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Autore: Tony Stark    13/11/2013    2 recensioni
E' una flashfic di 448 parole, introspettiva su Jim Moriarty, che vi farà immedesimare nel nostro consulente criminale preferito( spero) dedicata, alla ragazza che ha recensito le mie ultime storie, Pablitoy Moriarty.
" A sedici anni eri già il capo del organizzazione criminale più grande del mondo"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Moriarty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In a heart and in a mind of a psicopath criminal'
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                     La Prospettiva di Jim Moriarty

Guardali, mentre si credono padroni del Mondo, quando non sono altro che scimmie, inutili, in evolute. Sono menti inferiori che hanno cercato di contrastarti da sempre. Fin da piccolo, quando ti chiamavano “Jim lo strambo” o quando a casa portavi una nota,” per aver corretto l’insegnate definendola un ignorante”. Tuo padre ti ignorava, non gli andava mai bene quello che facevi. E tua madre ti considerava un mostro, poi c’era Carmen, la governante ti guardava sempre con amore come se fossi suo figlio, l’avresti uccisa per ultima pensasti. E quel natale, li facesti massacrare tutti, da dei sicari che avevi assoldato, nessuno sospettò del figlio, “troppo piccolo” ti definirono. Avevi tredici ‘anni non avresti potuto massacrare tutta la tua famiglia. A sedici anni eri già il capo del organizzazione criminale più grande del mondo, l’ispettore, che cercava ancora, inutilmente aggiungesti nella tua mente, l’assassino della tua famiglia, cercò di spedirti in una casa famiglia, ma loro ti liquidarono dicendo che eri un “caso difficile”. Ti mandarono da uno psicologo e lui di diagnostico una psicopatia cronica con qualche traccia di schizofrenia. A diciott’anni eri finalmente libero da tutte quelle inutili regole, il tuo primo assassinio fu quello dell’ispettore che ti aveva mandato in quella casa famiglia, ma c’era troppo sangue decidesti che da ora in poi avresti lasciato fare ai tuoi sottoposti quello sporco lavoro. A vent’anni eri già padrone di Londra, anche se la polizia non se ne rendeva conto, iniziasti ad annoiarti trascinandoti sempre di più nei meandri della follia. A ventisei anni sentisti parlare di un certo Sherlock Holmes, ti ossessionasti, dovevi ucciderlo, perché tu dovevi essere l’unico genio, l’unica mente superiore. E il 6 Gennaio ci riuscisti, lui ti aveva visto suicidarti, mentre tu invece manovravi il tuo destino fingendo di morire. Dopo tre anni, tornasti in contemporanea con Holmes, ma lui non ti interessava più, era noioso. Anche lui provava dei sentimenti e questo lo rendeva debole, umano, noioso. Quelle inutili menti inferiori, tornarono a chiamarti mostro. Un demone arrivato dal inferno. Loro erano menti inferiori e meritavano di morire, avresti eliminato chiunque. Fino a che loro avrebbero capito chi doveva dominare il loro mondo, si sarebbero inchinati a te. E tu, forse, li avresti risparmiati, ma molto probabilmente li avresti fatti ammazzare tutti. Così avrebbero capito la lezione, nessuno poteva permettersi di notarti e nessuno poteva permettersi di ignorarti. Stupide, inutili, scimmie camminavano a testa alta ignorandoti, ignorando la Morte che gli passava accanto con gli occhi che trasmettevano dolcezza se tu lo volevi, o gelo nella maggior parte dei casi. Li avresti fatti ammazzare tutti partendo dal fratello di Sherlock, Mycroft fino al resto del mondo.












Angolo del Autore
Spero che questa storia vi piaccia e che Jim non cia OOC, o almeno non esageratamente. Dedicata a Pablitoy Moriarty e spero che ti piaccia anche quest'altra mia storiella.(Anche perché è la prima storia introspettiva che scrivo)
-Anthony Edward Stark
   
 
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