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Autore: Simphosium    10/11/2013    1 recensioni
"Ciao, mi chiamo Nev, e questo è CatFish.." le parole che venivano trasmesse dalla televisione ronzavano nella stanza, rimbalzando su tutte le pareti, galleggiando in quell'aria viziata che caratterizzava il minuscolo sgabuzzino dove viveva Filippo Matuzzi, o meglio, dove vegetava. Erano anni che i genitori si erano disfatti di lui comprandogli quel minuscolo appartamentino, sperando così di non avere più quel fallimento di figlio sotto al naso. Oramai solo le voci dei vj di MTV gli facevano compagnia. Ma la vita di Filippo Matuzzi era destinata a cambiare quella giornata del 22 dicembre del 2013, il giorno in cui conobbe quella ragazza.
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Filippo Matuzzi abitava a Rimini, in via dell'Abetone 57.
Nonostante la sua età fosse di 27 anni appena fatti e il suo paese offrisse ai giovani una cospicua vita sociale, Filippo non pareva averne mai giovato. Era grasso, una palla, un essere abnorme che si concedeva come unico sforzo quello di passare dalla sua stanza – dove vegetava per la maggior parte della giornata – alla sua cucina, che in realtà era parte integrante della stanza stessa. I genitori, pur di scrollarselo di dosso gli avevano comprato quello sgabuzzino di proprietà, con ben dieci metri quadri calpestabili! Un vero affare considerando che si trovava a due passi dai principali centri di interazioni sociali, dette discoteche, e a quattro dalle palestre più imponenti che la Riviera Adriatica avesse mai concepito.
Peccato che, secondo Filippo Matuzzi, il vero affare sarebbe stato quel bellissimo loculo in via S. Angelo 12. Non vi avrebbe mai fatto entrare un tavolo e un letto – almeno non con lui dentro – ma era comunicante con la sua rosticceria del cuore.
Ecco, Filippo Matuzzi non aveva mai avuto un amico del cuore, ma ristoranti, gelaterie, paninoteche, fast food e qualsiasi altra fonte di grassi insaturi li considerava tali. La sera non usciva con l'Alfio, il Tony e la Betta. Ma con il Mac, il Chicken Fried o la Cioccolata e Brownies.
Ma a lui andava bene così. Era sempre andata bene così. Era dall'età di otto anni aveva cominciato a lievitare, secondo la madre, la quale non sapeva dare una spiegazione socialmente accettabile per quella palla di figlio, così secondo lei gli otto anni erano stati un età topica e drammatica per lui.
Bisogna prima però, per capire il vero dramma che quei genitori stavano vivendo, dire che la signora Agata e il signor Michele Matuzzi non erano delle semplici persone, bensì erano i proprietari della maxi palestra “Fat is a Rat”, in via delle Ciliege 5. Un mostro di cemento costruito di fronte ad una delle spiagge più famose e frequentate solo dai vip più in voga. Negli anni era addirittura diventato un rituale l'entrare in quella palestra, ammazzarsi di pesi, prima di uscire grondanti di sudore per poi prosciugare le ultime riserve di acqua lessandosi sdraiati su uno dei lettini del Coconut Beach, appunto la maxi spiaggia progettata per essere cool in ogni suo singolo granello di sabbia – che, per essere precisi, era composta da una quantità inimmaginabile di conchiglie bianchissime e pregiatissime tritate e pestate fino ad essere trasformate in granelli -.
Detto questo era quindi comprensibile che i due fondatori di questo stile di vita dovessero dare un'immagine di perfezione statuaria, alla pari di divinità greche, e Filippo sarebbe stato la punta di diamante di quell'attività, l'erede perfetto.
Agata fin da quando era in gestazione e lo sentiva scalciare non si emozionava tanto per la vita di quel figlio, ma per per lo più per il vigore con cui, secondo lei, si stava allenando all'interno del suo ventre. Aveva persino reso il video della sua ecografia il nuovo spot per la palestra – già allora monumentale – così che, se ti trovavi a passeggiare lungo la spiaggia in corrispondenza di via delle Ciliegie ePer il suo primo compleanno non gli avevano regalato un orsacchiotto, come in media si fa con tutti i bambini, ma un abbonamento a vita alla rivista “Muscle Man”, con relativo articolo dove lo si menzionava come l'abbonato più giovane a quella rivista. Avrebbe vinto anche un guinnes dei primati se non fosse stato per Jenna Dodges, una sfegatata fan della bambola Barbie, la quale aveva iscritto Kelly, il suo feto di sette mesi, alla rivista omonima non appena era entrata a conoscenza del sesso della sua futura bambina. Secondo Agata Matuzzi quell'infame biondina ossigenata avrebbe iscritto il futuro pargolo anche se fosse nato maschio. Diciamo che la signora Matuzzi non nutriva molta simpatia per quella donna oltreoceano, anche se non l'aveva mai conosciuta di persona. E sicuramente il fatto che suo figlio dopo gli otto fatidici anni non avesse adempito al suo destino non aiutava. Kelly, si era contesa negli anni addirittura il tanto contestato guinnes per la maggior somiglianza con la bambola, grazie a mille e più operazioni controverse sul suo corpo, iniziate ad età ignota. La signora Matuzzi sospettava persino che avesse iniziato da appena nata, con un taglio particolare al cordone ombelicale, trattando poi il futuro ombelico con criogenia e chissà quale altra diavoleria. Il suo programma di irrobustimento della massa muscolare per infanti invece, al quale aveva sottoposto da subito Filippo, era assolutamente naturale e necessario per la crescita in salute di un bambino. Ma al contrario di Kelly, Filippo non portò mai a termine questo progetto così ambizioso. Ad otto anni qualche cosa si ruppe nell'equilibrio ginnico e psicofisico del bambino.
  
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