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Autore: Tomocchi    05/11/2013    7 recensioni
Un gruppo di novizie divinità deve scendere su una Terra un po' fantasy per superare un esame, ma, ovviamente, questi ragazzini pensano più a divertirsi che ad effettivamente altro..
L'unico a cui sembra importare è Hi, il novizio dio del mattino, che oltre a dover esaudire le richieste dei propri fedeli e combattere entità malvagie come demoni, avrà a che fare con un amore non corrisposto e un po' scorbutico!
[Attenzione! Il rating diventerà rosso,non so quando ma lo diventerà.]
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Novices

Prologo

 

 

Immaginatevi la Terra.
Ma non il nostro pianeta, quello moderno.
Una Terra alternativa, piena di magia e creature di tutti i tipi, che vivevano in un tempo simile al basso medioevo, dove ogni persona credeva complessivamente in due entità: divinità e demoni.
I demoni erano creature affascinanti, persuasive, che si nutrivano della malvagità umana e di tutti i suoi difetti: erano egoisti, inducevano i propri adepti a celebrare riti con frequenti sacrifici di sangue e che tenevano il potere per sé; vivevano in un mondo sotterraneo, caldo, dove la luce arrivava attraverso piccole fessure nel terreno.
Le divinità, invece, erano personaggi semplici, con ognuno un compito, un obiettivo e una personalità ben precisa: traevano il loro potere dalle preghiere della gente, senza le quali non potevano nemmeno esistere e che donavano loro l'immortalità e l'immunità alle malattie.
Ricambiavano questa dedizione e affetto esaudendo quando possibile i desideri della gente e facendo sì che tutto il creato continuasse a funzionare a dovere: questo li distingueva dai demoni, ovvero il ricambiare la fiducia con buone azioni.
Vivevano in un posto chiamato dagli umani “Alto dei cieli'” perché questa terra si poneva oltre il cielo, nel punto più alto dell'atmosfera terrestre.
Entrambi questi posti erano irraggiungibili dalle persone che non appartenevano a una o l'altra fazione.
Fazione sì, perché combattevano da sempre per ottenere l'attenzione della gente.
Per loro gli anni non incidevano troppo sulla carne, il tempo era uguale come sulla Terra ma invecchiavano più lentamente.
Una battaglia fu decisiva in questo periodo, e spero siate curiosi di sapere perché.

La nostra avventura iniziò nell’Alto dei cieli, più precisamente in una zona in particolare.
Hi era un bambino solare, vivace e senza pensieri per la testa, poiché pensava solo a vivere nel presente e godersi tutto quello che lo circondava, dalla natura alle persone a cui voleva bene, ovvero i suoi parenti e i suoi amici.
Poteva correre e giocare dove voleva, ma c’era solo un posto che il padre, Hisyooziki, gli proibiva di frequentare: l’albero di ciliegio, al confine dei loro possedimenti.
Erano nella sala da pranzo della grande villa di famiglia.
“Perché non posso andare a esplorare quella zona papà?” chiese il piccolo, curioso.
“ Perché...” il padre si fece pensieroso, mentre la madre, Tsuchimazime-na, preparava loro del pane con la marmellata.
L'uomo osservò il bambino, che lo stava guardando impaziente, in attesa di una risposta soddisfacente, e quindi non poteva far altro che esclamare con enfasi e gesti esagerati : “ Perché c'è un orso cattivo che si mangia i bambini!”
Hi sobbalzò sulla sedia, aggrappandosi al bordo della tavola per lo spavento.
Un orso.
Un orso!
Trattenne il fiato, immaginandosi un mostro deforme peloso fare la guardia a quel posto tanto interessante.
“Prometti che non ti avvicinerai?” domandò allora il genitore, con un sopracciglio inarcato.
Hi annuì subito, stringendo le mani a pugno come a darsi forza.
Non avrebbe disobbedito, non voleva certo finire nello stomaco di un orso e rendere triste la mamma!
Mamma che si avvicinò al bambino e lo abbracciò, con dolcezza.
“Ma certo che il mio ometto non disobbedirà!” rimarcò, con un sorriso fiducioso.
Hi le sorrise di rimando, ricambiando l'abbraccio con un bacio sulla guancia morbida della donna.
Non avrebbe tradito la loro fiducia...
Però...

Passò qualche mese, e non si sa se per il caso o altro, Hi si ritrovò proprio da quelle parti.
L’albero di ciliegio non era distante, ma nemmeno troppo vicino, e rimase lì, in piedi, fermo, a fissare quella cosa tanto bella quanto proibita.
Non sentiva nessun rumore, forse l’orso stava dormendo...
Ad un tratto, un grido dolorante attirò la sua attenzione, e sembrava provenire proprio dall'albero di ciliegio.
Hi deglutì a vuoto. Che fosse l’orso? Sembrava un grido umano. Forse era l’animale che aveva attaccato qualcuno? Era consapevole che vivessero altre persone nell’Alto dei cieli, quindi doveva per forza essere qualcuno in pericolo!
Al diavolo l’orso, doveva aiutare quella persona!
Corse velocemente verso l’albero, trovando una bambina dai capelli neri lunghi fino sopra alle spalle, vestita con una canotta e pantaloni neri lunghi, seduta a terra mentre si teneva il ginocchio destro tra le mani.
Piagnucolava, fissando la ferita che aveva sul ginocchio.
“Ehi! Tutto bene?” domandò il bambino, avvicinandosi e fissando quella gran sbucciatura.
“ Cavoli!!” esclamò, sorpreso, era davvero una brutta ferita.
“Mi fa male... un gran male! E perdo sangue, tanto sangue...” singhiozzò la piccola.
Hi la fissò per un po’, poi, senza pensarci nemmeno troppo, prese un lembo della propria canotta bianca e la strappò con forza.
“M-ma... Ma cosa fai??” chiese la bambina, mentre Hi iniziava a legare la stoffa attorno al ginocchio dov’era la ferita, con attenzione e il nodo ben stretto.
“Va meglio così?” domandò il piccoletto, con un sorriso incoraggiante.
“Io... sì... grazie!” mormorò la moretta, alzandosi con cautela sulle proprie gambe.
In uno slancio di coraggio abbracciò Hi, colma di gratitudine, e lui ricambiò tale abbraccio con entusiasmo.
Davvero carina, pensò, mentre si guardavano.
“Come è successo?” indicò la stoffa che intanto aveva iniziato a tingersi di un leggero rosso.
“Stavo camminando e... c’era questa pietra che mi ha fatto cadere.” borbottò la piccola in risposta spolverandosi i pantaloni con le mani.
“Bisogna stare attenti.” disse saggio Hi, mentre tendeva la mano. “Io sono Hi, abito là in fondo.” spiegò, con un altro sorriso, indicando la parte da cui era venuto.
“ Io sono Yoru, piacere. Io abito dall’altra parte.” si presentò la bambina, stringendo la mano con educazione e ricambiando appena il sorriso.
Quell'incontro fu l'inizio di una grande amicizia tra Hi e Yoru, che continuarono a vedersi senza dir nulla ai genitori, perché entrambi avevano disobbedito e temevano di non vedersi più.


Gli anni passarono, e i due crebbero.
Hi si era fatto un bel ragazzo, i capelli bianchissimi con una forma strana, tirati all’indietro a parte i due ciuffi che ricadevano ai lati incorniciandogli il viso ancora infantile e allegro: non era cambiato negli anni.
A Yoru erano solo cresciuti i capelli, che arrivavano ben oltre alle spalle, e anche la frangia sfilata le copriva gli occhi.
Quel giorno, i due dimostravano all’incirca sui tredici anni, e arrivati all’albero di ciliegio si accorsero che erano entrambi un po’ sbattuti.
“Purtroppo devo cominciare gli allenamenti con mio padre.” mormorò Yoru, senza riuscire a guardare Hi in faccia: teneva le mani dietro la schiena, sembrava tremasse appena.
“ Anche io, comincio domani.” confessò allora Hi, cercando il suo sguardo: “Ma vedrai che in qualche modo ci vedremo... ci vediamo lo stesso no?”
Yoru gli rivolse un’aria esitante, si portò una mano alla bocca, pensierosa.
“ Prima... Prima che tu vada voglio confessarti una cosa.” iniziò, con voce un po' tentennante.
“ Ecco, io... Ti voglio bene! Sei… Sei il mio migliore amico in assoluto.” soffiò, arrossendo appena per l'imbarazzo di questa nuova rivelazione.
Hi perse qualche battito, senza parole.
Quella semplice frase lo aveva reso felice, si sentiva pieno e scoppiettante di felicità.
Era certo di poter fare qualunque cosa in quel momento, qualunque...
“ A... Anch’io Yoru! Anch’io!” esclamò, abbracciandola forte e stringendola a sé, mentre la ragazza soffocava una risata, invitandolo a non strozzarla.
Avrebbe voluto starle sempre vicino, per il resto della sua vita...
Ma quella fu l’ultima volta che la vide.
L'addestramento per diventare un novizio dio era massacrante e il padre molto severo.
A volte si allenavano a casa, a volte alla Pianura Dorata, ma non ebbe più tempo di andare all’albero di ciliegio a trovare Yoru, e lo stesso probabilmente fu per lei.
Soffriva nel non vederla, perché era stata l’unica persona a farlo sentire felice e completo.
Qualche volta si vedeva con i suoi amici Ho, Kaze e Uragiri, altri novizi dei, ma non era lo stesso…




Note Finali
Questa storia in realtà è un fumetto che disegnai nel lontano 2007.
Non l'ho mai disegnato bene e ho vari spezzoni di vignette e pagine su fogli vari, e dopo anni e anni ho deciso di scrivere la storia come una specie di sceneggiatura e darmi un punto di riferimento, invece che tenermela in testa e disordinata.
Sono molto affezionata a questi personaggi perché è una storia che mi rappresenta, ma lo spiegherò più avanti :D
Spero piaccia anche a voi come è piaciuta anche ad altre persone, e spero che quelli che già li conoscono le cose così siano più chiare.
In ogni capitolo cercherò di inserire disegni dei personaggi che popolano il capitolo u_u
Per ora ho pronti tre capitoli, ma li posto con parsimonia…
Alla prossima puntata! ewe

   
 
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