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Autore: rupertinasora    20/04/2008    1 recensioni
Una ragazza non se la sente di scegliere se far morire o meno l'amato, lascia scegliere a lui. Non ha il coraggio di seguirlo nella sua scelta se non dopo cinque anni
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stringere le mani al petto e chiudere gli occhi. Abbassare la testa e sorridere.
Lasciare i tuoi pensieri scorrere lenti dentro di te, passare dal cervello al cuore.
E tu sei qui, accanto a me. Eppure così distante dal poterti toccare.
Tu che sei lontano, non ci sei mai stato davvero, ma in qualche modo c'eri.
Era nei miei sogni che ti incontravo, dolce e melodioso.
E il mio cuore batteva per te.
Ma no, quelle terre lontane non fanno per me.
Troppo difficile raggiungerti per il mio povero carattre insicuro e timido.
Troppi pericoli da superare.
E questo sentimento che provo per te non è poi forse così forte.
Non ho la forza necessaria per salvati. Non sono io che devo salvarti.
Mi avevi sempre detto di non farlo, ma io voglio.
Ma non so farlo.
Insicura, maldestra, timida. E perchè no, forse anche un po' inutile.
Inutile nel mio volerti accanto. Nel mio non poterti essere vicina.
Vorrei volare fino a te. Stringerti come stringo queste fredde mani al mio caldo petto.
Evidentemente la nostra storia non è come quella delle favole.
Tu forte senza forza, io inutile con una forza che potrei usare ma poco coraggio per farlo.
Egoista, io. Certo. Tanto. Tantissimo.
Altruista, tu. Tanto quanto io sono egoista.
Vieni da me tu.
Ma come puoi? Rinchiuso in quella gabbia di ghiaccio.
Distanti per l'eternità, uniti nei sogni.
I nostri corpi si cercano, ma non possono avvicinarsi.
Crudele vita.
Tu rinchiuso là, tra quei vetri di quel maledetto ospedale.
E io troppo codarda di morire per te.
 
Il tuo cuore deve cambiare.
Cambiando non sarai lo stesso.
Non sarai più mio. Il tuo cuore non appartiene a me.
Non so se lasciarti morire o permettere di lasciarti andare sotto quei freddi, gelidi, ferri da operaio matto.
Gli ammazza-pazienti sono pronti, con ghigni perfidi sul volto.
Ma io no.
Muori.
Se non posso averti io, allora devi morire.
Il tuo cuore non mi apparterrà più.
Non voglio quell'involucro vuoto con un altro interno.
Voglio l'interno vecchio, seppur nuovo.
Voglio venire da te, dove i nostri cuori si possono ritrovare.
Bene, benissimo!
Ecco qui.
Tra le mani questo coltello.
Quanto male può fare? Non sentirò nulla o soffrirò come hai fatto tu?
Sentirò il mio cuore smettere di battere a poco a poco?
No.
Non è giusto.
Io ho vissuto così poco. Ancora vergine.
Non voglio morire ora.
Vivi, maledetto. Vivi, e con il tuo cuore.
Se però proprio vuoi morire, non costringermi a venire con te.
Questo mio cuore mai ti sarà fedele fino alla morte.
Il dolore per la tua perdita si attenuerà e soffrirà per un altro involucro con un altro interno. Diverso da te.
E sarà diverso il nuovo NOI dal nostro NOI.
E stare assieme a te non sarà come ora.
Ma mi domando, proprio ora, se questa incertezza nel morire per te sinifica che non ti ami davvero.
Se è così, mi spiace. E' meglio prendere due strade diverse.
Addio.
 
***
 
In questo mattino freddo di cinque anni dalla tua morte, mi ritrovo ancora a piangere sulla tua tomba.
In tasca, nella borsa, nel calzino, ho sempre con me quel coltello.
Ma la forza per farla finita non c'è.
Sono passati cinque anni, e il tuo profumo che cadde sul tappeto inizia a svanire.
Nella mia mente la tua immagine svanisce. Ma quella del tuo cuore, tolto dal tuo petto...no, quell'immagine non va via.
Era lì, abbandonato.
Fermo.
Rigido.
Freddo.
Il sangue non sgorgava quasi più via.
Non ce la facesti durante l'intervento. E il cuore che era per te donato a qualcun altro.
Sorridere, fare finta di andare avanti.
Pensavo sarebbe stato facile dimenticarti.
Ma se sei qui, accanto a me, anche morto, non ci riesco.
Le lacrime non scorrono via dai miei occhi, ma le mie mani scivolano spesso su questo coltello.
Ancora, però, sono senza forze.
Mi spiace.
Tu coraggioso di affrontare la morte e tentare di sfidarla, anche se con scarso successo. Ma l'hai fatto.
Io troppo attaccata alla vita, anche se la mia vita è ferma da un po'.
I miei orari sono sballati, come le mie abitudini.
Mi additano come matta, ma non importa.
Il mio mondo non c'è più, perchè tu non ci sei più.
E allora che ci faccio ancora qui?
QUesto coltello è freddo come sarà il mio cuore, come lo è stato il tuo?
Alzo gli occhi sulla tua immagine.
Il tempo, quell'immagine, non l'ha sbiadita.
Che cosa buffa!
Io ti ho quasi cancellato, ma sei ancora indelebile su questa tomba.
E su questa tomba voglio essere indelebile con te.
Ti raggiungo. E voglio che tutti parlino di me come colei che ha raggiunto l'amato dove davvero il tempo non esiste più.
Aspettami amore mio.
Questa codardia mi costerà del tempo prima di raggiungerti, ma ce la farò.
La disperazione della perdita è tale...
Alzo questo coltello, lo stesso di quello di cinque anni fa.
Prima non ebbi il coraggio.
Eccomi, ora. STo venendo.
Chiudo gli occhi e affondo il coltello.
Sento la pelle essere tranciata e il bruciore contro le pareti rotte.
Cerco a fondo il mio cuore, mentre mi piego su me stessa.
Il dolore è tanto forte che non riesco a trattenere le lacrime. Ho voglia di vomitare.
Un ultimo sguardo all'immagine terrestre.
Il mio cuore...l'ho trovato. Va piano. E' freddo.
Come me.
Perdonami per non averlo fatto prima.
 

 

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