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Autore: Mrs Teller    14/11/2013    2 recensioni
James sta fissando il cielo, i piedi ben piantati vicino al bordo del tetto.
E’ questa la prima cosa che Q nota dopo aver aperto la porticina che conduce al limite ultimo dell’edificio.
La visione lo blocca sul posto e lo fa irrigidire per qualche istante.
James solitamente non guarda mai il cielo.
Gli piace guardare gli edifici, la linea dell’orizzonte, il traffico, la vita di Londra che scorre veloce sotto i suoi piedi, ma mai il cielo.
Sebbene Q non gli abbia mai chiesto il perché, non è stato difficile per lui arrivare a darsi una risposta.
Molto probabilmente il cielo gli ricorda tutte le persone che ha perso e questa è una cosa con cui James preferisce non confrontarsi spesso.
Anzi, quasi mai.
Stupido forse, banale sicuramente, un cliché si potrebbe dire.
Ma in fondo al cuore Q sa che è così.

Note: scritta per il prompt cielo, ombra, mani. 00Q.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Bond, Q
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per la dolcissima rerumfragmenta su un prompt fornito da lei in tre parole: cielo, ombra e mani, appunto..

Piccola e senza pretese, prendetela per ciò che è: uno sclero XD

Giuro che a breve tornerò con qualcosa di molto più sostanzioso e con l’ultimo capitolo di Feel, promesso! *fugge per evitare i pomodori*


Vieni sul tetto.

 

Q non trattiene un sorriso leggendo quelle tre, semplici, parole.

Dirette e concise, com’è nello stile di James.

Si stava chiedendo da almeno un’ora dove fosse finito il suo agente double-oh preferito - nonché compagno da quasi un anno e mezzo ormai - e quell’sms gli ha dato la risposta che, in cuor suo, Q già sapeva.

 

Quando James non è in giro per l’edificio, o meglio nella Q-Branch, di solito si rifugia sul tetto.

E’ diventato il loro posto, ormai, e a Q non è mai dispiaciuto assecondare la passione di James di osservare Londra dall’alto.

E’ come se avesse su di lui un effetto rilassante e Dio solo sa quanto ciò serva a uno come James.

 

Lo schermo del pc è ormai scuro da tempo, segno che 004 è ampiamente giunto al luogo di estrazione ed è ormai nelle mani sicure dei suoi colleghi.

 

Q non ha idea di quante ore abbia passato a monitorare quella delicata missione in Sudan, ma se dovesse tirare a caso direbbe almeno quindici.

L’ultima volta che ha visto il sole è stato il giorno prima e la stanchezza che gli crolla addosso a tradimento gliene da la conferma.

 

“Capo ormai non c’è più molto da fare qui.. Perché non vai a casa a mangiare qualcosa e riposare?”

R lo scruta dalla sua postazione poco lontano e Q le scocca un accenno di sorriso mentre scrocchia il collo lasciando fluire la tensione.

 

Sì, il programma sembra essere decisamente appetibile e spera che James la pensi come lui.

 

Nonostante James sia a casa da quasi tre giorni filati, evento rarissimo negli ultimi tempi, la missione di 004 ora e quella di Alec prima lo hanno tenuto inchiodato alla Q-Branch più di quanto desiderasse.

 

Potrebbe mettere la mano sul fuoco sul fatto che James desideri andare a casa, fare una doccia con lui, abbracciarlo e cullarlo tra le sue braccia fino a vederlo addormentare.

Anche se non lo ammetterebbe mai, neanche sotto tortura, Q sa con assoluta certezza che James ama vederlo scivolare nel sonno e il pensiero gli strappa un altro sorriso.

 

Non si preoccupa nemmeno di nasconderlo ad R: tutti, ormai, all’MI6 sanno della sua relazione con James e la fase teniamolo nascosto per evitare voci di corridoio è ormai finita da tempo.

Quindi Q si limita ad annuire alzandosi finalmente dalla sua scrivania per indossare il parka.

 

“E’ un’ottima idea.. Ci pensi tu qui?”

“Assolutamente sì, capo. Vai tranquillo, se dovessero esserci problemi ti avviso.”

“Grazie mille R. Ci vediamo domani.”

“Riposati, capo.”

E’ con le spalle più leggere che Q esce dalla Q-Branch per dirigersi sul tetto.

 

ooo

 

James sta fissando il cielo, i piedi ben piantati vicino al bordo del tetto.

 

E’ questa la prima cosa che Q nota dopo aver aperto la porticina che conduce al limite ultimo dell’edificio.

La visione lo blocca sul posto e lo fa irrigidire per qualche istante.

 

James solitamente non guarda mai il cielo.

 

Gli piace guardare gli edifici, la linea dell’orizzonte, il traffico, la vita di Londra che scorre veloce sotto i suoi piedi, ma mai il cielo.

 

Sebbene Q non gli abbia mai chiesto il perché, non è stato difficile per lui arrivare a darsi una risposta.

Molto probabilmente il cielo gli ricorda tutte le persone che ha perso e questa è una cosa con cui James preferisce non confrontarsi spesso.

Anzi, quasi mai.

 

Stupido forse, banale sicuramente, un cliché si potrebbe dire.

Ma in fondo al cuore Q sa che è così.

 

James potrà anche essere un serial killer addestrato e letale ma la sua mente funziona come quella di un qualsiasi altro essere umano e ciò si estende anche alle piccole credenze come questa.

Le anime delle persone che ci lasciano in realtà vanno solo da un’altra parte, oltre le nuvole nel cuore del cielo.

E’ per questo che James raramente alza il suo viso meraviglioso e fissa l’immensità sopra di lui, indugiando sulle nuvole e il loro percorso.

 

Il fatto che al momento lo stia facendo può voler dire solo una cosa: sta pensando ad M.

Probabilmente non solo a lei.

 

A Q piacerebbe poter credere che James abbia il naso all’insù solo perché si sta godendo una delle rarissime giornate di sole e cielo terso, ma non riesce davvero a farlo.

Forse il messaggio di James aveva un significato più profondo del semplice voglio passare qualche minuto con te..

 

Nonostante il sole sia caldo e luminoso, il corpo di James non proietta alcuna ombra sul tetto ed è solo grazie a questo che Q capisce che è mezzogiorno.

L’ultima volta che ha guardato l’orologio erano le quattro del mattino.

 

L’ombra fisica del corpo di James sarà anche assente ma Q avverte lo stesso un’ombra nella figura del suo uomo.

E’ come se James fosse avvolto da una sorta di aura scura che riflette in modo quasi pulsante e palpabile i suoi pensieri.

 

Q passa in rassegna automaticamente le ultime settimane della loro vita per cercare di capire la fonte di questa ombra, ma non gli viene in mente nulla di sensato.

 

Le ultime missioni di James sono scivolate via più lisce dell’olio, le cose tra di loro vanno alla grande - o almeno, a lui sembra così- e anche Alec sembra aver trovato la sua dimensione con un “ragazzo segreto” che ancora non hanno avuto l’onore di conoscere.

Al momento non sembra esserci nulla in grado di giustificare un atteggiamento del genere.

 

Ma se c’è una cosa che Q ha imparato è che l’anima di James è molto più profonda di quanto gli altri possano pensare.

Soprattutto, non è mai spenta.

Non davvero, almeno.

Per questo motivo Q non trova strano il fatto che faccia capolino con tutta la sua forza anche in un momento apparentemente tranquillo.

 

Tutto ciò che lui può fare è avvicinarsi, abbracciare James da dietro e chiedergli cosa c’è che lo turba, nella speranza che James gli risponda.

Un anno e mezzo fa Q avrebbe dubitato di ciò, ora invece ne ha quasi la certezza.

 

ooo

 

“A cosa pensi?”

La voce di Q è bassa, impalpabile quasi, dolce come le sue mani che vagano piano sul petto di James.

Solitamente è lui quello che viene stretto e la cosa gli piace molto più di quanto sia disposto ad ammettere, ma trovarsi dall’altra parte per una volta gli provoca un lungo brivido di emozione lungo la spina dorsale.

Non sa quando gli ricapiterà una cosa del genere ed è fermamente intenzionato a godersi il momento fino in fondo.

 

Gli viene del tutto naturale appoggiare il mento sulla spalla di James e avvicinare le labbra al suo orecchio per mordicchiarne il lobo.

Il fatto che James stia ancora guardando il cielo gli rende il compito molto più semplice.

 

James manda istintivamente la testa all’indietro fino ad appoggiare la nuca nell’incavo della spalla di Q e un sorriso gli tinge le labbra.

Anche se Q non può vederlo, James è certo che riesca a sentirlo.

Sì, è sempre più convinto che M ed i suoi genitori approverebbero tutto questo.

“A nulla di particolare..”

 

Q stringe la presa delle braccia intorno al petto di James e scuote il capo, non riuscendo a trattenere una risatina.

“Sei un pessimo bugiardo quando si tratta di me, lo sai sì?”

“E tu sei un ragazzino fastidioso ed irritante, ne sei consapevole?”

“Me l’hai già detto, almeno una volta o due. Ma ciò non toglie che abbia ragione.”

“Non riuscirò mai ad averla vinta con te, vero?”

“Temo proprio di no, e francamente pensavo ti fossi arreso da tempo..”

“Questo mai..”

“Peggio per te! Ora sputa il rospo: a cosa stavi pensando? O vuoi proprio che te lo dica io?”

“Va bene, va bene, mi arrendo..”

 

Con un movimento rapido James si volta fino a trovarsi faccia a faccia con Q e non riesce a resistere alla tentazione di rubargli un bacio.

Dio, non assaggia quelle labbra da troppo tempo e ha paura di essere in astinenza come un drogato senza la sua dose quotidiana di eroina.

Ma avrà tempo dopo per questo..

“Stavo pensando che sono stanco, Q.. Sto diventando vecchio anche se non voglio ammetterlo a me stesso e so che non voglio continuare così.”

 

Lo sguardo di Q si assottiglia: ha paura di ciò che James stia implicando con quelle parole..

“Vuoi mollare tutto?”

James sospira e scuote il capo, serrando per un attimo la mascella.

Se Q non lo conoscesse come le sue tasche, direbbe che il suo uomo stia faticando a trovare le parole per esprimere ciò che si porta dentro.

E a James non mancano mai le parole..

 

“Ok, quindi non vuoi mollare.. Cos’è allora che stai cercando di dirmi?”

“Non sto parlando del lavoro.. Quello so che prima o poi dovrò lasciarlo perché è un gioco per giovani e io ormai ho dato quasi tutto quello che potevo dare.. No, stavo parlando di noi..”

Prima che Q possa dire qualsiasi cosa, James posa dolcemente sulle sue labbra semiaperte l’indice e lo lascia lì.

Ha bisogno di tutto il suo coraggio per dire ciò che deve dire e ha paura che potrebbe scivolargli via dalle mani se Q lo interrompesse.

 

“Non voglio andare avanti con questa semplice relazione.. Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui voglio, anzi sento il bisogno, di avere qualcosa di più.. Non pensavo che l’avrei mai voluto, che avrei mai incontrato qualcuno capace di farmi volere di più.. O meglio, una persona pensavo di averla trovata ma l’ho persa e non immaginavo che il destino potesse metterne un’altra sulla mia strada. Invece ora, quando ti guardo, capisco che il destino ha fatto molto di più perché non ho mai amato nessuno come amo te. Non pensavo neanche di saperlo fare.. Amare in questo modo, intendo.. Quindi sì, quello che abbiamo non mi basta più. Non era esattamente così che avevo immaginato di farlo però sento che devo farlo adesso, in questo momento, esattamente qui, sotto questo cielo terso che rispecchia ciò che tu hai fatto della mia vita..”

 

Il secondo successivo James ha il ginocchio destro posato a terra e la mano infilata dentro la tasca della giacca e Q teme di poter svenire da un momento all’altro.

Sta succedendo, sta succedendo esattamente davanti ai suoi occhi e il suo cervello è completamente in panne.

Andato, distrutto, neutralizzato dalla visione di James che lo guarda con uno sguardo carico di amore - no, di più, assoluta e totale devozione- ed una scatolina di velluto rosso aperta nel palmo della mano.

 

“Carlton Daniel Harrison, mi vuoi sposare?”

La vista di Q si annebbia mentre lo sguardo si sposta dalla coppia di anelli in oro bianco adagiati dentro la scatolina al viso di James, felice e sereno come non lo vedeva da tempo.

Tutto ciò che riesce a dire prima di scoppiare a piangere come un ragazzino è un strozzato, così basso che teme che James neanche l’abbia sentito.

Ma James l’ha sentito eccome perché anche l’azzurro dei suoi occhi si vela a sua volta di una patina opaca e le sue dita tremano quando si posano su uno dei due anelli.

Il secondo successivo l’anello percorre l'anulare sinistro di Q fino a raggiungere la sua nuova e ultima collocazione.

Definitiva.

Per sempre.

 

Anche la sua mano trema quando Q la allunga sull’altro anello e lo infila cautamente all’anulare di James, incapace di dire nulla di sensato.

Vorrebbe farlo, sul serio, ma in fondo nulla che potrebbe dire al momento avrebbe più valore delle loro lacrime e del silenzio denso che li avvolge come una calda coperta.

E’ tutto lì: nel silenzio, nei loro singhiozzi, nelle risate e nei baci al sapore di sale e beatitudine.

 

Quando James unisce le loro mani sinistre e se le porta alle labbra baciando gli anelli, Q comprende finalmente cosa si prova ad aver toccato il cielo con un dito.

Senza più ombre all’orizzonte.

   
 
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