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Autore: Ely 91    14/11/2013    5 recensioni
[Isaac/Nuovo personaggio; Bromance: Scott/Isaac, Scott/Stiles]
Se fosse possibile riavere nel proprio branco Erica e Boyd?
È con questa speranza nel cuore che Derek, Peter, Isaac, Scott e Stiles si recano a Santa Monica, alla ricerca di un vecchio docente di storia che possa fornir loro delle informazioni, Jeff Jefferson.
Qui, tuttavia, le cose si complicano ulteriormente a causa di una serie di eventi inspiegabili che coinvolgono da vicino il nostro "pack". Riusciranno a ricomporre il proprio branco e a scoprire cosa davvero sta succedendo in città? Chi è il vero nemico che trama alle loro spalle?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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[ Ad M., che mi ha sempre sostenuta e spronata a fare della scrittura il mio lavoro futuro. 
Non sono più riuscita a terminare una fanfiction da quando non ci sei più. 
Ora, a distanza di quasi cinque anni, ce l'ho fatta.
Spero che tu possa essere orgoglioso di me.
Love u. ]

 


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1x12 - CREDO CHE...



Il tacco a spillo di uno stivale nero lucido scosse il suo corpo con un colpetto sulla spalla, invano. Isaac Lahey sembrava essere caduto in un sonno profondo.
Di nuovo il tacco sfiorò la sua spalla, stavolta in contemporanea al suono di una voce femminile.
“Isaac” lo chiamò.
Finalmente il corpo del ragazzo si mosse appena. Isaac aprì gli occhi, alzando il viso frastornato. Era ancora nel luna park, steso a terra sul cemento, ma attorno vi era un silenzio irreale.
“Finalmente! Ben svegliato!” affermò la voce femminile, con una certa ironia.
Riconoscendola, Isaac alzò lo sguardo di colpo, scattando in piedi e urtando qualcuno alle sue spalle. Voltandosi riconobbe anche il ragazzo, dal fisico robusto e lo sguardo scuro, che lo osservava divertito.
“Calmati Isaac o ti verrà un colpo” lo prese in giro quest’ultimo.
“Ops, troppo tardi” rispose l’altra, mimando il gesto di una gola tagliata.
“Davvero simpatici” sbottò il beta, portandosi le mani sul viso, evidentemente confuso.
“Siamo in paradiso? Siete reali?” non potette fare a meno di domandare, rivolgendosi ai due.
Erica e Boyd gli lanciarono uno sguardo amareggiato.
“Ci dispiace che ti sia successo tutto questo” affermò la bionda.
“A me dispiace per quello che è successo a voi” ribadì rammaricato Isaac, avvicinandosi di un passo e fronteggiando Erica. La osservò per bene, incontrando il suo sguardo vivace e acceso come sempre, prima di abbracciarla di scatto, stringendola a sé.
“Mi sei mancato anche tu” disse la ragazza, cullandosi nell’abbraccio di un amico che aveva trovato e perduto fin troppo velocemente.
Quando quell’abbraccio si sciolse, Isaac incrociò lo sguardo di Boyd, intriso di sincero affetto, prima che entrambi si scambiassero una pacca amichevole.
“Amico, volevi portarci indietro, ma hai fatto un bel casino”
“Già… è stato tutto inutile, io sono morto, Adena è….” Si interruppe, guardandosi intorno allarmato, ma prima che potesse domandarlo, fu Erica a parlare.
“Lei non c’è”
Isaac sospirò pesantemente. “Non sono stato in grado di salvare voi e nemmeno lei… un fallimento dopo l’altro”
“Non dire così. Hai fatto tutto il possibile, sei andato fin Santa Monica per cercare di aiutarci” asserì Boyd.
“E non ci sono riuscito e ho fatto ammazzare Adena! Ho detto che l’avrei protetta e guardate come è finita! La ragazza che amavo è stata sgozzata davanti i miei stessi occhi…”
Isaac lasciò che una lacrima scendesse silenziosa sul suo viso, mentre rabbia e frustrazione si impadronivano di ogni fibra del suo essere.
Boyd ed Erica lo guardarono preoccupati, prima di tornare a parlargli.
“Nulla è perduto Isaac, devi avere più fiducia nel tuo nuovo branco”
Le parole di Erica risuonarono come una speranza a cui era difficile aggrapparsi, in quel posto sospeso nel nulla, che non avrebbe ancora saputo definire se sogno o realtà.



I loro corpi giacevano a terra, davanti gli sguardi sgomenti e rattristati di tutti. Scott era piegato accanto ad Isaac, una mano sul suo braccio, come a volerlo simbolicamente trattenere, come se non fosse ancora troppo tardi.  Allison alle sue spalle singhiozzava silenziosamente, mentre Lydia le stringeva la mano, cercando di farle forza.
Stiles osservava in silenzio la scena, soffermandosi sul volto dell’amico, una maschera di orrore e dolore, lo sguardo vuoto. Lo scialle bianco di Cassidy era ancora stretto fra le sue mani e sapeva che la nereide era ancora lì, bloccata, in attesa che Stiles  potesse comandarle di andare via.  Jackson accanto a lei, guardingo, il timore che potesse fuggire di nuovo troppo forte.
Derek si avvicinò ad Isaac, il dolore che pulsava a ritmo del suo battito cardiaco, mentre nella sua mente si faceva strada la consapevolezza di non aver protetto anche l’ultimo dei suoi beta, di essersi fidato nuovamente di Peter.
Si voltò poi verso ad Adena e si piegò su di essa, voltandola sulla schiena. Il suo volto era rilassato, come se si fosse semplicemente addormentata.
Aveva detto così tante volte di volerla uccidere che nel frattempo si era quasi affezionato all’idea di averla sempre intorno fingendosi seccato, ma come se il Karma avesse voluto punirlo, il suo volere accantonato da tempo era divenuto realtà, per mano di chi credeva suo alleato.
Improvvisamente la voce di Stiles interruppe quel silenzio irreale.
“Oh mio Dio!”
Jackson lo osservò perplesso.
“Cosa ti prende?” domandò, crucciando lo sguardo color oceano.
“Abbiamo Cassidy!” esclamò.
Lydia si voltò a guardarlo, come se fosse impazzito.
“Ce ne siamo resi conto, genio” sbottò.
“No! Non capite! Lei è una ninfa, come Adena! Lei può riportare qualcuno in vita, e noi abbiamo l’energia della luna piena che possiamo ancora sfruttare!”
D’un tratto l’attenzione di tutti i presenti fu sul giovane Stilinski, che finalmente sorrideva, ridando luminosità alle espressioni spente dei presenti.
“Ma così dovremmo scegliere” asserì Allison, improvvisamente turbata. Non per malignità, ma ovviamente lei avrebbe scelto la persona a cui era più legata, ovvero Isaac. Tuttavia Stiles scosse la testa e Lydia parlò per lui, improvvisamente cosciente di dove volesse andare a parare il ragazzo.
“Non dovremo scegliere, perché anche Adena è una ninfa. Se riportiamo indietro lei, lei potrà fare altrettanto per Isaac!”
Scott saltò in piedi e, come tutti gli altri, focalizzò la sua attenzione su Cassidy, che li guardò minacciosa.
“Perché dovrei aiutarvi? Voi mi state tenendo prigioniera!”
“E tu hai ucciso delle persone e hai rapito Stiles, direi che siamo pari, rossa da strapazzo!” esclamò Lydia, innervosita.
“Se lo faccio…” iniziò la nereide, guardando Stiles negli occhi “…se lo faccio, voi dovrete restituirmi il mio scialle, la mia libertà”
“Scordatelo!” esclamò Derek, ma Stiles parve ignorarlo.
“Va bene” disse, stupendo tutti.
“Cosa? Sei forse impazzito?” esclamò Jackson. Tuttavia Stiles incontrò lo sguardo di Scott e quest’ultimo capì immediatamente che doveva fidarsi e annuì.
“Ragazzi, facciamo come dice Stiles” disse semplicemente, rivolgendo un’occhiata carica di significato prima ad Allison e Lydia e poi a Derek.
Quest’ultimo si rivolse a Cassidy per primo. “Avanti, avvicinati e aiutala” disse, indicando Adena.
Cassidy li guardò circospetta, poi si avvicinò al corpo senza vita della ninfa, mettendosi a sedere con le ginocchia a terra.  Inspirò profondamente e guardò Derek.
“Stai indietro, non riesco a concentrarmi con te vicino”
L’alpha la fulminò con lo sguardo, prima di arretrare di appena un passo, seccato.
Guardò Adena e si ritrovò a sperare che fosse possibile riaverla indietro e riavere così indietro, di conseguenza, anche Isaac.
Cassidy afferrò la mano fredda della ragazza e guardò per un istante la luna piena, prima di tornare a concentrarsi su di lei.
Chiuse gli occhi, focalizzandosi sulle sue ferite, lasciando che le energie fluissero liberamente tra lei, Adena e la stessa luna piena. Strinse i denti, iniziando ad avvertire la fatica, mentre gocce di sudore le imperlavano la fronte. Quando fu sul punto di lasciarle la mano, esausta, questa si mosse leggermente, finché poté sentire la linfa vitale scorrere lungo il corpo della ragazza, rimarginando le sue ferite.
Adena sbarrò gli occhi, boccheggiando come se avesse trattenuto il fiato sott’acqua fino a quel momento . Cassidy lasciò andare la mano, stremata e visibilmente affaticata, mentre Scott e si precipitò accanto l’amica, accarezzandole i capelli e cercando di rassicurarla, mentre questa si guardava attorno, ancora a terra, gli occhi sbarrati.
“Va tutto bene, Adena, sei di nuovo tra noi”
L’aiutò a mettersi a sedere, mentre questa tremava, ancora stravolta.
“Isaac…Isaac…” disse, guardando la figura dell’altro a terra, immobile.
“Ascolta” le disse Scott, prendendole il viso fra le mani “Cassidy ha aiutato te ed ora tu puoi aiutare lui”
Adena si ritrovò ad annuire, mentre Scott l’abbracciò qualche istante, leggermente più sereno, felice di riaverla di nuovo con sé.
Anche nello sguardo dei presenti, seppur meno legati alla ragazza, era visibile il sollievo e la gioia per la sua sorte fortunata.
“Aiutiamo Isaac” disse semplicemente la ragazza, strascinandosi di qualche passo accanto al ragazzo e poggiando la mano sul suo viso, carezzandolo dolcemente.
Vederlo lì, privo di vita, fu un colpo al cuore, nonostante sapesse che avrebbe potuto aiutarlo, utilizzando i suoi poteri al massimo.
Si concentrò su Isaac, sulle sue ferite, desiderando ardentemente che tornasse indietro, da lei, da Scott, da Derek, dal resto del gruppo.
Avvertì un debole afflusso di energie ma, aprendo gli occhi, si rese conto che nulla era cambiato. Sbarrò gli occhi sbigottita.
“Perché? Perché non sta funzionando?” domandò, tremante, guardando Scott in cerca di aiuto, in cerca di risposte. Il ragazzo le rivolse uno sguardo smarrito, ma non disse nulla. Non ne aveva la più pallida idea.
“Isaac…” sussurrò la ninfa, afferrando la sua mano. Di nuovo si concentrò su di lui, desiderando con tutto il cuore di poterlo aiutare, chiudendo gli occhi col tentativo di concentrarsi meglio.
Non accadde nulla nuovamente e la disperazione prese il sopravvento, lasciando che calde lacrime rigassero il suo viso.
“Perché? Perché non ci riesco??” urlò frustrata, lasciandosi andare contro il petto del ragazzo e singhiozzando convulsamente.
Avvertì il tocco di una mano sulla schiena. Alzò il viso, convinta che si trattasse di Scott, ma con stupore notò che Derek era accanto a lei.
“Non ci stai credendo abbastanza. Non stai facendo del tuo meglio”
“Cazzate!” urlò la ragazza “non funziona perché non ne sono capace! Guarire le tue ferite? Ok. Resuscitare un licantropo? Non è roba da dilettanti!”
“Sciocchezze! Ne sei capace!” urlò a sua volta l’alpha, incrociando il suo sguardo infuriato e disperato. La sua espressione dura si ammorbidì leggermente nel pronunciare con tono più pacato le parole seguenti:
“Lascia che ti aiuti”.
Adena lo squadrò ancora qualche secondo, prima di annuire.
“Pensa alla luna piena, alla sua energia, a quella che tu puoi trasmettere ad Isaac; pensa che è possibile, perché sei una ninfa ed hai già dato prova dei tuoi poteri. Smetti di ragionare, lascia che vinca l’istinto, la speranza, la fiducia nelle tue capacità e soprattutto, lascia che il desiderio di riavere Isaac con noi sia più forte della morte stessa”
Derek non le aveva mai rivolto così tante parole tutte assieme e per un attimo le venne in mente che, se non si fossero trovati in quella situazione, avrebbe riso di ciò.
Annuì e tornò a concentrarsi su Isaac, inspirando profondamente per farsi forza.
Poggiò una mano sul petto di Isaac, l’altra che ancora stringeva la sua mano, e chiuse gli occhi. Stavolta non avrebbe fallito.
 
“Mi sento strano” disse Isaac.
“Ti stanno riportando indietro” affermò Boyd.
Il licantropo gli rivolse uno sguardo sorpreso, dunque fu Erica a spiegargli.
“Cassidy ha riportato indietro Adena ed ora lei sta facendo altrettanto con te, semplice”
Isaac abbassò lo sguardo, rattristato.
“Ragazzi, mi dispiace. Avrei davvero voluto aiutarvi”
Erica e Boyd accennarono uno di quei sorrisi tristi, il più insensato ed il più comune che era solito diffondersi tra la gente amareggiata, ma non sconfitta.
“Isaac, hai tentato e non ce l’hai fatta, ma va bene così”
“No, non va bene”
“Si invece” insistette Erica “noi stiamo bene e siamo insieme. Va bene così, Isaac”
Il ragazzo trattenne le lacrime, per poi abbracciarla ancora una volta.
“Andiamo Boyd, abbraccio di gruppo” lo spronò la bionda, prima che l’altro licantropo, leggermente imbarazzato, lasciasse che il calore di quel contatto invadesse il suo cuore. Sapevano che stava accadendo, potevano avvertire che da lì a qualche istante, Isaac sarebbe tornato in vita.
“Arrivederci Isaac”
“Arrivederci, ragazzi”

 
“Andiamo Isaac” sussurrò Adena, disperata. Gocce di sudore imperlavano la sua fronte, le sue forze erano allo stremo e lei appariva visibilmente spossata, sul punto di cedere.
Improvvisamente Derek poggiò la mano sulla sua, mentre Adena lo guardò stupita qualche secondo.
“Hai bisogno di altra energia. Usa la mia” le disse l’alpha, leggermente a disagio per quel contatto fin troppo intimo per i suoi standard.
Adena gli rivolse uno sguardo carico di gratitudine, lasciando che l’energia di Derek fluisse ad Isaac attraverso lei, come una sorta di fili intrecciati tra loro.
“Isaac, ti prego…” sussurrò, di nuovo sul punto di lasciare che la disperazione prendesse il sopravvento.
“Isaac…” stavolta la sua voce era più forte, ma anche più devastata “…io ti amo.
Volevo dirti questo sulla ruota panoramica.
Io ti amo”
“…anche io…”
Fu appena un sussuro, ma Adena lo udì chiaramente, sbarrando gli occhi stupita
Isaac tossì leggermente, prima di inspirare e riprendere aria, evidentemente spossato.
“Ce l’ho fatta! Oh, Isaac!” esclamò, gettandogli le braccia al collo, mentre questo si metteva a sedere.
Nel momento in cui tutti i presenti si strinsero intorno al licantropo, Stiles notò Derek sorridere, ma al contempo indietreggiare, lo sguardo ferito.
Aveva già visto quello sguardo in passato. Era stato proprio il suo, mentre osservava Lydia dire a Jackson che ancora lo amava.
Per un attimo si ritrovò a pensare che le stesse parole lo avessero ferito, la stessa dichiarazione di Adena.
Derek le si era affezionato, senza nemmeno accorgersene, ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. Stiles si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla, senza proferir parola.
Non avrebbe detto nulla che avrebbe intaccato il suo orgoglio e Derek, in cuor suo, gliene fu grato. Stiles era il ragazzo che a volte nessuno prendeva sul serio, ma il primo a comprendere le cose, a notare ogni dettaglio, a captare i diversi stati d’animo.
“Cosa farai con Cassidy?” domandò a quel punto il licantropo, incrociando le braccia.
“La lascerò andare. Potrà continuare la sua vita, ma non riavrà lo scialle.
Resta un’assassina.
Ed io non posso perdonarla”



“Chiamami appena arrivi, ok?”
Lydia guardò Jackson apprensiva, mentre il ragazzo roteava gli occhi, divertito da tanta premura.
“Sembri mia madre”
Si trovavano all’esterno dell’aeroporto di Santa Monica. Tre giorni erano trascorsi dalla luna piena e per tutti era giunto il momento di tornare a casa.
“Sono tua amica”
Jackson piegò leggermente il viso, accennando una risata breve.
“Pensavo mi avresti tenuto il broncio per sempre dopo la mia  partenza per Londra”
“Come puoi vedere, sono capace di perdonare” ribatté sarcasticamente la ragazza.
Ci fu qualche breve secondo di silenzio, prima che Jackson tornasse a parlare.
“Londra non è casa mia. Tornerò qui, dopo aver finito il liceo”
Lydia lo guardò radiosa.
“Decisione saggia, non potevi privare i college americani del tuo talento sportivo”
Jackson rise, prima di guardare l’ora sul display del cellulare.
“Sarà meglio che vada”
Lydia annuì, prima di avvicinarsi di un passo a lui.
Jackson chinò leggermente il viso, ma quando furono sul punto di sfiorare le loro labbra, Lydia si ritrasse di colpo.
Jackson sarebbe stato via un altro anno e mezzo e diverse cose erano già cambiate nella sua vita.
“È per lui?” chiese d’un tratto Jackson, indicando con un cenno del capo la macchina di Allison parcheggiata a una decina di metri di distanza. Dentro ad attenderla vi era Stiles, che l’aveva accompagnata per farle compagnia durante il tragitto di ritorno, a suo dire.
Jackson aveva notato come i due si rapportassero in maniera diversa, come se fossero stati due lati della stessa medaglia.*
“Io..io sono ancora molto confusa a riguardo. Su di te. Su di lui”
Jackson sospirò  pesantemente.
“Tornerò Lydia. E riprenderemo da dove abbiamo lasciato”
Di nuovo si chinò verso di lei, lasciandola in attesa di qualunque fosse il suo intento, ma prima che potesse sfiorare le sue labbra, risalì di poco il viso, baciandola su una guancia.
“A presto”
Lydia lo osservò allontanarsi verso le porte scorrevoli dell’entrata. Restò qualche secondo ferma sul luogo, prima che un colpo di clacson la ridestasse dai suoi pensieri.
“Oh, Stiles, fai sul serio?!?” sbottò, avviandosi verso l’auto e sedendosi al posto di guida evidentemente seccata.
“Scusa, il sole sta facendo diventare quest’auto un forno”
La ragazza mise in moto, uscì dal parcheggio e si immerse nel traffico mattutino di Santa Monica.
“Quindi…” iniziò Stiles leggermente a disagio.
“Quindi?” domandò seccata l’altra.
“Non vi siete baciati”
Lydia roteò gli occhi.
“No”
“E potrei sapere perché?”
Lydia premette il piede sull’acceleratore e non rispose. Tuttavia a Stiles non sfuggirono le gote vagamente arrossate della ragazza.
“Grazie” le disse “per avermi salvato da Cassidy, sai, con il tuo urlo alla Schreck
“Urlo come un orco verde e puzzolente?” domandò, inarcando un sopracciglio.
“No, cioè, dicevo per l’intensità, hai capito?”
Lydia trattenne una risata e scosse la testa.
“Non c’è di che, comunque. Non le avrei mai permesso di farti del male.
Io… insomma, lo sai no? Non mi dispiaci poi così tanto, Stilinski”
Stiles sorrise.
“Nemmeno tu, Martin.
Anzi, dovremmo mettere su un’agenzia di investigazione. Come coppia non siamo male. Coppia sul lavoro intendo”
Lydia rise. “Ottima idea.
Agenzia di investigazione Martinski.
Si, mi piace.”


“Hai preso tutto?”
Scott si voltò verso la porta della camera da letto che aveva condiviso con Stiles ed Isaac, incontrando lo sguardo color nocciola di Allison. La ragazza lo osservava a braccia incrociate, una spalla poggiata allo stipite della porta.
Il licantropo indicò il borsone pieno ed annuì.
“Credo di si. Derek e gli altri stanno facendo sparire qualsiasi cosa che possa dare idea della nostra presenza in questa casa”
“Bene. Meglio che vada a dare una mano allora…”
Scott soppesò qualche istante i suoi pensieri, prima di bloccarla sull’uscio, semplicemente pronunciando il suo nome.
“Allison”
“Cosa?” domandò prontamente, voltandosi verso di lui.
Scott accennò un debole sorriso, ma evitò di guardarla negli occhi, pronunciando le parole successive:
“Credo che tu mi sia davvero mancata in questi giorni”
“Credi?” Allison trattenne una risata, notando l’impaccio del ragazzo nel dirle apertamente quelle cose. Fece qualche passo avanti e lo fronteggiò, mentre Scotti si ritrovò a parlare di nuovo.
“Ne sono sicuro” le disse.
“Io invece credo un’altra cosa” affermò prontamente la ragazza, la voce ridotta ad un flebile sussurro mentre i loro volti si avvicinavano a poco a poco.
“Cosa?”
“Credo che potremmo ricominciare. Insieme”
“Credi?” le domandò, rigirandole la sua stessa domanda di poco prima.
“Ne sono sicura” sussurrò, accogliendo le labbra di Scott e assaporando ogni istante di quell’attimo, di quel bacio che tanto aveva atteso, senza nemmeno rendersene conto.
Potevano ricominciare davvero. E il solo pensiero fece battere il suo cuore da cacciatrice in maniera incontrollata.
No emotions.
In quell’istante le sarebbe stato impossibile.
 
 
Kiss me hard before you go
Summertime sadness…
I just wanted you to know
that baby you’re the best

Derek stava svuotando la sua stanza, stando attento a non lasciare alcuna traccia del suo passaggio. Improvvisamente il suo olfatto captò la scia di un profumo che aveva imparato a conoscere fin troppo bene.
Si voltò di scatto, incrociando lo sguardo verdastro di Adena, ferma sulla soglia.
“Che ci fai ferma lì?” le disse, sforzandosi di parlarle col tono seccato più convincente possibile.
“Non lo so esattamente” rispose, sorprendendolo. La osservò avanzare di qualche passo, fermandosi solo quando a dividerli vi erano pochi centimetri.
“Non lo sai?” le chiese, crucciando lo sguardo azzurro.
“La verità è che vorrei salutarti…” iniziò la ragazza, evidentemente a disagio “ma in questi tre giorni nella mia testa continuavano a vorticare parole su parole e nessuna sembrava abbastanza giusta”
Derek la osservò qualche secondo in silenzio, prima di parlare.
“Allora dillo e basta, non esistono parole giuste a volte”
Adena sospirò, per poi dar voce ai suoi pensieri, la voce leggermente inclinata.
“Avrei voluto dirti che mi dispiace di averti drogato con lo strozzalupo.
Avrei voluto dirti che quando ti ho chiesto di mordermi, una parte di me sperava che non lo facessi, perché non avrei saputo gestire tutto quello che essere un licantropo comporta e volevo ringraziarti, perché in qualche modo hai fatto la scelta giusta per me, senza nemmeno rendertene conto.
Avrei voluto anche ringraziarti per non avermi uccisa dopo questo episodio” una breve risata smorzò per un attimo il fiume di parole che stava travolgendo l’alpha, in completo silenzio al centro di quella stanza di fronte la ragazza che credeva di odiare, prima che le parole tornassero a fluire, libere, come se quel fiume fosse stato in piena “ma soprattutto, avrei voluto dirti che non ce l’avrei mai fatta senza di te a riportare indietro Isaac.
Grazie, Derek.
Sei stato un eroe”
Quelle ultime parole lo lasciarono senza fiato. Nessuno lo aveva mai descritto con un appellativo simile, nessuno.
Aveva commesso tanti di quegli errori, creato situazioni difficili da riparare e, soprattutto, aveva perso due dei suoi beta.
Eppure per quell’insopportabile ragazza di Santa Monica, lui era un eroe.
Accennò un debole sorriso, ma non disse nulla, diviso tra il suo ego e quell’improvviso calore all’altezza del cuore.
“E c’è un’ultima cosa che volevo dirti, Derek” tornò a dire lei, sorprendendolo.
“Cosa?”
“Questo non è un addio. È solo un arrivederci”
I’ll think I love you forever
like the stars miss the sun in the morning skies
Even if you’re gone, I’m gonna drive

Come se il suo corpo agisse in automatico, Derek afferrò per le spalle Adena, che lo osservò incuriosita e stupita al contempo.
Si ritrovò a pensare che avrebbe potuto baciarla, mandare al diavolo tutto e seguire il suo istinto, come aveva sempre insegnato ai suoi beta e a Scott. Avrebbe potuto sfiorare le sue labbra e dirle qualsiasi cosa sensata gli venisse in mente per giustificare il suo gesto, ma quando si ritrovò a chinare il volto, avvertendo Adena trattenere il respiro, ancora confusa da quelle che erano le sue reali intenzioni, comprese che non era ancora tempo per loro, in quella primavera ormai fiorita e vicina all’estate. La baciò sulla fronte, socchiudendo gli occhi qualche istante, mentre Adena tornò a respirare e il suo cuore a battere regolarmente.
“Io non ti odio. Forse non ti ho mai odiata davvero. Se avessi voluto ucciderti, come dicevo, avrei potuto farlo in qualsiasi istante.
Arrivederci, Adena” sussurrò, le sue labbra ancora vicinissime al suo viso.
Nulla era più triste di un bacio mancato, eppure Derek si sentì pervadere da una nuova, inspiegabile, gioia.


 
I’ve got that summertime, summertime sadness.
Lana Del Rey – Summertime Sadness
 



Il rumore delle onde risuonava nell’aria profumata di salsedine. La spiaggia era deserta, ad eccezione di qualche passeggiatore solitario.
Adena inspirò profondamente e afferrò la mano di Isaac, al suo fianco.
“Sai” le disse il ragazzo, il tono di voce incerto “quando Nathaniel mi ha…ucciso, io credo di aver visto…”
si bloccò a metà, dunque Adena lo spronò a proseguire.
“Di aver visto cosa?”
“E’ una cosa stupida, lascia stare”
“Dai, giuro che non riderò”
“E va bene” Isaac inspirò profondamente “credo di aver visto Erica e Boyd. Non ho ancora ben capito se fosse un sogno, il Paradiso dei licantropi o qualcosa di simile…ma ne sono felice”
Adena sorrise dolcemente, prima di tornare a parlare.
“Allora lascia che sia la realtà” gli disse.
“Mi dispiace non essere riuscito a riportarli indietro”
“Credo che questa sia una sorta di lezione” gli disse la ragazza, sorridendo amareggiata “credo che a volte bisogna saper lasciare andare il passato. Vivere nel passato vuol dire perdere il presente.
E tu meriti questo presente”
Isaac accennò un sorriso, guardandola intensamente negli occhi. “E tu? Cosa hai visto quando Peter ti ha…”
“Nulla. Non so se esserne felice o terribilmente spaventata”
“Forse non hai visto nulla perché sapevi già che saresti tornata da me”
Adena rise.
“Mi piace questa teoria” affermò, rubandogli un bacio.
“Ora…” tornò a dirle Isaac “...ora cosa faremo?”
“Viviamo nello stesso stato. Credo che a settimane alterne, nei weekend, potremo vederci. Io verrò da te e tu tornerai a goderti questa splendida città”
“Ci sto” le disse, sorridendo e rubandole a sua volta un bacio.
“Piuttosto Lahey” asserì sbarazzina la ragazza “che ne dici di un primo ed ultimo tuffo? L’ultima volta che mi sono avvicinata all’acqua, Cassidy ha provato a farmela odiare, nel vero senso della parola”
“Ma non abbiamo i costumi”
“Principiante” lo prese in giro lei, allontanandosi diretta verso la riva, togliendosi, passo dopo passo, ogni indumento, fino a restare in biancheria.
“Okay” disse Isaac, osservandola imbambolato “non finirà mai di stupirmi”
Adena si immerse nell’acqua e riemerse, prima di chiamarlo a gran voce.
“Allora? Resterai lì a fissarmi in eterno?”
“L’intenzione più o meno era questa”
“Dai!”
Isaac rise, prima di correre verso di lei, per la prima volta forse dopo tanto tempo veramente spensierato.
Andare a Santa Monica gli aveva fatto comprendere diverse cose sull’amore, sull’amicizia e, soprattutto, sulla vita.
Non poteva esserci migliore epilogo.

 
 
*Non potevo non fare riferimento a questa frase detta dalla Roden durante un’intervista, parlando proprio di Lydia e Stiles.
 
Non posso crederci, siamo arrivati all’ultimo capitolo. Nel momento in cui ho scritto l’ultima parola che, neanche a farlo apposta è proprio “epilogo”, mi sono resa conto sul serio di quanto mi mancherà questa storia, scrivere di questi ragazzi a cui mi sono affezionata.
Tuttavia, ho lasciato, volutamente, diverse questioni aperte perché, se impegni e ispirazione lo permetteranno, in primavera, vorrei tornare con una seconda serie di Save the pack. Nel frattempo, invece, ho intenzione di scrivere qualche one shot su di loro, e probabilmente, visto che non l’ho mai fatto a causa del mio rapporto complicato con il Natale, la prima sarà proprio a tema natalizio. Sempre se questo interessi a qualcuno – della serie “me la canto e me la suono” xD
Anyway, ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa fan fiction, leggendola, recensendola e inserendola tra le preferite/seguite. Grazie ad ognuno di voi ho portato avanti questo piccolo “progetto” <3
E ancora, grazie a tutte le splendide lettrici che mi hanno sostenuta dal primo all’ultimo capitolo e a quelle che mi hanno “scoperta” in ritardo, ma sono entrate altrettanto velocemente nel mio cuore. Siete un tesoro, tutte <3
Spero di non aver dimenticato nulla, a parte una piccola, sciocca, precisazione. Schreck non ha la capacità di urlare, però ho impressa nella testa una scena in cui urla forte contro Ciuchino, perciò mi è venuto da fare questo paragone xD
Credo di aver detto tutto!
A presto <3 
 
Un bacione,
Ely 91



 



 
   
 
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