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Autore: Purple Deep    06/11/2013    2 recensioni
Spin-off della long "A chinese tale", può essere letta anche singolarmente.
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Si scostò una ciocca dei lisci capelli scarlatti dagli occhi, lasciandoli ricadere morbidamente sulla schiena. La giovane donna stava tranquillamente seduta su una sedia in legno, lì, all'ingresso del Fengdu[1].
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[Gerard/Erza]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere-Importante:
La storia si rifà all'antica credenza cinese secondo la quale, dopo aver pagato per le tue colpe nell'Inferno, venivi accolto da Men Po, anziana signora, che i offriva un tè. Quel tè era il suo famoso tè dell'oblio, che ti faceva dimenticare tutto della tua vita precedente e di ciò che avevi vissuto all'Inferno. Dopodichè, si rinasceva, creando una nuova vita.
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Il pianto di uno sguardo.
 
Si scostò una ciocca dei lisci capelli scarlatti dagli occhi, lasciandoli ricadere morbidamente sulla schiena. La giovane donna stava tranquillamente seduta su una sedia in legno, lì, all'ingresso del Fengdu[1]. Le palpebre stavano per chiudersi sugli occhi scuri, nel preambolo di quello che sarebbe stato un sonno profondo senza sogni, quando un rumore la sorprese. Un lieve sospirò scivolò dalla labbra schiuse, le palpebre si rialzarono. Tra l'erba che circondava la piccola dimora, un uomo la stava osservando incuriosito. Senza dire una parola, lei si limitò ad alzarsi con estrema calma, e si chinò sull'erba, iniziando a coglierne dei fili. 
L'uomo la guardò a lungo, per poi rivolgerle la parola.
 
-Chi sei? Dove mi trovo?-
 
Lei si voltò lentamente verso di lui, notando, ora che era più vicino, il volto dai tratti virili e i capelli d'una sfumatura di nero tanto strana che parevano quasi blu. Quello che sembrava un tatuaggio gli passava vicino ad uno dei due occhi, lasciandogli un segno indelebile sul viso.
 
-Mi chiamo Meng Po,e sei nel Fengdu.-
 
Rispose semplicemente, con una tranquillità disarmante, che la caraterizzava.
Da ormai troppo tempo era confinata lì, era abituata a questo genere di domande. In fondo, dopo di essere stata per anni al Diyu[2], quale persona non avrebbe trovato impossibile trovarsi improvvisamente libera dalle dolorose torture?
 
-E' il momento per te di andartene da questo luogo.-
 
Concluse lei, rialzandosi e andando a prendere dell'acqua calda da un tavolo vicino alla sedia. 
 
-Entra pure.-
 
Confuso, il giovane la seguì all'interno della piccola pagoda. Lei gli lanciò uno sguardo quasi divertito. L'unica soddisfazione che trovava nel dover rimanere lì era il vedere i volti degli uomini quando li informava della buona nuova. Ne collezionava le reazioni, le espressioni, i sorrisi. E non ne dimenticava uno. 
 
-Viva qua da sola?-
 
Mentre lo invitava a sedersi a tavola ed iniziava a preparare il tè, la domanda del ragazzo la sorprese non poco. Si girò verso di lui, facendo ondeggiare la chioma rosseggiante. 
 
-E' questa la prima domanda che mi vuoi fare?-
 
Nessuno prima di quel momento le aveva mai chiesto nulla di lei: gli uomini sono egocentrici, si sà, si limitavano a festeggiare, qualche volta a piangere dalla gioia. 
 
-Sì.-
 
Non riuscì a nascondere il rossore che le tinse le guance dopo la risposta secca dell'altro, ma provò a far finta di nulla, lasciando che una ciocca dei suoi capelli le
nascondesse un occhio.
Il ragazzo si avvicinò, e con fare sicuro scostò la ciocca di capelli. Meng avvampò, per poi voltarsi verso la teiera, dove ormai l'acqua stava bollendo. Lui si lasciò sfuggire una risatina.
 
-Sì, vivo da sola.-
 
Affermò lei, mentre serviva il tè in una piccola tazza di ceramica, decorata da fiori rossi, che le davano un aspetto tanto delicato quanto elegante. 
 
-Ma non senti la mancanza di qualcuno che ti faccia compagnia?-
 
Lei abbassò lo sguardo sulla bevanda, vedendo il proprio riflesso in essa, il riflesso dei suoi occhi normalmente gelidi che ora invece mostravano fin troppo di ciò che stava pensando. Doveva semplicemente portare a termine il suo compito, non poteva lasciarsi andare a sentimentalismi. Senza di lei, cosa sarebbe accaduto al mondo? Aggrottò le sopracciglia, l'espressione tornò neutra, e rivolse il suo sguardo di nuovo verso il ragazzo.
 
-Non ne sento il bisogno.-
 
Allungò il braccio, porgendo con la mano lievemente tremante la tazza all'altro. Era stata stupida ad innervosirsi in quel modo per uno sconosciuto.
Lui la guardò negli occhi, trafiggendola con lo sguardo. Lei ricambiò lo sguardo, e lesse in quegli occhi umidi la consapevolezza di una nuova vita, sì, ma perdendo la precedente. Lesse un'indescrivibile malinconia, la voglia di rimanere legato al proprio passato. Ed ebbe la sensazione che stesse per piangere, che sarebbe esploso da un momento all'altro.
Invece, sorrise tristemente, il giovane uomo, per poi bere tutto d'un fiato il tè, scavandosi la buca da solo. Con l'ultimo respiro che gli rimaneva, esalò una frase, appena udibile.
-Sei la prima cosa bella dopo tanto tempo passato confinato nel Diyu, e l'ultima che ho potuto osservare durante questa vita. Non ti dimenticherò mai, ricordatelo.-
E, prima che Meng avesse il tempo di rispondere, scomparve. 
Ed il silenzio tornò a regnare, se non per un pianto soffocato, che tentava inutilmente ad essere celato.
 
 
 
[1]=Nono girone dell'inferno cinese, detto Diyu.
[2]=Inferno cinese, simile all'inferno dantesco, dove esiste una legge somigliante a quella del contrapasso: ogni persona viene punita in conseguenza a ciò che ha atto in vita.
 
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Note dell'autrice/Yay!/:
Bene, so che dovrei concentrarmi a scrivere della storia principale, ma ci tenevo troppo a scrivere questa cosuccia! 
E poi dovete essere grati: non scrivo spesso Gerard/Erza, questa è l'eccezione che conferma la regola! u.u
Detto questo, lascio il mio profilo ask, e fuggo. 
Adieu! /Spero di averlo scritto bene/

Ask
#Matt
 
 
   
 
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