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Autore: Do_Not_Touch_My_Patria    05/11/2013    9 recensioni
Courfeyrac ha avuto un'altra brillante idea delle sue: organizzare una vacanza in Italia.
Inutile dire che, all'idea di un po' di relax in terra straniera, gli Amis de l'ABC si sono mostrati tutti entusiasti.
Beh. Quasi tutti...
Fra viaggi in macchina degni di un poema epico, drammatici disguidi con l'assegnazione delle camere, Grantaire ubriaco, Courfeyrac ipercinetico, Joly con la nausea e Marius che alla fine è riuscito a portarsi dietro la sua adorata Cosette, riuscirà il povero Enjolras a resistere ad un mese lontano dalla sua amata Patria e godersi la vacanza?
Tutto questo e molto altro in una fanfiction che di serio ha giusto il protagonista.
E forse nemmeno lui...
[Enjolras/Grantaire; Courfeyrac/Jehan; Bossuet/Joly con accenni -ma nemmeno troppo leggeri- Marius/Cosette e Combeferre/Eponine]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~Epilogo












Enjolras aprì gli occhi pigramente.
Uno strano calore gli rendeva il cuore leggero e gli dipingeva un sorriso sereno sulle labbra, sorriso che si ampliò ancor più quando percepì il braccio di Grantaire attorno alla sua vita e il viso del ragazzo a pochi centimentri dal suo, il respiro tranquillo che si infrangeva contro le sue labbra come la spuma dell’onda sulla sabbia.
Senza starci troppo a pensare, fece scivolare un braccio fuori dalle coperte e prese ad accarezzare i ricci disordinati dell’artista con una dolcezza che non avrebbe mai immaginato di avere.
Grantaire emise un piccolo grugnito di disappunto e si strinse di più a lui, sbattendo le palpebre infastidito dalla luce fioca che giungeva dall’esterno.
Si guardarono un momento negli occhi, ricordando il fiume di emozioni che li aveva travolti la sera prima, poi il giovane si sporse leggermente in avanti per dare ad Enjolras un bacio a fior di labbra che gli fece schizzare il cuore in gola.
- Buongiorno, Apollo… - sussurrò.
Ma questo era un “buongiorno Apollo” diverso da tutti gli altri.
Non vi era scherno, non vi era ironia, non vi era tristezza né apatia.
In quelle parole Enjolras scorse gioia, pace, sentimenti che non ricordava di aver mai visto negli occhi di Grantaire.
Per la prima volta dopo tutta una vita, il giovane leader degli Amis de l’ABC si sentì completo, come se quegli occhi colmi di felicità fossero tutto quello per cui aveva lottato fino a quel giorno, tutto quello di cui aveva bisogno per andare avanti.
Arrossì e distolse lo sguardo.
- Buongiorno… - rispose in un sussurro.
Quando scesero a colazione, mezz’ora dopo, il gruppo era già riunito al completo attorno alla grande tavola apparecchiata per dieci.
Alla vista delle loro mani intrecciate in una presa salda e al contempo gentile, il cuore di Jehan fece una capriola nel petto e i suoi occhi regalarono allo scettico il più dolce dei sorrisi, mentre Combeferre e Courfeyrac si scambiavano uno sguardo divertito, Cosette e Ponine sgranavano gli occhi in un’espressione di felice sorpresa e trattenevano strani gridolini, Joly tendeva le labbra in un sorriso che esternava a chiare lettere il “finalmente” che stava pensando e Bossuet, scioccato, si versava il caffè sulla maglietta nel tentativo fallito di portare la tazzina alla bocca.
Fecero colazione in fretta, e con un po’ di malinconia trascinarono le valige fino alle macchine.
Enjolras gettò un’occhiata alla finestra della 206, ora vuota e spenta senza la bandiera francese a sventolare allegra come in quel lungo e folle mese di vacanza.
Gli sembrava impossibile credere che fosse già finito tutto…
- Pronto? Sì, sono io… -
Tutti si voltarono incuriositi verso Bossuet, che aveva risposto al cellulare con aria perplessa, ma soprattutto in Inglese.
Lo videro sbiancare e fissare lo sguardo nel vuoto.
- Tutto bene?- chiese Joly avvicinandosi, ma fu zittito da una mano del ragazzo che gli faceva segno di aspettare.
- No, scusi… Aspetti… Adesso? Cioè… Oggi? –
Gli altri imitarono Joly e si avvicinarono di qualche passo, sempre più curiosi.
Bossuet scosse la testa con espressione disperata.
- Ma certo, non si preoccupi. Ho l’aereo oggi pomeriggio, passo più tardi… Ma certo che ho intenzione di imbarcarle di nuovo! –
Silenzio, poi il giovane sospirò e si lasciò scivolare sulla valigia di Joly.
- Grazie. Arrivederci… Grazie… -
Riattaccò e si passò stancamente una mano sul volto.
- Cosa è successo? – domandò Cosette, preoccupata dallo sguardo disperato dell’amico.
Il viso del ragazzo si tese in un sorriso rassegnato e divertito allo stesso tempo, la tipica espressione di Bossuet.
- Provate a indovinare? – incominciò.
- Hanno ritrovato le mie valige! –
Salirono in macchina fra le risate, lasciandosi alle spalle l’agriturismo, Firenze e la loro vacanza.
Il viaggio in aereo fu decisamente più tranquillo della partenza: Marius si addormentò con la testa sulla spalla di Cosette, che si rassegnò ad ascoltare la musica del suo iPod fino all’atterraggio.
Enjolras, invece, trascorse le due ore di volo sporto in avanti a chiacchierare con Courf, Jehan e Taire, il quale ogni tanto si contorceva un po’ per riuscire a dare la mano al suo Apollo.
Raggiunsero la fermata di Châtelet quando il sole aveva già incominciato la sua lenta discesa verso l’orizzonte e bagnava i profili dei palazzi della sua morbida luce aranciata.
- Allora? Chi si ferma da me per una pizza? – domandò Courfeyrac con un grande sorriso dopo che si furono fermati di fronte alla grande cartina di Parigi esposta al di fuori di tutte le stazioni della metro.
Eponine fece spallucce e sospirò.
- Verrei volentieri, ma il Venerdì è giornata piena alla locanda, devo dare una mano a mia madre. E poi mi manca quel disgraziato di ‘Vroche… - spiegò con un sorriso affettuoso al pensiero del fratellino che aveva lasciato a Parigi per un mese.
- Ordinami una Margherita, accompagno Ponine a casa e sono da te! – accettò invece Combeferre.
Joly arrossì leggermente.
- Noi, ecco… - incominciò.
- Domani viene mio padre e la casa fa schifo… E’ meglio se per stasera passo, ma grazie comunque! –
- Dai, facciamo un’altra volta! – aggiunse Bossuet.
Courfeyrac sbuffò e si voltò da Marius e Cosette.
- Almeno voi due non mi darete buca! –
Proprio in quel momento il suono di un clacson li fece voltare di scatto.
Cosette sorrise imbarazzata e raccolse il suo gigantesco valigione rosa.
- Papà. Mi sa che stasera me ne starò un po’ a casa… - fece salutando tutti con un ampio gesto della mano e muovendosi assieme a Marius verso l’automobile.
Il ragazzo però non salì a bordo e ritornò dagli altri nonappena la macchina dei Fauchelevent fu scomparsa infondo alla strada.
- Dai, io vengo! – riuscì a dire prima che Courfeyrac gli gettasse le braccia al collo.
- Lo sapevo che su di te si può sempre contare! – poi si voltò verso Jehan, che arrossì in maniera imbarazzante.
- Tu ti fermi anche a dormire, perché lo dico io. – ordinò il Centro con un grande sorriso.
Il poeta non si azzardò a replicare e si voltò invece verso Enjolras e Grantaire.
- Voi che fate? –
Enjolras si grattò la testa un po’ in imbarazzo.
- Stasera sono un po’ stanco, e poi devo organizzare un po’ di cose per Settembre. Siamo stati via per un mese, chissà quante assemblee mi sono perso! – ma Grantaire lo interruppe.
- Apollo, sei stato in vacanza! Vedrai che ti metterai in pari con le assemblee! Non è niente di grave se ne hai saltate un paio!–
Il biondo incrociò le braccia al petto ed esibì un’espressione irritata.
- Ovviamente per te non è niente di grave, ma si da il caso che a me la Causa interessi! E poi mi avevi promesso che avresti lavorato ad un nuovo design per i nostri volantini! –
- Oh merda, se n’è ricordato! –
Gli Amis scoppiarono a ridere e scossero la testa, fra quei due non era cambiato poi molto…
Quando si incamminarono ognuno verso casa propria, o meglio, la maggior parte verso casa di Courfeyrac, erano già le sei e il sole era ormai adagiato sull’orizzonte.
Enjolras si alzò in piedi quando la voce registarata della metropolitana annunciò l’arrivo del convoglio alla fermata di Edgar Quinet. Scese dal treno discutendo animatamente con Grantaire, e sempre discutendo salì le scale e uscì in strada.
Solo  quando ebbe imboccato Rue d’Odessa si accorse di un piccolo particolare.
- Perché mi hai seguito fino a qui? – domandò a bruciapelo.
Grantaire scrollò le spalle e lasciò che il suo sguardo percorresse la sagoma scura della Tour Montparnasse.
- Passeggiare mi è sempre piaciuto, e da Châtelet a Montparnasse è lunga se si è da soli… -
Le labbra di Enjolras si curvarono in un sorriso strano.
- Da Montparnasse a Montmarte è ancora più lunga… -
Grantaire rispose al sorriso con un ghigno obliquo e seguì il biondo fino a un grande portone affacciato sul Boulevard.
- Ho forse bisogno di una scusa per accompagnarti a casa? –
Seguì un silenzio carico di pensieri mentre Enjolras raspava nelle tasche alla ricerca delle chiavi di casa.
Quella era la prima volta che l’artista lo accompagnava a casa. Anzi, ora che ci pensava Grantaire non era mai stato a casa sua…
Avrebbe dovuto invitarlo a salire? Come doveva comportarsi? Si sentì arrossire e si diede mentalmente dello stupido.
Dannazione, doveva dire qualcosa per spezzare quel silenzio imbarazzante!
Ancora una volta, però, Grantaire dimostrò di conoscerlo abbastanza da comprendere che era giunto il momento di venirgli in soccorso.
- Stai tranquillo, non c’è fretta… - sussurrò, le mani nelle tasche dei jeans.
- Come? – domandò Enjolras.
Il volto dell’artista fu attraversato dall’ennesimo sorriso affettuoso e quasi protettivo.
- Per te è la prima volta, giusto? Non voglio metterti fretta… -
Il ragazzo non seppe replicare e rimase con le chiavi infilate nella toppa e la bocca aperta di stupore.
- Non… non ti seguo bene, credo… - balbettò.
- E’ semplice, Apollo. Non voglio costringerti a bruciare le tappe, non voglio che la nostra relazione finisca per starti stretta… -
Alle parole “la nostra relazione” Enjolras arrossì ancora di più, da un lato spaventato da quella frase e dall’altro elettrizzato.
Iniziava a capire dove volesse andare a parare il ragazzo.
Grantaire si avvicinò a lui fino a che i loro nasi non si sfiorarono.
- Faremo le cose con calma, assaporeremo ogni momento… - bisbigliò contro le sue labbra.
Il biondo non riuscì a resistere e lo baciò timidamente, attirandolo a sé quando Grantaire approfondì il bacio.
- Con calma? – domandò poi il leader, il cuore impazzito nel petto.
Se non avessero fatto con calma sarebbe probabilmente morto d’infarto da lì a pochi giorni.
Grantaire scivolò fuori dal suo abbraccio titubante e gli voltò le spalle, scendendo i gradini che separavano il portone dalla strada deserta e incamminandosi lungo il marciapiede.
Si voltò solo un momento, per intrecciare un’ultima volta il suo sguardo a quello confuso del biondo.
- Un passo alla volta, Enjolras. Un passo alla volta… - e, con un sorriso che avrebbe illuminato la più cupa delle notti, se ne andò fischiettando.
Enjolras rimase immobile a guardarlo, assaporando quelle parole così semplici che avevano dimostrato ancora una volta quanto Grantaire lo conoscesse nel profondo.
Sorrise e si infilò nel portone, chiudendosi alle spalle una Parigi che l’avrebbe visto nuovo, rinato, libero, una Parigi che avrebbe saputo accogliere quel nuovo Enjolras che stava finalmente imparando ad amare.
Il tutto senza fretta, dolcemente.
Un passo alla volta.














 
Note:

Buonasera a tutti, cari lettori.
Questa volta abbiamo finito davvero, la nostra storia è veramente giunta a un termine.
Un cerchio si è appena chiuso: la nostra storia inizia all’alba e finisce al tramonto di una qualsiasi giornata di Agosto a Parigi dove, dopotutto, i nostri eroi sono un qualsiasi gruppo di amici.
La vacanza è finita, la bandiera è di nuovo piegata in valigia, Bossuet ha avuto indietro i suoi bagagli smarriti, Jean Valjean è passato a prendere Cosette in macchina e ognuno è tornato alle proprie occupazioni.
Cos’è cambiato, dunque, dal Capitolo 1?
Nulla. Nulla e tutto.
Chi avrebbe immaginato, all’inizio di Agosto, che questa improvvisata vacanza in Italia avrebbe avuto risvolti così epocali nelle relazioni fra gli Amis de l’ABC? Eppure, nonostante tutte le avventure e disavventure che i nostri adorati personaggi hanno dovuto affrontare, nulla è cambiato in fattore Amicizia. Anzi, se possibile, quello che a parer mio è il sentimento più bello del mondo, si è rafforzato ancor di più fra questi squinternati.
E adesso?
Cosa succederà adesso che l’estate è finita, che si torna all’Univesità, al lavoro, alla vita di tutti i giorni?
Come reagirà il caro Valjean alla notizia che Marius Pontmercy vuole sposare la sua piccola Cosette?
E Gavroche riuscirà a tenere la lingua fra i denti quando scoprirà degli sviluppi dell’amicizia fra sua sorella e Combeferre?
Avremo l’occasione di sentire altre storie di Courfeyrac? E la sua bizzarra sorella frà mai una comparsa ufficiale?
La sfiga di Bossuet continuerà a perseguitarlo?
Come si evolverà la relazione fra Enjolras e Grantaire?
E ancora, come si sono conosciuti gli Amis de l’ABC? Che facevano nella vita prima di riunirsi ogni giorno al Musain? Come è nata l’idea di fondare questa strana ed eterogenea associazione di psicopatici?
Che fine hanno fatto Feuilly e Bahorel?
Se tutti questi interrogativi hanno varcato la soglia della vostra coscienza almeno una volta… beh, restate collegati, perché abbiamo ancora moltissime cose da dire su questo gruppo di giovani testoline! <3
Nella speranza che questa storia sia riuscita a ritagliarsi un posticino nel vostro cuore vi ringraziamo ancora una volta, e vi diamo appuntamento alla prossima folle produzione di Do_Not_Touch_My_Patria.
Piccolo spoiler?
Si chiama “Step by Step”, sarà un’ e/R e dovrebbe arrivare fra una o due settimane. :D
Grazie ancora, ci avete davvero reso due ragazze felici.
Alla prossima! <3
 
Au revoir et Vive la France!
 
Ame&Koori
Do_Not_Touch_My_Patria


 
  
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