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Autore: A q u i l e g i a    11/11/2013    3 recensioni
"Era seduto su quella staccionata, con il volto rivolto verso il precipizio. I flutti continuavano a frantumarsi contro gli scogli; uno dopo l'altro con grande veemenza.
Alzò lo sguardo. La notte era vicina, era questione di secondi. Osservò la sua mano, tremante. La vita di Kasumi, che stringeva con forza il suo palmo e le sue dita, non c'era più. Eppure riusciva a sentirla, come un tenero velo che avvolgeva il suo corpo; sembrava come trascinarlo in avanti, verso quel sole sommerso, in attesa della luna.

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Piccole One-Shot sulla mia amata PokéShipping. Nulla di speciale, ma spero possa essere di vostro gradimento! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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ひっしになって
hissi ni natte

 


Desperately

 

 

 

夢 あ か う 見

ぢ し よ つ  し

に も へ つ ご

は や ど に と

    す も ひ は

           と あ

           め ら

              ず

 

 

yumeji ni wa
ashi mo yasumezu
kayoedomo
utsutsu ni hitome
mishigoto wa arazu


Sebbene vada da te
senza sosta lungo sentieri irreali,
l'unione di questi appuntamenti
è minore di un singolo scorcio
concesso dal risveglio del mondo

 

 


~


«Devo incontrare una vecchia amica» affermò con decisione Satoshi, giustificandosi con il tassista.
«Ma perché proprio in quel luogo?» ribadì questo, con leggera aria di sospetto.
«Lì il tramonto è stupendo» spiegò il giovane ragazzo, stringendo tra le mani una vecchia foto, sbiadita.

Dopotutto, non stava mentendo.

Appoggiò il capo sul poggiatesta, molto duro, e sospirò con grande pesantezza. Non era certo di volerlo fare, la sua mente era tempestata da sentimenti contrastanti, ma non aveva la minima intenzione di tornarsene a casa. Era arrivato così lontano per un motivo e non sarebbe venuto meno ai suoi impegni morali: non era fatto così.
Controllò distrattamente l'orologio, quasi totalmente nascosto dal guanto di lana e dal pesante giubbotto invernale, nero, che riscaldava il corpo di Satoshi in quella fredda serata invernale, nella quale il sole era in procinto d'accigliarsi, cadendo in un sonno profondo. Dal promontorio se ne poteva avere una vista splendida: pareva che quell'immensa sfera d'oro s'immergesse in mare.
Non era raro che Satoshi passasse le sue serate, in gioventù, ammirando quello spettacolo al fianco della sua amica d'infanzia, Kasumi. La sua lei, una ragazza per la quale era difficile soffocare dei sentimenti così accesi, ma che riusciva a reprimere con un'abile bravura che vantava anni d'esperienza. Era sempre stato così. Moriva dalla voglia di poter incontrare quel volto, dolce e solare, sormontato da una bizzarra capigliatura rossastra, che ne esprimevano il carattere giocoso.
Satoshi poteva ammirare le splendide luci di quella piccola città di mare dal finestrino del taxi. Ad ogni respiro, questo si appannava, annebbiando la visuale su quel armonioso e rasserenante paesaggio, fatto di semplici case fulgenti avvolte da una leggera luce dorata che si mischiava all'ombra della notte, ormai in procinto d'addentrarsi nel piccolo porto.
Alzò il dito destro e tolse il guanto che lo copriva. Appoggiò la punta, fredda – come congelata – al vetro ormai adombrato; voleva scriverci quei tre caratteri che aveva impresso nella testa, non riusciva a toglierseli dalla mente; eppure qualcosa lo bloccò. Era forse la paura?
Non passò molto prima che il piccolo mezzo di trasporto, bianco, arrivò a destinazione. Il luogo era leggermente isolato e i bagliori delle varie abitazioni erano divenuti rari, fino a scomparire. Il cielo s'era macchiato d'amaranto sul confine fra cielo e terra e di rosa laddove i raggi del sole parevano più lontani.
Probabilmente quella stessa notte sarebbe nevicato. Era nell'aria quel particolare odore, che riusciva a penetrare nella mente di Satoshi, nei suoi ricordi, impregnati di quest'effluvio. Era una sgradevole sensazione quella che sentiva addosso.
Pagò distrattamente l'uomo, che nemmeno aveva visto in volto, e si diresse verso il promontorio. Non avrebbe dovuto far altro che pochi passi, lungo un sentiero leggermente scosceso, ricco di una vegetazione ormai spoglia.
Non era la prima volta che Kasumi e Satoshi s'erano dati appuntamento lì, su quello stesso capo, per ammirare la bellezza di un tramonto. Insieme.

Eppure, l'ultima volta, qualcosa andò storto.

Le sue mani tremavano al desiderio di poterla rivedere; quel particolare olezzo che emanavano i suoi capelli al vento: voleva sentirlo ancora una volta. Il suo cuore, controvoglia, cominciò a battere forte, lo poteva sentire dentro la sua testa con un ritmo altalenante che martellava la sua anima. Gli doleva il petto, temeva di non reggere l'attesa. Nella sua mente, una marea di pensieri si susseguivano in modo disordinato, confuso, senza un'apparente logica. Non riusciva a smettere di camminare, lungo quella stradina sterrata, anche se avrebbe voluto scappare via.
Il mare. Lo scompiglio del suo animo si quietò, in un istante. Era il rumore di una forte onda, schiantatasi sulla scogliera, frantumatasi in mille pezzi. Si riconosceva in quel frangente.
Quasi non se ne accorse. Aveva raggiunto il picco della grande roccia che, come una mano, si protendeva verso l'oceano, mosso. Era solo, un'altra volta. Nessuno a parte un sole che calava sempre più al di sotto della linea dell'orizzonte. Scomparve il rosso.
Nella sua testa, tra le memorie, una piccola mano che afferrava la sua, su un letto bianco e disfatto. Delle lacrime, che cadevano su quell'unione di dita e il crollo di quella presa, priva del soffio della vita: morta. Una stretta che cadeva sulle lenzuola, lasciando dietro di sé i ricordi.
Una strana sensazione di calore impregnò le guance di Satoshi. Lacrime troppo amare per essere digerite, mentre una profonda sensazione di dolore avvolgeva il suo cuore andato in frantumi come quell'onda. Non gli restò che urlare. «Kasumi!» mai spolmonata più forte riecheggiò nelle oscurità di un tramonto ormai spento.
Era seduto su quella staccionata, con il volto rivolto verso il precipizio. I flutti continuavano a frantumarsi contro gli scogli; uno dopo l'altro con grande veemenza.
Alzò lo sguardo. La notte era vicina, era questione di secondi. Osservò la sua mano, tremante. La vita di Kasumi, che stringeva con forza il suo palmo e le sue dita, non c'era più. Eppure riusciva a sentirla, come un tenero velo che avvolgeva il suo corpo; sembrava come trascinarlo in avanti, verso quel sole sommerso, in attesa della luna. Si sentì strattonato da qualcosa di più forte di lui; finalmente volava, come un immenso uccello abbattuto, dalle ali smorzate e incapaci di muoversi. Cadeva in quel mare così doloroso.
La sensazione di quel velo si spense. Ormai ne era certo: non l'avrebbe raggiunta. Kasumi era troppo lontana, non riusciva a percepire quella mano così cedevole.
Aveva perso tutto, tranne il dolore di uno specchio che casca.

~

Angolo autrice:

Salve a tutti! Vi ho voluto proporre questa mia one-shot, pensata dopo aver - tristemente - finito una serie tv anime molto toccante. E questo è per spiegare il perché di i uno scritto così triste.
Il titolo significa letteralmente "Disperatamente" e la poesia è di Ono no Komachi, poetessa vissuta nel Periodo Heian, attorno al 850 (pensate un po'). Di conseguenza, la traduzione italiana è una mia interpretazione, visto che il giapponese dell'epoca è abbastanza complesso ^^"
Le musiche che mi hanno ispirata (se siete interessanti) sono questaquestaquesta e questa; tutte parte della colonna sonora di Puella Magi Madoka Magica.
In pratica, Kasumi e Satoshi sono amici d'infanzia; ci sono sentimenti nascosti, celati da un velo quale l'amicizia, e fin da piccoli trascorrevano le serate ad ammirare il tramonto. Eppure, l'ultima volta in cui si erano dati appuntamento, ormai cresciuti, Kasumi viene a mancare (la scena della mano che cade ne è un riferimento), così Satoshi decide di ritornarci un'ultima volta, per ricordarla. Tuttavia, viene sopraffatto dalla tristezza che si sprigiona nel suo animo al suono delle onde che si infrangono e si siede quindi sulla staccionata che dà sul precipizio. Qui, sente Kasumi al suo fianco, come se lo invitasse a seguirla nella morte. Decide, quindi, di buttarsi, spinto da questa convinzione, che poi si rivela essere frutto della sua immaginazione. Difatti, non era Kasumi a volere che la raggiungesse nell'oltretomba, ma era lui stesso a desiderarlo più di quanto non volesse vivere. Spero di non avervi depresso ulteriormente;
sempre vostra ♥

-Saku

  
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