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Autore: Romioneisnice    10/11/2013    2 recensioni
La morbidezza delle sue labbra fu come un effetto calmante. Il profumo intenso che apparteneva a lei, a lei sola. Lì per lì temetti che lei non avrebbe ricambiato il bacio. Ma quando appurai che lei non si sarebbe allontanata da me, potei godermi finalmente la dolcezza e la sua infinita perfezione. Lei. Hermione Granger era mia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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POV. Ron

"Harry devo confessarti una cosa." dissi con un espressione seria. Harry mi guardò con una nota di panico nello sguardo.
"Cosa?" disse con voce sinceramente preoccupata.
"Tranquillo, non è poi così grave." aggiunsi per tranquillizzarlo. I suoi linemaenti si rilassarono.
"Ah, ho capito. Si tratta di Hermione." Al solo sentire il suo nome le guance mi si infiammarono e sentì lo stomaco sussultare più volte.
"No, cosa c'entra Hermione adesso?" chiesi dopo aver ripreso il controllo delle mie emozioni.
"Non è di Hermione che mi vuoi parlare? Dai Ron, è evidente." disse lui scrollando la testa.
"Evidente? Evidente cosa?" la sala comune dei grifondoro era fortunatamente vuota e così il solo che stava assistendo a quella conversazione era Grattastichi, proprio il gatto di colei che non deve venire per nessuna ragione a conoscenza di questa conversazione.
"è evidente che siete cotti l'uno dell'altra!" esclamò Harry esasperato.
"Cosa...come sarebbe a dire? Cotto l'uno dell'altro?" dissi sentendo che anche le mie orecchie erano diventate dello stesso colore dei miei capelli.
"non fare il finto tonto, Ron Weasley." mi ammonì lui con voce sorpendentemente simile a quella di mia madre.
"non capisco cosa intendi." dissi distogliendo lo sguardo dai vispi occhi verdi del mio migliore amico e fissandoli su Grattastichi che stava comodamente seduto sulla poltrona preferita di Hermione. Chissà se su quei morbidi cuscini si sentiva il suo odore, il profumo di Hermione. Più volte avevo cercato di capire cos'era del suo profumo che la caratterizzava così tanto. Forse era il delicato profumo al mughetto che i suoi genitori le regalavano ogni anno. O forse l'intenso profumo di bucato e freschezza che traspirava da ogni angolo della sua pelle. O forse l'odore dei libri, che l'accompagnava sempre. L'occhiata indagatrice di Harry mi distolse dai mie pensieri.
"Stavi pensando al meraviglioso angelico volto della tua amata? O forse al suo celestiale modo di camminare?" disse facendo l'ironico. Biascicai qualcosa che da principio doveva essere tipo: "Che cretinate..." ma in realtà suonò terribilmente come: "Al suo profumo." Un' occhiata divertita di Harry mi fece capire che ciò che avevo detto era veramente ciò che temevo. Affondai il viso nel cuscino cercando di capire come uscire da quella situazione. La risata di Harry mi giunse ovattata. Riemersi dalla stoffa della poltrona affrontando lo sguardo impietosito del ragazzo davanti a me.
"Ron, non devi vergognartene. L'amore è la cosa più bella che possa esserci."
"la fai finita? Prima assomigliavi terribilmente a mia madre, e adesso a Silente. Smettila!" esclamai sconfitto. "e poi io non me ne vergogno. È solo che una come Hermione non può stare con uno come me." dissi abbassando lo sguardo sul tappeto persiano sotto ai miei piedi.
"Allora non hai capito proprio nulla. Lei è innamorata di te! È proprio vero che l'amore rende ciechi."
"Te lo ha detto...te lo ha detto lei?" riuscì a balbettare non distogliendo lo sguardo dal tappeto.
"Non esplicitamente, ma si capisce benissimo." disse Harry in tono serio.
"Lo credi davvero?" chiesi stavolta guardandolo negli occhi.
"ne sono sicuro." disse e il suo sguardo era sincero.
"oh." mormorai incapace di dire altro. Avevo appena realizzato che stavo accettando consigli e punti di vista da uno che sulle ragazze ne sapeva meno di zero, visto che le sue uniche due ragazze erano state Cho Chang, che era ancora in crisi per la morte del ragazzo che amava, e mia sorella, una che più che a una ragazza assomigliava ad un diavolo, quando la tela su cui era dipinta la signora grassa, si spalancò e comparve Hermione.


 

p.o.v. Hermione.

 

Una volta entrata in sala comune, appurai che le mie supposizioni erano fondate: Harry e Ron erano gli unici nella stanza. Ormai ero decisa, nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. In fondo ero una grifondoro e non potevo avere paura. Avanzai con passo deciso verso i due ragazzi, rivolsi un veloce saluto a Harry e piantai il mio sguardo su Ron. Non sapevo se essere furiosa perchè lui era uno senzafegato che non riusciva a fare il primo passo, impaurita per quello che stavo per fare, o semplicemente emozionata. Per il momento, alla vista del suo viso arrossato e del suo sguardo stupito, provai solo tanto amore. Un amore quasi stucchevole che mai avrei immaginato di poter provare. Ero spaventata da questo sentimento che da circa un anno mi attanagliava le viscere. La mia razionalità era messa a dura prova. Non c'era una spiegazione scientifica per quello che provavo. E benchè avessi cercato più e più volte su tutti i libri della biblioteca, non c'era antidoto. Per questa volta dovevo fare a meno dei libri e risolvere la cosa da sola. E con i suggerimenti rubati dalle altre ragazze della scuola, e da una pergamena che avevo trovato nel negozio Tiri vispi Weasley, che spiegava come far innamorare un ragazzo.
"Ron. La professoressa McGranitt vuole che ti porti nel suo ufficio." buttai giù non trovando un'altra scusa plausibile. Lui mi guardò con fare ancora più stupito di prima e con una nota di autentico terrore.
"Che cosa hai combinato ora?" chiese Harry.
"ma...che io sappia nulla. Stavolta mamma mi ammazza." disse alzandosi dalla poltrona con fare rassegnato. Cercai di tranquillizzarlo.
"Tranquillo non hai fatto nulla, cioè: sicuramente avrai fatto qualcosa, ma nessuno ti ha beccato. La McGranitt vuole parlarci di...affari di Prefetti." decretai infine.
"Ah ok." disse Ron precedendomi e andando verso il quadro. Salutai in fretta Harry e lo seguì con passo irritato.

 

Una volta in corridoio cercavo di ricordarmi per bene i consigli che avevo raccolto: ridere alle sue battute, mostrarsi carina e simpatica, spostarsi i capelli dal viso con aria seducente, mai distogliere lo sguardo dal suo, essere sicura di se stessa... Insomma tutta roba più complicata dell'aritmanzia.
"Chissà che vorrà la McGranitt...." disse Ron.
"bho, porprio non saprei." stavamo per arrivare di fronte all'ufficio della professoressa, per cui con un gesto fulmineo e del tutto non premeditato, posai la mia mano sul suo braccio, fermandolo. Lui guardò prima la mia mano e poi me con espressione stupita. Accidenti: avrei dovuto prima spostarmi i capelli con fare seducente!
"Hermione?" chiese visto che ero rimasta per vari secondi ferma immobile con la mia mano sul suo braccio. Lo ritirai in fretta, come se bruciasse.
"Ron. Io devo dirti una cosa." declamai con tono malfermo.
"Spara." disse lui tranquillo.
"In realtà saresti tu a dover dire o fare qualcosa, porca miseria!" esclamai senza più freni. Odiavo quando diceva "spara". Lui mi guardava confuso.
"Possibile che voi maschi siate così stupidi? Avanti: dimmi qualcosa!" esclamai spazientita. Non era esattamente come me l'ero immaginato. Cercai almeno di non distogliere lo sguardo.
"Cosa dovrei dirti, Hermione?"
"Lo sai benissimo!" dissi mettendo le mani sui miei fianchi. Lui continuava a guardarmi imbambolato. "Per l'amor del cielo, Ron! Fai l'uomo per una volta" ancora non c'era arrivato. "Vuoi un piccolo aiuto?! Non lo so qualcosa tipo: Hermione sono innamorato di te." esclamai infine. Vidi le sue orecchie e il suo viso divenire rosso peperone, una tonalità non molto diversa dai suoi capelli. Dopo vari secondi che ci si fissava in silenzio, il suo rossore scomprve.
"Capisco. Questa era una dichiarazione. Hermione forse dovresti leggerti un libro a riguardo, perchè non credo ti sia venuta molto bene." disse infine con tono di voce divertito.
"In realtà ho cercato di informarmi, ma nessun libro tratta di questo argomento." dissi io, imbarazzata.
"Hermione, era una battuta." 

 

P.o.v. Ron

Quanto poteva essere adorabile anche quando era arrabbiata con me? No, Ron, concentrati: devi cercare di non passare per un cretino, almeno per una volta.

Ero lì che stavo pensando come agire, cosa dire, quando improvvisamente il mio corpo si protese verso di lei, senza nemmeno che io lo comandassi. Il mio braccio afferrò il suo e la portai verso di me. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa quando il mio viso si avvicinò al suo. Sentivo il mio cuore andare a mille. La morbidezza delle sue labbra fu come un effetto calmante. Il profumo intenso che apparteneva a lei, a lei sola. Lì per lì temetti che lei non avrebbe ricambiato il bacio. Ma quando appurai che lei non si sarebbe allontanata da me, potei godermi finalmente la dolcezza e la sua infinita perfezione. Lei. Hermione Granger era mia.

 

  
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