Fanfic su artisti musicali > David Bowie
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Autore: MadnessInk    12/11/2013    3 recensioni
-Mi spiega come faccio a truccarle l'occhio se non lo chiude? Vuole che le trucchi il bulbo oculare?-. E David si limitò solamente a dire:-Trevor, dopo lo show provvedi a licenziare questa dipendente inutile-. -Ma mr. Bowie, che sta dicendo? È la m...- e lui, sbraitando letteralmente: -Taci, fa' quello che ti ho detto!-. A quel punto Mya non resse più.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mick Ronson era davanti a casa di David dalle diciotto e ventisette precise, avvolto nel freddo congestionante del febbraio berlinese. Erano ormai le diciotto e cinquantanove quando la porta grande e scura dello stabile si aprì. Uno spiraglio di luce arancione soffusa illuminò gli occhi di Mick, che li chiuse imprecando.
-Adesso stai arrivando e già mi prendi a parolacce, Ronno?- sghignazzò Bowie, facendo entrare il ghiacciolo che Mick era diventato.
-Spiritoso, Davey...- disse con voce calma Mick. Quando Bowie gli si avvicinò per prendere il cappotto di lana grigio che indossava, Mick lo prese per il maglione color melanzana:
-Grandissimo stronzo, che volevi fare? Farmi congelare là fuori? Ti pare normale lasciare una persona a -12 gradi per ventidue fottuti minuti? No, ma come diamine lo vedi il mondo?-
-Andiamo, per un po' di venticello tutte queste lamentele... piuttosto, hai portato il vino?-
-Sì, sì, testa di carciofo... voilà- disse, tirando fuori da una busta di carta una bottiglia scura -Direttamente dal mio ultimo salto in Italia... Barolo! Annata... annata mille... mille... cavolo, non ricordo! Mill...-. Bowie strappò la bottiglia dalle mani dell'amico:
-Chi se ne frega dell'annata!- prese due calici, stappò la bottiglia -Andiamo, alla salute!- disse, porgendo uno dei due calici a Mick, che guardò David di traverso:
-Non è che per caso sei già ubriaco?-
-No, ma se non bevi lo sarò presto, dato che mi scolerò l'intera bottiglia da solo-
-Non sia mai... l'ho pagato una fortuna, voglio almeno sapere che sapore ha- Mick prese il calice in mano, alzò il bicchiere.
-Alla salute!- strillarono entrambi, finendo in meno di pochi attimi il primo bicchiere.

-E dimmi, Davey- fece Mick, rigirandosi la bottiglia vuota del vino tra le mani -Come va con Angie?-
-Ah... Angie... cavoli. Quella mi sta facendo impazzire... il bambino fa due settimane con me e due con lei. Sto cercando di farla finita in fretta, è massacrante-
-Mio Dio, ci credo... e poi quella donna è così pesante...-
-Tu come fai a lamentarti... cioè, non è tua moglie, quindi sei fortunato-
-Infatti, io sono andato decisamente bene...- disse ridendo Mick. -Ehi!- esclamò, indicando dei numeri che erano sulla bottiglia -Eccola l'annata!- gridò ancora più forte, alzando la bottiglia come se fosse un trofeo e gioendo della sua scoperta come chi ha vinto la Coppa dei Campioni.
-Certo che siamo due idioti. A non sapere che l'annata è sulla bottiglia...- disse Bowie, strappando la bottiglia dalle mani di Mick e posandola sul tavolino difronte ai divani.
-Due idioti... Mya ce lo dice sempre... a proposito, come sta? È da molto che non la vedo-
Silenzio.
Le lancette dell'orologio segnavano le venti e ventitré, rintoccando e rimbombando tra le pareti del salotto di David. Segnavano un'ora indeterminata, rintoccando e rimbombando tra le pareti del cuore di David. Cosa poteva importargli dell'ora adesso che gli era stato ricordato di tutto il tempo che aveva perso dal 18 maggio dell'anno prima? Minuto più, minuto meno, non avrebbe potuto fare più nulla per rimediare al guaio che aveva combinato.
Le lancette dell'orologio scandivano il tempo con cui le lacrime di David scendevano giù dagli occhi come fossero piombo fuso: bollenti e pesanti.
-Perché sei venuto, Mick? Per ricordarmi di quanto faccia schifo? Per rinfacciarmi i miei ripetuti errori? Per mettermi davanti a uno specchio e farmi vedere che non sono... non sono neanche metà dell'uomo che ero quando ho incontrato Mya. E lo dimostra il fatto che ho preferito la cocaina a lei. Ho messo me stesso prima di tutto. Sono stato più egocentrico ed egoista di quanto non lo fossi mai stato-.
-Che cazzo è... che cazzo è successo?-
-Cosa credi che sia successo?!- gridò lui, rosso in viso. -Si è licenziata perché sono stato un coglione!-. Le mani tremanti nei capelli, gli occhi serrati, per proteggersi da un ricordo troppo, troppo doloroso. Il ritratto di un uomo distrutto.
-Da quanto non la vedi? Una settimana, due, tre?-
-Sono NOVE FOTTUTISSIMI MESI!-.
Mick aveva gli occhi spalancati, increduli.
-Non ci hai parlato?- disse Mick. Bowie scosse la testa.
-Avrei voluto... ma non ne ho avuto l'occasione quel giorno e poi... ho gettato la spugna. Non ho idea di dove possa essere. E non credo che dopo tutto il casino che ho combinato abbia voglia di vedermi-
-David... posso fare qualcosa?- disse Mick, mettendo una mano sulla spalla dell'amico.
-Sì, lasciami solo- fece il Duca, togliendo con un movimento nervoso il braccio di Mick dalla propria spalla.
Mick sospirò: -Non credo che stare da solo serv...-
-Lasciami solo!- urlò David.
-Come vuoi- Mick si alzò dal divano, prese il suo cappotto di lana grigio e se lo mise, lentamente. -Ci si vede presto- disse. Così Mick Ronson uscì dalla porta di casa Bowie con un'idea non troppo malvagia per la testa.


ANGOLO AUTRICE
Ehilà! Dopo non so quanto tempo ecco un altro mini-chapter. Non ho particolari commenti, ho citato Yesterday dei Beatles “I'm not half the man I used to be”, tradotto più o meno letteralmente. Spero che vi piaccia. Recensite, vorrei sapere che ne pensate!

MadnessInk

  
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