Finn
parla nel
sonno
Gli
era sembrato di sentirlo parlare nel sonno.
Si
era rigirato tra le coperte, dischiudendo piano gli occhi e cercando di
vedere
nell’oscurità, ma quando si era abituato al buio
aveva trovato Finn immerso nel
mondo dei sogni, con quel suo ridicolo procione stretto al petto.
“Se
l’è portato perfino in Germania. Se
l’è portato anche qui, ma che cos’ha in
testa?!”
Gethin
non odiava quel peluche, era solo un procione con giganteschi occhi
neri e un
sorriso compiaciuto e divertito esattamente come quello che amava
esibire Finn,
ma gli sembrava che il suo amico ci
passasse fin troppo tempo insieme.
Sospirò
e gli diede le spalle. La realtà – ed era
così difficile accettarlo perché lo
faceva sentire un bambino capriccioso – era che detestava che
ci fosse qualcun
altro nel letto con loro.
Che
fosse un procione, un orsetto o Alfie Allen – che, grazie ai
Sette Dèi, aveva
avuto il buon senso di non seguire Finn a una convention alla quale non
era
stato invitato.
Si
stropicciò le palpebre, cercò una posizione
comoda, ma era difficile avere al
contempo comodità e la gamba di Finn contro la sua: sarebbe
potuto entrare
anche Daniel in quel letto, tanto era lo spazio che Gethin stava
lasciando per
stare il più possibile vicino a quel pazzo dai capelli ricci.
Però
lui non lo avrebbe voluto lì, Daniel.
Stava
cominciando a delirare. Doveva dormire, la mattina dopo aveva la
sveglia molto
presto e…
Un
sussurro richiamò la sua attenzione. Si voltò di
nuovo verso Finn e scoprì che
stava muovendo lentamente le labbra, senza però emettere
alcun suono. Gethin
drizzò le orecchie e cercò di ascoltare.
«…
et. Aah… già… et…
Geth.»
Sorrise
e dimenticò di avere trent’anni. Tutto era
così giusto –
sperare che Daniel dormisse con Gemma, maledire quel
procione che stava sempre in mezzo ai piedi, congedarsi dal resto del
gruppo non
appena il suo compagno di stanza sbadigliava… Tutto era
giusto.
Allungò
un braccio e cinse il fianco di Finn, trascinandosi sulle lenzuola per
stringerlo meglio. Gli diede un lieve bacio sul naso e sorrise ancora
quando lo sentì ridacchiare nel sonno e sussurrare:
«Geth.»
Probabilmente
all’incontro con i fans, il pomeriggio seguente, Gethin
avrebbe rivelato a
tutti che Finn Jones parlava nel sonno. Cosa dicesse, lo avrebbe tenuto
per sé.
Buonaseraaaaa!
So che sono indietrissimo con gli aggiornamenti, devo betare due storie, correggerne diverse per un contest, partecipare alla challenge dello Pseudopolis Yard (come, non sapete cos'è? Volate a scoprirlo! - pubblicità occullta u.u)... ma oggi compio ben quattro anni su EFP con questo account. Mi ero iscritta nel 2002 con un nome, sigh, elfico e della fanwriter (meglio "fyccinara") di quel tempo mi rimane solo l'amore per le Draco/Ginny.
Il quattro è il mio numero preferito, domani inizio la Scuola di Comics, fra poco compirò ventiquattro anni e non vedo l'ora perché adoro questo numero e voglio che rappresenti un cambiamento, perciò anche se non mi sento molto ispirata questa sera scriverò diverse storie per festeggiare e al contempo ringraziarvi per avermi seguito e bla bla. Ma forse è meglio che faccia questo discorso nel mio fandom maggiore, ché qui siamo in poche a scrivere, vero, Finn? ♥
A proposito di Finn, la ringrazio per avermi promptato "il mio nome sussurrato" :3
Uh, stavo per dimenticarlo! Questa storia sarà una raccolta che, a eccezione di questo primo capitolo, si baserà su foto, video e citazioni tratte dal RingCon. Volevo farla, direi che è arrivato il momento di cominciare. Ultima precisazione: Daniel è Pod, Gemma è Yara, Alfie è... beh, non conoscete Alfie-Theon? Male, ragazzi!
Grazie a tutti per aver letto questa breve flash e il mio piccolo sproloquio, io e Geth vi ringraziamo (non riesco a trovare Finn, si è andato a nascondere da qualche parte con quel suo procione) ♥
Medusa, a Lannister