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Autore: phoenix_esmeralda    07/11/2013    7 recensioni
"Avevo solo diciassette anni, quella notte.
Un corpo da donna, ma desideri da ragazzina; rossa di capelli - come quasi tutti tra la mia gente - agile di membra e snella nella corporatura, focosa come un dardo acceso e combattiva come il guerriero più tenace.
Ma non potei fare nulla, quando ci presero. Ci presero tutti, e Innithivei divenne Germanica e serva, concubina e schiava."

Prima classificata al contest "Quindici personaggi in cerca d'autore" di Okino Lin Yu"
Partecipa al contest "The thousand and one night" di Prior.Incantatio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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8

Epilogo

 

Le terme sembrano un luogo completamente nuovo, ora che ci vado da liberta. Passo da una vasca all’altra con lentezza studiata, godendo della mia possibilità di scegliere: il frigidarium, il calidarium, la palestra...  Questo è un luogo dove l’intero popolo romano si riunisce: uomini importanti e commercianti, schiavi e liberti; ma quando ci arrivi condotta dal tuo padrone, sai perfettamente che per te non ci sarà soddisfacimento.

Oggi, invece, la mia visita si risolve nel pieno appagamento.

Verso la fine della giornata, vengo raggiunta da una voce nota quanto cara.

- Inni! Inni!

Claudia si avvicina e mi getta le braccia al collo; ora può farlo liberamente, senza essere frenata dall’immediata disapprovazione di Tullia Lucina.

- Inni, ho saputo che ti sposi!

Mi afferra la mano e osserva l’anulus pronubus[1] che Fabrizio mi ha donato il mese scorso. Lavoro ormai da un anno presso un pomarius[2] cui mi ha presentata Claudio: il padrone del negozio era morto di malattia e la moglie e il figlio trentenne non riuscivano da soli a occuparsi di tutto. Così, dopo l’affrancamento, mi sono trasferita da loro e il rapporto tra me e Fabrizio si è fatto in tempi brevi molto stretto.

Il lavoro è duro, la casa piccola e scomoda; ma questa vita si avvicina molto gradevolmente al mio modo d’essere. Così sarebbe stata anche nella mia terra: faticosa e libera.

- Faremo un banchetto modesto – dico – Ma se tu e la tua famiglia ci farete l’onore di venire, ne sarò felice.

- Verrò, certo che verrò! Anche papà e mamma non mancheranno, mamma ha persino già pensato a un dono per te!

Sorrido, pensando al mutato atteggiamento di Tullia Lucina. Dopo aver saputo del mio imminente affrancamento, aveva cessato all’istante ogni ostilità; il giorno che me ne sono andata mi ha ringraziata per l’aiuto offertole con Claudia e ora... persino un dono di nozze!

Certo, il suo umore e la sua stessa esistenza devono essere migliorate notevolmente dopo la mia partenza: Claudio è stato di parola e non ha preso con sé altre concubine. E Tullia Lucina è nuovamente incinta.

Presto la sarò anch’io, se la sorte non vorrà essermi avversa.

Fabrizio è un uomo pratico, un lavoratore instancabile, solido, ma è anche una persona di buon cuore, integra, e non dubito della sua capacità di educare i nostri figli in modo sano, onesto.

È impensabile come Roma, all’improvviso, sia diventata un luogo piacevole in cui vivere. I miei capelli, i miei tratti rivelano le mie origini straniere, ma gli usi e i costumi di questo luogo ormai mi appartengono; il mio futuro marito è un romano e romani saranno i miei figli. Non credo che mia madre pensasse a un futuro simile per sua figlia e dubito che lo approverebbe, ma lei è nata e vissuta nella nostra terra, non ha mai toccato con mano questo luogo in cui io, ormai, ho trascorso un terzo della mia vita.

- Vieni a salutare papà? – mi chiede Claudia.

Giro lo sguardo per la stanza e lo vedo, Claudio Lucio Pollio, in piedi presso una delle vasche. Mi sta fissando e un sorriso gli dipinge il bel viso maschio.

- Un’altra volta – rispondo. Non voglio indisporre Tullia Lucina, ora che sembra aver suggellato la pace fra noi.

Ma ricambio il sorriso di Claudio, perché il calore che vi trovo è lo stesso che provo nei suoi confronti. Una fruttivendola germanica e un importante, ricco romano non hanno nulla a che spartire l’uno con l’altra; ma la nostra amicizia ha valicato i confini consueti ormai da molto tempo.

So che Claudio ci sarà, quando mi troverò in difficoltà; e lui sa, sa che potrà sempre aprirmi il suo cuore, e la sua vecchia schiava sarà pronta ad ascoltarlo.

Certe cose non cambiano, non cambiano mai e io ne sono felice.

Faccio un cenno di saluto a Claudio con il capo e lui ricambia, poi torna alle sue occupazioni.

Eccomi qui, Innithivei, ex concubina vergine, attualmente promessa in sposa.

La mia vita continua.




[1] Anulus pronubus: anello di fidanzamento. Quest' anello non era un semplice regalo, ma svolgeva una funzione simbolica ben precisa: esso era una sorta di "catena" simbolica attraverso cui lo sposo legava a sé la sposa, rivendicandone il pieno possesso. Di conseguenza, una volta infilato l'anulus al dito, la ragazza manifestava concretamente il suo impegno a rispettare il patto di fedeltà nei confronti del fidanzato

[2] Pomarius: negozio di frutta.

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Ed eccoci arrivati alla fine!
Volevo spendere due righe per ringraziare tutte quelle persone che hanno messo questa storia nelle Seguite, Ricordate e Preferite, e ,in particolare, quelle che hanno sempre fedelmente recensito. Le vostre parole sono importanti per me, sappiate che lasciare una recensione non è mai una perdita di tempo! :)  Grazie di cuore... e alla prossima!

  
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