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Autore: Lau_McKagan    11/11/2013    2 recensioni
Roma Film Festival. Una ragazza al red carpet rovina decisamente la giornata di Jared Leto. O forse no.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere l'ennesima apparizione, l'ennesimo festival, l'ennesimo premio. Nulla di più. Certo era sempre felice di ricevere riconoscimenti per il suo lavoro e incontrare i fans che ogni volta gli dimostravano affetto, ma ormai quegli eventi erano più un'abitudine di cui a stento si preoccupava. L'unica differenza era che forse per la prima o seconda volta, avrebbe assistito alla visione di un suo film, e si sarebbe visto recitare. Molti la consideravano una cosa assurda, ma a Jared Leto non piaceva troppo riguardarsi nei panni di personaggi che per lo più lo avevano fatto soffrire. Si calava sempre troppo nei personaggi che interpretava, ma proprio per questa sua capacità gli veniva riconosciuto di essere un bravo attore, oltre che un bravo cantante. Jared amava i suoi personaggi, tutti quanti. Era come se ognuno di essi vivesse un po' in lui, giorno per giorno. E quando finiva per odiarne qualcuno, tendeva a cancellare quel personaggio dalla sua vita. Così aveva fatto per Efestione. Ricordi brucianti e dolorosi l'avevano portato ad ofuscare quel periodo della sua vita e tutto ciò che ci girava attorno. Tutto ciò che che per un periodo, era stato il suo tutto.
Ed ora a quella che doveva essere una semplice prima del suo ultimo sofferto film, era spuntata quella foto che aveva mandato a puttane tutti gli sforzi fatti fino ad allora per non pensare a lui. Tutti sapevano che era meglio evitare l'argomento Farrell con lui, anzitutto perchè non avrebbero ottenuto nessuna risposta, e poi perchè era il modo migliore per farlo cadere nel malumore più nero. Così quando una giovane fan dai grandi occhi scuri gli piazzò in faccia quella innocente foto, perse totalmente il controllo di sè, e divenne tutt'altro che il Jared affabile e cortese che tutti conoscevano. La scansò più volte, ma vista l'insistenza pensò che prima le avesse fatto quel maledetto autografo, prima lo avrebbe lasciato in pace. Afferrò la foto con un gesto stizzito stropicciando la sua stessa immagine, e con rabbia scarabocchiò la sua firma con il pennarello mezzo esaurito sull'immagine di quel farabutto di Colin Farrell, l'uomo che per un periodo di tempo fin troppo lungo era stato causa di tutte le sue pene, e che ancora a distanza di tempo, riusciva con solo il suo nome a fare diventare una divertente e piacevole giornata, il giorno più merdoso di tutti. 
'Maledetto, maledetto, maledetto!' 
Ma perchè quando non ci pensava da un po', arrivava qualcuno a risvegliare i suoi ricordi? Incrociò per un attimo lo sguardo della ragazza che finda subito aveva trucidato con gli occhi. Era felice. Felice probabilmente di aver realizzato un sogno. E in quel momento lei non potè che leggere una confessione nelle iridi cristalline di Jared. Distolse subito lo sguardo. 
'Maledetta, maledetta, maledetta!'
Continuò la sua camminata sul red carpet mettendo una maschera, perchè ormai la giornata aveva decisamente preso un'altra piega. Ma lui era li per sorridere, per firmare autografi, ringraziare la gente e mostrarsi entusiasta. Era bello, ricco e famoso dopotutto, che diritto aveva di essere incazzato o triste? Che diritto aveva di essere umano?
Era ancora scosso quando tornò in hotel quella sera, chiudendosi nella sua stanza senza nemmeno preoccuparsi di farsi sentire da Shannon. Era stanco, ma era una stanchezza più mentale la sua. Per tutto il tempo non aveva badato un secondo alle immagini sullo schermo. A stento era riuscito a rispondere a qualche domanda. Praticamente era come se non si fosse visto nemmeno quella volta, perchè la sua mente vagava su ben altri pensieri. 
Quella ragazza.... accidenti a lei! Non si sarebbe dimenticato la sua faccia così facilmente, se l'avesse reincontrata da qualche parte, magari ad un concerto, l'avrebbe riconosciuta e l'avrebbe trattata di merda come si meritava! L'avrebbe anche insultata, ecco. Che diritto aveva di rivangare QUEL passato e aprire di nuovo le sue ferite? Oh no, non l'avrebbe dimenticata così facilmente. Prese una Coca dal frigobar camminando nervosamente avanti e indietro, vomitando improperi e maledizioni contro la poveretta, che per dirla tutta, se non altro aveva calamitato la sua attenzione molto più di qualsiasi Echelon che aveva avuto la fortuna di incontrarlo. Sbuffò e si lasciò cadere sul letto. Guardò il soffitto per interi minuti, minuti in cui sulla liscia vernice bianca scorsero vecchie immagini appartenenti al passato. Lui e Colin sul set, lui e Colin nella sua stanza, lui e Colin alla Premiere, lui e Colin in un motel, lui e Colin, sempre lui e Colin.
"Fanculo!" urlò nervoso rimettendosi a sedere di scatto. E adesso chi diavolo se lo levava dalla testa almeno per le prossime settimane?! Sospirò. Che poi a pensarci si era comportato davvero male con lei. Non gli avevano mai dato fastidio tutte quelle insinuazioni sulla sua presunta omosessualità. E chi ci credeva più ormai alla sua totale propensione al sesso femminile? No, non era quello. Essere considerato bisex o gay non gli aveva mai creato problemi. Erano tutte quelle storie su lui e Farrell a farlo innervosire, a farlo stare male. Racconti, foto, blog interi che narravano la loro storia manco fossero stati li con loro a viverla. E faceva male. E lo faceva incazzare. Si. Perchè era vero, era tutto dannatamente vero. Ed ora non aveva più nulla, se non quei ricordi che si ostinava ad accantonare per evitare di sanguinare ancora. Ma la felicità che aveva visto negli occhi di lei quando l'aveva visto e aveva con coraggio allungato quella foto, era la prova che non c'era stata nessuna malizia in quel gesto. Probabilmente Alexander era il suo film preferito, e probabilmente anche se credeva in quella che ormai il mondo chiamava Farrelleto, non poteva certo sapere o capire quello che significava per lui. Avrebbe dovuto essere più professionale. Avrebbe dovuto sorridere finto e firmare cordialmente la foto. Avrebbe dovuto non pensarci e farsela scivolare addosso. Ma spesso si lasciava trasportare da istinto ed emozioni. In fondo, chi era Jared Leto, la rockstar, l'attore trasformista, il regista di se stesso, se non un uomo? Un uomo si, accidenti, Jared Leto era umano! Già... avrebbe voluto non esserlo, come troppo spesso le sue ammiratrici lo credevano. Era un uomo, con i suoi malumori, le sue debolezze, i suoi dispiaceri. Non poteva sempre essere perfetto e impeccabile. Sbagliava, esagerava e diceva stronzate esattamente come qualsiasi essere umano. E l'aveva fatto anche quel giorno. Si era comportato in modo poco professionale, ma che cazzo, ne aveva tutte le ragioni! Anche se sapeva che non avrebbe dovuto. In più ora aveva anche quella cosa che sentiva ogni volta che qualcuno o qualcosa gli ricordava lui. Quella sensazione che non sapeva definire e che tutte le volte lo portava stupidamente a prendere il telefono e rispolverare quel numero. Un numero che non aveva mai cancellato, solo l'aveva archiviato sotto la voce 'Dottore' giusto per non aver sotto gli occhi il nome Colin ogni volta che scorreva la rubrica. Ma dopo tutto lui lo era sul serio un dottore. Era il dottore del suo cuore, l'unico che era in grado di curare la malattia che da anni lo affliggeva, se solo lo avesse voluto, dall'esatto momento in cui il primo giorno sul set aveva incontrato il suo sguardo profondo. Gli bastava chiudere un attimo gli occhi per vederlo di nuovo. Sorrise. Ecco, l'incredibile umanità di Jared Leto che stava per l'ennesiva volta per fargli fare una stronzata. Le dita scorsero automaticamente al nome "Dottore" e dopo un breve indugiare pigiarono il tasto di chiamata. L'ultima volta era stato molto tempo prima, forse dopo che ad un intervista gli avevano chiesto qualcosa su di lui, o su Alexander. Si era talmente incazzato che quasi se ne era andato seduta stante, solo la presenza di Shannon l'aveva calmato e indotto a restare. Oh, quanto tempo era passato... e come quella volta ora che aspettava che rispondesse si rendeva conto di quanto anche solo sentire la sua voce gli era mancato... aveva il cuore che batteva così forte che temette gli uscisse dal petto.
"Pronto?"
Bum, bum, bum, bum, tachicardia. Silenzio.
"Pronto?!"
Ma perchè? Perchè cavolo l'aveva chiamato?! La sua voce...
"Jared?"
Ecco. Sgamato. Chiuse subito la chiamata. Era passato tanto tempo dall'ultima volta, ma la scena era sempre la stessa. Lui chiamava, Colin rispondeva, lui non aveva il coraggio di dire nulla, Colin capiva, Colin lo chiamava... e lui riagganciava.
E come ogni volta, il telefono di Jared squillò pochi istanti dopo, sul display la parola "Dottore"...
Prese un profondo respiro "Cole" sentire la propria voce chiamarlo di nuovo era strano, ma indiscutibilmente bello. Cole... lo chiamava sempre così. Usava Colin solo quando era arrabbiato, e Colin James Farrell quando era proprio incazzato nero. Ma ora lo aveva chiamato Cole. 
Dall'altro capo del telefono era sicuro che quello stronzo stesse sorridendo "Hey... ne è passato di tempo"
"S... si..."
Un sospiro "Chi è stato questa volta?"
Jared sgranò gli occhi a quella domanda "C... cosa?" possibile che riuscisse ancora a farlo balbettare come un interdetto?!
"Chi è stato? A farti incazzare così tanto da farti decidere di chiamarmi" come diavolo faceva a saperlo ogni volta?! "Un'altra intervista? Ho visto che eri a Roma, per quel tuo film"
Oh bè, Colin sapeva dov'era. Questo voleva dire che stava ancora attento ai suoi impegni pubblici. Chissà, magari si sintonizzava sul satellite per la diretta, o magari spulciava foto da internet. Ma che cavolo andava a pensare "Una ragazza"
"Una ragazza?"
"Si... una ragazzina tra il pubblico... ha tirato fuori una foto di Alexander, e Dio! Che si fotta! La odio!"
"Per una foto? Andiamo Jare, sei il solito esagerato"
"Ti ho scarabocchiato la faccia..." ammise, vergognandosi un po'.
"Davvero? Hum... molto maturo"
"Fottiti anche tu, non so nemmeno perchè cazzo ti ho chiamato irlandese testa di cazzo! Vaffanculo! Accidenti a lei, perchè cazzo non se ne è stata a casa invece che venire a rovinarmi la giornata!" eccolo, era partito con la suo solito monologo.
"Io invece vorrei ringraziarla"
"Cosa?!"
"Se non ti avesse obbligato a scarabbocchiarmi la faccia non mi avresti chiamato, chissà ancora per quanto tempo avrei dovuto aspettare"
"Bè potevi chiamare tu allora!"
"Lo sai perchè non lo faccio Jared" Jared, l'aveva chiamato Jared. Cattivo, cattivo segno. Si sapeva perchè Colin non lo chiamava. Era lui quello che stava male, era lui quello debole, quello che dentro portava ancora tanto di quel dolore che avrebbe potuto soffocare il mondo. Così Colin non lo cercava mai, gli lasciava il suo spazio e la sua vita, aspettando che fosse pronto per risentirlo di nuovo. Lasciava a lui la scelta, perchè sapeva che fare il primo passo sarebbe equivalso ad una porta in faccia. Perchè Jared provava ancora rancore, e stava da cani "dovremmo farla finita una volta per tutte"
Farla finita. Quante volte ci avevano provato? "lo vorrei davvero, vorrei non sentire il bisogno di sentirti di nuovo ogni volta"
"Tanto per cominciare dovresti smetterla di incazzarti col mondo ogni volta che mi senti anche solo nominare... è passato un secolo... non potremmo cercare di mantenere un rapporto tra persone civili?"
"Hum si giusto, persone civili, certo... tu sei stato molto civile quando hai messo incinta la tua ragazza per sbarazzarti di me nel modo migliore che credevi!" ringhiò.
"Smettila, non starò qui ad ascoltare di nuovo questa storia! Ne abbiamo già parlato!"
"Non abbastanza!"
"JARED!" urlò. 
Aveva urlato, lasciandolo muto e conscio della sua stupidità. Si stava comportando esattamente come una diva isterica, proprio come tutti lo apostrofavano "Scusa..."
"Si, ok..."
"Non avrei dovuto chiamarti"
"Ti ho chiamato io"
Rise amaro scuotendo leggermente la testa "Solo perchè io l'ho fatto per primo"
"Ho sperato tutti i giorni che lo facessi Jare" 'No, no, ti prego, non dirlo! "Mi sei mancato" 'L'ha detto! Fottuto irlandese, devi imparare a tenere la bocca chiusa!'
"Anche tu" dho! "Ma... ora va meglio, credo che ora attaccherò e non ci sentiremo più per un po'..."
"Fino a quando qualche altra povera sventurata non tirerà fuori un'altra foto?"
"Qualcosa del genere"
"Perchè invece non ci vediamo Jare?"
Quella richiesta lo spiazzò. Non l'aveva mai detto, non gli aveva più chiesto di rivedersi dopo che si erano lasciati definitivamente e in malo modo. Di solito quelle telefonate finivano con un 'Vaffanculo', o con un 'Ok ciao, stammi bene'. Ma non quella volta. Colin voleva vederlo. Voleva vederlo! Un sorriso gli si stampò automaticamente in faccia, sorriso che scemò all'istante, con un sospiro e una scrollata di spalle "Non credo sia una buona idea... io... non so se voglio di nuovo vederti...."
"Lo capisco... ma vorrei davvero risolvere questa cosa in qualche modo Jared... vorrei che non dovessi più prendertela quando qualcuno ti chiede qualcosa su Alexander, o anche solo pronuncia il mio nome... vorrei che fossi sereno per quanto riguarda il nostro passato"
Oh cielo, quanto avrebbe voluto esserlo! "Lo vorrei tanto... ma non so se ci riuscirei... temo... che rivederti peggiori solo le cose per me"
"Nemmeno il tempo a lenito le tue ferite?"
"Non del tutto credo"
"Sono stato uno sciocco a sperare..."
"No... lo sciocco sono io... che non riesco più a sperare Cole" sapeva che sentirlo così avrebbe inferto a Farrell un duro colpo. Solitamente avrebbe pensato 'Ben gli sta!' ma ora... quei secondi muti e silenziosi gli fecero solo salire il groppo in gola. Colin era seriamente intenzionato a costruire un buon rapporto con lui, e sapeva che qual rapporto sarebbe stato come Jared lo voleva, se voleva. Amicizia, amore, quello che voleva. Colin avrebbe dato la vita, pur di riaverlo accanto, in qualche modo. E lui? Lui non aveva più una vita da quando non gli era accanto. Solo i Mars e la musica l'avevano fatto andare avanti. Ma era vita quella? Stava dando tutto ad una famiglia di cui nemmeno conosceva i volti. Gli Echelon, la sua famiglia, coloro che riempivano il vuoto immenso della sua esistenza. Ma per quanto? E soprattutto, gli sarebbe bastato per sempre? Mai nessuno davvero vicino, mai nessuno ad aspettarlo, mai nessuno a stringerlo, mai nessuno per cui vivere davvero. Quel qualcuno un tempo era stato Colin. Poteva di nuovo esserlo? "Forse..."
"Forse?!" chiese Colin speranzoso.
"Potresti aiutarmi? Voglio dire... non lo so ancora cosa voglio Cole, o meglio, so cosa vorrei, ma non so quale sia la cosa più giusta da fare" si immaginò il sorriso illuminare il volto di quell'irlandese bastardo. E istintivamente anche il suo volto si illuminò "non rispondi?"
"Scusa... sono... sono rimasto senza parole... davvero vorresti?"
"Vedere quella tua brutta faccia?"
"Si" rise.
"Si" 'Si si si!' l'avrebbe ripetuto in eterno! Il suo cuore implodeva di gioia solo al pensiero. Ma dall'altra parte era attanagliato dalla paura "solo... non voglio ricadere in quell'incubo Cole"
"Farò di tutto perchè non accada più... te lo prometto"
E ci credeva, perchè Colin non gli aveva mai promesso nulla fino ad allora. Le promesse diceva, non facevano per lui. Troppo era il peso da sopportare se non si riusciva a mantenerle. Ma ora aveva promesso, promesso che mai più avrebbe permesso al suo cuore di sprofondare in un abisso fatto di solitudine e autodistruzione. Si fidava di Colin, nonostante tutto. E sapeva che l'avrebbe tenuto a galla, e avrebbe riaggiustato le cose in un modo o nell'altro. Sperava che quel modo fosse ciò che aveva desiderato e sognato tutte le notti degli ultimi anni.
"Forse... dovrei chiedere scusa a quella ragazza, in qualche modo"
"Anche alla mia faccia, visto che ci hai scarabocchiato sopra"
Rise di nuovo. Non poteva credere ora di stare ridendo per l'esatto motivo che solo poco prima gli aveva inversato la giornata "Chiedo umilmente perdono"
"Lo farai quando ci vedremo"
Gli strappò un'altro sorriso "Presto?"
"Sarò a Los Angeles la prossima settimana... potrei fermarmi per un po'... ad aspettare che torni alla base"
Lo diceva sempre quando stavano insieme, Los Angeles era sempre stata 'la base'.... casa.
"Dopo gli EMA domani... tornerò alla base"
"Sarò li ad aspettarti"
Il suo cuore sobbalzò di gioia. Era gioia, non poteva essere altrimenti. E poco importava se forse ci stava cascando di nuovo. Se stava di nuovo dando inizio ad una cosa che si era ripromesso di sopprimere definitivamente. Non gli importava. Avrebbe dovuto fare i conti con Shannon... chi lo sentiva adesso? Ma alla fine avrebbe avuto il suo appoggio, come sempre. E come sempre sarebbe stato li a leccargli le ferite, se le cose fossero andate male, come sempre. Ma alla fine, anche solo per un giorno in più insieme a quel bastardo di Colin Farrell, valeva la pena correre il rischio. Chiuse la chiamata in silenzio. Anzi no, con un sorriso che valeva più di mille parole, e che anche se non poteva vederlo, Colin aveva sentito. 
Pensò di nuovo a quella ragazza... sicuramente ora lo stava odiando per come l'aveva trattata, o forse si sentiva in colpa per averlo fatto incazzare. Invece avrebbe solo dovuto essere felice perchè quella giornata lei, glie l'aveva cambiata davvero. E avrebbe solo voluto dirle grazie.


***
Eccomi. Dopo.... bo! Un secolo.
Per me è la prima volta che scrivo in questa sezione, e l'ho fatto per un motivo.
Io CREDO nella Farrelleto, e ad ogni modo vera o no, non c'è nulla di male a farci qualche pensiero.
La storia che ho raccontato è vera, o almeno la parte della ragazza che ha fatto firmare quella foto a Jared a Roma. Una ragazza ame cara che per questa cosa è stata attaccata manco fosse una delinquente, da chi si definisce Echelon e poi insulta che non la pensa come loro. Ho pensato che magari qualcosa di buono da questa cosa poteva venir fuori, chi lo sa... magari è andata cosi (magari!) o magari no, ma in ogni caso, lo dico a lei, hai fatto ciò che ognuna di noi avrebbe voluto fare ma che per mancanza di possibilità o di coraggio, non ha mai fatto.
E tra l altro con questa cosa esco dal mio stato di fermo-ispirazione che dura da un sacco di tempo, quindi MERITO TUO DORA! Oh.

Un saluto a tutte coloro che leggeranno.

Ciao!

Lau
   
 
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