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Autore: Dark Alice    07/11/2013    0 recensioni
"Eccoci di nuovo qui, Io e Ilaria ad un altro concerto dei 30 seconds to mars."
Genere: Comico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All we need is faith, faith is all we need



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Eccoci di nuovo qui, Io e Ilaria ad un altro concerto dei 30 seconds to mars. Siamo venute adesso per prendere i numerini, e torneremo domani mattina. Sono le 21.00 circa, e ci sono già 74 persone!

Ho paura di non riuscire ad andare davanti.

Questo è il nostro quinto concerto, e siamo elettrizzate come se fosse il primo!

La gente è tutta accampata, dormirà qui.

Finalmente riusciamo a trovare l'organizzatrice.

Ci dice che se vogliamo i numerini dobbiamo essere presenti a mezzanotte e alle 4.30 per gli appelli, perchè se non siamo presenti darà via i nostri numeri.

Io e Ilaria ci allontaniamo un attimo per discuterne.

Mentre parliamo una signora, la mamma di una delle ragazze, ci dice che i 30 seconds to mars hanno detto che chi vuole può comprare il nuovo CD, e gli verrà dato un braccialetto che a fine concerto permetterà ai primi 1000 di entrare e far la foto con loro, e gli autografi.

Inizialmente sono iperattiva, ma tutto passa quando mi rendo conto di essere di fronte all'ennesima presa per il culo dei 30 seconds to mars. Mi mancano i tempi in cui dopo i concerti uscivano ad incontrare gli echelon senza bisogno che noi pagassimo.

Allora mi impunto, e non pagherò manco un centesimo per avere un autografo!

Voglio solo godermi il concerto.

Io voglio andare davanti a tutti i costi questa volta!

Ilaria dice che è una follia rimanere qui a dormire, e che non servirà a niente, non sono d'accordo.

Ci ha portate qui il papà, anche se non avrebbe mai voluto farlo. Lui ci dice di prendere i numerini e tornare domani mattina.

Col cavolo.

Ho una specie di crisi, perchè voglio andare davanti, e farò di tutto pur di andarci.

Abbiamo già dormito in stazione con la mamma una volta, sempre per lo stesso motivo. Ma adesso la mamma non c'è. Non è potuta venire, non ha neanche il biglietto!

Convinco Ilaria, e dopo che ci siamo scritte i numerini sulle mani corriamo a casa a prepararci (anche se lei è contraria).

I minuti a casa passano troppo in fretta, ho paura di dimenticare qualcosa di importante che ci potrebbe servire...

A mezzanotte e dieci siamo di nuovo a Milano, assonnate ma anche iperattive.

La ragazza dei numerini ci dice che non può fare l'appello perchè c'è un sacco di gente che non si trova, o è accampata e non si riconosce sotto le coperte.

Mentre parla io e mia sorella la insultiamo mentalmente: ci ha fatto correre a casa a preparare tutto e poi non se ne fa niente?!

Il papà è con noi, e ho l'impressione che non ci stia sopportando proprio...

Non riesce a credere che dormiremo in 3 sul furgone... In realtà non ci credo neanche io, infatti non dormo per niente.

Si fanno le 2.30 e ci chiede di andare in Autogrill.

Noi accettiamo subito, perchè tanto il prossimo appello lo faranno alle 3.30/4.00.

In autogrill ci svegliamo un po', e beviamo un latte macchiato che fa subito effetto.

Alle 3.00 torniamo all'"accampamento" e.... DOVE SONO FINITI TUTTI?!

Ah sono già in fila, dietro le transenne e tutto...

La ragazza che da i numeri (suona male lo so, ma non riesco a non chiamarla così) ci dice che si sono dovuti spostare perchè tre furbacchioni si stavano piazzando in fila, passando davanti a tutti. Reprimo un senso di nausea misto a voglia di ucciderli, e mi intrufolo nella già lunga fila a chiedere ai presenti che numero hanno, per sapere dove posizionarci.

Tanto non riusciamo a dormire sul furgone.

La gente o dorme seduta o sdraiata, perchè devo ripetere la domanda più volte e nessuno mi degna di una risposta. Così torniamo dall'organizzatrice, e le chiediamo aiuto.

Finalmente troviamo i nostri posti, e la gente che cerca di dormire ci chiede di tornare quando si sveglieranno e intanto di aspettare in fondo alla fila.

Col cazzo. Rispondo mentalmente, ma la mia educazione mi impone di restare calma.

Allora Ilaria ed io ci piazziamo davanti a loro, appena fuori dalla transenna come se non facessimo parte di quel gruppo, ne di nessun altro.

La notte passa in fretta per fortuna, tra le risate, i giochi a carte, la lettura di libri... E siamo più sveglie che mai grazie a quel caffè.

Sono le sette del mattino, hanno spento le luci ma il giorno non è ancora arrivato, e le signore non pensano ancora di alzarsi.

Il bar è ancora chiuso, e non ci sono bagni... Vi lascio immaginare come andrà a finire. Questo ed altro per i 30 seconds to mars.

Ci mettiamo in fila, un po' dietro rispetto a dove dovremmo essere, anche se vorrei andare lì e saltare sulle gambe della gente che riesce a dormire.

Alle otto e mezza non ne vogliono ancora sapere di alzarsi, ma c'è un buco dove poter stare, e io e mia sorella ci mettiamo lì nella speranza di dire in modo gentile a quella gente che questo è il nostro posto.

La giornata passa lentamente, troppo lentamente, ho sonno.

Tutti i giochi che la notte precedente ci sono sembrati fantastici ora sembrano solo noiosi, e non sappiamo che fare.

Per fortuna il bar ha aperto, anche perchè con questo freddo ogni mezz'ora dobbiamo andare in bagno.

Il papà si sveglia, ci da cinquanta euro per le emergenze (e noi echelon sappiamo di che emergenze si tratta) e ci abbandona a noi stesse.

Le signore affianco a noi si svegliano finalmente, e due di loro ci offrono un pezzo di coperta per tenere il fondoschiena al caldo. Che gentili.

Sono le 11.30 e noi ci stiamo ancora annoiando, quindi facciamo la cosa più pensabile: Mangiare.

I panini sono ottimi e sanno di casa.

Sono le due del pomeriggio, Ilaria mi ha appena disegnato sul braccio una triade, e io ho fatto lo stesso.

Fortunatamente nessuno spinge, o ci costringe a stare in piedi a mo' di muro umano per evitare di farci sorpassare.

Mi annoio e ho male dappertutto, ma quando aprono i cancelli?

So che quando entreremo mi passerà tutto.

Sono le 15.00 ed è arrivato il ragazzo che ha partecipato al video di Do or Die! Tutti corrono da lui, in cerca di foto o autografi. Manco fossero i 30 seconds to mars.

Lo assalgono per almeno un'ora, sono incredula!

Sono le 16.00 e tre ragazzi sono arrivati adesso e si sono messi davanti a tutti. Devo reprimere il mio istinto di ammazzarli di botte.

Una ragazza davanti a me si lamenta, e dopo che quelli ci prendono per il culo dicendo che quando apriranno i cancelli ci faranno passare, va a chiamare il ragazzo della sicurezza, ma quello le risponde che non può fare niente perchè è una regola nostra quella dei numerini.

Io non mi stanco e continuo a far casino, e così anche gli altri. Ben presto cominciano a intonare un "Fuori dalle palle!" Coi fiocchi. Se l'avessero cantato a me sarei scappata via a piangere credo.

Sono le 17.00 e qui c'è un fotografo che ci immortala. Una delle donne gentili si lamenta anche con lui, e non si sa come, riesce a farli uscire... Ci sentiamo realizzati.

Il fotografo vuole filmarci mentre cantiamo, e noi acconsentiamo.

Cantare tutti insieme è un emozione unica.

Mentre ci filma però mi accorgo che quelli dietro di noi sono fin troppo vicini, e che mentre eravamo impegnati a cantare sono venuti avanti.

Sembrava troppo bello per essere vero.

Mi incazzo e comincio ad appoggiarmi a peso morto su chiunque sia addosso a me.

Nessuno prova ad indietreggiare, e gente che ha il numero 4756578 è proprio dietro di me!

In un impeto di coraggio esco dalla fila, accompagnata dagli applausi di incoraggiamento di quelli affianco a me e vado davanti a loro, urlandogli di andare indietro, e chiedendo chi non ha il numero.

Sfortunatamente quello della sicurezza non è altrettanto contento, e mi urla di correre in fila perchè sono fuori e non dovrebbe farmi più entrare. La sua mossa mi intimorisce non poco, e corro a nascondermi.

Sono le 18.00 e ci hanno illusi che avrebbero aperto i cancelli.

I tizi della sicurezza si divertono a fingere di aprire per poi chiudere, che vita triste devono avere?

Il buio è tornato, io e Ilaria ci teniamo la mano, per evitare di perderci e farci superare.

La tensione è a mille, le ragazze davanti a noi dicono che possiamo scordarci le prime file dato che lì ci saranno quelli col GT.

Mi incazzo ancora una volta, maldicendomi per aver fatto tutto ciò che ho fatto, ma c'è ancora un po' di speranza.

Accendo la macchina fotografica, che ha deciso che il flash non funziona. Ilaria cerca a tutti i costi di capire il problema, ma va oltre la nostra conoscenza in fatto di meccanica.

Sono quasi le 19.00, agguanto i biglietti e li tengo stretti, come se ne valesse la mia vita. In un certo senso è proprio così.

I cancelli aprono e nonostante girassero voci che ci avrebbero fatto entrare in blocchi non è vero, sono proprio degli incapaci.

Ilaria mi tiene la mano, e appena staccano il biglietto cerchiamo di correre, ma abbiamo gli zaini aperti, e non siamo il massimo dell'agilità. In più la scala infinita che abbiamo salito ci ha uccise.

Siamo un po' in ansia, dietro di noi si sentono i passi, come di bufali. Dico a mia sorella di mettersi sul lato, e vado con lei, cercando di correre per quanto la stanchezza me lo permetta.

Finalmente vediamo il palco.

C'è troppa gente. Siamo in quinta fila. Cedo. Ancora una volta non è servito a niente.

I tizi dietro di me cominciano a spingere. Ma per andare dove?!

Non mi importa tutto quello che abbiamo fatto, io lì non resisto.

Potranno dirmi tutte le cazzate che vogliono: che se non vogliamo star lì a prendere calci e gomitate dobbiamo andarcene, ed è quello che facciamo.

Ci allontaniamo il più possibile, piangendo, mano nella mano.

Non riusciamo a crederci.

Chiediamo a quello che fa salire la gente in tribuna se possiamo andare nel primo posto libero perchè stiamo male, anche se abbiamo il biglietto per il parterre. Ci guarda come se fossimo cretine (e ha un po' ragione) e ci dice che non è possibile.

Ci buttiamo a terra nel primo angolo disponibile, mentre vediamo ragazzine mezze nude correre come delle ossesse per mettersi in mezzo dove c'è Jared, o per lo stand ufficiale.

Prendiamo una porzione di pop corn e vediamo che allo stand la maglia più brutta costa 30 euro.

Li insultiamo come se non ci fosse un domani.

Ritorniamo nel nostro angolo mentre le scene di isterismo continuano, e gli uomini della sicurezza devono urlare continuamente a tutti di non correre.

Dopo aver tranquillizzato la mamma dicendole di essercene andate via dalla ressa ci mangiamo i nostri pop corn, in silenzio.

Inizia a suonare il gruppo di apertura, sono molto bravi, ma noi non siamo dell'umore.

Cerchiamo comunque di andare un po' avanti, ma appena troviamo uno spiraglio da cui si vede il palco qualche stronzo alto ci si piazza davanti. Fanculo.

Sono le 21.30, il gruppo ha finito, e ora c'è il telo nero con la triade a coprire il palco. Siamo comunque elettrizzate, ma si fanno aspettare troppo.

Torniamo a sederci.

I fischi non mancano. E se li meritano i 30 seconds to mars, perchè ci fanno aspettare fino alle 22.00 quasi.

Poi inizia tutto.

Noi corriamo il più vicino possibile, ma dobbiamo continuamente spostarci, la gente alta non si leva dalle palle.

Jared ha delle treccine. T-R-E-C-C-I-N-E! Ridiamo insieme, è inguardabile.

Canta da sopra una specie di ascensore, che piano piano scende.

Non abbiamo mai visto una cosa simile!

Il concerto continua, tra schermi giganti, trapezisti, palloni enormi, coriandoli... Sembra il paradiso.

Non ci importa niente. Non ci importa se siamo dietro.

Tutto è fantastico.

Durante il video di "City of angels" ci emozioniamo tantissimo. E' tutto così commovente!

Tutto tranne il fatto che non cantano canzoni del primo CD, non cantano nemmeno "Echelon". Ma è giusto così, perchè di echelon non ce n'è a quel concerto. Ci sono solo bambini a cui è piaciuto l'ultimo video e che non sanno una canzone.

Jared fa salire sul palco alcuni ragazzi, tra cui Rodolfo, che ha partecipato al video di Do or die.

Questo concerto è fantastico in quanto ad effetti speciali.

Ma noi li preferivamo prima. Quando non erano nessuno. Quando i fan erano pochi ma buoni. Quando non c'erano tutti questi effetti. Quando nessuno si picchiava per andare davanti. Quando le maglie non costavano così tanto. E quando dopo ogni concerto loro uscivano a salutarti.

Il concerto è fantastico, ma siamo deluse.

Non prendiamo niente nello stand ufficiale, gli abbiamo dato fin troppi soldi già.

Non ci importa se dobbiamo prendere la maglia dal napoletano lì fuori.

Ci dirigiamo a casa ancora scombussolate ed elettrizzate. Ma deluse.

Abbiamo fatto una promessa. Mai più. Da ora in poi prenderemo i posti in tribuna, e arriveremo lì mezz'ora prima.

Non ascoltarli più? Non è possibile.

 

All we need is faith, faith is all we need.

  
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