Ed eccoci qua. Beh, diciamocelo, sapevamo che prima o poi quei giorni di gloria sarebbero finiti. Io non sono più quel gran battitore e tu, Eddie, non sei più quel bullo che gareggia alla Thunder Road con la sua Camaro del '76. Ne abbiamo passate tante insieme, eh? Ti ricordi quella volta che ci siamo esibiti insieme in quel bar di Baltimora? Sembrava fossimo il futuro del Rock'n'Roll e invece...guardaci...siamo solo due vecchi che aspettano la morte. Vorrei riuscire ad aspettarla come una vecchia amica, vorrei avere una mente ben organizzata per vederla come una nuova grande avventura. Ma sai che ti dico? Forse non ho una mente così ben organizzata come credevo. Spero che tu non ti trovi nella mia stessa situazione amico...Però devo dire che non cambierei un singolo particolare della mia vita, perché con te ho passato ogni gioia e ogni dolore. Sei sempre stato il mio braccio destro. La stampella su cui appoggiarmi quando le mie gambe cedevano. Sai, ricordo come fosse ieri il giorno in cui ti vidi per la prima volta: ero giù al fiume con Sonny e Chris e tu arrivasti da solo. Eravamo appena dodicenni. Facemmo subito amicizia e diventammo un gruppo di quattro, ma io e te riuscimmo a legare di più. Si vedeva da un miglio. Avevamo il nostro saluto segreto e la casa sull'albero in cui giocavamo a carte e ascoltavamo Ben E King alla radio. Ci piaceva la stessa musica, ci piacevano le stesse band, ci piacevano gli stessi vestiti. Sognavamo di sfondare come i Beatles, di essere la rivelazione del secolo. Io con quella fantastica Rickenbacker e tu con quella voce che neanche Roy Orbison ha quando canta Only the lonely. Sai, mi mancano quei tempi. Peccato che l'idea del Rocker non andò poi così bene, ma lo superammo e ci inventammo subito qualcos'altro. Voglio dire, eravamo al liceo, eravamo ragazzi con la testa piena di sogni e il cuore pieno di voglia di ribellione. Battitore. Era questo il mio ruolo nella squadra di baseball, però come qualsiasi sogno di quell'età finisce...beh, che sarà mai, cioè, insomma, avevamo appena finito il liceo, avevamo una vita davanti. E così ci siamo trovati un lavoro. Ci siamo costruiti una famiglia e una casa. Abbiamo avuto entrambi due bellissime mogli e dei bambini fantastici. Gli abbiamo visti crescere, condividendo le loro gioie e aiutandoli nelle difficoltà. E abbiamo continuato a suonare quelle canzoni che conoscevamo sin da quando eravamo ragazzi. Soprattutto Local hero, quella che ci aveva insegnato l'uomo del negozio di dischi. Abbiamo continuato a fare qualche partitina a baseball, qualche volta solo io e te, qualche volta con Sonny e Chris. Abbiamo continuato a correre con quel catorcio di Camaro. Ma soprattutto abbiamo continuato ad essere amici, ad essere fratelli di sangue, a sostenerci, a scherzare insieme e a volerci bene. E la cosa più bella, credo, è che siamo ancora insieme. Qui, entrambi con un pigiama bianco, nella stessa stanza in un letto dell'ospedale di Baltimora. E beh, amico, ora verrà a prenderci quella nostra vecchia amica. Certo che dev'essere stato scritto nel destino che ci dovevamo incontrare se neanche la morte è riuscita a dividerci.

Ecco, beh, è questo che direi a Eddie se non fosse successo niente. Se non avesse incontrato quel pezzo grosso di New York al di là del fiume quella maledetta notte. Se solo non si fosse indebitato fino al collo. Se non gli avessi detto <>. Se lo avessi fermato. Se quel fottuto proiettile non gli avesse trapassato il cuore per soli 10.000$. Se solo la vita non gli fosse stata strappata via in quel l'estate maledetta dell'ultimo anno di liceo.