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Autore: Good Old Charlie Brown    06/11/2013    2 recensioni
Una storia dedicata ad un gruppo di personaggi originali. Spero vi piaccia.
Charles, Hac e Gwen sono tre amici che hanno frequentato Hogwarts insieme. La nuova Guerra Magica li porterà ad affrontare i loro limiti e le loro paure.
Corretti i primi capitoli.
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La Nobile Famiglia Balsamo

Capitolo 6

La nobile casata Balsamo.


    Ancora fermo all’ingresso il piccolo Elfo Domestico fissava i Riddle e Gwen; i suoi grossi occhi, simili a palle da ping-pong, erano colmi di incertezza e del timore reverenziale verso i Maghi che pareva innato nella sua specie. Dopo qualche secondo, disse:
    «Prego, signori… Pillo… Pillo cercare signorino Balsamo. Dove trovarsi signorino Balsamo?».
    Parlava in un inglese davvero molto incerto – persino per un Elfo Domestico – e per di più con uno strano accento, ma riusciva comunque a farsi capire.  
    «Ehm… mi dispiace Pil..Pillo.. – balbettò incerto Uther, mentre Endora lo raggiungeva e Hac e Gwen si scambiavano uno sguardo incerto – qui non c’è nessun Balsamo… questa è casa Riddle Io sono Uther Riddle, mia moglie Endora e mio figlio Hackluit con la sua amica Gwen..».
    Il povero Elfo divenne ancora più insicuro e spaurito, fissò lo sguardo su ciascuno dei membri della famiglia poi disse nuovamente
    «Prego, Signore… di scusare. Pillo mandato a cercare signorino Balsamo da Padron Julius. Padron Julius certo che trovarsi qui. Padroncino Balsamo suo nipote. Carlo Giuseppe… Pillo non potere tornare senza una risposta… Prego..». Finalmente questa litania fu interrotta, nientemeno che da Charles in persona.
    «Ciao Pillo! Che piacere vederti qui! Non me lo aspettavo!»  
    «CHARLES! Ma cosa diavolo fai? Devi restare nascosto! Sei in pericolo!»
    «Va tutto bene, signora Riddle! – rispose Charles – conosco bene questo Elfo e… beh… il “Padroncino Balsamo” di cui va parlando da cinque minuti sono io».
    «Credevo che glielo avessi già detto Hac!». Aggiunse rivolgendosi all’amico
    «Ma se sei stato tu a chiedermi di mantenere il tuo segreto! “Per adesso non ditelo a nessuno, per favore! Voglio che resti un segreto!” sono parole tue santo Merlino! Ti sei raccomandato tanto (e non ho mai capito il perché) e adesso ti lamenti che non ho detto nulla ai miei? Prima mi chiedi di non fare una cosa e poi mi sgridi per non averla fatta? Io…».
    «Sì! D’ACCORDO!» lo interruppe Charles «Ma io intendevo ai nostri compagni di scuola! Potevi dirlo ai tuoi genitori! Specialmente ora!»,
    «Beh, potevi essere più chiaro sai?» ribatté acidamente Hac.
    «Va bene! Va bene! Ma credevo che fosse ovvio! Sono i tuoi genitori!».
    «Beh! Non lo era! Non è vero Gwen?».
    «Non mettermi in mezzo Hac! – rispose lei – comunque… io ai miei l’ho detto».
    «Visto? Cosa ti dicevo?»
    «Visto cosa? È una donna, è ovvio che non sappia mantenere i segreti».
    «HACKLUIT GAWAIN RIDDLE! Osa ripetere una cosa così maschilista e di rifilo uno schiantesimo là dove non batte il sole».
    «Oh andiamo, Gwen! – replicò Hac senza nemmeno preoccuparsi di non farsi sentire da sua madre – lo sanno tutti che le donne fanno pena a mantenere i segreti! Giusto Jack?».
    «Che c’entro io adesso? E smettila di chiamarmi Jack! Non lo sopporto!».
    «La verità è che voi due siete dei maledetti maschilisti» gridò arrabbiata Gwen.
    «Non prendertela così Ti chiamo Jack perché mi piace di più e ti voglio bene».
    «Ma che c’entro io Gwen?! – protestò Charles con la ragazza – non ho detto NULLA contro le donne!»
    «Oh non fare il santarellino Jack! Voi due fate sempre comunella. Fingete qualche contrastom ma siete sempre d’accordo! Non lo dici apertamente, sì, ma la pensi come lui!»
    «Non cominciare a chiamarmi anche tu JACK!».
    «Oh, suvvia Gwen! Era una semplice battuta! Stavo solo scherzando!» ribatté seccamente Hac, tentando di riportare la calma. Ma non erano esattamente le parole adatte a questo scopo.
    «Beh,  era una battuta stupida! Dovresti imparare a fare scherzi più intelligenti! Anzi dovresti smetterla proprio di fare battute! Che tanto non fai ridere! Idiota!».
    «Ehm…ragazzi, per favore! Potreste spiegare anche a noi cosa sta succedendo?» tentò timidamente di intervenire Uther cercando di porre fine a     quell’improvvisa lite. Fu tutto inutile. I tre, non lo udirono o lo ignorarono e continuarono a discutere con ancora più violenza. L’Elfo, intanto continuava a rimanere sulla soglia, pigolando ogni tanto «Signorino Balsamo» e qualche altra parola in una lingua straniera
    «E POI IO NON HO DETTO NIENTE DI MALE!» protestò nuovamente Charles rivolto a Gwen «Non te la puoi prendere con me se fidanzato fa sciocche battute sessiste proprio quando hai le tue cose!».
    «EHI! Credevo fossi dalla mia parte, Jack!»
    «LE MIE COSE? CHARLES VAN PELT! Cosa centrano adesso “le mie cose”? E poi non saresti un maschilista».
    «Lo sarei, Hac, se tu iniziassi a chiamarmi con il MIO VERO NOME! CHARLES! Possibile che ti sia tanto difficile? Dovresti avere abbastanza cervello almeno per questo!».
    «Dai ragazzi, non litigate così». Provò nuovamente a mediare Uther, ormai praticamente disperato di fronte all’assurda discussione nata tra i tre amici Aenche questo tentativo, tuttavia, finì nel nulla. A dire il vero non capiva nemmeno bene di che cosa discutessero: ciascuno parlava sopra all’altro, litigando per almeno tre motivi differenti, nessuno dei quali sensato.
    «Oh Santo cielo ancora con questa storia!»
    «Sì, ancora con questa storia! Quante volte ti ho detto di chiamarmi con il mio nome?».
    «Oh, andiamo! Lo so che ti piace che io ti chiani Jack!».
    «Certo come “sapevi” di dover nascondere le mie origini ai tuoi!».,
    «E tu potevi avere il cervello di dire chiaramente a chi potevo svelare il tuo stupido segreto!».
    «E tu avresti potuto chiedermelo! Gwen lo ha fatto!»
    «MI HAI FATTO FARE LA FIGURA DELLO STUPIDO!».
    «NON HAI MAI AVUTO BISOGNO DEL MIO AIUTO PER QUELLO».
    «STO ANCORA ASPETTANDO LE VOSTRE SCUSE!». Intervenne Gwen, come sentendo il dovere di rientrare nel litigio dei due.
    «NON HO DETTO NIENTE DI MALE» gridarono Hac e Charles più o meno contemporaneamente.
    «NIENTE DI MALE? MI AVETE OFFESA!» ribattè lei piccata,
    «SILENCIO!»  Intervenne finalmente Uther, levando la bacchetta e lanciando un incantesimo tacitante sui tre che, finalmente, trovandosi senza parole – anzi proprio senza voce, gli diedero retta interrompendo il loro assurdo alterco.
    «Grande Merlino Ragazzi! Ma cosa diavolo vi è preso? Vi rendete conto che avete passato gli ultimi dieci minuti litigando senza una sola ragione sensata? Ora per favore cercate di calmarvi, di fare la pace e di spiegarmi con calma cosa sta succedendo!».
    I tre amici, fortunatamente ancora ammutoliti dall’incantesimo, si guardarono in cagnesco ancora per qualche istante. Ma l’interruzione del padre di Hac, unita all’impossibilità di parlare, aveva come tolto il carburante che alimentava il loro litigio. Le loro espressioni si rilassarono ed i tre – ancora senza poter parlare – suggellarono la pace con una tripla stretta di mano. Solo a questo punto Uther si sentì abbastanza sicuro da rimuovere l’incantesimo silenziatoire.
    I tre amici provavano un senso di vergogna e di inquietudine per quella lite scoppiata improvvisamente: ripensandoci dall’esterno poteva sembrare persino buffa tanto erano assurde ed insensate le ragioni per le quali era scoppiate la lite. Ma durante il litigio si erano stati terribilmente seri. Anzi, ciascuno di loro aveva la sensazione che, se non fossero stati interrotti, il loro bisticcio sarebbe potuto degenerare in qualcosa di peggio. Avrebbero potuto volare offese o accuse delle quali si sarebbero pentiti; sarebbe scoppiato persino un duello, forse.
    Fu Charles, sebbene un po’ imbarazzato, a rompere il silenzio: «Scusa Hac! Avrei dovuto dirti che potevi parlare liberamente ai tuoi. E Gwen… mi dispiace per quell’osservazione sulle “tue cose”».
    «Beh. Forse avrei almeno potuto chiedertelo, Jack…ehm…Charles. È più forte di me! Scusa! E… Gwen… dovrei stare più attento con le mie battute. A volte non capisco quando è il momento sbagliato».
    «Ed io, avrei potuto essere meno permalosa» Intervenne Gwen.
    «Il punto è che mi sento terribilmente teso. Questa maledetta storia mi sta facendo diventare troppo nervoso! Odio restare chiuso in casa!». Intervenne nuovamente Charlie, sentendo l’urgenza di spiegarsi, dopo un altro breve istante di silenzio.
    «Lo siamo tutti, Charlie. Tu ne hai più motivo di noi, ma anche io e Hac siamo preoccupatissimi per te. Questa cosa ci sta facendo saltare i nervi. Ma dobbiamo restare uniti! Se litighiamo tra noi, abbiamo già perso!».
    Sorrisero, finalmente  ed un triplo abbraccio suggellò così la pace e l’amicizia ritrovata: in quel calore ogni tensione scomparve: erano amici, il loro legame aveva superato la differenza e l’ostilità tra le loro case, i pregiudizi dei compagni e molto altro: avrebbero superato anche questa crisi e ne sarebbero usciti più forti.  
    «Scusate!». Li interruppe dopo un poco Uther «Mi dispiace interrompere la vostra riappacificazione ma… avreste, per favore, la compiacenza di spiegare anche noi perché questo Elfo Domestico conosce Charles?».

    Charlie si sentiva un poco in imbarazzo sotto lo sguardo interrogativo, anche se benevolo, dei signori Riddle. Sedevano tutti a tavola, Charles ad un capo con accanto a lui Gwen e Hac, all’altro capo sedevano Uther ed Endora; tra loro stava anche Pillo. L’Elfo Domestico aveva protestato a lungo, come se la prospettiva di sedere a tavola con una famiglia di maghi, quasi da pari a pari, forse una sorta di bestemmia. Aveva ceduto solo ad uno stizzito ordine di Charlie, ma continuava a guardarsi intorno terrorizzato.
    «Ecco ehm…» esordì nervosamente Charles. «È una storia un po’ complessa da spiegare… non so come iniziare e…»
    «Forse potremmo farti qualche domanda. Potrebbe metterti più a tuo agio». Intervenne gentilmente la signora Riddle.
    «Mi sembra una buona idea». Disse Gwen poggiando una mano sulla spalla dell’amico che annuì.
    «Molto bene – cominciò Uther Riddle in tono accomodante – cominciamo dalla questione principale. Perché questo Elfo… Pillo, giusto?...  Perché ti ha chiamato “signorino Balsamo”?».
    «Balsamo è il cognome di mia madre: Giovanna Balsamo. Suo padre, mio nonno, Carlo Balsamo era un Magonò. Apparteneva ad una famiglia davvero molto antica, ricca e potente. Suo padre, Costantino Balsamo, era l’alleato di Grindelwald nel paese. La sua situazione non era facile. Lasciò l’Italia poco dopo il suo matrimonio per trasferirsi qui e non ebbe mai più alcun contatto con il mondo magico. Pillo è l’Elfo Domestico del fratello di mio nonno, il mio prozio Julius».
    «Quindi tu non saresti propriamente un Nato Babbano. Più un Mezzosangue».
    «Considerato che il mio primo ascendente magico è il mio bisnonno, non credo che ci sia tutta questa differenza». Rispose amaramente Charles.
    «Certo, scusa hai ragione» disse Endora un poco mortificata.
    «Non importa, signora Endora… e comunque, Nato Babbano o meno, ora sono soprattutto un assassino ricercato».
    «Andrà tutto bene Charlie, non temere». Intervenne Hac. Charles gli rivolse un sorriso grato.
    «E tutto questo lo hai scoperto… quando?»
    «Solo al  mio terzo anno. Non so bene come i miei parenti abbiano scoperto di avere un discendente segreto. Forse è stato mio nonno a dirlo o forse mi tenevano d’occhio… fatto sta che ho ricevuto questa strana lettera in cui il mio prozio mi spiegava tutto e mi chiedeva di incontrarlo. Sapete, era il periodo in cui a scuola c’erano tutte quelle aggressioni ai Nati Babbani. Passai alcune settimane in Italia l’estate successiva, per conoscere quel ramo della mia famiglia».
    «D’acccordo, ma… come mai tenerlo nascosto? Non è certo una cosa di cui vergognarsi!».
    «Non saprei dirvelo bene. Penso che di fronte a tutto quel disprezzo che sentivo verso i cosidetti “Sanguesporco”, volevo affermare il mio orgoglio per i miei genitori: tutto questo si è solo rafforzato con il ritorno di Voi-Sapete-Chi e tutto il resto. Poi i rapporti con i Balsamo si allentarono: io volevo continuare a frequentare Hogwarts mentre loro pretendevano che mi trasferissi alla Scuola Italiana. Non li sentivo da più di un anno, ormai. Non mi sarei mai aspettato che avrebbero mandato qui Pillo».
    Gli occhi di tutti si rivolsero finalmente all’Elfo Domestico che, sentendosi ancora una volta al centro dell’attenzione tornò guardarsi intorno, incerto o tremante. Fissava soprattutto Charles ed era evidente che attendeva ordini da lui.
    Fu di nuovo Uther, tuttavia, a prendere la parola. «Molto bene. Penso di aver capito a sufficienza, per ora. Adesso veniamo alla questione fondamentale. Perché questo Elfo è venuto qui? E come ha fatto a trovarti?».
    «Rispondi alla domanda del signor Riddle Pillo. Per favore».
    «Padron Julius mandato Pillo a cercare padroncino…lui vuole parlare con padroncino…Pillo pensa che padrone volere padroncino a casa». Balbettò l’Elfo sempre in quell’inglese incerto e con un forte accento.
    «D’accordo – lo interruppe Hac – ma come hai fatto a trovarci?».
L’Elfo sembrò non capire il punto. «Padron Julius avere ordinato. Lui sicuro che padroncino trovarsi in casa di amici…»
    «Sì, ma come hai fatto a superare le protezioni?».
Pillo fissò Hac con sguardo vacuo poi ripetè «Padron Julius avere ordinato. Pillo deve ubbidire».
    «La magia degli Elfi Domestici ubbidisce a regole proprie. – spiegò finalmente Charles – Se hanno un ordine diretto possono fare cose per noi impossibili. Non ci ho pensato quando abbiamo imposto le protezioni. D’altra parte non saprei nemmeno come avrei potuto impedirlo».
    «Pensi che potremmo essere in pericolo?».
    «Per i Mangiamorte dici? Credo di no. La gente come loro non presta molta attenzione ad esseri che considera poco più che animali o strumenti parlanti».
    «Pillo avere lettera da parte di Padron Julius!». Intervenne finalmente l’Elfo tirando fuori una busta dalla sua veste.
    «Cosa? Perché non lo hai detto subito? Su! Dammela!». Disse Charles concitato.
    «Pillo stava per dire, ma amico del padroncino interrompere». Rispose l’Elfo. Poi, come ripensadoci «PILLO CATTIVO!». Strillò sbattendo la testa contro il grosso tavolo in quercia.
    «Santo Cielo! Smettila di punirti!» gridò Charles sconvolto dalla reazione. «Scusa, non volevo gridare così. Non hai fatto nulla di male. Non punirti più senza il mio permesso».
    L’Elfo si interruppe immediatamente. Poi sbatté un’ultima volta la testa sul tavolo.
    «Pillo doveva punirsi per essersi punito senza permesso, signore». Esclamò di fronte all’espressione sbalordita di Charles. Questi preferì non dire altro. Gli Elfi erano una razza davvero troppo strana. Presa imano la busta. Conosceva bene la figura incisa nel sigillo di caralacca;  il blasone della famiglia Balsamo: un serpente, o un drago che si morde la cosa. Aprì la busta prese la lettera e la lesse davanti a tutti.
   
    Caro Carlo

                        Spero che il mio Elfo sia riuscito a trovarti e a consegnarti questa lettera: sembra che ti sia protetto in modo efficace. Sono molto fiero della tua abilità, stai rendendo onore ai tuoi antenati.
Ora, so che l’ultima volta non ci siamo lasciati sotto i migliori auspici: capisco che  probabilmente in quel momento la mia proposta era fuori luogo, che volevi concludere gli studi nel tuo paese natale, con i tuoi amici. Sono stato forse troppo brusco con te. E me ne dispiaccio.
Adesso però la situazione è radicalmente cambiata. Ho seguito con grande interesse gli eventi inglesi, ma devo dire di non aver mai immaginato che tutto potesse precipitare tanto rapidamente. Dopo la caduta del Ministero avere informazioni è stato ancora più difficile: il paese è pressoché chiuso con l’esterno. Tuttavia sono venuto a sapere dell’accusa che ti hanno rivolto. Sono certo che si tratta di una montatura e che sapresti giustificarti in un processo giusto. Ma un equo giudizio è proprio quello che non puoi sperare di ottenere dal vostro attuale governo.
Per questa ragione torno a proporti di trasferirti qu in Italia. Sono certo che comprendi bene che questa è la decisione migliore che tu possa prendere. Vorrei comunque parlare con te di persona per stabilire un piano dettagliato e decidere su alcuni particolari di una certa importanza.
Mi piocerebbe inoltre ringraziare i tuoi amici e la famiglia che ti ha ospitato per averti protetto e aiutato in questa situazione tanto difficile.
Se intendi accettare la mia proposta, scrivi due parole in calce a questa mia. Non limitarti a dirlo direttamente dall’Elfo: Pillo parla pochissimo inglese e ad ogni modo non è il caso di affidare oralmente  ad un Elfo un messaggio tanto importante.
Attendo la tua risposta
Julius Apuleio Balsamo.

    Non appena finì di leggere, Charles gettò la lettera sul tavolo, come per metterla a disposizione di tutti, poi sedette per riflettere. Vero, tra lui e il suo prozio non correvano ottimi rapporti. Ma la proposta era buona; persino troppo buona: accettarla avrebbe significato la salvezza per sé e la fine di una situazione fin troppo pericolosa per i suoi amici. Eppure gli dispiaceva scappare, lasciare il suo paese, il luogo in cui era cresciuto. Restando in Inghilterra, forse, avrebbe potuto lottare contro Voldemort, o almeno resistere: certamente Hac e Gwen non avrebbero chinato il capo senza opporre resistenza. Partire per andare al sicuro sarebbe stato come abbandonarli. D’altra parte lui era una fonte di pericolo immediato per tutti loro. Si sentiva incerto e insicuro come non mai, stretto tra due fuochi. Come inconsciamente cercò lo sguardo dei suoi due amici seduti accanto a lui.

    «Senti, Charlie… Questa è una grande occasione per te. Ma non voglio che sappia che noi siamo contenti di aiutarti e proteggerti. Non devi scegliere di partire solo per non metterci in pericolo». Gli disse Hac, cogliendo al volo l’implicita richiesta di consiglio. Conosceva bene il suo amico e intuiva i suoi pensieri. Da parte sua avrebbe forse preferito che rimanesse: se fosse partito avrebbe potuto non vederlo più.
Charles sorrise. Hac lo aveva chiamato con il suo vero nome. Lo faceva solo nelle occasioni importanti: quando le cose si facevano serie. Gwen non disse nulla, ma il calore della sua mano che stringeva la sua e il suo sorriso, valevano più di un lungo discorso.
        «Hac ha parlato anche per noi, Charles» intervenne Uther. «Ma la decisione spetta solo a te. Cosa farai?»
    «Penso che almeno sia il caso di parlare con il mio prozio. Non sono convinto che mi abbia detto tutto. In seguito deciderò».
    Prese la lettera e vergò poche parole proprio sotto la firma

Molto bene. Trova il modo per incontrarci. Charles.

Consegnò la lettera a Pillo, ordinando gli di portarla al suo padrone. Quando l’Elfo Domestico svanì con un debole POP si era ormai fatto buio e andarono tutti a riposare, pensando con trepidazione ed un vago timore a cosa il futuro avrebbe portato loro.

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Ehm.... Alllora... Sono un filino scomparso con questa storia non è vero?
Davvero scusatemi tanto, ma non è sempre facile per me trovare l'ispirazione. E ci sono TANTE cose da fare... Comunque ora sono arrivato. Come potete immaginare ci sarà almeno un altro capitolo. Volevo finire con questo ma c'erano troppe cose da dire - più di quante pensassi - e volevo rendere l'attesa il più breve possibile. Inoltre voglio dedicare un capitolo apposta all'incontro-scontro tra Charles e Julius.
A proposito: vi aspettavate questo colpo di scena? Che ne pensate? Ditemi la vostra.
Per quanto riguarda i Balsamo, comunque, c'è anche un'altra storia che potete vedere QUI. Incontrerete il Bisnonno di Charles ed un giovane (e un po' migliore forse) Julius.

Ora passiamo ad un po di cose divertenti.
QUI il Blasone di famiglia dei Balsamo L'ho realizzato con un sito online e un po' modificato con il Paint. Ma dovrebbe essere un po' diverso. Il motto "Est in fine principium novum" (In ogni fine c'è un nuovo inizio) dovrebbe essere nella banda. Il serpente dovrebbe essere più simile ad un dragone e dovrebbe essere d'oro. Purtroppo sono una chiavica con i disegni. Se qualcuno sapesse darmi una mano gli sarei molto molto grato. Altrimenti va bene così.
QUI invece Un Albero Genealogico della famiglia Balsamo (comprensivo di Charles!) tanto per farvi capire l'intreccio delleti parentele. Se porterò avanti la storia che vi ho linkato prima qualcuno di questi dovrebbe comparire. Visto che l'ho dovuto caricare sul gruppo facebook qualcuno potrebbe non vederlo. Nel caso siate curiosi fate richiesta QUI
Metterò anche qualche nota di spiegazione nel gruppo. Le note a questo capitolo sono già abbastanza lunghe. 
Grazie della vostra attenzione. Vi voglio bene.
Recensite se potete
Tutto il resto è vanità.
e
   
 
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