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Autore: Aleline    15/11/2013    5 recensioni
Può un semplice umano legarsi a una creatura tanto potente? Beh, nessuno ha detto che è impossibile.
Mi dicevano che ero una pazza nel seguire questa passione, si parla di cavalli, esseri possenti e mistici, creature che hanno segnato il mio passato, il mio presente e il mio futuro.
Genere: Generale, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa passione ha lasciato un'impronta nel cuore.
 Ogni volta che salgo su quella sella,su quel cavallo sento qualcosa mai sentito prima, sono come un bimbo davanti a delle caramelle, certo magari avrò subito tante delusioni e sconfitte ma ho avuto anche soddisfazioni, vittorie che non potrò mai dimenticare.
 
Ci sono cavalli che ormai non appartengo più a me, alla mia vita, ma so che quei cavalli comunque mi saranno sempre vicino anche se non li vedo.
Mi fa rabbrividire questa passione, si parla di un vero binomio. Non puoi definirti Cavaliere quando tu non condividi le stesse emozioni con il cavallo è qualcosa che dovrebbe far intimorire tutti, essere sopra a una delle più maestose creature esistenti nel mondo. Creature così speciali lasciano dei semplici umani che li montino, lasciano che dei semplici umani facciano quello che vogliono di loro, farli saltare in gare, farli acchiappare dei vitelli, fare gare di velocità.
 
La mia passione iniziò circa 7 anni fa questo avvenne in Romania.
Ero con mio migliore amico Alex, stavamo giocando come al solito per le vie del paese, quando la nostra attenzione fu catturata dalle canzoni vivaci della festa del patrono, restammo lì a guardare lunghe file di cantanti musicisti o paesani travestiti tradizionalmente...in fondo questa lunga fila c'era una carrozza, era enorme, bianca solo un leggero velo di polvere la copriva rendendola un po più scura, era trainata da un cavallo nero, era possente muscoloso e si faceva strada come un principe tra le pietre schiacciandole con i grandi zoccoli.
 
 Da quel giorno cominciai a darmi da fare per seguire quella passione, quella passione che prima a me era sconosciuta, una cosa normale.
Andai dal mio vicino, sapevo che lui aveva un paio di cavalli e sapevo che lui era la persona giusta a cui affidare una bambina in vena di scoprire quel magico mondo dell'equitazione.
Cominciai ad aiutarlo nella teoria, imparavo ogni giorno sempre qualcosa di nuovo e sempre di più cresceva la voglia d'imparare, volevo montare assolutamente un cavallo, volevo provare quell'emozione di qui tutti ne parlavano.
Un giorno con il vicino andammo a una fiera lì c'erano tantissimi cavalli, uno più bello dell'altro, ma uno che catturò veramente mio cuore fu Pashà. Non era un granchè, un Puro Sangue Arabo manto grigio pomellato, ma aveva due occhi piccoli, accesi e pieni di emozioni sapevo che quel puledro pazzo scatenato poteva diventare un cavallo da far invidia, così pregando il mio vicino con tutte le mie energie lo comprammo, aveva poco meno di un anno e mezzo, certo era scatenato, non si faceva toccare assolutamente a nessuno. Ma ogni giorno che passavo con lui facevamo passi da gigante aumentando sempre di più la nostra amicizia e questo aveva quel non so che di speciale.
 
Lo trattatai come meglio potevo, quando stava male passavo le notti insieme a lui e quando ebbe la bellezza di 3 anni e mezzo il mio vicino decise di farmelo montare era il 25 aprile 2008, dopo un anno e mezzo di teoria avevo asistito alla doma di Pashà, e ne restai meravigliata.
Non lo dimenticherò mai quel giorno eravamo nel campo grande il silenzio ricopriva tutta l'aria avevo paura, paura di non riuscirci, di fallire seguendo la mia passione. Ma un tratto sentì lui: Pashà mi poggiò il muso sul braccio come per dirmi " Ehy di cosa hai paura? Io ti sono accanto e ti aiutero! "
Quel giorno mi sentii come una principessa con il suo principe, finalmente provavo l'emozione di cui tutti ne parlavano, era strano, sentivo le farfalle allo stomaco, ma quella sensazione era davvero bellissima.
Ben presto però dovetti abbandonare questa passione, nel dicembre dello stesso anno, dovetti partire per l'Italia. Pashà rimase con Alex dov'è tuttora, quel cavallo mi aveva insegnato tutto, aveva preso un posto nel mio cuore e non lo avevo più vicino.
Volevo abbandonare quella passione, avevo intenzione di arrendermi alla prima difficoltà...ma ormai l'equitazione aveva segnato il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Per quanto volessi cancellarla dalla mente, quella passione rimaneva sempre lì e ogni tanto nelle giornate, usciva fuori frullandomi nella testa e facendomi ritornare in mente che bellissimi momenti passati con Pashà.
Per un paio di mesi smisi di fare equitazione, senza accorgermi, però, il mio cuore si intristiva sempre di più, diventai sempre più scontrosa verso gli altri: non capivo la lingua, non avevo amici che mi aiutassero nei momenti difficili, cominciavo proprio a odiare quel paese chiamato Oulx, era tutto il contrario del mio paese natale, piccolino freddo e quasi sempre privo di vivacità e persone.
 
Mia madre cerco di farmi fare tutti gli sport per un'altra passione, ma non ci riuscì, niente era come l'equitazione.
 
Un giorno mi prese senza dirmi niente e mi portò in un maneggio.
Il profumo del fieno, per quanto coperto dal freddo pungente, mi invadeva le narici, fui percorsa da un brivido di piacere.
《La moglie del nostro ex vicino è venuta qui, solo per te!》
Non aspettai altro, corsi intorno al tondino andando a cercare la moglie del nostro ex vicino... e la trovai, stava strigliando un bellissimo stallone. Gli saltai addosso abbracciandola...
Là mi raggiunse anche mia madre.
Lui è Algebra, il tuo nuovo cavallo
Cominciare a ringraziarla piangendo quasi per la felicità.
Algebra era un Holstein Tedesco di 6 anni, era alto 1.85 metri al garrese, mi ricordava Pashà in tutti i suoi movimenti, senza pensarci due volte mi preparai. I pantaloni bianchi attillati e gli stivali in pelle mi mancavano un sacco e nonostante il freddo congelante montai. Le mani fredde facevano scivolare delicatamente le ruvide redini, sentendomi sempre libera, ero un tutt'uno con quel cavallo, faceva tremare il suolo con il galoppo ritmico e veloce, mi stavo perdendo nel vento come uno spirito leggero, ci impiegai poco capire che quel cavallo non era stato creato per calpestare la terra, aveva l'istino per aria e ogni volta che spiccava al volo cercava di lasciarmi lì. 


Continuo.

Angolo scrittrice.
Prima di tutto vi ringrazio di aver letto questo racconto, ringrazio anche Sara_Scrive per il bellissimo banner. Questo racconto l'ho scritto per esercitarmi a un concorso letterario a cui parteciperò, sarei molto grata se mi dareste dei consigli su come scrivere etc...
Grazie mille.
Baci Clara.
   
 
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