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Autore: StillAnotherBrokenDream    08/11/2013    3 recensioni
2014: Castiel è diventato esattamente come aveva visto Dean nel futuro. O anche peggio...(Linguaggio colorito. NO SLASH!!)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione, Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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Note d'autore: E rieccomi! Sono anni che non aggiorno questa storia, per diversi motivi. Ma non l'ho dimenticata tanto che mi sono obbligata a riprenderla. Spero che ci sia ancora qualcuno lì fuori che la legga però! Capitolo strano lo so, ma necessario. Per la storia e soprattutto per me, che devo rientrarci.  Grazie a Robigna88 per il sostegno e la revisione del capitolo <3

Disclaimer: Supernatural e i suoi personaggi non mi appartengono, (vorrei che Castiel fosse mio, ma questo è un altro discorso) ma le storie che mi ispirano sì, per cui si prega i gentili lettori di non copiare, grazie! Image © Sweet Madness (se ci sei, batti un colpo!)

 

 


 

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You know what to do


E ora dove cazzo era?

Un enorme campo verde, un sentiero acciottolato, alberi in fiore da tutte le parti. Fottuti uccelli che cinguettavano tra i rami.

Castiel si guardò intorno e cercò di capire da dove sarebbe arrivato pericolo. Cos'era quello scenario da pacifica periferia americana? Un'allucinazione causata dall'astinenza o lo stupido sogno di un povero disperato com'era lui? Sembrava di stare in una fottutissima pubblicità.

Okay cervello di merda” gridò “mostrami quello che devi e falla finita, mi sono stancato di questi viaggetti del cazzo!”

Non eri così sboccato, un tempo” disse qualcuno alle sue spalle.

L'ex angelo ebbe l'impressione di essere stato colpito alla nuca. Quella voce non era la sua vera voce, ma era quella che aveva sentito l'ultima volta. Si voltò lentamente, quasi avesse paura di ritrovarsi faccia a faccia con lei. Ed era vero, aveva paura di affrontarla.

Anna...” sussurrò.

Merda. Era davvero lei. Anna, il suo superiore. Nascosta nel corpo di una ragazza magra e pallida, con quei capelli troppo rossi per essere naturali e le mani ossute.

L'allucinazione gli sorrise e fece qualche passo verso di lui. I ciottoli stridevano sotto i suoi piedi rendendo quella situazione ancora più reale. Ma non lo era, Cass lo sapeva. Però faceva male lo stesso.

Quando Anna arrivò a pochi centimetri da lui, l'ex angelo chiuse gli occhi, sperando che sparisse. “Vattene per favore, vattene via” implorò.

Anna scosse il capo e parlò di nuovo. “No Cass, non me ne andrò, non prima di aver parlato con te. Apri gli occhi e guardami.”

L'altro obbedì e si ritrovò quegli strani occhi verdi piantati nei suoi. Per un attimo pensò che avrebbe tirato fuori qualche arma per farlo a fette, o magari era una trappola per farlo prendere da Zachariah e i suoi burattini. Dopotutto era morta per colpa sua, avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per ammazzarlo.

Non sono qui per ammazzarti, Cass” assicurò lei in tono piatto “anche se volessi farlo, non potrei. Io sono morta, ricordi? Li hai portati nel passato proprio per questo. Sono morta per colpa tua.”

Ecco. Se Balthazar era stata un'allucinazione consolatoria, Anna era una punizione, i sensi di colpa che prendevano forma. E la morte di Anna era uno dei più grossi.

Cercò di mantenere la calma, di non mostrarsi dispiaciuto, o impaurito. O qualsiasi altra cosa che potesse mostrare quanto era grande il suo rimorso. “Eri diventata una stronza psicopatica, dovevi essere fermata” le disse sperando di suonare risoluto.

Anna sorrise di nuovo ma le vide stringere i pugni. “Forse, ma avevo ragione. Il problema era Sam Winchester, andava eliminato, ma tu non me l'hai permesso. Se fosse morto, tutto questo non sarebbe accaduto.”

Castiel pensò che aveva fottutamente ragione; se Sam fosse morto allora, se non fosse mai nato, tutto quello non sarebbe accaduto. Non sarebbero morte tutte quelle persone, tutti quei suoi fratelli, e soprattutto lui non sarebbe stato un povero tossico di merda che non riusciva a riemergere dal liquame in cui si era tuffato da solo.

Non immaginavo cosa sarebbe successo” ammise con amarezza “Sam e Dean erano miei amici, non potevo lasciartelo fare.”

Anna sparì dalla sua vista dissolvendosi come nebbia. Forse l'allucinazione era già finita, forse si stava svegliando. Si guardò attorno ma non c'era più, se n'era andata.

Sì, ma la tua fedeltà ha ucciso molte persone” replicò lei, riapparsa dietro le sue spalle “e altri ne moriranno, tanti altri. Il mondo sta finendo, tutto per colpa di un unico uomo. Tutto questo è colpa tua Cass, tua soltanto.”

Cass l'aveva ascoltata senza guardarla, poi si girò e si accorse che era diversa. Non indossava più quella giacca verde e i jeans. Aveva un abito lungo e bianco e i capelli raccolti. Il suo viso invece era lo stesso, immobile, non c'era rabbia o rancore nella sua voce, ma la sua lingua tagliava più di un coltello. Era lì per ferirlo con le parole e ci stava riuscendo alla grande.

Con che diritto sei venuta qui ad incolparmi?” le disse con acredine. “Tu te ne sei andata da casa per occuparti dei cazzi tuoi molto tempo prima che iniziasse questa merda. Ancora non ho capito come mai improvvisamente sei ridiventata un soldatino ubbidiente decidendo di far fuori i fratelli Winchester” si fermò e accennò un sorriso ironico “anche Dean, che mi sembrava ti piacesse un po', o sbaglio?”

Lei non si scompose, a parte un lampo scuro che guizzò nei suoi occhi. “Davvero mi stai chiedendo perchè sono tornata nei ranghi? Proprio tu me lo chiedi, Cass?” fece una pausa e per la prima volta da quando era apparsa, il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore.

Quando sei legata mani e piedi su un marmo gelido mentre due figli di puttana ti pungono e lacerano e tagliano...beh giureresti fedeltà a chiunque purchè la smettano. Anche questo è stato colpa tua, ricordi? Tu mi hai tradita, mi hai consegnata a loro.”

Ma che cazzo di allucinazione era? Che senso aveva lei lì? Non lo consolava e non lo torturava, che diavolo voleva da lui? Semplicemente ricordargli in mille modi quanto fosse responsabile di quell'incubo?

Che cosa vuoi da me, Anna?” le domandò “Perchè sei qui? Perchè il mio cervello ti ha creata? Senza offesa, ma tra tutti i rimorsi e i rimpianti che ho...”

Io sono il più grande” finì lei.

Cass scosse il capo. “No, affatto” mentì “non lo sei, non lo sei mai stata. Te ne sei andata su due piedi piantandoci in asso, te ne sei fregata di tutto e tutti e poi hai deciso di ergerti a paladina del paradiso seminando il panico nel passato e nel presente come terminator! Perchè dovrei provare rimorso? Te la sei cercata.”

Sì era così, Anna, se l'era cercata. Erano ordini e doveva eseguirli? Stronzate! Lui degli ordini se ne era spesso sbattuto i coglioni e anche dopo che lo avevano fatto a pezzi e riassemblato, aveva resistito ben poco col guinzaglio al collo.

E cosa ne hai ricavato?” gli domandò lei, facendogli capire che poteva sentire ogni singola parola che scambiava con sé stesso.

Che coglione, era ovvio. Anna non esisteva davvero, era nella sua mente, era fatta della stessa materia dei suoi pensieri. Fottutti neuroni impazziti che collidevano producendo pensieri ed immagini.

Libertà” rispose alla propria allucinazione, che rispose scoppiando a ridere.

Oh sì, bella libertà la tua, Castiel” commentò, mentre una folata di vento gelido le sciolse i capelli. “Libertà da cosa? Da chi? Sei libero, Cass?”

Si guardarono negli occhi per lunghi istanti, l'ex angelo cercava la risposta giusta, ma non la trovava. Che cosa ne aveva ricavato? Aveva dato tutto per gli uomini, e aveva sbagliato tutto.

Vuoi che ti dica io cosa hai ricavato, Cass?”

No.”

Anna sorrise e avanzò di qualche passo. “Invece sì. Tanto lo sai già, ma a volte un ripasso è necessario” continuò.

Castiel chiuse gli occhi. Sparisci, sparisci, sparisci.

Ti era stato affidato un compito molto semplice, soldato” iniziò l'allucinazione col corpo di donna “salvare Dean Winchester e lasciare che le cose andassero com'era scritto. Ma tu hai fatto diversamente. Hai peccato di presunzione, ti sei creduto migliore di tutti gli altri...”

No! Non è vero!” le urlò serrando i pugni.

...hai disobbedito, ti sei schierato con loro, nonostante non ti considerassero uno di loro. Ti chiamavano quando gli servivi, se ne fregavano se stavi male o eri in pericolo, ma tu continuavi ad essere dalla loro parte...”

Tu non sai un cazzo, chiudi quella bocca!”

...hai ucciso i tuoi fratelli, hai causato la morte di molti innocenti. Hai ucciso me e condannato a morte il tuo amico umano, Dean. E ora? Sei la metà di un uomo, pieno di vizi e soffocato da rimorsi e rimpianti. È questa la tua libertà?”

Con un impeto di rabbia, Cass scattò verso di lei per afferrarla e farla tacere con la forza. Ma l'allucinazione si dissolse di nuovo e riapparve alla sua sinistra.

Come puoi afferrarmi? Non si può toccare la coscienza” disse lei con un sorriso. Cass si sentiva sfinito, desiderava solo che quell'incubo finisse al più presto.

Perchè non si svegliava?

Perchè sei stanco fratello mio. Molto stanco.” fece lei posandogli una mano sulla guancia. “E mi dispiace tanto, non meritavi tutto questo.”

Castiel sospirò provando molta tristezza. “No, non lo meritavo, io credevo di fare la cosa giusta” si difese, ormai sul punto di piangere. “Non pensavo che sarebbe successo tutto questo.”

Anna annuì, l'espressione finalmente umana, quasi compassionevole. “Lo so Cass, lo so. Tutto questo è troppo per te, non ce la fai più.”

No. Sono sfinito.”

Sì, sei sfinito. Basta combattere fratello, ormai è finita. Arrenditi, trova la pace.”

L'ex angelo sentì qualcosa di duro sfiorargli l'addome. Abbassò lo sguardo e vide un pugnale angelico stretto nella mano della sua allucinazione.

Della sua coscienza.

Che significa?” le domandò, convinto che non volesse colpirlo. Anzi, sapeva che non l'avrebbe colpito.

Lei strinse le labbra e poggiò la lama al centro del suo petto. “Lo sai cosa vuol dire Cass. Ora sta a te decidere.”

Castiel prese l'arma dalla piccola mano di Anna, la guardò, da un lato e dall'altro. Non la vedeva da molto tempo, aveva perso la sua anni prima e quasi aveva dimenticato com'era fatta. Era fredda come un pezzo di ghiaccio.

E pesante.

Tu sai cosa fare, Castiel.”

Lui annuì. “Sì lo so.”

Colpì Anna allo stomaco, un'onda di luce si sprigionò da lei, ma a piegarsi dal dolore fu Cass. Gridò, mentre sulla sua camicia di allargava un'enorme macchia di sangue.

Anna sorrise. “Buon viaggio, fratello.”

Cass cercò di parlare, ma dalla sua bocca uscì solo un sibilo strozzato.

Tutto divenne nero e non sentì più nulla.

 

 

To be continued


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