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Autore: xanax_c    05/11/2013    2 recensioni
E se domani la tua città crollasse su se stessa come fosse un castello di carte? Se tutta la tua vita venisse sconvolta nel giro di poche ore e tutto ciò che avevi diventasse solo un ricordo? In un futuro vicinissimo in cui il mondo sta cambiando per sempre, una ragazza si trova davanti a un mistero che le insegnerà che niente avviene per caso.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sempre lo stesso enorme volto in ogni megaschermo sparso per la città. Conservate ogni cosa di valore che trovate. Non abbiate paura, il governo sta facendo tutto il possibile per aiutarvi.
Queste sono le parole che gli altoparlanti diffondo ogni 24 minuti da quando questi sono stati montati. Il governo ha fatto questo e poi nessuno ha più visto nessuno.
Tra le vie della periferia solo macerie. Qualcuno cerca di raccattare quello che trova, qualcuno si aggrappa alla speranza di ritrovare i ricordi di una vita. Ma nella maggior parte delle volte è inutile, non è rimasto quasi niente. 
Per lo meno adesso si può camminare più tranquillamente. Il rischio che qualche pezzo di muro di qualche edificio ti cada addosso da un momento all'altro c'è ancora, ma almeno tutti i cadaveri sono stati portati via. 
Zeus cammina svelto a qualche metro da me. È un dogo argentino, o almeno a me ricorda quella razza, e è un dono del cielo per me. Questo cane mi ha salvata dalle macerie e da quel momento non mi ha lasciata da sola nemmeno per un instante. So che un cane di questi tempi è la cosa più rara e preziosa che ci possa essere e so che non sto facendo tutto il possibile per tenerlo al sicuro. Hanno provato a rubarmelo, ma alla fine lui tornava sempre da me. Mi hanno offerto dei soldi, del cibo, dei vestiti, di tutto per averlo in cambio. Ma quel cane non ne voleva sapere di andarsene. La cosa mi piace, ovviamente, ma quello che mi piace di più è che a mangiare ci pensa da solo. È già tanto se trovo qualcosa da mangiare per me e mia madre, di sfamare anche un cane non ci penso proprio. Lui contribuisce alle ricerche di cibo però, e gliene sono grata. Rovista qui e lì e magari mi trova qualche vecchia merendina, un barattolo di pelati. A me basta qualsiasi cosa sia commestibile.
Sono appena stata al campo. Oggi c'è grande frenesia. Sono tutti occupati a correre da una tenda all'altra con coperte, acqua, qualche foglia di insalata, magari una mela. I bambini giocano nelle piccole piazzette che si sono formate tra le tende. Gli uomini oggi non sono partiti, di solito durante il giorno non ci sono mai. C'è un clima invivibile e così me ne sono andata a fare un giro. Mentre venivo in città ho incontrato Dario. Mi ha detto che è crollato qualcosa all'incrocio di Strada Nuova e corso Mazzini e che ora ci si può arrivare tranquillamente. E allora ho deciso di andare a fare un giro e vedere. In quella via ci sono cinque o sei palazzi che non sono crollati e che a quanto pare non crolleranno in un futuro prossimo. Prima per arrivarci bisognava fare un giro lunghissimo, adesso se quello che Dario mi ha detto è vero, ci vorranno solo un paio d'ore. E' una buona occasione per cambiare aria e chissà che magari Zeus non trova qualcosa. Sono nella periferia esterna, il cielo è nuvoloso e la polvere delle strade si mischia con la nebbia umida che ti bagna anche le viscere. C'è uno strato così denso di nuvole che non vedo il sole e non so bene che ore sono. Faccio scivolare lo zaino che ho sulle spalle davanti al mio petto e comincio a rovistare dentro in cerca dell'orologio. Mi fermo un secondo a vedere l'ora e poi lo rimetto dentro di fretta, attenta che nessuno mi abbia notata. Cinque Novembre 2013, ore 16:25. Affretto il passo, non voglio lasciare mia madre per troppo tempo da sola.
Finalmente vedo il fiume e l'inizio di quella che un tempo era Strada Nuova, la via principale della mia città. Ora si cammina almeno due metri sopra quella che un tempo era la strada. E' come camminare sugli scogli, solo che sotto i tuoi piedi ci sono muri di case, porte e finestre, e sotto ancora invece dell'acqua, altri muri, mobili e dio solo sa che altro. La percorro fino in cima, e arrivo all'incrocio. Effettivamente un palazzo che era già crollato è caduto ancora su se stesso e ora c'è mezzo metro libero tra delle macerie e una casa ancora in piedi. E' curioso come quelle case siano rimaste in piedi mentre gli ospedali, il castello e praticamente il 98% di tutti gli edifici invece no. Questi palazzi sono antichissimi, hanno le facciate decorate e i portoni in legno che sono stati sbarrati con laminedi ferro saldate una sull'altra, per evitare a qualche curioso di andare a fare una bella gita in una delle poche case intatte. C'è chi dice che i proprietari siano riusciti ad andarsene a Milano o a Roma o che addirittura siano andati all'estero. In ogni caso nessuno ci ha mai visto un'anima viva dentro. Ma è anche vero che con tutto quello che è successo di certo non ci sono tante persone che non hanno niente da fare che appostarsi davanti a quelle case per vedere se dalle finestre si scorge qualche movimento. Ovviamente io sono l'eccezione che conferma la regola e infatti me ne sto qui seduta per terra con Zeus che rovista qua e là. Proprio qui dove sono seduta ora c'era un negozio della Apple. Me lo ricordo bene. Conosco il centro della mia città come le mie tasche. Queste vie sono state la mia casa per tutta la mia vita. E ora non è rimasto niente. Solo questi palazzi si sono salvati. Queste case sono proprio come tre mesi fa. Tranne le sbarre alle porte e alle finestre. Per un attimo chiudo gli occhi e mi sembra di sentire il pianoforte che si sentiva suonare sempre qui intorno. Se continuassi a camminare verso destra troverei quel che resta del Comune. Ma me ne sto qui, con gli occhi chiusi e l'alito di Zeus che mi scalda i polpacci. Mi rivedo camminare per queste vie che ho percorso milioni di volte con amici che praticamente ora sono quasi tutti morti, con la sigaretta sempre in mano e un cocktail nell'altra mano. Una piccola grassottella diciassettenne che se ne va in giro ubriacandosi perché è grassa e perché a scuola i professori non ricompensano i suoi sforzi. E è cambiato tutto in così poco tempo. Apro gli occhi e vedo le mie ginocchia spigolose e ossute spuntare dai pantaloni. In poco più di tre mesi ho perso più chili di quanto mai avrei potuto sperare di perdere in tutta la mia vita. Una bilancia non c'è in giro, ma è ovvio che ogni riserva di grasso è stata bruciata avidamente da un metabolismo che è cambiato nel giro di una settimana. Perché magari uno non ci pensa, ma noi siamo abituati a mangiare almeno cinque o sei volte al giorno, e quando invece di capita di mangiare qualcosa ogni due o tre giorni, beh allora lì cambia tutto. Senza contare gli sforzi fisici a cui ognuno è stato sottoposto. Le lunghe corse, i lunghi viaggi dalla città al campo, carichi di cose utili per vivere.
Zeus si alza all'improvviso e mi riporta con i piedi per terra distogliendomi da tutti quei mille pensieri e ricordi. Mi guardo intorno ed è già buio. Cazzo, penso. Zeus è corso dall'altra parte della strada e ora sento la voce di un bambino che piange disperato. Ma che cavolo ci fa un bambino a quest'ora qui?! Mi alzo e raggiungo Zeus. Dietro di lui c'è un bambino di tre anni che piange mentre il mio cane lo annusa incuriosito. Ha una tutina giallo paglierino con dei bottoncini in pietra rosso opaco ed è stranamente ed estremamente pulito. Dei riccioli rossi gli cadono fin sulle guance bagnate dalle lacrime. Vedo il colore azzurro cielo dei suoi occhi che luccicano nascosti dai capelli. Mi guardo intorno e non c'è nessuno. Il bambino mi vede e scoppia a piangere ancora più forte. Non so che cosa fare, questo bambino urla come un dannato e io non riesco a smettere di fissare quei calzini di lana fatti a mani che ha ai piedi. Devo tornare al campo ma non posso lasciarlo qui al freddo. Sto per prenderlo in braccio quando sento una voce che grida NO! Istintivamente alzo lo sguardo verso l'alto e la cosa più strana che ho visto negli ultimi tre mesi mi si para davanti agli occhi. Da una di quelle grandi finestre coperte da lastre di ferro traspare una luce fioca e due occhi azzurri e freddi come il ghiaccio mi stanno guardando terrorizzati. Li fisso per un secondo, poi non li vedo più. Il cuore mi sta battendo all'impazzata. Sono paralizzata. Continuo a guardare la finestra stupita. E poi dal grande portone si apre una porta piccolissima dalla quale esce una bambina dai lunghissimi capelli rosso sangue che singhiozza. Avrà nove o dieci anni e indossa un vestito in velluto lungo fino ai piedi. Sembra un dama del quattordicesimo secolo e mentre la vedo prendere il braccio il bambino e correre di nuovo dentro quel portoncino e chiudersi la porta alle spalle penso che mai nessuno mi crederà se gli racconto quello che ho appena visto.
  
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