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Autore: justarusher    05/11/2013    2 recensioni
a volte, quando meno te lo aspetti, le cose cambiano.
quando meno te lo aspetti, l'amore si fa avanti.
in fin dei conti, bisogna avere pazienza per determinate cose, credetemi.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kendall, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's a long story
started with a small party
hanging with a couple of friends.
word spread on twitter
 everybody came over 
things got a little out of hand.
 
las vegas, 5 novembre,2012.




ero immersa nei miei pensieri, sul divano, pensando a come tutti si dimentichino così facilmente di me.
a cominciare dalla mia famiglia, a finire agli 'amici'. perchè tutto ciò? mi odio.
ad ogni modo, decisi di andare su twitter, parlare con altre persone che, fino a prova contraria, mi capiscono. mi rilassa molto. Misi il nick, la password ed entrai. 
gente che esultava perchè era venerdì, gente che discuteva sul fatto di quanto siano stronzi i professori, di tutto e di più. Andando giù per la home, un tweet catturò la mia attenzone. 
festa a casa mia gente. più siamo, meglio è. vi aspetto!    

p.s.: non intasatemi la casa, sono di già un tantino ubriaco, 
non so nemmeno cosa sto dicendo. 
Lol. 

ok, mi fece ridere, ma allo stesso tempo pensai: prima dice 'più siamo, meglio è!' e poi dice di non intasargli la casa? mah.
mi chiesi chi era stato a scrivere quel tweet, così, schiacciai sul suo account. 
«heffrondrive? e chi è? no, aspetta..» iniziai a farneticare e pensare.
charlie ascolta una band chiamata big time rush.
mi stressa, ve lo giuro, quindi sappiate che so molte cose sul loro conto.
quello alto, biondino, se non sbaglio, si chiama 'heffrondrive' su twitter. 
«charlie?» la chiamai.
«dimmi aubree»
«il biondino che sta nei big time rush, su twitter si chiama heffrondrive?»
«si, perchè?»
«no così, curiosità.» 
ok, è cattivo da parte mia mentirgli su questo, ma ho intenzione di andare a quella festa, non posso portarmela dietro. glielo dirò più avanti.
avevo paura ad andare, a dirla tutta, ma avevo bisogno di una notte di svago, lontana dai problemi, dai pensieri che mi oscuravano la mente, così mi convisi, più che altro, ad andare. 




 
las vegas, 5 novembre, 2012. 
22:30.
 

party bus in the yard,
kind of caught me off guard,
but it couldn't get any better. 



ok, l'indirizzo è questo.
arrivai davanti alla casa, e, a quanto pare, la festa si stava svolgendo in cortile. gente ubriaca a destra, gente ubriaca a sinistra, gente ubiaca al centro, se proprio vogliamo fare i sarcastici. 
comunque,facendomi coraggio, attraversai la staccionata e entrai in quel trambusto.
mi feci strada tra la folla ed arrivai ad un tavolo e presi un po di birra. 
stasera ne berrò chissà quanta, voglio dimenticare per un po tutto. 
mentre ero immersa ancora una volta nei miei pensieri, sentì una voce che avevo già sentito prima. mi girai e vidi quel famoso kendall schmidt, un po impaurito, un po contento per tutta quella gente che era nel suo cortile.
«seriamente, ma chi l'ha invitata tutta questa gente? ok, domani me ne pentirò, ma almeno ci si diverte»
risi e lui prontamente si girò, sentendo la mia risata che, credetemi, è quella di un tricheco ubriaco.
sorrise, mentre io arrossivo per l'imbarazzo. era uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. 
«ci conosciamo?» chiese. 
«non proprio. io ti conosco grazie a mia sorella, tu probabilmente non conosci me.»
«tua sorella ascolta i btr, vero?»
«indovinato.» sorrisi.
«brava ragazza.» rispose, mentre scoppiammo entrambi in una risata. 
«allora, tu conosci me, ma io non conosco te, quindi, posso iniziare a chiederti come ti chiami?»
«aubree, mi chiamo aubree» risposi sorridente.
«bel nome. Ora, aubree, che ne dici se ci sediamo in casa, dove è più tranquillo, e mi consoli dal fatto che ho fatto una grandissima cazzata ad invitare mezza america?»
risi. «andiamo»
passamo tutti quegli zombie pieni di alcool e entrammo in casa. ma che dico, casa? quella era una reggia imperiale. grandissima. bellissima. Kendall appoggiò la vodka sul divano e mi fece segno di andarmi a sedere accanto a lui. 
«raccontami un po di te, aubree»
«ma non dovevo consolarti?» chiesi sarcastica.
«nah,» rispose appoggiando la testa sulla mano, sorretta sul divano dal gomito «non voglio annoiarti.» concluse sorridendo. 
non so per quanti minuti gli raccontai la 'storia della mia famiglia' come andava a scuola e roba varia, poi, confusa dalla quantità di vodka che avevamo bevuto insieme fino a quel momento, 'scoppiai' in una crisi malinconia ed iniziai a parlargli di come mi senta esclusa da tutti, abbandonata, sola. e di quanto io mi odi. 
Lui ascoltò tutto con perfetta attenzione anche se, potevo vedere benissimo, era confuso quanto me da tutta quella vodka. mi fissò per qualche secondo, cercando probabilmente di decifrare se io stessi per scoppiare a piangere o stessi solamente quasi per addormentarmi.
alla fine si alzò, senza dirmi niente, andò verso lo stereo, mise un CD e lo accese. partì 'just the way you are' di bruno mars. adoro quella canzone. 
si girò verso di me, sorridendo, facendomi segno di andare a ballare con lui.
mi alzai impacciata, come solo io so fare, presi la sua mano mentre lui mi stringeva più a lui. posai la testa sulla sua spalla e mi lascia trasportare dalla musica e dalle sue parole, sussurate nel mio orecchio. 
«come può una ragazza così bella, splendida, odiarsi? se le persone in giro per questo mondo sono idiote, non devi rimetterci tu. non permettere mai a nessuno di buttarti giù, mai. sappi che sei perfetta come sei e nessuno deve cambiarti. sono loro che devono imparare a capire che non si può seguire tutte le mode come un branco di capre. tu fai la differenza, ed è molto meglio così. ti abbandonano? lasciali perdere, che se ne vadano. se fanno così, vuol dire che non ti meritano, non meritano le attenzioni di una ragazza stupenda come te, aubree. e comunque, se ti senti sola o abbandonata, sappi che ci sono io qui per te. 
e ricorda,» concluse iniziando a cantare il ritornello insieme a bruno mars, «you're amazing, just the way you are»
sentì un brivido percorrermi la schiena, le lacrime che iniziavano a formasi sugli occhi, e il cuore che batteva fortissimo. 
«questa è una delle cose più belle che mi abbiano mai detto, grazie kendall»
guardai l'orologio e scappai, salutandolo alla svelta, lasciandolo lì, in piedi, a salutarmi. sempre con quel sorriso magnifico sulle labbra.
sono un idiota.
quel sorriso, mi strega come nessun sorriso di nessun ragazzo è mai riuscito a fare. i suoi occhi, così verdi, mi ci perdo, così belli. 
le sue labbra, sono qualcosa di meraviglioso. la sua personalità, il suo carattere, così dolce e allo stesso momento divertente, ho paura di essermi innamorata in meno di due ore, ho paura di essermi innamorata di qualcuno che forse non vedrò più, di qualcuno che probabilmente, mi dimenticherà in fretta. fattene una ragione aubree, smettila di sognare in grande. 






 
las vegas, 5 novembre, 2013.
21:30.
 
In about a year from now,
I'll swear we'll look back and say:
wish we could do it all again.




mi trovavo su una panchina con il mio diario in mano, ancora immersa nei miei pensieri, a scrivere.
caro diario,
è passato esattamente un anno. un anno da quella serata fantastica, quella serata che mi ha completamente cambiata.
sai, mi manca. mi manca stare nelle sue braccia con il sottofondo delle sue parole nel mio orecchio. 
a volte, mi chiedo se gli passo per la mente.
se si ricorda ancora di me, o semplicemente si è dimenticato, come fanno tutti. 
nego la realtà, perchè, a parere mio, si è dimenticato, ma allo stesso tempo non voglio pensarlo.
non voglio nemmeno pensarci. 
non pensavo sul serio di innamorarmi, eppure è successo. ora la cosa è cambiata, sono io che stresso mia sorella, lol. 
anche se lei ancora di tutta questa storia, non sa nulla. povera.
comunque, ora ti saluto, magari se passeggio per le strade sbatto contro di lui come succede nei film, no?
si, lo so, sono un caso perso, povera me.
a presto, 
                              aubree.♥



chiusi il diario e presi la via per tornare casa, o almeno, stavo per farlo, ma sentì una macchina dietro di me suonare, così mi voltai per vedere chi era.
non ci credo.  
«aubree! finalmente ci rivediamo»
«kendall..pensavo ti fossi scordato di me.»
«pensavi fin troppo male aubree. sai, mi piaccerebbe rifare tutto d'accapo. quella serata, quelle risate..con te. insieme.»
arrossì leggermente. 
«piacerebbe tanto anche a me.»
«allora sali, possiamo andare» sorrise.
non esitai un minuto di più e salì sulla sua macchina, che in meno di mezz'ora ci fece arrivare difronte casa sua. scesimo dall'auto e ci avviamo verso la porta.
entrammo, e non appena posai la mia giacca sulla sedia, notai che stava mettendo di nuovo quel CD, quella canzone. 


Time flys when you're having fun,
days go by one by one,
but all I can say is in the end:
i'd do it all again.



«sai quella sera, ci stavamo divertendo, è passato tutto molto in fretta, ci ho ripensato in tutti questi giorni, e c'è una cosa che ho dimenticato di fare. O meglio, che tu non mi hai dato la possibilità di fare perchè sei scappata via» sorrise.
«cosa?» domandai, avvicinandomi un po di più. 
«questo.» disse, per poi velocemente appoggiare le sue labbra sulle mie, staccandosi dopo qualche secondo per concludere con: «e credimi, farei tutto quanto di nuovo, ancora.»







salve rushers! questa è una one-shot che ho scritto proprio oggi. è la mia prima ''storia'' e ci terrei a sapere cosa ne pensate, e accetto sia critiche che consigli, così da potermi migliorare.
allora, i pezzi della canzone che ho scritto nella storia (infatti la storia è basata appunto sulla canzone) doveva essere un demo dei btr, ma la cantano solo logan e kendall, come credo voi sappiate. ma comunque, se non l'avete ancora sentita, basta scrivere su youtube: kendall schmidt and logan henderson: i'd do it all again. 
grazie a chi la leggerà e mi scriverà qualche recensione!
e scusate per eventuali errori, ma non l'ho riletta con attenzione.
allora a presto, (si spera, lol), passate una bella serata! (:

























 
  
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