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Autore: zoey_gwen    06/11/2013    6 recensioni
Questa storia, parla della vita di Zoey, Mike, e i bambini due anni dopo il parto. Tutto va bene, tranne per qualche piccolo intoppo causato dalle eccentriche personalità di Mike, e da Ann marie, come Zoey riuscirà a supportarlo?
Leggete e scoprirete, pucciosissimissimissimissimi lettori^^
Ah, non ce l'HTML: quindi se non volete non leggete, non voglio che nei commenti me lo facciate notare però^^
P.s questa storia è per Rocker_love e Kirlia, due amanti della Zoke e delle storie!
Un bacio, vi lascio^^
Gwen di zoey_gwen
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne Maria, Mike, Svetlana, Vito, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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-Torna qua, pestifera!- ordinai a mia figlia. La diretta interessata sbuffò, poi si sedette a tavola. -Perchè Didì può non venire a vedere l'asilo?- chiese Viola, e io le infilai il maglione rosso -Didì ha la febbre, e lo controlla tuo padre, e poi tu ci vieni e basta!- tagliai corto, e Viola abbassò lo sguardo. Dovevamo andare a vedere l'asilo, perché il prossimo anno lei e suo fratello, non che mio figlio Diamond, l'avrebbero frequentato. -posso prendermi almeno Mr. Banana?- chiese ancora lei, e io dissi di sì. Mr. Banana non era niente altro che un orsacchiotto sgualcito con un fiocco giallo tutto sbiadito, ma era anche il peluche preferito della mia bambina. -Ciao Mike! Ciao Didì!- salutai, e come risposta mi arrivò un -Ciao amore!- di Mike e un -Ciao mamma!- di Diamond. Uscii di casa, e Zampa, il nostro Labrador, ci investì in pieno -Zampa! Vieni qui, bello!- chiamò mia figlia, e lui le saltò in braccio. -Viola, vieni- dissi, e lei arrivò. Salimmo in macchina, e poco dopo arrivammo ad un edificio di mattoni. Viola era tutta spaventata, e stringeva Mr. Banana con tutta la sua forza. -Buongiorno, signora- salutai una signora sulla cinquantina, che mi sorrise. Poi guardò Viola, che per tutta risposta affondò il suo viso nella pancia dell'orsacchiotto. -Lei è mia figlia, Viola, ed il prossimo anno vorrei iscriverla a questo asilo. Ci sarà anche suo fratello, Diamond, che sarei interessato ad iscriverlo anche lui- spiegai, e lei annuì. Poi iniziò con un discorso lungo e noioso, sulla loro base dell'educazione, sui giochi proposti e su come si svolgevano il pranzo, la dormita pomeridiana e le gite. Dopo un'ora circa, salutai la signora e ritornammo a casa, dove non sapevo quello che stava succedendo. Quando entrai, vidi Mike e Ann marie, abbracciati. Restai spiazzata, e cacciai Ann marie. -devi spiegarmi un bel po' di cose- dissi, e lui mi prese la mano -Zoey, io non amo Ann marie, lo sai... Io amo te, quando ti ho sposato te l'ho detto chiaramente- mi spiegò lui, e io lo abbracciai. Dopo un po' di giorni, mi resi conto che non riuscivo a sopportare quella situazione. Svetlana si manifestò a pranzo ballando il tip tap, Vito ogni volta che Mike era a petto nudo, Manitoba ogni Santa volta che facevamo giardinaggio e c'era da scavare la terra, e Chester ogni sera. I bambini non si accorgevano di nulla, o meglio, la situazione li faceva divertire. Scoppiai a piangere, in camera, e Mike entrò. -Posso?- chiese, e io annuii. Lui mi prese il mento tra le mani, e mi guardò negli occhi gonfi di lacrime. -Zoey, io no riesco a controllare le mie personalità. Loro escono, a mia insaputa o scelta, e prendono il controllo di me. Vito è arrogante e prepotente, e quel che è peggio è che è innamorato di Ann marie, Svetlana è una pazza fissata con il ballo, Manitoba è un maniaco dello scavo, Chester, be, tutti sappiamo come è, e Mal è crudele e spietato. Ma fanno parte di ME. Loro sono me, loro sono qualcosa di mio, che tu hai accettato quando ci siamo sposati, quando abbiamo pronunciato sì, quando ci siamo scambiati gli anelli con mano tremante, quando abbiamo deciso di unirci per la vita. Io ti amo, Zoey, ma non posso fare nulla, se tu non sopporti loro, non sopporti me- disse,e si alzò. Mentre stava per andarsene, lo fermai -Mike, aspetta. Io ti amo, e non vorrei mai perderti. Perdonami, amore.- dissi, e lo abbracciai. Quando scesi per il pranzo, sorrisi: ero pronta a vedere Svetlana che ballava il tip tap.
  
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