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Autore: eltanininfire    11/11/2013    0 recensioni
Esattamente un anno fa, Altea è morta…
-Ehi, Laura, oggi vai alla messa per ricordare Alte?- le stanno chiedendo.
-No, ci saranno tutti gli altri-
-Ah, ok-
[...]
Quello che mi è successo non è bello, lo so, ma adesso sto sperimentando un nuovo modo di stare accanto alle persone, invisibile ed incorporea. Ma non significa che non ci sono.
Vi sosterrò sempre, nel bene e nel male.
Io ci sono.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Altea's After Death Stories'
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Io ci sono

È un seguito di “You have stolen my next dawn”, che consiglio di leggere per capire questa.

 

Esattamente un anno fa, Altea è morta…

 

-Ehi, Laura, oggi vai alla messa per ricordare Alte?- le stanno chiedendo.

-No, ci saranno tutti gli altri-

-Ah, ok-

Loro non capiscono. Laura non ricorda in modo comune, ma ha una maniera tutta sua. Lei scrive ed io ne sono felice, perché so che anche lei lo è. È il suo modo per sfogarsi.

Noto che è triste. Parlare di me le fa ancora male, ma non come i primi tempi. A volte il tempo guarisce tutte le ferite, è vero, ma a volte no. Meno male questa volta è andata bene. Certo, sono morta, ma adesso sono in grado di capire molte più cose.

La messa che faranno “in mio onore” non è altro che un pretesto per ritrovarsi e stabilire chi non ce l’ha fatta a continuare, come Laura. Me la ricordo ancora quando è passata dal Reparto al Noviziato, tutta sola ma con una gran voglia di vivere. Vita che non può essere vissuta negli scout, dove molti ragazzi muoiono per stupidi incidenti.

Per cui, io sono più felice se è lei a ricordarmi e non gli altri, perché lei è più pura di molte persone e il suo modo di amare e di fidarsi è semplice e diretto. L’amicizia con lei è una cosa fantastica e so che lei mi vorrà sempre bene.

A volte, cerco anch’io di trasmetterle ciò che provo. Una volta ha ordinato un marocchino e io ho influenzato i pensieri del barista per fargli disegnare un cuore col cioccolato. Ho sorriso quando gli ha fatto la foto e l’ha messa come sfondo del cellulare.

Proprio oggi ho piegato le tapparelle della sua classe per disegnare una A, e lei se n’è accorta. Ha sorriso lievemente, segno che aveva capito.

Tutte le altre mie amiche mi hanno sostituito, ma Laura no. Per lei gli amici sono tutti e nessuno, alcuni più importanti di altri. L’ho vista litigare con Ninette e Greta e l’ho sostenuta. Se avessi potuto le avrei strangolate.

Anche ora, mentre scrive, le sono vicina, esattamente come lo sono a mia madre e a tutta la mia famiglia. Vorrei dire loro di non preoccuparsi, che io sto bene e che sono felice. Mi piacerebbe far sapere che non tutto è perduto, che si possono trovare dei figli anche in chi non è legato a noi in modo biologico, che non bisogna abbattersi, ma trovare nuova forza anche dagli avvenimenti più brutti.

Quello che mi è successo non è bello, lo so, ma adesso sto sperimentando un nuovo modo di stare accanto alle persone, invisibile ed incorporea. Ma non significa che non ci sono.

Vi sosterrò sempre, nel bene e nel male.

Io ci sono.

 

Spazietto dell’autrice:

eccomi qui, nove mesi dopo la mia prima fanfiction di Altea Trini, esattamente un anno dopo la sua morte. Consiglio di andare a leggere la prima storia per capire questa, ma basta anche sapere la sua storia.

Alte è stata investita da un ubriaco alla guida di una Range Rover bianca, che l’ha sbalzata dalla bici per cinquanta metri. Era in gita con noi scout e da allora c’è stato un lungo e lento cammino di recupero dalla sua morte. Io ho scelto di farlo da sola, gli altri stando insieme.

Il dialogo all’inizio del capitolo è reale ed è stato veramente sostenuto proprio oggi 11/11/2013 con una mia compagna di classe. Da lì è partita un’idea che è sfociata in questa storia scritta nel giro di un ora. Ho pensato a cosa penserebbe Altea nel vedermi proprio oggi, durante l’intervallo e poi, mentre scrivevo. È molto soggettivo, ne sono consapevole, ma è anche quello che mi è stato detto su di me.

“Tu ti fidi troppo facilmente”, queste le testuali parole, seguite da “Il tuo modo di amare è troppo bambinesco, ti fai raggirare con facilità” e da “Tu sei pura, Laura, ma sei ancora troppo ingenua”, che mi hanno fatto scattare in testa tutto il discorso sull’amore e l’amicizia.

Non credo che la messa di stasera sia veramente quello che ho scritto, ma ho solamente paura di incontrare tutti gli altri. Ho paura, lo ammetto tranquillamente, perché so già cosa diranno di me. Che non ho diritto a stare lì perché non sono andata al funerale, ma solo alla veglia e poi non mi sono fatta più sentire.

Hanno ragione, naturalmente, ma io sono fatta così, ho bisogno di stare in pace quando succedono cose come questa.

Sto divagando, lo so, per cui la finisco qui.

Spero che vi piaccia e che me lo facciate sapere tramite recensione.

Alla prossima.

Bacioni.

Fire

   
 
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