Less perfect, more human.

Un raggio di luce fastidioso lo strappò violentemente dal sonno leggero, giusto in tempo per spegnere la sveglia poco prima che suonasse. Con grande, immensa fatica, si sollevò dal letto, uscendo dalla morbide coperte in disordine, e scostò la quasi trasparente tenda candida, per poi rivolgere gli occhi azzurri verso la finestra. Il sole brillava industurbato come al solito, nemmeno una nuvola spezzava il celeste profondo del cielo. 
Un'altra meravigliosa giornata per allenarsi, nell'attesa della prossima partita. 
Inspirò l'aria fresca della mattina, godendosela fino in fondo, sapendo che presto il caldo sarebbe arrivato. 
Chissà, forse avrebbe avuto l'occasione di incontrarlo, quel giorno. E, se non fosse successo, entro la sera sarebbe andato nella sua area, giusto per stuzzicarlo un pò. All'idea l'ombra di un sorriso si dipinse sul suo volto, per essere quasi subito sostituita da un vistoso sbadiglio che non si preoccupò di nascondere -non tanto perchè solo, quanto per il fatto di non esserci semplicemente abituato.
Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto fare una partita anche contro la squadra dell'altro, cosa che, sinceramente, non gli andava esattamente a genio, ma tentava di far scivolare lontano il pensiero, fino al momento in cui lo avrebbe dovuto affrontare con più serietà. 
Per adesso, preferiva pensare soltanto agli occhi chiari e i capelli fluidi dell'altro, agli incontri casuali -o che almeno così entrambi fingevano fossero- nei quali quasi tutti i giorni si trovavano coinvolti e alle frecciatine che si lanciavano stando insieme.
All'inizio, lo doveva ammettere, lo aveva odiato: sembrava solo uno snob con la puzza sotto il naso, tanto presuntuoso quanto antipatico. Ma, col tempo, aveva semplicemente accettato il lato un pò pieno di sè per accogliere un'altra parte di Edgar, celata da una maschera di serietà che manteneva con quasi tutti. Aveva scoperto che era capace di ridere, e si era ritrovato piacevolmente stupito nel vederlo scoppiare in una fragorosa risata ad una battuta squallida. Beh, in fondo era inglese, avrebbe dovuto sospettare che il suo senso dello humor fosse al quanto strampalato. Un'altra cosa che non si sarebbe mai aspettato di vedergli fare era mangiare con foga un hamburger, cibo che un "nobile" come lui probabilmente rifiutava e non aveva mai visto nemmeno da lontano. Aveva visto in lui una parte un po' meno perfetta secondo i canoni dell'alta società, forse un po' più umana. Una parte riservata a pochi.
Si scoprì a ridacchiare da solo, quando la voce di Dylan lo chiamò.
<<Mark, che accidenti stai facendo? Noi siamo già pronti! >>
Solo in quel momento si rese conto di non essersi ancora preparato, di fretta e furia si infilò la divisa, e corse di sotto. 
Mark Kruger era sempre stato un tipo che si perdeva fin troppo facilmente nei suoi pensieri.



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Note dell'autrice:
Mi chiedete perchè? Perchè questi due li ho sempre visti bene insieme nei missing moments. 
Mi chiedete che razza di ameba ho al posto del cervello? Me lo sto chiedendo anche io.
Però il fluff con questi due scivola che è una meraviglia. ♥
E avete tutto il diritto di chiedermi come mi è venuta in mente un cosa del genere, ma non saprei rispondervi, siccome questa coppia è il frutto di una serie di rimbambimenti che mi sono fatta con i personaggi dell' FFI, la mia parte preferita della prima serie (IE). 
Ora che ho esposto tutto ciò che dovevo dire sulla fic, posso anche farvi una domanda un pò Off Topic: io non seguo IE GO, almeno non regolarmente. C'è percaso qualche personaggio che si chiama Jean d'Arc? Perchè, mentre selezionavo i personaggi, era subito sopra Joe, e mi ha confusa, :'D.
Detto questo mi dileguo, è stato un piacere accompagnarvi signori, e ringrazio tutti quelli che hanno avuto il coraggio di leggere fino in fondo.

Bye-o-nara,
#Matt