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Autore: live_in_books    14/11/2013    0 recensioni
Una Cappellaio/Alice ambientata in una Wonderland un po’ più dark e con molti OOC.
Tra fughe, animali parlanti, compagni di viaggio affascinanti e segreti svelati, Alice vivrà a Scaryland un’avventura indimenticabile!
Ho pensato molto a questa storia, e finalmente ho avuto il coraggio di pubblicarla. Spero vi piaccia!
Baci, Alice
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Stayne
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ALICE IN SCARYLAND

Capitolo 1: NELLA TANA DEL CONIGLIO


-Alice? Alice, svegliati!- la voce di sua madre raggiunse le orecchie di Alice, attutita dal piumone spesso.
- Sì?- chiese angelicamente – cosa c’è?-
- C’è che ti devi alzare. Oppure ti sei dimenticata che c’è una festa oggi pomeriggio?- le rispose togliendole il piumone dalla testa.
- Perché ci dobbiamo andare? Sai che non mi piacciono le feste formali!-
- Mi sembrava di averne già parlato:dobbiamo andarci perché ci saranno tanti ragazzi della tua età o più grandi di te, e sappiamo entrambe che devi trovar marito!-
- Uffa! Non posso aspettare di trovare la persona giusta?-
- No, Alice. Hai ormai 19 anni, e entro altri due dovrai già essere sposata, e tuo marito lo sceglierai oggi, l’amore vero non esiste!-
-Ma mamma…- cercò di ribattere
- Ma, niente, Alice. Ora lavati e scendi a fare colazione.-
- Va bene…-
Alice stava aiutando sua madre a sparecchiare la tavola, quando le venne in mente una cosa.
- Mamma, la festa è questo pomeriggio, vero?-
- Sì, alle sei, per il tè-
- Allora, visto che è ancora presto, posso andare a fare un giro con Stella?- chiese alludendo alla sua cavalla bianca, che aveva fin da quando era una bambina.
- Bè, non saprei…-
- Mamma, per favore!! Sarò a casa per le tre e mezza, così avremo tutto il tempo di prepararci. Per favore!- le disse facendole degli occhioni che solo lei sapeva fare con i suoi grandi occhi color oceano.
- E va bene. Però come farai per il pranzo?- le disse la mamma, convinta.
-Sono avanzati un panino con la marmellata e alcuni biscotti dalla colazione, posso portare quelli!- le rispose con entusiasmo.
- Ok. Vai a vestirti e poi puoi andare a prendere Stella, però, mi raccomando, non ti allontanare troppo!-
- Grazie, mamma, ti voglio bene!- le disse abbracciandola e schioccandole un bacio sulla guancia – Ci vediamo alle tre e mezza!- aggiunse, salendo in camera sua per indossare il suo vestito più comodo (se i suoi vestiti si potevano dire comodi). Si mise un vestito azzurro, che le lasciava scoperte le caviglie, con un paio di stivali neri, e una fascia per tenersi i capelli color platino lontani dagli occhi, e si avviò alle stalle.
Lì, passò davanti a tutti i cancelli che contenevano i purosangue che sua madre adorava e si fermò davanti all’ultimo: lì c’era la sua Stella. La sellò e le mise le briglie, poi montò e si avviò verso i prati intorno a casa sua al trotto.
Era quasi mezzogiorno, quando Alice si fermò sotto un salice vicino al bosco  per pranzare. Prese la mela dalla sua sacchetta e la porse a Stella, poi si sedette su una roccia a mangiare il suo panino, quando un movimento dietro un cespuglio attirò la sua attenzione. Le sembrava di avere visto un animale,ma chissà cosa poteva essere. Prese un bastone e lo impugnò come un’arma e si avvicinò piano al cespuglio, quando improvvisamente ne uscì fuori un coniglio bianco. Alice urlò per lo spavento, ma quando si accorse che era solo un coniglio si calmò, sedendosi di nuovo sulla roccia.
-Alice, calmati, è solo un coniglio con il panciotto!- ci mise meno di un secondo per capire quello che aveva detto.
-Un coniglio con il panciotto??!!- si girò giusto in tempo per vedere il coniglio sparire nel bosco.
-Aspetta!- tentò di fermarlo Alice, ma si dette della stupida: era un coniglio, non poteva parlare! Allora si tirò su il vestito egli corse dietro, entrando nel bosco.
Ormai credeva di essersi persa quando vide il coniglio scomparire dentro una buca sotto un albero, la sua tana probabilmente.
-Accidenti, qui non si vede niente!- disse, mentre si chinava su di essa.
-Chissà dov’è finit…oooooooooooohhh!- a un certo punto un pezzo di terreno cedette e Alice si ritrovò a precipitare in quella tana che sembrava non finire mai. Man mano che scendeva si vedeva passare davanti agli occhi oggetti sempre più strani, che non si aspettava di trovare in una tana di un coniglio: all’inizio erano dei libri, o qualche foglio, poi incominciò a vedere tavoli, pianoforti, servizi da tè, e persino una scala. Alice si stava davvero stancando di continuare a precipitare in quel posto senza fine, quando con un tonfo cadde su un pavimento piastrellato.
-Per fortuna questa tana ha una fine!- si disse. Si sollevò e spazzò un po’ di povere dalla gonna, poi cercò il coniglio, e lo vide scomparire dietro una porticina che le arrivava più o meno alle ginocchia. Si mise in ginocchio e provò ad aprirla, ma era chiusa. Tirò con tutte le sue forze, ma fu inutile. Si sedette, esausta. “Cosa posso fare?” si chiese. Tornò a guardare la sala in cui era caduta e si accorse di un tavolo di cristallo in mezzo ad essa. “Che strano, prima non c’era…”. Si avvicinò. Sopra c’erano una chiave dorata e una bottiglietta con scritto bevimi. Prese la chiave e la mise nella serratura della porticina: ci entrava alla perfezione. La girò e aprì. All’interno sembrava quasi che ci fosse un altro mondo, ma non riusciva a vedere molto, se non  un sentiero e qualche albero morto, perché era troppo grande. Ritornò al tavolo e prese la bottiglia.
-Se è veleno morirò, se invece non lo è magari mi può aiutare ad oltrepassare quella porta… non ho niente da perdere- disse, e senza pensarci due volte, bevve un sorso dalla bottiglia, riappoggiandola sul tavolo. Non era male, sapeva di ciliegia. “E non è neppure veleno, però, non sta succedendo nulla, io come posso passare quella porta?”. Finito quel pensiero, si accorse che la porta ora era alta quanto lei.
-Ma come è possibile?- si avvicinò, magari aveva guardato la porta sbagliata. E invece no, era proprio quella. Entusiasta, abbassò la maniglia e spinse, ma non successe nulla. Ci riprovò: sempre niente. Si sbatté forte la mano sulla fronte, le serviva la chiave! Tornò al tavolo, ma ora era troppo alto. “Non me ne va bene neanche una!” sbuffò. Provò più volte a scavalcarlo o a saltarci sopra, ma senza alcun risultato. Si sedette esausta ai piedi di esso, ma al posto che sul pavimento, si sedette su una piccola scatolina. La aprì e vi trovò dentro un paio di muffin, con una glassa rosa sopra, che formava la scritta mangiami. Fece spallucce e ne mangiò uno. Si sentì crescere in modo smisurato e sbatté la testa sul soffitto.
–Ahia!- si massaggiò il punto in cui aveva sbattuto: le era uscito un bel bernoccolo. Prese la chiave dal tavolo e bevve un altro sorso dalla bottiglia, e pian piano si rimpicciolì.
-Ora, finalmente posso entrare!- andò alla porta, girò la chiave nella serratura ed entrò. Lo spettacolo che le si presentò davanti era orribile: un immenso bosco, completamente nero, gli alberi rinsecchiti e piegati in giù con i rami che ti sfioravano la testa e il cielo grigio, nuvoloso e tetro. Dietro di lei la porta di richiuse e scomparve. Alice si guardò intorno, impaurita.
-Dove diavolo sono?-
-Sei Scaryland.-
 
 
 
 
 
-Angolo Autrice-
Lo so che per adesso somiglia molto ad “Alice in Wonderland” ma già dal prossimo capitolo ci saranno alcune differenze. Probabilmente avrete già capito chi è stato a parlare, ma sono una “scrittrice”, devo fare un po’ di suspense… spero che vi sia piaciuto, continuate a seguire la mia storia!
Baci, Ali.             

 

 
   
 
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