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Autore: RobynODriscoll    11/11/2013    2 recensioni
[Iniziativa "Accidentally in Love - OUAT Strangest Crack Couples Ever!"]
Una sfida. Coppie crack, che più crack non si può. Un prompt per ognuna.
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Wendy e Hook
W: «Tu non sei un vero pirata.»
H: «Ah sì? Posso dimostrarti il contrario.»
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Mulan e Neal
M: «Non mi è ancora chiaro, sai. Cos'è un...film?»
N: «E' difficile da spiegare per chi non sa nemmeno cosa sia una televisione.»
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Mulan e Robin Hood
RH: «Puoi arrabbiarti se vuoi. Puoi anche piangere, se preferisci. Non sarai meno forte, questo lo sai?»
M: «Non posso permettermelo. Nessun deve vedermi così...nessuno!»
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Will e Aurora
W: «Cento anni? Bloody Hell! Pagherei per farmi un pisolino del genere!»
A: *sguardo che uccide*
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Emma e Cyrus
C: «E' il tuo compleanno, esprimi un desiderio.»
E: «Ho paura dei desideri. I desideri portano a sperare.»
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Rumpel e Snow
R: «Un cuore puro come il tuo mi farebbe comodo, dearie.»
«Vieni a prenderlo, Dark One.»
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Aurora e Robin Hood
RH: "E cosa sarebbe questa cosa che ti ho rubato, e che rivuoi indietro?"
A: "Il mio cuore, furfante. Non avevi alcun diritto di prendertelo...non ti apparteneva!"
[altre coppie e prompt alla fine del capitolo 1 ^_^]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Learn me hard, learn me right

[Accidentally in love – OUAT Strangest Crack Couples Ever!]

 

 

 

Your eyes they tie me down so hard
I'll never learn to put up a guard
So keep my love, my candle bright
Learn me hard, oh, learn me right...
(Mumford and Sons - Not with Haste)
 

1. Put up a guard (Mulan/Robin Hood)

 

Era un battito costante dentro lo stomaco, quello che sentiva. Come se qualcuno vi fosse sepolto dentro, e bussasse incessantemente, disperatamente, per essere salvato.

Che ironia. A quel punto non c'era più nessuno che potesse essere salvato. Il cuore di Mulan era già pieno di lapidi, ma quel giorno ne aveva aggiunte troppe, tutte insieme, e si sentiva sull'orlo di un baratro che poche altre volte aveva affrontato.

E' il destino del guerriero, perdere sempre qualcosa. Lo sapeva fin dall'inizio del suo addestramento. Ogni battaglia ti strappa via sangue, amici, purezza. A volte, tutti insieme. Ora, dopo anni di quella vita, Mulan aveva le vene più vuote, l'anima più triste, la mente più sporca di angoscia rispetto a quando aveva iniziato.

Il suo Maestro le aveva detto: accetta il dolore, ma non ignorarlo. Il giorno in cui ti abituerai ad esso, il giorno in cui non lo sentirai più, spezza la lama e getta l'armatura nel fiume, perché non sarai più degna di portarle. Mulan credeva in quelle parole; eppure, oggi aveva una voglia disperata di spezzare la lama e gettare l'armatura nel fiume comunque. E non perché non provasse dolore, tutto il contrario. Quella volta la sofferenza era troppo forte, e non era certa che sarebbe arrivata alla fine della notte se le avesse permesso di affiorare.

Nelle lande di disperazione che un tempo avevano il nome di Foresta Incantata, aveva preso piede una minaccia ancora più oscura di quella che un tempo si era fatta chiamare Regina Cattiva. Mesi addietro, un cavaliere rinnegato di nome Mordred aveva evocato lo spirito di Morgana, una strega talmente potente da aver forgiato con le proprie mani il pugnale del Signore Oscuro, in un tempo ormai così lontano che nessuno ne aveva più memoria. Tornata nel mondo dei mortali, Morgana ora stava sulla spalla di Mordred, in forma di corvo. Gli aveva prestato i suoi consigli e i suoi oscuri influssi magici, permettendogli di autoproclamarsi Re di quelle terre senza più una guida.

Gli Allegri Compari erano ribelli di vocazione, o così aveva appreso Mulan fin dai primi tempi con loro. Dove sorgeva un tiranno, lì si sarebbero trovati, nel cuore della rivolta, a sobillare le folle e aiutare gli oppressi, cercando di scavare un sentiero di giustizia nella cenere di quello che un tempo, sotto Re Leopold, era stato un regno felice. Robin Hood aveva deciso di prendere apertamente le armi contro Mordred, e per tutta risposta il tiranno aveva scatenato i suoi fedelissimi per stanarli tutti quanti.

Era stato inutile, fino a quel momento. La gente amava Robin Hood: e come avrebbe potuto essere altrimenti? Era un esempio per tutti, un benefattore, uno dei pochi in cui gli oppressi riponessero una speranza. Mulan era presto diventata una dei suoi guerrieri più devoti. Vedeva l'onore nei suoi gesti, il fuoco nei suoi occhi azzurri, la giustizia nelle sue parole. Vedeva il suo carisma infinito e l'animo del comandante nato, due semi che lei non era mai riuscita a coltivare in se stessa. Lo invidiava. Lo stimava. Lo amava.

Come si ama un capo, certo.

Con ammirazione sconfinata. Rispetto. Una punta di gelosia per quel suo talento naturale nell'attirare la gente a sé. Robin Hood non era un uomo, per lei, ma un ideale incarnato.

Fino a quel giorno, almeno.

Quel giorno, era scaduto l'ultimatum del Tiranno Mordred. Robin e i compagni avrebbe dovuto consegnare le armi, o un intero villaggio sarebbe stato raso al suolo, le case bruciate, le donne e i bambini uccisi.

Si era discusso a lungo su come agire. Alla fine, avevano approntato un piano per non capitolare, ma poter salvare nel contempo tutti quanti. Avrebbero consegnato una parte degli armamenti, mentre le reclute e gli alleati dei villaggi vicini si sarebbero nascosti nella foresta, pronti a colpire gli uomini del tiranno e a dare battaglia prima che degli innocenti ostaggi potessero rimetterci la vita.

Qualcosa era andato storto. Un traditore, forse, tra le fila dei loro alleati. Il villaggio era stato raso al suolo, e Much aveva perso la vita.

Era un ragazzo allegro, Much, con un naso lentigginoso e la zazzera di capelli biondi sempre davanti agli occhi. La prima volta che l'aveva incontrato, Mulan si era ritrovata stretta con entusiasmo dalle sue braccia secche. Era rimasta rigida, perplessa da quell'espansività che non faceva parte di lei. All'inizio, non aveva capito quanto preziosa fosse la sua spontaneità.

Con il tempo, aveva imparato ad apprezzare il sorriso scanzonato di quel figlio di mugnaio che, accidenti a lui, maneggiava un bastone da combattimento come un Maestro della Montagna. Quando Mulan si perdeva con lo sguardo nel passato a cui aveva rinunciato, quando era nervosa dopo l'ennesima baruffa con Little John o indispettita perché Tuck si era ubriacato di nuovo, Much riusciva sempre a sciogliere il suo broncio in qualcosa di molto simile a un sorriso.

Robin l'aveva portato a casa tra le braccia. Era già rigido e freddo, quando erano arrivati all'accampamento nella foresta. Per fortuna, il traditore non sapeva dove il loro covo si trovasse. Era comunque più sicuro spostarsi subito, nel cuore della notte, per essere certi che un manipolo dei soldati di Mordred non fosse alle loro calcagna. Non avevano avuto tempo per una sepoltura decente: avevano dovuto coprirlo di rocce e sterpi, e sperare che le bestie selvagge non lo trovassero. Tuck aveva benedetto il tumulo come se fosse una vera tomba.

Durante la marcia, il dolore non si era attenuato nemmeno un momento. Le mordeva il fegato, e riempiva la testa di domande.

Perché non ho capito che c'era un traditore?

Perché mi sono fidata di ognuna di quelle persone come se fosse un mio fratello?

Dovrei saperlo, siamo tutti soli.

Come ho potuto dimenticarlo?

Alzò gli occhi neri su Robin, che cullava Roland accanto al fuoco, con parole sommesse e dolci. Si sorprese ad odiarlo, in quel momento. Ferocemente.

Quell'uomo l'aveva cambiata.

Mulan aveva imparato a contare soltanto su se stessa, negli anni. Aveva dato la sua lealtà di guerriero a molti comandanti, non ultimo Filippo: ma aveva sempre saputo, dentro di sé, che stava seguendo la propria strada di onore in solitudine. La vita tra gli Allegri Compagni l'aveva illusa di fare parte di qualcosa. Robin l'aveva illusa di non essere più sola...era sua la responsabilità, se ora Mulan si sentiva come se la sua anima fosse andata in frantumi.

Distolse lo sguardo, quando gli occhi azzurri di Robin si alzarono nei suoi. Pregò che non avesse notato che lo stava fissando.

Speranza vana. Lo sentì poggiare delicatamente il piccolo Roland sul giaciglio improvvisato di pelli, coprirlo con cura, accarezzargli i capelli. Poi, udì i suoi passi che si avvicinavano.

Gli Allegri Compagni, tutto intorno, si erano addormentati. Avevano mangiato a malapena per nutrire il corpo: lo spirito era assente, come anestetizzato per non sentire troppo dolore. Perfino Little John si era sciolto in lacrime e singhiozzi, quando avevano dovuto voltare le spalle al tumulo di Much. Mulan aveva pensato che era strano vedere una roccia tremare, scossa dal pianto. Lei non aveva versato nemmeno una lacrima.

Una roccia può tremare, ma una donna-guerriero no. Una donna-guerriero deve dimostrarsi più fredda del ghiaccio. Se toglie l'armatura, anche solo per un momento, il dolore tracimerà, e non avrà più il coraggio di indossarla.

«Stai bene?»

Le parole di Robin erano appena sussurrate.

«Non sono ferita.»

«Non è questo che intendevo.»

Sedette accanto a lei, le gambe piegate, i gomiti sulle ginocchia. Guardava nel buio.

«Era con me da quando aveva quattordici anni.» Le parole uscirono secche dalla bocca dell'uomo. Non disse altro. Quel silenzio scatenò un nuovo accesso di rabbia in Mulan. Si aspettava che gli chiedesse qualcosa? Che gli mostrasse solidarietà? No...la frustrazione tremava troppo forte sotto la sua pelle. Non poteva consolarlo. Non riusciva a consolare nemmeno se stessa.

«Si era affezionato molto a te, sai. Diceva che gli ricordavi sua sorella, anche se lei lo colpiva con il mattarello, e non con la spada da addestramento.» Un accenno di sorriso triste apparve sulle labbra di Robin. «Forse era anche un po' infatuato di te. Una volta ha detto a Little John che voleva sposare una ragazza come te, ma non era certo che ne esistessero altre al mondo...certo, era un po' ubriaco quella sera, ma dicono che nel vino stia la verità.»

Mulan scosse la testa, infastidita. «Perché mi stai dicendo questo?»

«Sto cercando di ricordare un amico scomparso. La tua gente non usa farlo? Se è così, ti chiedo scusa.»

«Non voglio parlare.»

«Sbagli, sai?» Il tono di Robin si fece meno nostalgico. Più preoccupato. «Dovresti farlo. Se non dai sfogo al dolore, ti schiaccerà.»

Mulan detestava che gli altri si preoccupassero per lei Si alzò in piedi, di scatto. Aveva bisogno di aria...non voleva stargli vicino. Perché sentiva, d'istinto, che lui capiva il suo cuore in pezzi. Perché odiava essere in pezzi, e sarebbe morta prima che qualcun altro la vedesse in quello stato. Chiunque, ma soprattutto lui...

«Mulan...ti prego, aspetta.»

La stretta della sua mano ruvida sul polso la fece sobbalzare. Si sottrasse bruscamente, voltandosi verso Robin.

Dannazione. Le palpebre le tremavano. Non voleva che accadesse. Non voleva piangere. Non l'avrebbe fatto, no...doveva soltanto inspirare, e quel pizzicore agli zigomi sarebbe sceso di nuovo nella gola.

«Non volevo offenderti. Ti prego, resta qui.»

«Così potrai darmi un'altra lezione su come affrontare il dolore?» La sua voce tremava di collera a malapena trattenuta. «Non ne ho bisogno, Robin Hood. Non trattarmi come una donna qualsiasi, perché non lo sono!»

Robin la guardò a lungo, con quegli occhi chiari che ora erano pieni di pena. Per Much. Per il villaggio distrutto. E sì, anche per lei.

«So bene che non lo sei.»

Ristagnò altro silenzio. Lontani dal fuoco com'erano, la figura di Robin vacillò nell'ombra. In quel momento, Mulan vide in lui qualcosa di diverso dal capo incrollabile. Vide un uomo con le spalle incurvate dalla sconfitta. Un uomo che portava lapidi nel cuore, come lei.

L'arciere fece un passo nella sua direzione. Questa volta, Mulan non si ritrasse.

«Puoi arrabbiarti se vuoi. Puoi anche piangere, se preferisci. Non sarai meno forte, questo lo sai?»

La guerriera inghiottì un fiotto di lacrime.

Perché? Perché la leggeva in quel modo così sfacciato? Chi credeva di essere, quell'uomo che riusciva a farla sentire così piccola di fronte a se stessa?

«Non posso permettermelo.» Inspirò ancora, più a fondo. Fu inutile. «Nessun deve vedermi così...nessuno!»

La prima lacrima era scesa. La seconda la seguì rapidamente. Quando la mano di Robin Hood si poggiò sulla sua guancia, una terza gli scorse tra le dita. Mulan non riuscì ad allontanarsi, soggiogata da quel tocco che di ideale non aveva nulla.

Lo capì soltanto allora, e la rivelazione fu forte quanto uno schiaffo.

Robin non era la giustizia incarnata. In quel momento, non era nemmeno un capo. Era solo un uomo. Fragile, quanto lei. Distrutto, quanto lei. E Mulan non lo ammirava né amava di meno, per questo. Tutto il contrario, dannazione. Tutto il contrario...

Si trovò stretta tra le sue braccia, il volto contro la sua spalla. Avrebbe dovuto provare repulsione, disagio. Avvertì soltanto un'ondata di calore, e le ginocchia si fecero più deboli, come se avessero capito che potevano smettere di faticare per reggerla in piedi.

Trovò a malapena la voce per mormorare: «Cosa stai facendo?»

La risposta fu un sussurro contro la sua tempia.

«Ti nascondo. Così nessuno ti vedrà.»

A quelle parole, la diga fu infranta, e le lacrime scesero senza più freni.

Che tu sia maledetto, Robin Hood, pensò. Quando è successo? Quando mi sono innamorata di te?

Non lo sapeva, ma le sue mani si allacciarono lo stesso dietro la schiena dell'uomo, e le dita si aggrapparono alla sua giubba di cuoio. Gli permise di avvolgerle le spalle, accarezzarle i capelli, contenere i suoi singhiozzi. Per la prima volta, Mulan lasciò che Robin abbracciasse la sua debolezza, e la nascondesse al resto del mondo. Sarebbe stata al sicuro, sotto il suo mantello. Nessuno l'avrebbe vista. In quel momento il guerriero poteva essere soltanto una donna, e tra le braccia di quella donna anche un capo poteva essere soltanto un uomo.

NdBlackFool
Ecco, non vedevo l'ora di iniziare! Questa raccolta prende spunto dall'iniziativa che è saltata fuori da chat con la mia cara Yoan Seiyryu: siccome entrambe amiamo le coppie crack, ci siamo divertite ad inventarne di veramente strane, e ad abbinare ad ognuna un prompt. Nel caso vi interessi partecipare, la lista è questa: 


Hook e Alice
H: «Fermi tutti, l'orologio si è fermato.»
A: «Ti sembra il momento di pensare a uno stupido orologio?»

Wendy (adulta?) e Hook
W: «Tu non sei un vero pirata.»
H: «Ah sì? Posso dimostrarti il contrario.»

Alice e John Darling
A: «Tu credi che i gatti possano sorridere?»
J: «Non me lo sono mai chiesto. Però fanno le fusa. Forse è il loro modo di sorridere?»

Hook e Mulan
H: «Non mi piace parlare con una spada puntata alla gola, tesoro.»
M: «Ma così ho la garanzia che tu non faccia qualcosa di stupido»

Mulan e Neal
M: «Non mi è ancora chiaro, sai. Cos'è un...film?»
N: «E' difficile da spiegare per chi non sa nemmeno cosa sia una televisione.»

Mulan e Robin Hood
RH: «Puoi arrabbiarti se vuoi. Puoi anche piangere, se preferisci. Non sarai meno forte, questo lo sai?»
M: «Non posso permettermelo. Nessun deve vedermi così...nessuno!»

Will e Aurora
W: «Cento anni? Bloody Hell! Pagherei per farmi un pisolino del genere!»
A: *sguardo che uccide*

Will e Ruby
R: «Il rosso è il colore del sangue.»
W: «Ma anche delle cose vive. E noi lo siamo. Siamo vivi.»

Jefferson e Aurora
A: «Non capisco questo mondo. Questa...come la chiamate? "Tecnologia". E' tutto così...diverso.»
J: «La diversità è solo un punto di vista, è questione di abitudine. Prova a vivere in un mondo dove tutti sono pazzi, finirai per diventarlo anche tu.»

Jefferson e Ruby
R: «Se sapessi cosa ho fatto, non mi rivolgeresti più la parola.»
J «Non sei l'unica ad avere ombre nel tuo cuore»

Jefferson e Red Queen
RQ: «Viaggiare tra i mondi? Non porta nulla di buono, mio caro. Wonderland non è un luogo come gli altri, può cambiare le persone.»
J: «Chi ha detto che sto cercando il buono di questo mondo?»

Regina e Neal
N: «Grazie per essere stata un'ottima madre per Henry.»
R: «E adesso per ringraziarmi meglio me lo porterai via?»

Emma e Cyrus
C: «E' il tuo compleanno, esprimi un desiderio.»
E: «Ho paura dei desideri. I desideri portano a sperare.»

Rumpel e Snow
R: «Un cuore puro come il tuo mi farebbe comodo, dearie.»
«Vieni a prenderlo, Dark One.»

Charming e Belle
B: «Mi sono sempre chiesta che cosa si provi ad essere un eroe.»
C: «Non c'è niente di speciale nell'essere eroi. Prima o poi, a tutti noi è richiesto di esserlo.»

Aurora e Robin Hood
RH: "E cosa sarebbe questa cosa che ti ho rubato, e che rivuoi indietro?"
A: "Il mio cuore, furfante. Non avevi alcun diritto di prendertelo...non ti apparteneva!"

 
Non è obbligatorio scrivere di tutte le coppie e nemmeno rispettare un ordine, l'unica regola che ci siamo date è di inserire, a un certo punto della storia, il dialogo del prompt. Se una di queste situazioni vi ispira, semplicemente scrivete nell'intro della storia [Accidentally in love - OUAT Strangest Crack Couples Ever!] ^_^ Ci farebbe davvero tanto piacere sapere di avere dato spunto a qualcuno per scrivere nuove storie del nostro fandom preferito <3 
Ecco, ho finito con gli sproloqui! Grazie di essere passati di qui :)
   
 
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