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Autore: Nykyo    16/11/2013    4 recensioni
Quando l’alba sorge sull’alta collina le sue dita rosate si tingono quasi subito di sangue.
Loki sorride e il suo è il sorriso perverso e gioioso di un folle.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo racconto è stato scritto per il Writing Day, con il prompt n. 9 e incidentalmente cita anche il prompt n. 15 (ossia "Capelli d'oro).
Il racconto non è stato betato, quindi siate clementi.
Tempo di asce, tempo di spade
s'infrangeranno scudi,
tempo di venti, tempo di lupi,
prima che il mondo crolli. Völuspá, 45
 
 
Tela di ragno.
 
Quando l’alba sorge sull’alta collina le sue dita rosate si tingono quasi subito di sangue.
Loki sorride e il suo è il sorriso perverso e gioioso di un folle.
Non ha bisogno della preveggenza di Odino il grande per sapere che un alba simile è un pessimo presagio. Un presagio di morte.
E’ proprio questo pensiero a rallegrarlo.
Strie di porpora e arancio si allargano all’orizzonte come fiamme. Rosse come il peccato.
Sulla piana ancora vuota il vento freddo corre tra l’erba ma è a malapena un alito lontano di ciò che deve ancora arrivare.
Perfino gli steli verdi e rigogliosi sono destinati a perire nella battaglia che si appresta. Soccomberanno schiacciati da migliaia di piedi. Chineranno il capo sconfitti e verranno bruciati dal tocco letale dei Giganti dei Ghiacci.
Fenrir pianterà gli artigli ricurvi tra le zolle, svellendo i pochi ciuffi scampati.
Meno di un'ora e i campi, ora deserti, brulicheranno di guerrieri in armi. L’aria sarà piena di strida e del rimbombare delle lance battute contro gli scudi in segno di sfida.
In un attimo il caos scenderà sul mondo, facendo tremare Yggrdrasill dalle radici fino all’ultimo ramo fronzuto.
Le fondamenta del creato si scuoteranno, le mura stesse di Asgard – che Loki ha pagato così a caro prezzo – vacilleranno, il mare bollirà evaporando nel contorcesi delle spire di Jormungand.
Il tempo dei suoi figli è giunto e Loki non aspetta altro da fin troppo tempo.
Il Ragnarök sta per avere inizio. Uomini e Dei sono stati chiamati a raccolta.
I Nani hanno impugnato le asce e sono usciti dal ventre dei monti.
Gli Elfi sono accorsi per scontrarsi contro l’esercito dei Morti.
Al suono dei tamburi e dei corni gli eroi stessi sono risorti, hanno lasciato il calore dei focolari del Walhalla e la dolcezza infinita ed eterna dell’idromele appena spillato per radunarsi e combattere accanto agli Æsir.
Le sale dorate che Odino aveva apprestato per loro sono vuote, i campi di addestramento sono stati abbandonati al silenzio.
Le Valkirie, bellissime e terribili, stanno finendo di affilare e lucidare le spade, perché possano risplendere al sole prima di tuffarsi nei petti nemici e bere il loro sangue fumante.
Distruzione, morte, devastazione si spargeranno in ogni dove, non appena la battaglia avrà inizio.
Loki sa che le perdite saranno immense da ambo le parti. Sa che vedrà cadere e morire i suoi figli uno a uno.
Lui stesso, quasi certamente, alla fine dovrà perire.
Saperlo anziché terrorizzarlo lo esalta ancora di più.
E’ giunta l’ora. E’ finito il tempo dei giochi e degli inganni. E’ il momento di schierare gli eserciti e di far traballare l’intero creato.
Appena il sole sarà sorto del tutto Heimdallr soffierà nel suo corno e la guerra delle guerre avrà inizio.
Il mare si abbatterà sulla terra e il cielo crollerà sopra ogni cosa come un manto nero e trapunto di stelle infuocate.
Il sole illuminerà i combattenti, ma solo per poco, poi il buio calerà insieme al gelo e alle fiamme, finché a sua volta non sarà costretto a recedere dinnanzi all’avanzata di una nuova luce.
Giorno e notte lotteranno abbracciati come fratelli incapaci di amarsi.
Tutto sarà opposto a tutto. Vita e Morte si affronteranno faccia a faccia.
La battaglia infurierà ovunque, e assorderà chiunque abbia orecchie.
Il terrore invaderà anche il petto dei più coraggiosi e il coraggio fiorirà là dove nessuno potrebbe aspettarselo.
Loki sorride al pensiero di quanto sta per scatenarsi.
In tanti, lui ne è certo, pensano che il suo scopo sia la vendetta.
In molti pensano che il suo movente sia l’odio.
Non si sbagliano e, nello stesso tempo, traggono se stessi in inganno.
Senza dubbio Loki desidera soddisfazione e rivalsa.
Gli Æsir l’hanno chiamato fratello ma non l’hanno mai voluto né amato.
Odino ha scelto di adottarlo ma non ha mai cercato di essere davvero suo padre.
Capelli d’oro e cuore di ferro, gli Dei di Asgard non sono mai stati suoi simili, nemmeno nell’aspetto.
Ma non è il rancore il primo motore che anima la sete di guerra di Loki.
Non è l’assaporare il gusto dolcissimo della rivincita che riempie il suo cuore di esaltata trepidazione.
E’ il gusto felino che prova all’idea della lotta, il suo amore per il divertimento crudele.
E’ il pensiero che finalmente tutti i suoi imbrogli, anche quelli che ha saputo tenere nascosti a dovere, verranno scoperti e il creato intero vedrà quanto grande, intricata e vasta è la tela di ragno che Loki l’Ingannatore ha saputo tessere e approntare nel corso degli anni.
Nemmeno la lungimiranza di Odino è tale da aver scorto ogni filo vischioso, ogni nodo nascosto.
Loki è il solo che conosce già l’intero disegno della rete che sta per essere lanciata su ogni creatura vivente. Sui buoni come sui cattivi, sugli eroi come sui codardi, senza distinzione alcuna.
Loki è il solo a sapere che i suoi sforzi non favoriranno solamente il male. Ne trarrà giovamento anche il bene.
Non perché Loki sia migliore di ciò che sembra, ma solo perché lui è puro ingegno e l’ingegno non conosce né limiti né padrone. L’intelligenza serve solo se stessa, non conosce fazione.
Il creato sta per crollare e poi risorgere nuovo e diverso e, anche se non sarà presente per vedere il nuovo ordine, Loki saprà di esserne stato il vero fautore.
Non gli umani, né gli Æsir avranno il merito di aver reso fruttifero il caos. Non i Nani o gli Elfi o i Giganti, ma solo lui Loki, il mezzo Dio, il mezzo Gigante, colui che non appartiene né a una schiera né all’altra.
Loki il bugiardo e il mentitore. Perché dalla menzogna a volte germogliano i fiori più veritieri.
Forse in futuro non sarà lui il solo a essere ricordato, ma di sicuro il suo nome sta per essere inciso con il ferro e con il fuoco sul tronco immenso dell’Albero dei Mondi e non ci sarà nessuno, né mortale né divinità, che potrà mai cancellarlo.
 
 
   
 
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