Un tempo Spleen pensava alla vita, a come l’avrebbe vissuta, a come sarebbe stata. Lo chiedeva al cielo di notte, quando in estate le stelle lo decoravano e lo chiedeva a se stesso, riponendo speranza in un senso che non avrebbe mai raggiunto. Poi aveva smesso di chiederselo, perché Snow non rispondeva e lui aveva cominciato a pensare alla morte, per mano di chi sarebbe stata, a come sarebbe stata.
Piangeva in silenzio e ricordava il primo incontro, quando un sorriso aveva illuminato il volto dell’altro, come le stelle d’estate, e aveva riposto speranza in quello. Piangeva dopo il sesso e quando Snow era troppo drogato per sentirlo e sapeva che era inutile, perché Snow lo sapeva che piangeva e ne traeva soddisfazione; ma neanche allora sorrideva.
Mai più stelle, Spleen, aveva visto.