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Autore: cranium    11/11/2013    3 recensioni
Raccolta di brevi One shots dedicate ai fratelli di Suna, AU e completamente slegate temporalmente tra loro, che vanno dal demenziale all'angst peso.
#1. Di assorbenti, destino infame e bionde terribili: i due uomini di casa devono fare la spesa e si ritrovano con seri problemi.
"Fissa il fratello da sotto la frangia rosso fuoco: con quel vistoso trucco viola sul volto e il cappuccio nero calcato sulla testa, pare un delinquente più di quanto non lo sembri lui; ciò nonostante sono lì, il carrello pieno di schifezze, cibi in scatola, dentifricio alla mela, ad aspettare che le luci al neon gli indichino la strada da seguire."
#2. Buona condotta: Gaara e il suo passato incontrano Naruto Uzumaki.
#3. Good morning, Kankuro! Kankuro viene svegliato troppo presto "Kankuro sbatte la spalla contro la porta, il mignolo contro lo spigolo di qualcosa di indefinito, nella sua vista offuscata della mattina.
Ha la bocca impastata, la lingua che sa ancora di Montenegro e fragole, le dita appiccicose, il trucco evidente sulle guance e i capelli indecenti: lo scenario perfetto per spaventare chiunque sia riuscito a portarlo giù dal letto."

Peace, Love and Sabaku no Brothers! ♥
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Spazio deliri e chiarimenti: allora questa sarà una raccolta di One shots(AU) sui fratelli della Sabbia (i miei pupilli *-*!!). Non saranno legate tra loro cronologicamente e non avranno un filo conduttore, ma avvertirò prima, nelle nda, quale sarà il rating, gli avvertimenti, e il genere.

Saranno presenti accenni di Shikamaru/Temari e altre coppie, ma il vero protagonista sarà Gaara (o almeno così credo).

Questa è una One shot puramente demenziale e verde come un giardino in primavera:)

NOTA BENE: questo “capitolo” non tratterà di incesto, ma gli altri sì (nei limiti di efp, naturalmente) e quindi se ciò non vi aggrada vi consiglio di non leggere i capitoli dove sarà presente l’avverimento – lettore avvisato, lettore salvato.

Il titolo è preso dalla famosissimissima “Another brick in the wall” dei Pink Floyd.

Ringrazio Smith of lies per avermi betato questo delirio| Vi lascio il mio profilo facebook.

Peace, Love and Sabaku no Brothers!

 

 

ANOTHER BRICK IN THE WALL

Di assorbenti, destino infame

e bionde terribili.

 

 

La musichetta di sottofondo nel negozio inizia a dargli alla testa.

Non solo si trovano in un reparto del supermercato dove non avrebbero mai pensato di entrare ma una tizia dai capelli rosa e dal cartellino verde fluo, continua a chiedergli se hanno bisogno di aiuto.

Sul nome Sakura c’è persino un terrificante cuoricino fatto col pennarello rosso e Gaara si costringe a non guardarlo, per non far pensare alla commessa di star fissando il suo seno inesistente, chiuso da una camicetta stretta e semitrasparente.

Non capisce se la minigonna rossa faccia parte della divisa, oppure se sia una libera e felice scelta quella di lasciare le gambe nude.

– Non abbiamo bisogno di nulla. – ringhia Kankuro, visibilmente imbarazzato e infastidito, facendo allontanare la ragazza.

Rimangono così, soli e abbandonati, in quell’angolo colorato e plastificato, che è la corsia detersivi del “Konoha supermarket”, a chiedersi il perché siano finiti in quella terrificante situazione.

Temari è a casa ammalata, Kankuro ha la patente e Gaara non sarebbe riuscito a sopportare l’idea di rimanere a meno di cento metri dalla sorella raffreddata e con il ciclo.

Eppure, quando tra la lista di cose da comprare, sotto la dicitura “qualsiasi cosa di ipercalorico e zuccherato” ha letto “assorbenti”, sottolineato, cerchiato, ricalcato più volte, ha desiderato seriamente tornare in riformatorio per chiudercisi a vita.

Fissa il fratello da sotto la frangia rosso fuoco: con quel vistoso trucco viola sul volto e il cappuccio nero calcato sulla testa, pare un delinquente più di quanto non lo sembri lui; ciò nonostante sono lì, il carrello pieno di schifezze, cibi in scatola, dentifricio alla mela, ad aspettare che le luci al neon gli indichino la strada da seguire.

Non demordono e si avvicinano timorosi allo scaffale. Iniziano a dare un’occhiata più da vicino, prendono qualche confezione in mano, se la passano l’uno con l’altro e la ripongono quando vedono una vecchietta fissarli curiosa.

– Secondo te come fanno ad avere le “ali”? - chiede il minore dei due grattandosi la testa.

– Non lo chiedere a me, non ne ho mai visto uno! -

– Io direi di aspettare, magari passa una ragazza e prendiamo anche noi quello che sceglie lei! -

– E se non passasse nessuno? Come faremo? Cosa le diremo? Che non siamo capaci di considerare le sue esigenze?!?-

Sentire Kankuro parlare delle “esigenze” di Temari lo imbarazza; per quanto le voglia bene lei rimane quel mondo misterioso di cui non riesce ancora bene a decifrare i contorni.

 E’ bella sua sorella, ma in modo diverso dalle altre donne che conosce, e il fatto che suo fratello la comprenda più di lui, e che sembri curarsi maggiormente dei suoi problemi, lo infastidisce un poco.

Sente che quei due anni di distanza hanno cambiato irrimediabilmente le cose, e non può fare a meno di sospirare.

– Potremmo provare a chiamarla. – lo interrompe cambiando discorso.

– Ci parli tu con lei! Quando siamo usciti ha ripetuto tre volte testuali parole “non rompetemi il cazzo che sto guardando Grey’sAnatomy” e posso assicurarti che la puntata non è ancora finita.

– Potremmo provare a chiamare lui. – ed è l’ispirazione del secolo per Gaara.

Lui, è un’altra figura dai contorni sfuocati, nella vita del rosso, la prima volta che lo ha visto usciva in boxer dalla camera di sua sorella, li ha fissati per un secondo, ha alzato le spalle e si è andato a versare una tazza di latte freddo dal frigo.

Kankuro lo ha preso a pugni quella mattina, finché non è intervenuta Temari che ha preso a pugni lui.

Da quel poco che è riuscito a capire, dalle frasi buttate lì da lei tra un “è la mia vita” e un “fatevi gli affari vostri”, è il suo nuovo ragazzo, ma lui non ne ha mai conosciuti di precedenti.

È alto, moro e ha la sua età, tre anni in meno della sorella, eppure a lei sembra andare bene, anzi benissimo.

Al secondogenito, al contrario, non piace, e non si fa scrupolo di mostrarglielo palesemente.

– Che vuoi che ne sappia lui, poi non abbiamo il suo numero-

Gaara sa che Kankuro ha il suo numero, e che lo ha chiamato più volte per minacciarlo di starle lontano, accennando al fatto che “sono pericolosi”, ma il ragazzo non sembra essersi scoraggiato facilmente, al contrario delle chiappe di suo fratello su cui Temari ha stampato più volte la suola dei suoi anfibi, ma non replica nulla.

Differentemente da lui, la mano del destino, ha deciso di intervenire, forse positivamente, in quella situazione; infatti, da dietro alcuni scaffali, lui, proprio quel lui, li raggiunge con una biondina e un carrello pieno zeppo di roba.

– Shika, qui dovrebbero esserci i piatti di plastica e i bicchieri. – trilla lei, correndo per tutta la corsia.

Quel nome, che per loro è associato ad un tipo in boxer neri, appare vestito e annoiato, mentre cerca di calmare l’entusiasmo dell’amica; si squadrano tutti e tre per un attimo che sembra un secolo e poi azzardano un saluto di circostanza.

– È il compleanno del mio migliore amico – si giustifica per la compagnia della ragazza – gli facciamo una festa a sorpresa, voi che ci fate qui? – si gratta la testa nera e getta un occhio all’amica che rovescia tutto il possibile nel carrello.

– Temari sta male, ha il ciclo e non sappiamo che assorbenti prenderle. – confessa Gaara in un soffio e il fratello gli pesta un piede così forte che non riesce a trattenere un grido.

– Brutta faccenda. – gli risponde Shikamaru Nara, continuando a torturarsi il codino, lo sa pure lui com’è il carattere della sua morosa, ma ad un tratto un’idea gli prende forma nella sua testa.

– Ino – chiama, facendo segno alla bionda di avvicinarsi.

Le converse viola e disastrate strusciano contro il pavimento lucido; arriva sculettando e muovendosi a ritmo di quel che passa la radio del negozio.

Li guarda dall’alto al basso, scostandosi il ciuffo biondo platino dal visino magro e affilato – E questi chi sono? – dice appoggiandosi all’amico.

– I fratellini di Temari. – le risponde.

– Chi? I due psicopatici?

Kankuro stringe i pugni sotto le maniche lunghe della felpa, non sa se per il diminutivo o per l’offesa, ma si trattiene, l’altro lo osserva, pronto a intervenire a sua volta.

 – Devono fare la spesa per la sorella.  – spiega, dopo averle assestato una gomitata alle costole.

Ino da un’occhiata allo scaffale di fronte a loro, ci mette poco per capire la situazione, e soprattutto per capire che è arrivato il momento di farla pagare a Shikamaru, per tutte le sere dove gli ha dato buca per la nuova ragazza.

Prende una confezione azzurra e gliela lancia. – Questi andranno bene, sono quelli che uso anche io – dice  – perché non vai con loro? Tanto noi ci vediamo stasera.-

Il Nara ci pensa un po’, abita vicino ai no Sabaku, e forse facendo un salto da lei, si risparmierebbe un sacco di ramanzine sulla sua insensibilità.

– Se a voi sta bene – sussurra, e ci ripensa subito, con quelli in macchina non si sa mai cosa possa succedere – ma non dobbiamo finire di preparare per stasera?

Cerca di tirarsi indietro, ma oramai è tardi; – Tranquillo, finisco io! Vai pure!

Capirà tardi cosa significa davvero una donna in cerca di vendetta.

 

 L’abitacolo della panda è stretto.

Con le gambe pressate dal sedile davanti e il codino, che quasi finisce nel bagagliaio, Shikamaru, si chiede se il destino abbia scelto per lui una fine tragica, magari fatto a pezzettini e dato in pasto ai pescicani di qualche acquario.

Gaara è silenzioso come sempre, le ginocchia del moro piantate nella schiena e un braccio fuori dal finestrino; è stata una mattinata stressante, non vede l’ora di tornare a casa e sdraiarsi un po' a letto per recuperare qualche ora di sonno.

Kankuro sfreccia lungo la strada, preme violentemente sul clacson, impreca, sorpassa una vecchietta. Preme sull’acceleratore con più forza, poi inchioda. L’orologio segna le dieci, le repliche di Grey’sAnatomy sono finite e sicuramente Temari li sta spettando e probabilmente è arrabbiata.

Tutti e tre sperano solo di arrivare al pomeriggio sani e salvi.

 

Temari, seduta a gambe incrociate sul tavolo della cucina, controlla che ad ogni punto dello scontrino corrisponda un alimento nei sacchetti.

Le patatine alla paprika ci sono, i surgelati pure, eppure sente che c’è qualcosa di sbagliato.

Continua a togliere le cose dalle borse e le passa ai fratelli perché le mettano nella dispensa mentre il suo ragazzo le accarezza i codini biondissimi.

Ha il naso rosso, la testa pesante e sente come un peso tra gli occhi verdi e stanchi: fosse per lei sarebbe rimasta a letto e forse adesso starebbe meglio, ma non se la sente di lasciare quei due da soli senza un briciolo di guida.

Nel pigiamone felpato grigio perla, un po’ troppo lungo sulle maniche, li scruta, per cercare qualcosa nei loro sguardi di sbagliato, di incoerente o poco innocente.

La Coca Cola c’è, i rasoi rosa e gli orsetti gommosi pure.

L’aria è tesa, Kankuro si toglie il sudore dalla fronte con la manica della felpa, Gaara spalanca gli occhi azzurri a disagio, e da quando Shikamaru è dolce?

L’ultimo articolo della lista è quello che, al momento, le sta più a cuore; pesca la confezione in fondo alla borsa: è grande, troppo grande.

Se la porta davanti agli occhi che subito diventano due fessure, la plastica tra le sue dita sembra sciogliersi, da quanto la stringe con tenacia.

– Mutande-assorbenti-per-donne-incontinenti?  – scandisce lentamente con le labbra.

Tutti e tre, prima perplessi, cercano di mimare la loro espressione mortificata più convincente, tuttavia dentro di loro non riescono a trattenere una risata.

– Se è uno scherzo è di pessimo gusto. – ringhia, ma i suoi fratelli sono già scappati, hanno sceso le scale quattro gradini alla volta, hanno chiuso le portiere della macchina e si sono defilati verso il supermercato per cercare di rimediare.

Shikamaru, invece, è lì, il viso rosso e il codino chiuso tra le dita di Temari, che continua ad urlargli frasi sconnesse.

Forse ha capito tardi cosa significhi una donna in cerca di vendetta, ma sicuramente imparerà presto quanto le bionde possano essere terribili.

 

  
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