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Autore: frenci piuggi    15/11/2013    2 recensioni
Questa one shot partecipa al contest "(Dis)avventura" indetto da ame tsuki sul sito di EFP.
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Sasuke e Naruto sono partiti per una crocera per festeggiare il loro primo anniversario di fidanzamento. Un guasto al motore rovina loro il viaggio e si ritrovano naufragati su di un'isola deserta. Non mancherà qualche litigio fra i due ed i problemi per la sopravvivenza si faranno subito sentire, ma riusciranno ugualmente a tornare a casa indenni e più forti da questa nuova avventura?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Killer Bee, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Approdare è complicato

 
Per festeggiare il loro primo anno di fidanzamento, Sasuke e Naruto decisero di trascorrere un intero mese in giro per l’Atlantico a bordo dello yatch dei Namikaze.
Era stato Naruto a proporre quel viaggio, convinto che una crociera fosse la miglior scelta in assoluto rispetto all’appartarsi in uno chalet di montagna o festeggiare in qualche ristorante.
Da piccolo, infatti, aveva sempre preferito andare in posti balneari piuttosto che in altri luoghi, e quando gli si era presentata l’occasione di poter trascorrere un mese in compagnia del suo ombroso fidanzato, aveva tentato in tutti i modi di convincere Sasuke a passare il loro tempo in mare aperto.
Sasuke, d’altro canto, aveva provato in ogni modo di dissuadere il suo energico compagno da quella scelta. Non amava i posti troppo soleggiati a causa del colore pallido della sua pelle; riteneva oltremodo fastidioso ricoprirsi da capo a piedi di crema solare ad alta protezione, specialmente se era costretto a passare il tempo a rincorrere l’ombra, trovandosi ugualmente scottato sulle spalle alla fine della giornata.
Lui aveva proposto, invece, una settimana alle terme: qualcosa di rilassante e rigenerante, una vacanza adatta ad un uomo d’affari.
Naruto era stato inflessibile, molto più testardo del solito, tanto che era arrivato a giocarsi la supremazia sul sesso per tutta la durata della crociera, pur di stare in contatto con l’aria salmastra. Uchiha aveva colto la palla al balzo: non capitava tutti i giorni che Namikaze si offrisse di fare il passivo senza essere minacciato di morte o sufficientemente malmenato.
Erano bastati pochi giorni per i preparativi: Naruto aveva organizzato tutto qualche mese prima, giustificando gli allestimenti prematuri con un “tanto ero certo che avresti ceduto”.
Fu così che, due settimane dopo, si ritrovarono con un motore guasto e costretti ad un attraccaggio alla terra ferma più vicina.
– Ecco quello che succede se si lascia fare tutto a te, usuratonkachi. – espirò Sasuke, tentando ancora una volta di capire dove consistesse il problema.
– Non incolpare me, teme! Sono i meccanici quelli da rimproverare. – sbuffò Naruto, incrociando le braccia dietro la nuca e fissando il paesaggio davanti a sé.
Il bagnasciuga, di uno splendido color avorio, era colorato qua e là da piccole conchiglie, alghe e crostacei. Alte palme contornavano quella visione paradisiaca, mentre il suono melodico delle onde cristalline avvolgeva dolcemente qualsiasi pensiero nella mente del giovane Namikaze.
– Oi Naruto, io scendo a terra. – annunciò Uchiha, sporgendosi solo con la testa dalla cabina di comando. – I cellulari non prendono, manca l’elettricità ed io inizio ad… Oi, mi stai ascoltando almeno? – domandò il ragazzo, con tono alterato.
– Eh? Ah… sì, ho capito… – ribatté Naruto, leggermente intontito da quella pace serafica.
Il Sole di mezzogiorno ne baciava il viso abbronzato, distinguendone i contorni, riscaldando l’epidermide liscia, priva di peluria, e facendo brillare maggiormente i capelli dorati mossi dalla delicata brezza marina.
Solo quando sentì il rumore del portellone che veniva richiuso, riaprì gli occhi. Un bianco accecante avvolse il paesaggio, costringendolo a battere più volte le palpebre per mettere a fuoco la vista.
– Oi Sasuke! – chiamò a gran voce, sporgendosi pericolosamente dalla balaustra. – Dove stai andando? – domandò curioso, rimirando le spalle pallide e larghe del fidanzato, in netto contrasto con il costume scuro ed i capelli neri.
– Siamo alle solite. – sbuffò Sasuke, schernendosi gli occhi dalla forte luce del Sole. Nonostante portasse spessi occhiali da sole neri, non riusciva ad abituare lo sguardo a quella luce né riusciva a stare in contatto con tutto quel caldo senza sentire la pelle pizzicare. – Vado a fare un giro per vedere se qui intorno troviamo un villaggio. – spiegò frettolosamente, impaziente di tornare all’ombra.
– Aspetta! Vengo anch’io! –
Uchiha non fece in tempo a fermare Naruto che questo si era già buttato in mare. Richiuse la bocca, spalancata in un ordine muto, digrignò i denti e, con le mani nelle tasche del costume, si avviò verso l’ombra.
– Sas’ke! Aspettami ho detto. – urlò nuovamente Namikaze, vedendo che l’altro non lo stava ad ascoltare. Si mise quindi a correre ed in breve riuscì a raggiungerlo. – Si può sapere che cos’hai? Perché sei arrabbiato? –
Sasuke grugnì, superando il compagno e continuando la sua avanzata nella fitta boscaglia marittima.
– Mi rispondi? – ruggì Naruto, irritato dal comportamento scostante dell’altro ragazzo.
– Sto solo cercando una soluzione per le prossime ore, visto che un dobe di mia conoscenza ha deciso di gettarsi dalla barca senza prendere le chiavi del portellone. Correggimi se sbaglio. – Non appena vide Namikaze sbiancare, boccheggiare in preda al panico e grattarsi la nuca con sorriso colpevole, capì di non essersi sbagliato per nulla. – Appunto. –
– Beh, ma… posso provare ad arrampicarmi fino alla ringhiera. – ribatté il ragazzo, convinto di aver trovato la giusta soluzione ai loro problemi.
– Ne dubito. Anche se ti offrissi le mie spalle come scaletta, non arriveresti mai al ponte; per di più la superficie è liscia: scivoleresti immediatamente. – spiegò Sasuke, voltando il capo a destra e sinistra, cercando caschi di banane maturi. Non erano passati meno di dieci minuti dall’ultima volta che aveva pizzicato i suoi amati pomodorini, che già si sentiva affamato.
– Perciò siamo condannati a trascorrere i nostri giorni su quest’isola deserta e nutrirci di paguri, insetti, pesce crudo e noci di cocco? E costruire un piccolo rifugio, scaldarci con il calore dei nostri corpi ed attendere che passi qualche imbarcazione? – domandò agitato Naruto.
– Fico! – esplose poco dopo. – Non preoccuparti Sasuke, ho seguito tutti gli episodi con Bear Grylls. – sorrise compiaciuto il ragazzo, pregustando il divertimento derivante da quella piccola disavventura.
– Non metterti in testa certe idee, usuratonkachi. – lo fermò prontamente Sasuke. Nemmeno lui sapeva bene come sarebbero riusciti a sopravvivere in tale situazione, ma non si sarebbe mai abbassato a nutrirsi di radici o viscere d’animale. – Per ora dobbiamo cercare legname, accendere il fuoco per avvisare le navi di passaggio ed andare a pescare. – annunciò perentorio, spostando gli occhiali sulla testa ed usandoli come fascetta provvisoria per scostare i ciuffi della frangia dagli occhi.
– Lo faccio io. – si offrì immediatamente Naruto, impaziente di iniziare quella nuova avventura.
Al ritorno a casa si sarebbe vantato con tutti i suoi amici di essere uscito indenne da un naufragio; non capitava tutti i giorni di poter sperimentare le mitiche imprese del noto avventuriero visto più e più volte in televisione.
– Io cerco del legname per il falò, in mia assenza vedi di non combinare altri guai dobe, ma soprattutto cerca di non infilzarti un piede perché l’hai scambiato per un pesce. – lo canzonò divertito Sasuke, gustandosi le strida e lamentele del fidanzato.
Due ore più tardi, Naruto tornò a riva, esausto, bagnato fradicio e dolorante nei punti dove il Sole l’aveva scottato.
– Per fortuna che ho trovato delle banane, se no saremmo morti di fame. – commentò pungente Uchiha, guadagnandosi un’occhiataccia ed un ringhio dall’altro ragazzo.
Ferito nell’orgoglio, Naruto voltò il viso imbronciato dall’altra parte, gustandosi il pranzo lontano dal fidanzato. Nel tardo pomeriggio, avrebbe tentato nuovamente di pescare qualche grosso pesce così da riscattarsi.
– Non so quanto resteremo qui, in giro non ho trovato tracce di civilizzazione, perciò dobbiamo costruirci un giaciglio per stanotte. – lo informò Sasuke, fissando distrattamente l’orizzonte.
In fin dei conti non gli dispiaceva poter stare isolato dal resto del mondo: tutta quella pace stava avendo un effetto positivo sui suoi nervi e, se non si fosse ritrovato a dover cercare un modo per sopravvivere, sarebbe riuscito a divertirsi come Naruto voleva che facesse.
Finito il pranzo, si misero alla ricerca di altra sterpaglia da bruciare e da utilizzare per il rifugio provvisorio.
Verso tardo pomeriggio vi era ben poco di pronto; nessuno dei due aveva trovato rami abbastanza robusti o alberi differenti dalle palme. Affaticati dalla lunga ricerca, si sedettero accanto al falò.
– Mi dispiace, è stata colpa mia. – sussurrò infine Naruto, stanco del silenzio calato tra loro.
– Già. – confermò Sasuke, poggiando le mani dietro la schiena e godendosi i riflessi del cielo purpureo sul mare.
– Teme! Potresti essere anche un po’ più comprensivo. – strillò Namikaze, voltandosi imbufalito verso l’altro.
– Sai bene che non lo farò… però, non si sta così male. – sospirò Uchiha.
Naruto sbarrò gli occhioni azzurri, stese le labbra in un sorriso compiaciuto, e tutta la rabbia svanì in una risatina soddisfatta.
– Ehi, cos’è quella? – domandò questo, puntando il dito verso una macchia nera non troppo lontana da loro.
Sasuke seguì la direzione indicatagli dal fidanzato e strinse gli occhi, tentando di appurare cosa realmente fosse quella figura triangolare.
– Un uomo che fa windsurf? – asserirono in coro.
Sconvolti da tale rivelazione, fissarono a lungo la figura possente che cavalcava le onde a pochi metri dalla spiaggia e posteggiava la sua imbarcazione sulla riva.
­– Yo! – li salutò l’uomo, avvicinandosi alla coppia disorientata da quella nuova svolta.
– Se volevate fare un falò, dovevate aspettare notte… yo! – disse l’uomo, raggiungendo i due ragazzi.
– Ma tu… tu da dove vieni? – domandò Naruto, alzandosi da terra e puntando il dito contro l’uomo dai bizzarri capelli bianchi, la pelle abbronzatissima ed un tatuaggio con tre strisce blu sullo zigomo sinistro.
– Sei maleducato bro, ma te lo confesserò. Dall’altra parte dell’isola c’è un resort, non è molto costoso, se volete, vi ci porterò. – ritmò l’uomo, gesticolando con le mani ad ogni frase.
I due ragazzi si guardarono a lungo prima di accettare la proposta del rapper.
Una volta giunti dall’altra parte dell’isola, verificarono la realtà in cui si trovavano. Nessuno dei due poteva credere a ciò che vedevano: un piccolo villaggio di palafitte costeggiava la riva; alcune coppiette passeggiavano allegramente sulla sabbia finissima, le altre, invece, stavano abbracciate su ampi teli, gustandosi la fresca aria serale, mentre si sussurravano parole dolci o brindavano a qualche evento speciale.
– Sasuke? – chiamò Naruto, sfoggiando un meraviglioso sorriso divertito.
– Non dire nulla Naruto. – intimò Sasuke, serrando i pugni.
– Amo questo tuo lato umano. –


 

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*Compare dopo molte lune che non si fa viva*
Ciao a tutti! Spero di non essere caduta nell'OOC con questa storia. Ho tentato di mantenerli il più fedeli possibile al manga, ma non è semplice; basta solo una frase per farli andare fuori dal personaggio o anche solo una parola/gesto.
Ho cercato, inoltre, di dare uno slancio divertito alla storia: è la prima volta che scrivo qualcosa di (vagamente) comico e spero di esserci riuscita.
Grazie mille per aver letto questa one shot :)

Passiamo ad altro...
Dire che mi dispiace non basta, vero? Per chi segue le mie storie, so di essere in mostruoso ritardo, ma il tempo è sempre poco e con "L'amore sboccia..." mi ritrovo un po' in difficoltà con il finale del capitolo. Per  "La Fiamma...", non ho ancora buttato giù nulla. L'idea l'ho in testa, perciò vi chiedo di pazientare ancora un po'.
Grazie a tutte coloro che mi seguono ancora :)

   
 
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