Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: redbullholic    14/11/2013    2 recensioni
You were life itself, rushing over me
life itself, the wind in black elms
life itself, in your heart and in your eyes
I can’t make it without you

- Bruce Springsteen -
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premesse
- Lieve cross-over con NCIS, non fa nulla se non conoscete il telefilm, mi serve solo per far entrare in scena il mio personaggio!
- Kelly Gibbs, il mio personaggio appunto, proviene da NCIS. Era un personaggio marginale che ha fatto pochissime comparse, per di più indirette, e che io ho "adottato". Ribadisco, non è necessario conoscere l'altro telefilm per capire la storia.
- Nonostante i protagonisti siano gli stessi (meno qualcuno), questa storia è completamente slegata da Countin' on a Miracle, la storia che ho finito di scrivere qualche giorno fa.
- Chiedo immensamente scusa al grande Bruce Springsteen per usare i suoi titoli e le sue frasi per queste schifezze, ma la sua musica mi ispira troppo per scrivere!
Buona lettura!




Kelly si sciacquò la faccia con l’acqua gelata e guardò la sua immagine riflessa allo specchio. Quasi non si riconosceva più. Si vedeva più magra, il suo volto era più scavato e la pelle era stata scurita dal sole che su quell’isola non mancava mai. E pensare che erano passati solo quattro mesi da quando aveva accettato quella missione, missione che per fortuna sarebbe terminata di lì a poco. Non ne poteva più di quella vita, di stare sempre in guardia, di non poter fidarsi di nessuno, di non avere nessuno. Era circondata dal lusso più sfrenato, ma era sola.
Più di una volta si era chiesta cosa l’avesse spinta ad accettare, a calarsi nei panni di un’altra persona per cercare di guadagnarsi la fiducia di un pericoloso trafficante di armi, per poi passare le informazioni raccolte alla sua squadra. E ogni volta, non trovava la risposta che cercava. Avevano detto che lei, nonostante fosse la più giovane, era la più adatta. E lei, andando contro persino a suo padre, aveva semplicemente detto sì.
Da quattro mesi aveva rinunciato alla sua vita e si era calata in quella della sua falsa identità: Maike, una ragazza di origini tedesche con un passato alquanto burrascoso, espulsa dall’accademia militare per cattiva condotta, e per questo un’ottima alleata per la banda di trafficanti.
-Maike- la chiamò quella voce, la voce che tanto odiava.
La ragazza si asciugò il volto ancora umido, prese un respiro profondo ed entrò nell’immenso salone -Sì, capo?-.
Carlos Berger, seduto su una grossa poltrona al centro della stanza, le fece cenno di avvicinarsi -Domani Harrison manderà l’ultimo carico- annunciò, allungando pericolosamente una mano verso la sua coscia -Prepara il motoscafo per il trasporto- cercò di sfiorarle la gamba ma Kelly si ritrasse bruscamente. Il solo pensiero di un contatto fisico con quell’uomo la faceva rabbrividire.
-Sarà fatto- rispose lei, la voce priva di qualsiasi emozione. Dopodiché uscì, la mano stretta intorno all’impugnatura della nove millimetri dalla quale non si separava mai. Sospirò; l’indomani, oltre a quel carico di armi, sarebbe arrivata anche la sua squadra, mettendo fine a tutta quella storia.

 
   
 
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