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Autore: martozza    22/04/2008    2 recensioni
A causa di un drammatico evento accaduto all ospedale, che l' ha avuta come protagonista, Cameron si chiuderà in se stessa. Riusciranno tuti gli altri a farla tornare come un tempo? [Hameron]
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazze!!! Menomale che ci siete voi due che commentate sempre!
E' bello ctrovare commenti positivi!
Anche se mi piacerebbe avere qualche altro commentino, ma fa niente!
Ringrazio la carissima a crazycotton che mi commenta sempre tutte le storie che scrivo
e ringrazio roby the best per commentare tutti i capitoli di questa storia!
L' ultimo ringraziamento va a tutti quelli che leggono la storia!!!
Grazie!
eccovi l' aggiornamento, spero commentiate! ^^

capitolo precedente:
3) Guilt Sense: Chase è morto, e nessuno riesce a capacitarsene. Tuti sono in preda ai sensi di colpa. Cuddy è in colpa per non essere subito andata da house, appena ricevuta la chiamata. Foreman si sente in colpa per non essere andato con lui. House si sente in colpa per aver deciso chi salvare. Arrivano i genitori di Cameron e intanto lo psicopatico paziente della 101 viene ritrovato, investito in una strada, e viene riportato al pronto soccorso.

****

House si sveglia. E' seduto sulla poltrona di pelle nera, nel suo studio. Si stiracchia. Ha dormito... ma quanto?

Guarda l' orologio. Sono le due di notte. Si ricorda della serata passata, e crede inizialmente che sia stato tutto uno stupido sogno. Il nodo allo stomaco si allevia, ma quando l' uomo si passa una mano sul volto e sente il labbro gonfio, capisce che è successo davvero. Chase e morto e Cameron... Cameron? 'Si sarà svegliata?' si chiese, prendendo il bastone. Fa leva e si alza. Ingoia tre pillole dell amato vicodin ed esce dalla stanza zoppicando. Va verso chirurgia, e vede Cuddy, Wilson e i parenti di Allison.
Si alza il padre e si avvicina. "Cosa volete voi qui?" chiede, odiandolo. "Adoro far passeggiate..." ironizza House, freddo. Il giovane si alza, irato. "Senti..." "Fermati Dave...." dice la signora, con gli occhi lucidi. il ragazzo si volta e va a sedersi. House si avvicina alla porta.
"E' ancora dentro..." sussurra. E' un affermazione, più che una domanda. Wilson gli si avvicina. "L' intervento dura sempre parecchio..." dice, mantenendo il tono basso. House lo fissa. "Non così tanto." dice secco. Si allontana veloce. Vuole stare da solo.
C' è un solo luogo dove stare soli: il tetto. Sale e si affaccia alla ringhiera. Guarda la città, immersa in mille colori, le macchine, le persone. Si passa una mano sul volto mentre l' aria fredda lo colpisce.
Pensa a Chase, a quanto è stato sfortunato. Ricorda il suo colloquio, ricorda di averlo sbeffeggiato, dato che era tesissimo. Eppure qualcosa gli era piaciuta nel ragazzo, qualcosa l' aveva spinto ad assumerlo.
L' aveva sempre trattato male, l' aveva sempre considerato uno sciocco, il meno brillante.
E invece si accorgeva che Chase era molto meglio di come lo immaginava. Chiuse gli occhi per un momento.
Poi il suo pensiero volò verso Cameron. La dolce testarda Cameron, che era salita a cercare Chase, per chiedergli scusa. La crocerossina, colei che voleva sempre far del bene, sempre fare la cosa giusta. No, non deve andarsene anche lei. Chiude gli occhi e si immagina in un futuro prossimo, nella sala di diagnostica con Foreman e altri due sconosciuti. Il groppo alla gola si fa sentire. Questa brucia, House cerca di calmarsi. Ingoia due vicodin con molta fatica. Ha la gola secca. E sicuramente anche gli occhi lucidi, ma non deve cedere. Non è da lui.
"Starà bene..." dice una voce dietro di lui. Si volta. E' Foreman. "Cosa fai qui? Non sei a casa a dormire?"
"Allison e Robert sono miei amici..."
"chase era un tuo amico.." Foreman lo guarda male. " Tu non provi nulla, vero? Nemmeno adesso!" dice. House non capisce se c' è sarcasmo o verità in quelle parole.
Vorrebbe dirgli, per un momento, come si sente.
Svuotato, senz' aria. In colpa. E' preoccupato per la sua immunologa, odia se stesso per non averla ascoltata, per aver mandato Chase dal paziete. Ma non dice nulla, e guarda l' orizzonte. Il cercaperosone di Foreman suona, seguito da quello di House. Foreman lo prende e legge veloce. Impallidisce. "Oh dannazione!" dice, correndo giù. House lo fissa sparire, nelle scale, poi guarda il cercapersone. Allison è in arresto. Un moto di preoccupazione lo invade. Stringendo i denti per il dolore scende le scale di corsa, verso chirurgia. "Che sta succedendo?" chiede impaziente, avvicinandosi alla vetrata e osservando la sala. La stanno rianimando. Stanno rianimando Cameron.
La sua immunologa.
Chiude il pugno veloce. "Da quanto..."
"Tre minuti..."
House si porta una mano sul volto.
'Avanti, Cameron è una donna forte, ce la farà... sicuramente..'
'E se dovesse morire?'
'Non morirà...'
I penseri di House si susseguono. Non può morire. E' la sua immunologa!
Sua?
House fissa il corpo di cameron sobbalzare sotto le scosse delle piastre. Si volta e va via, verso una finestra, che da sul cielo nero. Guarda il cielo, lo guarda con odio, più ateo che mai.
Dio non esiste davvero, e se esiste è l' essere più crudele che esiste, per aver fatto accadere quello che è successo.
Si volta. Wilson lo sta chiamando.
"Cosa c' è?"
"Il battito si è normalizzato.." House non può fare a meno di assumere un' espressione rilassata. Si avvicina al vetro. I chirurghi stanno mettendo apposto le piastre. Gli viene da sorridere. Ce l' ha fatta.
Ormai sono le tre di notte, e un chirurgo esce. I parenti di Cameron lo accerchiano, House senza farsi vedere si avvicinò.
"Allora dottore?"
"La dottoressa ha subito due accoltellate, una delle quali ha preso di striscio il fegato, l' altra ha creato un emorrargia... siamo riousciti a fermarla, e a curare il fegato.. adesso dorme.." dice il chirurgo.
"Ce la farà?" chiede la signora Cameron, affannata.
"Si, tra qualche giorno potrà uscire.." dice il medico, rassicurando i presenti. "Possiamo vederla?" chiede il giovane.
"Solo i parenti... uno alla volta.."
House si volta e va via. Deve andare in studio, deve stare lì.
Sono le tre e mezza quando Wilson lo sveglia. Sta dormendo a terra, con i piedi sulla scrivania. "House..."
"Mmm.."
"I genitori di Cameron vogliono andare al bar. Se vuoi puoi stare tu con lei.."
"Perchè dovrei stare io?" Wilson lo guarda. "Credevo volessi vederla"
"Voglio dormire al momento..!" Wilson lo guarda, con un velo di delusione negli occhi nocciola. Fa per girarsi, quando sente il bastone di House toccare pesantemente il pavimento. House si sta alzando.
"Avanti... andiamo.." dice scocciato. Wilson trattiene un sorrisetto. Alla fine House ci teneva ai suoi collaboratori.
Scendono verso terapia intensiva, dov'è stata spostata la ragazza. Vanno davanti alla sua camera. House entra.
La prima cosa che nota è la purezza di quel corpo. E' bianco e diafano. Ha una garza attorno all' addome, una ferita sul volto, l' occhio un po gonfio, la maglia macchiata di rosso sangue.
Si avvicina e si siede su uno sgabello. La osserva. Ce l' ha fatta, lei è sopravvissuta.
Poggia il mento al bastone e la fissa.
I capelli castanio sono aperti a ventaglio sotto di lei. Sembra calma e tranquilla.
'Cameron..' pensa, desolato. La rivede qualche mese prima, preoccupata che lo porta al pronto soccorso su una barella. La vede al colloquio, giovane e ingenua, tentare di evitare il suo sguardo, parlare del suo curriculum perfetto, cercare di riempire quei silenzi nei quali lui la fissava. La voleva mettere a disagio. La vede il primo giorno di lavoro, con il camicie i morbidi capelli castani sulle spalle, gli occhi pieni di gioia per esser riuscita a prendere quel agognato posto, mentre si presenta con Chase, lo sguardo tra i due, poi presentarsi a Foreman, carina e gentile. il loro primo caso, il loro primo dialogo.
Il suo pezzo d' antiquariato. Ora steso lì. sul lettino.
Chiude gli occhi. 'Almeno è viva..'
Già, a differenza di Chase. Ripare gli occhi.
Giusto in tempo per vedere un piccolo movimento della mano, uno scatto fulmineo.
La vede squotersi, battere più volte le ciglia. Resta sbalordito. Si sta svegliando.
"Mmmm.." mugugna la ragazza. House si alza e controlla i valori, tutto a posto.
"Cos..Cosa..." inizia a farfugliare l' immunologa.
"Non muoverti, ti staccherai la flebo..." dice House, con tono piatto. Allison batte ancora un po gli occhi poi li apre.
"Cos' è successo?" chiede con voce lieve. Hpuse la guarda. Non sa se dirle la verità, non sa se è giusto nasconderle la morte di Chase. dopotutto erano amici.
"Non... non ricordi?"
Allison lo guarda. E' un sollievo incontrare di nuovo quegli occhi verdissimi, vivi. "Io... il..il paziente... sono salita...stavo..." farfuglia Cameron. Ha flash confusi.
Si vede discutere con House, su qualcosa che non ricorda, poi salire, un numero... 101, la luce...
"Sei stata accoltellata dal paziente della 101." dice piatto House, mettendo fine ai suoi pensieri. Cameron lo guarda. E' pallida, sembra più scarna. Improvvisamente si ricorda.
"Ma...c' era anche Chase... dov' è?" chiese, ansiosa. House deglutisce. Per la prima volta non sa come dirlielo.
In quel momento entrano i signori Cameron.
"Allison!!" grida la signora abbracciando la figlia teneramente. Il padre si avvicina, commosso, insieme al fratello.
"mamma... papà.. Dave!!!" evidentemente non si vedono da tempo, o Allison on si è ancora ripresa, ma improvvisamente House la vede piangere. Si stringe alla madre, abbracciandola. Si volta. Lui non c' entra nulla con quell idilliaco quadretto familiare. Fa per andarsene.
"House.." lo richiama la dolce voce dell immunologa. Il diagnosta si volta.
"Come sta Chase?" nella stanza cala un attimo di tensione. Il trio, decide di lasciarli soli. Sanno che House è l' unico lì in mezzo che conosceva Chase.
Allison li guarda andare via. "House...allora?"
"Non ce l' ha fatta..." dice. Non vorrebbe essere così freddo, non vorrebbe trovarsi lì. Abbassa lo sguardo e fissa il piede di una sedia. Allison si porta una mano alla bocca. "No.." dice, mentre una lacrima scivola sul viso già bagnato. House non sa che fare, resta a guardare il manico del bastone, non vuole vederla soffrire, ma poi è costretto a guardarlo. Ha gli occhi velati di lacrime, si morde il labbro, le ginocchia coperte dal lenzuolo al petto, le mani stringono la coperta saldamente, fino a far diventare le nocche bianche. Le fa pena. Maledetta consapevolezza.
Non sa cosa fare, non è lui quello adatto per comfortare la gente. Si ricorda dell ultima volta nella quale l' ha confortata: le aveva messo una mano sulla spalla, dicendole di essere fiero di lei.
ERa chiaro che non poteva fare la stessa cosa in quella situazione.
"Ma.. ma lui.. era.. coscienta quando sono stata accoltellata... ha chiuso gli occhi poco prima di me.... perchè solo io mi sono salvata?"
Chiede tra i singhiozzi. Non l' ha mai vista così. House poggia le mani alla sponda del letto. "Quando mi hai chiamato con il cercapersone io sono salito. Ti ho vista stesa e sanguinante... non avevi battito e ho iniziato a rianimarti... sono riuscito a salvarti ma quando la Cuddy ha cercato di rianimare Chase... era troppo tardi." dice con tono serio, cupo. Allison lo guarda, con lacrime copiose.
"Tu...perchè hai rianimato me?"
House sgrana gli occhi. Perchè? Perchè aveva visto solo lei.
Eppure avrebbe benissimo potuto vedere anche Chase. 
"Lui...non si meritava di morire..." continua con voce straziante la giovane.
"Cameron.."
"Perchè hai rianimato me?" lacrime.
"Cameron...." House si avvicina titubante.
Quella piange, continuando a ripetere solite frasi. Il rimorso dei sopravvissuti. Il rimorso di essere vivi al posto di altri. Le mette una mano sulla spalla, come ha fatto mesi prima.
"Sono fiero di te"

Sente il corpo di lei sussultare sotto i singhiozzi. 'Su Allison..' pensa il diagnosta. "E' tutta colpa mia.." sussurra poi la ragazza. House la guarda. "No.." inizia. "Si, avrei potutto fermarlo, per chiedergli scusa prima, così sarebbe arrivato dopo... o forse saremmo andati insieme...." continua la ragazza. House si sente gelare. In realtà è colpa sua. Lui ha mandato Chase dal paziente.
"Ti prego...va via.." dice ancora la ragazza. House abbassa la mano. Si volta e zoppica via, senza dire una parola.

****

PROSSIMO CAPITOLO:
cursed knowledge

  
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