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Autore: _Cthylla_    05/11/2013    4 recensioni
Freezer si sente minacciato. Qualcosa, o qualcuno, lo osserva. Lo ascolta. Nella sua vita "perfetta" in cui è lui ad avere il controllo su tutto si è aggiunta una variabile imprevista...l'ultimo esponente di una razza ormai estinta.
Cosa vuole da lui? L'ombra è veramente lì per cercare di fargli del male?
O è solo una sfortunata creatura che è finita lì per caso?
A questo punto...non resta che leggere e scoprirlo.
- Avviso: qui non esistono Goku, Vegeta e nessun altro sayan. Niente "scimmioni", ragazzi, mi dispiace.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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= Epilogo =

 

 

 

 

 

 

Diciannove mesi.

Diciannove lunghissimi mesi passati a fingere che fosse tutto normale di giorno, per poi ridursi a cercare lei e il suo profumo di notte, stringendo disperatamente un cuscino che quel profumo, ormai, lo aveva perduto da moltissimo tempo.

Era arrivata nella sua vita all’improvviso come uno tsunami, aveva lasciato il segno proprio come avrebbe potuto lasciarlo uno di essi, poi se n’era andata.

Meglio specificare, se si parlava di segni: gliene aveva lasciato uno enorme su quel poco di cuore che aveva, e lì finiva; quanto al resto, a Freezer sembrava che Zoisite non ci fosse mai stata. I bagnoschiuma non erano più in ordine di colore, le battle-suit non erano messe dalla più alla meno consunta, l’ala dell’infermeria che la shadowjin aveva fatto esplodere era stata riparata già da un pezzo. L’unico segno tangibile della sua passata presenza erano le bottiglie vuote, almeno due per sera, che campeggiavano sul comodino di Freezer. Di giorno c’era il lavoro a tenerlo impegnato, ma la notte era diventata la sua più grande persecutrice, con tutti gli incubi che portava.

Per colpa di Cooler sognava ancora sua madre, e adesso sognava anche Zoisite.

Zoisite con uno sconosciuto.

Zoisite con suo fratello.

Zoisite in pericolo chissà dove.

Zoisite morta.

A volte Freezer sentiva di odiarla, si sentiva usato. Aveva la sensazione che la shadowjin lo avesse trattato come il suo giocattolino, usandolo per divertirsi e trovare il tesoro, per poi fuggire via alla prima occasione.

Altre volte invece era se stesso che odiava perché, pur conoscendo la fisiologia degli shadowjin, era stato così stupido da minacciare lei e quegli strani tizi che erano venuti a prenderla. Se non lo avesse fatto, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso. Lei stava per sceglierlo…

Inizialmente suo padre aveva minimizzato sull’accaduto: “ tornerà, tranquillo”, aveva detto.

Poi “tornerà, tranquillo” era diventato solo “tornerà”, in seguito “tornerà, prima o poi”, e dopo ancora era diventato “tornerà? Comunque puoi sempre guardarti intorno, ci sono tante donne che sarebbero orgogliose di essere tua moglie ”.

Freezer però non ci pensava nemmeno: se non poteva essere lei, non sarebbe stata nessuna.

Inutile dire che l’aveva fatta cercare in ogni dove, per quanto aveva potuto, e ovviamente non aveva trovato né lei né gli strani esseri con cui era scappata, ma non intendeva ancora arrendersi all’idea che Zoisite non sarebbe tornata.

Dopo i primi due mesi aveva cominciato a scriverle. Era tutto lì, in cinque o sei agende nascoste nel fondo del suo armadio. I primi scritti erano lunghi pagine e pagine, inframezzati da dei semplici “torna” in maiuscolo dei giorni in cui non si era sentito di scrivere altro. Era una cosa che aveva fatto per se stesso più che per lei, perché se - quando - fosse tornata davvero dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto vedere quel che aveva scritto.

Seconda bottiglia finita. Anche per quella sera poteva bastare. Riusciva quasi a immaginare di sentire il suo profumo pensò, stringendo il cuscino su cui lei, quasi due anni prima, aveva dormito.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Erano anni che Regina Ice “dormiva” nella stanza che le era riservata. Ogni tentativo dei medici di farla uscire dal coma era miseramente fallito, e se erano ancora in cerca di nuove cure era solo e soltanto perché Re Cold li costringeva a continuare senza sosta un accanimento terapeutico che loro consideravano completamente inutile… ma vai a far capire il concetto di “inutilità” a un marito disperato che rifiutava di rassegnarsi!

Ogni sera prima di andare a dormire, Re Cold andava a baciare sulla fronte la sua regina, rassicurandola che quando si fosse svegliata lui ci sarebbe stato; poco gli importava se regina Ice potesse sentirlo o meno, e anche quella sera andò così.

Dopo il bacio, re Cold uscì dalla stanza, lasciando solo una piccola luce accesa. Nel caso sua moglie si fosse svegliata, non voleva che lo facesse al buio: per i suoi gusti, regina Ice era stata nelle tenebre più che abbastanza.

Fu a quel punto che Zoisite uscì dalle ombre, quasi commossa dall’amore di quell’icejin verso la moglie, che non era affatto diminuito nonostante le condizioni di quest’ultima.

Alla fine la shadowjin aveva deciso di tornare. Appena terminata la missione si era fatta dare da Doc la dose di quel medicinale che avevano rubato, ed era immediatamente ripartita verso la sezione nord della loro galassia, con l’intento di utilizzarlo per risvegliare regina Ice dal suo lungo sonno.

Quanto a Freezer…

In tutti quei mesi in cui gli era stata lontana aveva finalmente realizzato che era lui quello giusto, nonostante tutti i difetti caratteriali ed i complessi che si ritrovava, e anche nonostante la sua somiglianza a Moira Orfei. Dopo una settimana di viaggio aveva avuto già la tentazione di tornare e di rivedere sia lui che Cooler, poi la nostalgia per Cooler era scemata, mentre quella verso Freezer si era intensificata.

Solo che c’era un problema: l’avrebbe voluta ancora? Magari si era sposato con un’altra, e l’aveva dimenticata, e se gli fosse ricomparsa davanti l’avrebbe uccisa sul serio. O beh, se non altro era arrivata a vedersi completa.

Tirò fuori dalle ombre una siringa sterile e, come le aveva mostrato Doc, dopo averla riempita con il medicinale la iniettò direttamente in un’arteria di regina Ice. Lo zetaliano le aveva consigliato di fare così, in modo che entrasse in circolo più rapidamente, e chi era lei per non dare retta al dottore?

“ se farai come ti dico, dopo cinque minuti si risveglierà. Ma sei sicura di quel che… insomma…lo sai che qui per te c’è sempre posto”.

Sì, Zoisite lo sapeva, ma sentiva anche di dovere qualcosa a Freezer, che l’avesse rivoluta accanto o meno.

Così si sedette, cronometrando il tempo che passava.

Cinque minuti. Quattro minuti. Tre minuti. Due. Uno…

Cominciò a contare i secondi.

“ sette…sei…cinque…quattro…tre…due…uno…”

Un mormorio soffocato giunse dalla donna ormai non più in coma distesa sul letto, che aprì lentamente gli occhi. « il mio bambino…» sussurrò, portandosi una mano al ventre.

“ ok, non devo piangere” si impose la shadowjin. Di certo non c’era da temere che regina Ice potesse non voler bene a Freezer, se la prima cosa che aveva fatto appena sveglia era stata chiedere di lui “ adesso però è meglio che sparisca, prima che…”

« tu chi sei? » le chiese la donna, con voce arrocchita. In fin dei conti erano anni e anni che non la utilizzava.

Zoisite rimase lì ferma per qualche istante senza sapere che dire. Accidenti a lei che aveva perso tempo ad ascoltare quel che diceva regina Ice e non era sparita subito!

« sei una shadowjin…pensavo che l’ultimo si fosse estinto poco tempo fa » continuò. Si voltò alla sua destra e vide il calendario. Erano quasi ventisei anni avanti! «  ventisei?... ».

« sì. Beh. Non siamo proprio estinti, io ci sono ancora ».

« sono passati davvero ventisei anni? » le chiese regina Ice, sconvolta.

Zoisite annuì. « mi spiace che l’abbia saputo così ».

« e il mio bambino? Come sta? Ne sai niente? » da donna estremamente energica quale era, regina Ice voleva sapere tutto quel che si era persa, e subito. « mio marito? Cooler? E tu, soprattutto, che rapporti hai con il mio clan? Da dove vieni? Come ti chiami? » tossì.

La shadowjin le versò dell’acqua. « meglio che non si sforzi troppo ».

Regina Ice accettò il bicchiere, e bevve. « ho quasi ventisei anni da recuperare ».

« è comprensibile. Comunque, andando con ordine, fino a diciannove mesi fa Freezer stavaaa…diciamo benissimo. Adesso anche, credo. È a capo di buona parte del vostro impero, ed è il secondo essere più forte della galassia dopo suo fratello Cooler…»

Regina Ice fece un bel sorriso. « ero certa che mi avrebbe resa fiera di lui ».

Altra ondata di sollievo per Zoisite. « immagino ».

« mio marito? »

« era qui poco fa. Non l’ha mai abbandonata, e gli manca molto, come ai suoi figli del resto » disse la ragazza, evitando di dirle dell’odio che c’era tra Freezer e Cooler proprio perché quest’ultimo riteneva il fratello responsabile del coma.

Regina Ice poggiò la schiena sul cuscino, sollevata. Si era persa ventisei anni, ma se non altro sembrava andare tutto bene. Adesso però rimaneva la curiosità di sapere chi fosse la splendida ragazza - donna, in verità - che le stava davanti, e che sembrava sapere vita morte e miracoli del suo clan. « hai una coda molto lunga » si complimentò.

« grazie ».

« adesso ti decidi a dirmi come ti chiami? »

Abbastanza schietta, proprio come le avevano detto. « mi chiamo Zoisite. Zoisite del clan Shadowhidden ».

« Shadowhidden… sì, ho capito. Bene, Zoisite » tossì ancora « adesso voglio sapere com’è che sei a conoscenza di tutti questi dettagli. O sei una spia, o devi avere rapporti stretti con qualcuno del mio clan ».

Zoisite automaticamente si potò la mano davanti al viso per rimettere davanti un ciuffo di capelli che ormai era stato tagliato da un pezzo. « sono… ero… amica dei suoi figli, e ho conosciuto anche suo marito, a dire il vero ».

« più che “amica” allora direi “promessa sposa”, vero? Se così non fosse stato, dubito che mio marito si sarebbe scomodato per conoscerti ».

Oltre che energica regina Ice era anche sveglia, forse perfino troppo, ed era appena uscita dal coma, quindi figurarsi cosa poteva combinare quando era in perfetta forma! Un’eventuale futura suocera interessante, ma in un certo senso anche pericolosa. « sì, ok, una specie di promessa sposa, ma è una storia molto lunga, e non penso che adesso le condizioni siano quelle di diciannove mesi fa ».

« sei fuggita ».

Non era una domanda, ma una semplice constatazione. « già ».

« e ora sei qui. Diciannove mesi…io riuscii a stare lontana da mio marito per nove, prima di tornare. Non so se conosci la storia ».

Comunque sia c’era da dire che sembravano essere già entrate abbastanza in confidenza; d’altra parte lo avevano detto in molti, che caratterialmente si somigliavano. « anche nella mia c’è una prigionia di mezzo ».

« Cooler o Freezer? »

« il secondo, ma gliel’ho detto che è una storia lunga. Mi volevano tutti e due come moglie, ma io non sapevo che fare e sono scappata » disse rapidamente Zoisite « ho avuto l’occasione di andare via, e di prendermi del tempo per pensare, mentre mi procuravo il medicinale che l’ha risvegliata. Se sono stata via tutto questo tempo è per quest’ultima ragione, era in un posto lontano ».

“ quindi le devo il mio risveglio “ pensò la donna. « quant’era lontano di preciso, per metterci diciannove mesi? »

« sezione est della galassia che si trova a sud della nostra, e prenderlo non è stato semplice, anche se a dirla tutta con quel gruppo ho affrontato anche missioni più difficili. Una volta preso quanto me ne serviva, sono venuta qui immediatamente perché…io non so se Freezer mi pensi ancora o meno, ma sentivo di dovergli qualcosa, e sapevo per certo che questo gli avrebbe fatto piacere » disse « dato che pensa che il coma in cui è entrata sia colpa sua ».

Regina Ice bevve dell’altra acqua. « nemmeno per sogno. Non è colpa sua, e ti dico di più, se tornassi indietro lo rifarei, pur di far sì che venga al mondo ».

« penso che sentirselo dire gli piacerebbe ».

Regina Ice la guardò a lungo, in silenzio. « che progetti hai? »

« non lo so. Ho saldato il mio debito, ma come le ho detto non so come la prenderebbe suo figlio, se mi rivedesse. Diciamo che ha un carattere un tantino imprevedibile ».

« magari puoi fare come feci io a mio tempo quando tornai. Rammento che sono stata nascosta nei dintorni un paio di giorni per vedere che aria tirava, e mi sono palesata soltanto una volta sicura che fosse favorevole. Per te una cosa simile dovrebbe essere estremamente facile » commentò « sempre che tu abbia intenzioni serie con lui, e per intenzioni serie intendo matrimonio » la avvisò.

« questo lo avevo capito ».

« adesso farò sapere che mi sono finalmente risvegliata…»

« penso che arriverà la famiglia al completo ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Freezer non ci poteva credere, temeva che fosse solo un sogno, o qualcosa del genere: quando suo padre lo aveva chiamato nel bel mezzo della notte, lì per lì non aveva nemmeno capito quel che aveva detto, e re Cold era talmente euforico che non sembrava nemmeno lui.

Poi aveva realizzato.

“ si è svegliata! Si è svegliata!

Per poco non era svenuto, e adesso lui era lì, sulla soglia della camera dei suoi genitori, e non riusciva a decidersi a entrare. Pensò che fosse un bene, però, che Cooler non fosse ancora arrivato. Aveva detto che ci avrebbe messo tre o quattro giorni, era andato in viaggio chissà dove, quello…

« dai, entra » lo incitò suo padre.

« è che sono un po’…» scosse la testa « non lo so nemmeno, come sono. Insomma… si è svegliata! »

« e non vede l’ora di vederti ».

Finalmente l’icejin bianco si decise ad aprire la porta. Aveva tanti pensieri confusi in testa, ed era sinceramente in ansia.

Se a sua madre non fosse piaciuto?

Se non l’avesse ritenuto all’altezza?

Se lo avesse odiato come diceva Cooler, e lo avesse fatto venire lì per dirglielo di persona?

Eccola lì, sua madre. Lo guardava seduta sul letto, ancora in vestaglia, e tanto riusciva ad avere un’aria regale. Freezer si sentiva terribilmente a disagio, lei lo guardava e non diceva una parola…

« vieni qui ».

Muovendosi quasi meccanicamente andò dove sua madre gli aveva indicato, vicino al letto, senza sapere cosa aspettarsi… e tutto gli era venuto in mente, meno che l’abbraccio pieno di calore che gli diede sua madre.

« il mio bambino. Sei proprio meraviglioso come ti avevo immaginato ».

Allora non lo odiava.

Allora Cooler si era sempre sbagliato, regina Ice non lo odiava, lei…lo amava?

Anche stavolta non pianse, ma fu dura. « madre…io non…» sorrise e si zittì. Non sapeva che dire, ma non c’era nemmeno niente da dire.

La donna gli prese le mani. « mi dispiace di non esserci stata mentre crescevi, e di non averti visto diventare l’uomo che sei. Comunque sia, voglio che mi prometti una cosa ».

In quel momento Freezer le avrebbe pure promesso di girare vestito da ballerina brasiliana, se glielo avesse chiesto. « qualunque cosa ».

« promettimi che non penserai mai più che è colpa tua se sono andata in coma, perché non lo è. Ho scelto di farti venire al mondo, sapevo a cosa andavo incontro, l’ho fatto e lo rifarei. Quindi smetti di colpevolizzarti, perché non ne hai motivo ».

No, non piangeva ancora, ma gli occhi lucidi li aveva, e non riusciva a parlare. Riuscì solo ad annuire.

Un attimo: chi aveva detto a sua madre che lui si sentiva in colpa?

« siediti qui » lo invitò lei, indicandogli il letto.

Freezer obbedì. « io…com’è stato possibile che…insomma, i dottori le avevano tentate tutte ».

« tutti i rimedi conosciuti in questa sezione della galassia » disse re Cold, entrando anch’egli nella stanza « ma a quanto pare nella sezione est della galassia a sud della nostra sono più avanti di noi ».

« nella sezione?... Sei andato fin lì a prendere qualunque cosa tu abbia preso per farla svegliare? Non lo sapevo! »

Re Cold scosse la testa. « non io. Dobbiamo ringraziare qualcuno che conosci bene, a sentire quel che tua madre mi ha raccontato ».

Freezer li guardò, un po’confuso. « non capisco ».

« ho avuto un incontro estremamente interessante con una certa shadowjin che ha viaggiato diciannove mesi per portarmi il medicinale che mi ha fatta uscire dal coma…»

Volevano proprio farlo svenire, allora! Non era possibile! Parlava di Zoisite, sul serio? Lei era stata lì, lei aveva risvegliato sua madre, lei…

Allora non lo aveva dimenticato. Era tornata. Era tornata davvero!

« lei…lei dov’è? »

« per quanto ne so, potrebbe essere ovunque. Anche qui » disse sua madre « forse. Prova a chiamala ».

« Zoisite…dove sei?! » si guardò attorno, in cerca di un movimento strano o che di simili, ma non ne vide.

« perché non esci a cercarla? »

Freezer guardò sua madre. « ma ti sei appena svegliata, non posso…»

« vai cercarla, su » lo incitò.

A quel punto lui obbedì, e uscito dalla stanza si mise a chiamarla di continuo. A un certo punto gli parve di sentire il suo profumo, e finì in una terrazza.

« vieni fuori una buona volta » si guardò ancora attorno « mi hai fatto aspettare diciannove mesi, basta giochetti! Dai, fatti vedere…»

Sentì una coda intrecciarsi alla propria. Aveva quasi paura di voltarsi, adesso.

« davvero sei stato tutto questo tempo ad aspettare me…?»

Era lì, era lì!

« sì. Ho delle promesse da mantenere ».

« quindi vuoi ancora uccidermi ».

« quando sarai diventata una shadowjin mite e sottomessa, quindi moriremo di morte naturale prima che accada ».

« finalmente ti è entrato nella zucca, eh? »

« sei la solita piccola sh-» avviò a dire, voltandosi finalmente a guardarla, ma la frase gli morì in gola. Non era più tanto “piccola”, era anche un po’più alta di lui, più adulta, più donna, e bellissima.

« che c’è che non va? » gli domandò Zoisite.“ magari non gli piaccio più” pensò.

Capì quanto tale pensiero fosse idiota nel momento in cui lui la baciò.

« sarai pure cresciuta, ma sei sempre la mia piccola shadowjin. Sei qui per restare? »

« assolutamente. E devo darti una cosa » disse Zoisite prendendogli la mano destra ed infilandogli al dito l’anello di Morgan.

Una promessa silenziosa che valeva più di tutto quel che potevano dirsi.

   
 
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