sfruttato per così tanto tempo delle vite umane… Senza neanche preoccupartene?!-. Con uno scatto, brandì la sua mannaia e trafisse in pieno il professore che aveva davanti, correndo poi velocemente verso Seijirou Kira.

Dopo quel snervante silenzio, in un attimo si scatenò il caos più totale: Hiroto scattò in piedi, urlando a Midorikawa di non farsi prendere dalla rabbia; ma invano, perché il ragazzo aveva deciso definitivamente di porre fine alla vita di Kira. Nel vedere che alcuni sensei si stavano avvicinando, Kiyama si frappose tra loro e i suoi due amici, Burn e Gazel, che non potevano agire a causa della condizione fisica del tulipano.

-Vi proteggo io, ragazzi!- urlò Hiroto, trafiggendo un professore che gli veniva addosso. L’albino sussurrò un ‘Grazie’ appena percettibile e si strinse a Burn.

-Neh, Suzuno… Sto iniziando a vederci doppio.- disse il ragazzo dai capelli rossi. Gazel singhiozzò.

-Sta zitto, i-idiota…- disse, cercando di non farsi vedere così debole davanti al suo ragazzo, ormai agonizzante.

Intanto anche Heat e Nepper avevano cominciato a combattere al fianco di Hiroto, lanciando a momenti sguardi preoccupati al loro amico ferito. Desarm e Diam, invece, si occupavano di uccidere i sensei rimasti più indietro. Maquia, Metron e Zell li aiutavano contro i più grossi.

In quel momento, Midorikawa si trovava a dover lottare in un faccia a faccia contro Seijirou Kira. Non aveva affatto paura, aveva deciso di essere forte per la vendetta. Finalmente avrebbe ottenuto ciò che voleva, per i suoi amici, per Hiroto.

-Ragazzo, tu hai ucciso mia figlia… Ora io ucciderò te! ~ - urlò l’anziano, avventandosi contro di lui.

-Non ci conterei troppo, signore!- urlò Ryuuji in risposta, scansandosi agilmente ed evitando così l’attacco di Kira, che finì a terra. Il ragazzo dai capelli verdi colse l’occasione per saltargli addosso e trafiggerlo in pieno petto con la propria mannaia. L’uomo si contorse un po’, urlando di dolore, poi si lasciò andare, inerme.

Seijirou Kira stava per morire.

Nell’estrarre la lama dal corpo, uno spruzzo di sangue colpì i vestiti di Midorikawa, che sorrise e sospirò. Frugò nella manica del kimono dell’anziano e trovò la clessidra. Era bellissima.

Midorikawa aveva ottenuto vendetta, finalmente, e la clessidra di Gazel era stata recuperata.

La lotta cessò improvvisamente e tutti si voltarono verso il Kira, accasciato sul pavimento, e Ryuuji, in piedi a fianco a lui, sorridente.

Poi il ragazzo urlò qualcosa che fece scattare tutti i presenti, per l’ennesima volta.

-Correte, ragazzi!-. Il gruppo di amici, approfittando del momento di confusione dei professori, uscì dalla stanza correndo nel corridoio, dirigendosi velocemente verso l’uscita. Burn veniva tenuto in piedi da Gazel e Hiroto, che gli avevano passato un braccio intorno alle spalle e lo aiutavano a camminare.

I sensei rimasero lì, a fissare la porta, fino a quando Kira alzò il braccio con la poca forza che gli rimaneva, facendogli cenno di seguirli.

In quel momento, il braccio ricadde a terra con forza.

Seijirou Kira era morto.

I professori, forse per abitudine o forse per fedeltà, eseguirono l’ordine appena ricevuto, dirigendosi in massa verso la porta della Camera, non curandosi troppo della morte del loro padrone.

Eppure, erano rimasti ancora tre ragazzi pronti a combattere.

Zell, Maquia e Metron.

-Gli altri stanno fuggendo, e non li raggiungerete così facilmente, con noi tre a bloccare la porta!- esclamò il più grande dei tre, brandendo la mannaia. Maquia lo guardò per un secondo e poi scattò all’attacco, contro gli altri sensei. Metron provò a seguirla, ma venne bloccato da Zell. Il ragazzo dai capelli blu lo guardò interrogativo, e lui gli sorrise.

-Devi andare. Lascia a noi il resto del lavoro, tu corri via e salvati. Io e Maquia ce la caveremo, in qualche modo. Oppure moriremo… Ma tu, Metron, va via.- disse, e il ragazzo più piccolo non riuscì a credere alle parole appena sentite. I suoi due migliori amici, che per lui erano come genitori, sarebbero morti… Proprio come Barra.

Scosse la testa, impaurito. –Non voglio che voi due moriate, Zell!-.

Quest’ultimo sorrise di nuovo, questa volta più amaramente.

-Te la caverai. Ci vediamo, eh.-. Senza dargli il tempo di controbattere, lo buttò fuori dalla Camera, facendolo andare a sbattere contro il muro del corridoio e chiudendo la porta. La lotta iniziò di nuovo, questa volta solo per Maquia e Zell. Metron, incredulo, corse via per il corridoio.

§§§

Fuori faceva freddo. Essendo nel periodo autunnale, gli alberi del folto bosco stavano perdendo le foglie, rendendo tutto più scivoloso anche a causa delle abbondanti piogge. L’aria pungente della notte trapassava i corpi del gruppo di ragazzi appena fuggiti dall’orfanotrofio.

Il respiro gorgogliante d sangue di Burn non faceva altro che aumentare la preoccupazione dei suoi amici, ma soprattutto di Hiroto e Gazel, che lo aiutavano a camminare; o meglio, lo trasportavano. L’albino sentiva un fastidioso nodo alla gola che sembrava proprio non volerlo abbandonare. Sapeva che quelle che sentiva premere sui suoi occhi erano lacrime, ma non voleva piangere: nessuno l’aveva mai visto piangere, e proprio davanti a Burn, poi… Non avrebbe pianto. Doveva resistere.

Il tulipano cominciò a tossire forte, sputando sangue sul terreno umido. Gazel spalancò gli occhi, e per la prima volta nella sua vita poteva davvero definirsi… Impaurito. Aveva paura che Burn morisse, che lo lasciasse solo come ormai si era disabituato a stare: dopo aver incontrato il suo migliore amico, da piccolo, Gazel era sempre stato insieme agli altri, costretto dal tulipano. Eppure stare in compagnia era piacevole, e l’albino non sarebbe riuscito a stare senza amici, senza Burn…

-Gazel…- sussurrò Hiroto, attirando l’attenzione del ragazzo dagli occhi celesti, che scosse la testa e lo guardò, interrogativo.

-C-Che c’è?- chiese. Kiyama gli sorrise, cercando di rassicurarlo.

-Ce la fai a trasportarlo da solo, per un po’? Vedi… Devo combattere.- spiegò il ragazzo dai capelli rossi, e Gazel perse un battito. Hiroto, nel vedere il suo viso contratto in un’espressione di pura inconsapevolezza, indicò dietro di loro.

I sensei del Sun Garden correvano in quella direzione, pronti ad attaccare con le loro lucenti mannaie. Ma non c’erano solo quelli dei gruppi Genesis e Epsilon: anche i ragazzi di Prominence, Diamond Dust e Gemini Storm si erano uniti ai professori.

Zell, Metron e Maquia sono morti… pensò Burn, con la poca lucidità che gli rimaneva.

-Ma che succede?!- esclamò Nepper, notando quel cambiamento.

-Continuate a correre!- urlò Midorikawa, aumentando la velocità con cui correva.

-No, Ryuuji! Io mi fermo qua!- replicò Hiroto, fermandosi. Il ragazzo dai capelli verdi fece lo stesso.

-Che vuoi dire?- chiese, incredulo. Se si fossero fermati a combattere…

-Voi andate!-. Deciso, Kiyama corse nella direzione opposta, verso i nemici ad una trentina di metri di distanza. Ma qualcuno lo fermò.

Nessuno se l’aspettava, ma quel qualcuno era Heat.

-Cos…-. Hiroto provò a dire qualcosa, ma venne interrotto dal ragazzo con la cicatrice sul viso.

-E’ il momento…- prese a camminare lentamente verso i nemici, ormai sempre più vicini, tenendo stretta in mano la mannaia. -Nepper…-.

Il ragazzo con la fascia in testa sorrise amaramente, camminando verso Heat e sorpassando gli altri, che li fissavano sorpresi.

-E’ il momento, per me e Nepper…

Di raggiungere mia sorella, insieme!-.

Mano nella mano, e nell’altra le mannaie, corsero verso i nemici, buttandosi tra di loro e uccidendone alcuni con le lame, per poi scomparire nella folla di professori.

Il resto del gruppo osservò la scena, poi Desarm prese coraggio e urlò:

-Ragazzi, corriamo!-. Tutti gli amici lo guardarono, chi sconvolto e chi deciso a proseguire: sapevano tutti che qualcuno sarebbe stato ferito o sarebbe morto, durante quella fuga. Un esempio ne era Burn, ferito gravemente. I sensi lo stavano lentamente abbandonando, ma dal suo stato di confusione dovuta alla grande perdita di sangue era riuscito a capire che Heat e Nepper erano appena stati uccisi.

Ripresero a correre nel buio notturno della foresta, Burn aiutato da Gazel e Hiroto. Il tulipano ferito tossì forte per l’ennesima volta, sputando altro sangue. Il fidanzato lo guardò preoccupato.

-Suzuno…- disse in un sussurro Burn, sentendo le palpebre farsi sempre più pesanti e il buio aumentare.

-Nagumo.- la voce di Gazel si incrinò un po’ troppo, segno che di lì a poco avrebbe ceduto alla disperazione, nel vedere il suo ragazzo e migliore amico di sempre ridotto in quello stato.

-S-Sento… Che è la fine… Ghiacciolino. Mi mancherai, sai…? Però, almeno, abbiamo la c-clessidra… L’abbiamo recuperata. V-Visto? Nagumo Haruya mantiene sempre le p-promesse!-. Quella che voleva essere un’esclamazione diventò un sussurro quasi impercettibile: nemmeno la sua stessa voce sembrava più voler obbedire a Burn.

Midorikawa si avvicinò a loro, porgendo la clessidra a Gazel. Quest’ultimo la prese e la strinse nel pugno: era ancora così splendente…

Hiroto singhiozzò, cercando però di non piangere per il suo amico. Un altro singhiozzo giunse ai timpani dei ragazzi che correvano, ma questa volta non era di Kiyama, bensì di Gazel, e numerosi altri lo seguirono.

Il ragazzo dal cuore ghiacciato stava piangendo.

-No. Non devi morire, brutto… Brutto stupido!- urlò, continuando a correre ma lasciando che le lacrime rigassero le sue guance. Burn alzò il capo e lo guardò, sorridendo. Per una volta il suo era un vero sorriso, non il solito ghigno beffardo.

Si guardarono negli occhi, quelli color ocra del tulipano perdevano la propria luce ogni secondo che passava, quelli del ghiacciolo erano lucidi a causa delle lacrime. Si fermarono, e caddero a terra abbracciati. Hiroto cadde in ginocchio e li guardò, preoccupato.

-Ragazzi, dobbiamo muoverci!- urlò, ma i due lo ignorarono, continuando ad osservarsi a vicenda.

-Ragazzi!- urlò Diam, più avanti. Desarm gli fece eco, mentre Midorikawa li guardava tristemente.

I loro sguardi rimasero incatenati l’uno nell’altro, fino a quando le loro labbra si incontrarono debolmente in un tenero e triste bacio.

 

I sensei circondarono l’intero gruppo, emergendo anche dai cespugli e dalla boscaglia più fitta. Il cerchio del Kagome, per l’ennesima volta. L’ultimo cerchio, probabilmente.

Kagome, kagome, l’uccello nella gabbia…

I ragazzi si guardarono intorno, circondati da tutti gli ospiti del Sun Garden. Burn e Gazel si alzarono a fatica, stremati. Hiroto fece lo stesso, brandendo la sua mannaia e avvicinandosi a Midorikawa, che teneva stretta la propria lama. Desarm aveva assottigliato lo sguardo per cercare qualche possibile via di fuga, ma sembravano non essercene. Diam si strinse al proprio ragazzo, stringendo la mannaia tra le mani.

Quando, quando volerà?

I sensei sorridevano innocentemente, presi dalla pazzia. Ognuno aveva un’arma tagliente, tra coltelli e mannaie, e la fuga sembrava proprio impossibile.

-Ma perché sono tutti così, adesso…?- sussurrò Desarm a Diam. Quest’ultimo spiegò subito la faccenda:

-Se ricordi, Kira aveva detto che per non farli dimenare mentre li sezionava, dava ai ragazzi una sorta di farmaco… Credo che questi siano gli effetti collaterali.-.

La pazzia lo era? Perfetto. Cos’altro, poi?

All’alba, la gru e la tartaruga scivolarono via.

Il gruppo si strinse di più al centro del cerchio, che si stava rimpicciolendo lentamente. Anche usare le mannaie era impossibile, i professori erano troppi: contro tutti i ragazzi del Sun Garden, sei persone non avevano la minima possibilità di vittoria.

Il cerchio continuava a girare, in un turbine di pazzia.

Poi, una voce si levò dal gruppo di ragazzi al centro. Apparteneva a Midorikawa.

-Io… Non voglio morire!-.

Silenzio. I sei ragazzi brandirono le mannaie. I sensei fecero lo stesso.

Chi è l’uomo dietro di te?

 

 

 

§ Angolo del Kagome §

{ (*) non sapevo come tradurre questa frase, ma il senso penso sia quello. u.u’’ }

 

Hola. Che dire, l’ultimo capitolo della mini-long… Sono emozionata. :’’D

Insomma, doveva essere di tre o cinque capitoli, e invece sono sette, compreso il prologo. Ma lol. E questo è tipo quasi il doppio di un normale capitolo. Ma ho deciso di non tagliarlo in due, quindi lo metto tutto insieme. E nessuno così se lo cagherà-- lol.

Penso non ci siano molte spiegazioni da dare, su quest’ultimo capitolo. Chi ne volesse alcune, comunque, può chiedere, eh.

Insomma, Mido ha avuto la sua vendetta per Hiroto uccidendo Kira, Burn e Gazel hanno ripreso la clessidra, anche se solo grazie al pistacchietto, e si è spiegato il perché quel grassone di Dumbo abbia iniziato gli esperimenti. E, sì, la clessidra era di Kudou. Ce l’ho messo dentro molto a caso, l’allenatore. Ma io ce li vedevo lui e Hitomiko, da piccoli, migliori amici. Aw. ♥

Uhm, adoro il rapporto tra le varie coppie. Sono pucci Desarm e Diam, che vedo anche tipo in un rapporto molto MinaMana. Non chiedetemi il perché, lol. :''

Burn ne è uscito ferito, ma almeno Kira dopo averlo ferito è morto, ahah. In ogni caso, sappiate che le uniche morti certe in questa storia sono quelle di Zell, Maquia, Metron -che è stato raggiunto e ucciso dai sensei mentre provava a fuggire, dopo che loro avevano ucciso i suoi due amici-, Nepper e Heat -e la loro morte si è ricollegata alla storia di Heat, quella della sorella adottiva-.

Il finale rimane comunque molto aperto a interpretazioni: potete pensare che alla fine i ragazzi protagonisti riescano a uccidere i professori e che si salvino tutti, oppure potete pensare che vengano brutalmente uccisi. Sta a voi decidere!

E niente, ringrazio infinitamente e per un’ultima volta chi ha recensito, chi ha aggiunto a qualche lista e chi ha anche solo letto la storia. Mi avete sommersa di complimenti, e io non riesco a crederci. Sappiate che vi voglio bene, a tutti. ♥

E ora… Beh, vi saluto. Alla prossima!

Chu!

♥ Kis-chan. ♥

  
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