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Autore: DeltAmb3r    10/11/2013    2 recensioni
Lei era a terra, stanca, distrutta, e fissava il fucile che aveva puntato contro. Suo padre era spaventato dalla figura che aveva davanti, senza rendersi conto di chi portava davanti. Senza sapere che quella a cui stava per sparare era sua figlia. Le teneva la canna del fucile sotto stretta mira, mentre l’altra ragazza al suo fianco osservava la scena. Una ragazza dai capelli color sole son dei piccoli schizzi di gocce rosse sul capo, con un coltello sanguinante che penzolava dalla sua mano. Viola… o forse dovrei dire Ellen.
(Mi sono permessa di creare una mia versione good ending. Spero vi piaccia)
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lei era a terra, stanca, distrutta, e fissava il fucile che aveva puntato contro. Suo padre era spaventato dalla figura che aveva davanti, senza rendersi conto di chi portava davanti. Senza sapere che quella a cui stava per sparare era sua figlia. Le teneva la canna del fucile sotto stretta mira, mentre l’altra ragazza al suo fianco osservava la scena. Una ragazza dai capelli color sole son dei piccoli schizzi di gocce rosse sul capo, con un coltello sanguinante che penzolava dalla sua mano. Viola… o forse dovrei dire Ellen.
La figura della ragazza accasciata a terra si avvicinò ancora di più a quello che era suo padre, anche se quest’ultimo alzò la canna del fucile. Lei intanto continuava a perdere sangue dalla vita. Ellen sgranò gli occhi, sospirando. Sarebbe stata la fine per lei, eppure non sembrava contenta di quello che stava accadendo.
“… cosa sto…. facendo…?”
Ellen si spostò da dietro il padre di Viola per poi rimanergli accanto, sempre con in suo coltello intatto sporco di sangue in mano. Viola voleva farla finita per sempre. Aveva aiutato una sua amica, anche se questa l’aveva tradita. In fondo gli amici sono importanti. Gli bastava solo la morte. Ormai contava solo su quello.
-P…Paa…ddre…eee….-  ripeté Viola rimanendo ferma su un punto solo, alzando il braccio verso di lui. Gli occhi rossi, da cui fuoriusciva tutto il suo pianto di sangue lo rivolse a lui, come ultima persona da rivedere prima della sua aspettata morte. Voleva accertarsi solo che stesse bene.
-STAI LONTANO DA ME MOSTRO!!!- urlò lui, con la canna del fucile e il dito sul grilletto. Non rimase impassabile, era pronto per fare fuoco e per ucciderla.
“Ecco…” pensò Viola “la mia fine è arrivata…”
Istintivamente la ragazza accanto all’uomo si intromise tra lui e la ragazza coperta dall’abito rosso sangue. Dovette per forza abbassare il fucile.
-Ma… Viola? Cosa stai facendo? Allontanati subito da lì!-
Ellen non lo ascoltò. Si limitò a girarsi e ad inginocchiarsi verso la figura che le rivolse uno sguardo rabbioso.
“Ora che vuoi fare? Perché adesso mi proteggi? Hai finalmente quello che vuoi! Perché devi buttare tutto all’aria?”
Ellen buttò il coltello a terra in mezzo all’erba, che si macchiò di rosso. le prese la mano.
-Mi dispiace, Viola…- le disselei, sorridendo e lacrimando. L’uomo che osservava la scena, rimase in disparte, confuso -Non avrei dovuto tradirti. Tu mi hai solo aiutato e io ti ringrazio così? Non posso permetterlo. Quella che deve morire sono io, non tu.-
Il cielo, da scuro, si imbiancò. Rimasero solo entrambe.
Viola si rialzò per poi vedere il panorama. Era una distesa immensa di bianco. Si accorse di essere in piedi e si guardò. Era nel suo corpo.  Non riusciva a credeci.
-Viola…-
La ragazza si girò e vide la sua amica in piedi, accanto  lei.
-Ellen! Hai le gambe! Ma com’è possibile?-
Ella non rispose alla domanda.
-Ho preso in prestito il tuo corpo per troppo tempo. Per me è tempo di andare…-
-Cosa?-
-Di sicuro sei a conoscenza della mia storia. I miei genitori hanno tentato di uccidermi. Io ho ucciso loro. Ho giurato e spergiurato di non diventare mai come loro… e invece guardami. Sono diventata tutto l’opposto.-
-Vuoi dire che… perché?-
-Perché questa vita non mi appartiene. Appartiene a te. Per raggiungere lo scopo di uccidermi, i miei familiari hanno fatto di tutto, come io ho fatto di tutto per tentare di ucciderti. Anche se tu invece mi hai aiutato. Te ne sono grata, Viola…-
Detto questo si girò dalla parte opposta -Ti chiedo solo una cosa. Perdonami per tutto il dolore che ti ho causato. Mi dispiace…- cominciò a incamminarsi verso il bianco.
-Ellen aspetta!- la voce di Viola la bloccò. Si girò per poi vedere la ragazza bionda in lacrime -Non andartene! Noi possiamo vivere entrambe insieme! Per favore! Se vuoi rimani nel mio corpo. Saremo una cosa sola! Ma non andartene!- la sua voce si riempì di singhiozzi e pianti -Tu sei la mia unica amica… non andartene, ti prego…-
Ellen le porse un fazzoletto di colore rosso -Dai, non piangere Viola. Ho capito quanto tu tieni a me, ma ho troppe colpe. Non posso rimanere qui. Perdonami.-
Si girò un’altra volta, per poi incamminarsi. Un bagliore avvolse le due ragazze. Viola si ritrovò nel suo corpo, inginocchiata, davanti al corpo di Ellen inerme. Aveva un fazzoletto tinto di rosso in mano. Non era un sogno.
-Lo hai fatto perché ora siamo amiche, vero… Ellen?- chiese tra le lacrime.
Ellen alzò il capo, con gli occhi insanguinati. Questa volta, di tristezza. Sorrise, anche se a fatica.
-Pe…erd…doonn…aami…- Ellen ebbe un filo di voce solo per dire quest’ultima frase, prima di chiudere gli occhi. Una volta, e per sempre. Il padre di Viola era sempre più confuso. Lasciò cadere il fucile a terra e corse verso la figlia. Quest’ultima gli disse che gli avrebbe spiegato tutto a casa. Si incamminarono verso la strada che portava fuori dal bosco. Viola prima di andarsene raccolse un fiore dall’erba rossa e lo poggiò sui capelli di Ellen come fosse una spilla.
-Riposa in pace Ellen. Saremo sempre amiche.-
                                                        
                                                                                   
 -Avevi l’occasione di ricominciare daccapo e l’hai sprecata per una banale amicizia tra amiche.- disse il felino nero, avvicinandosi al cadavere della sua padrona. -Ora puoi riposare finalmente in pace.-
Detto questo il corpo della ragazza lentamente cominciò a svanire. Gli arti anteriori scomparivano. Il vestito. I lunghi capelli fluenti. Persino il fiore che aveva tra i capelli, il simbolo dell’amicizia tra lei e Viola. Di lei non rimase nulla. Anche il gatto, subito dopo sparì del tutto.
                
“Riposa in pace, piccola Ellen”
   
 
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